lunedì 31 dicembre 2018

Le ultime parole del 2018

Secondo la sveglia sul soffitto non erano ancora le 6.00 del mattino dell'ultima domenica dell'anno.
Allungai la mano verso Francy. Ero abituato a dormire con una mano sul suo sedere. Mi tranquillizzava. Probabilmente ero un cannibale. Mi nutrivo di lei per non divorare il resto del mondo.
Così non avevo mai le mani vuote di Francy. Anche lei doveva essersi abituata al peso della mia mano sul gluteo, perchè la sera quel contatto faceva ronfare entrambi.
Ma quella mattina sotto il piumone Francy non c'era. C'era invece la gatta.
"Dov'è la mamma?" le chiesi.
Lei non mi rispose, per pura pigrizia felina, e perchè la piccola luce accesa in cucina non lasciava spazio a molti dubbi.

domenica 23 dicembre 2018

Cla

Oggi Pinketts se n'è andato, gli scrivo su whatsapp.
Anche il papà di Claudia, mi risponde.
Due giorni dopo sono al funerale. Che poi è una cerimonia civile. Al tempio crematorio di Piscina di Pinerolo.
Arrivo un'ora in anticipo, così aspetto in un bar lì vicino. 
Poi sono di nuovo fuori. Nel freddo.
La mia macchina arriva insieme alla loro. Scendono.
Vado ad abbracciare Claudia. La stringo e non la mollo per qualche secondo.
L'abbraccio è un gesto denso e complesso. Da come stringi una persona, da come la tocchi, l'accarezzi e la baci fra i capelli, si capiscono molte cose.
Ci sono anche i genitori di Davide.
Davide e Claudia.
Se leggete questo blog li conoscete come ErProsciuttaro e Melonia.

domenica 16 dicembre 2018

Starnutire con gli occhi aperti

La ragazza dietro il banco non mescolava nè birra chiara nè seven up, ma passava i giochi per Playstation3 sotto la pistola barrcode.
"Finisco 'sta scatola e arrivo" ci disse.
Minuta e col fisico asciutto e nervoso di chi somatizza lo stress, avrebbe presto perso quel suo sorriso solare del quale già non rimanevano sulle labbra che pochi deboli raggi.
L'altra commessa, che fingeva di pareggiare le custodie sulla rastrelliera e non la perdeva di vista, probabilmente per questioni gerarchiche, aveva la faccia della stronza a denominazione di origine protetta dal capo, al quale probabilmente la faceva annusare o l'ammollava con lungimirante parsimonia.
"Bella senz'anima" dissi per omaggiare Cocciante
"Non siamo qui a pettinar le bambole gonfiabili" osservò ErPro.
"Prego" ci disse lei riponendo la pistola nella fondina.
ErProsciuttaro fece scivolare una banconota sul bancone con aria solenne da damanhuriano.
"Due bustine di Magic the Gathering" chiese.

domenica 9 dicembre 2018

Onitama VS Grappa Sibona XO

Uno di fronte all'altro.

Onitama
Elegante astratto per 2 giocatori, ambientato fra dojo di arti marziali che hanno il sapore dei vecchi film di Bruce Lee. Di Shimpei Sato. Della durata di 15 minuti circa. Edito in Italia da Raven Distribution.
Prezzo 30€ circa

Grappa Sibona XO
Distillato di vinacce pregiate quali Nebbiolo e Barbera delle Langhe e del Roero. XO, ovvero eXtra Old. Invecchiata 7 anni in tonneau di quercia.
Fiore all'occhiello della distilleria Sibona.
Prezzo: 30€ circa

mercoledì 5 dicembre 2018

Il ritorno di Pillow


Le maschere rimangono a casa, sulla mensola. Il lunedì sera al supermercato incontro solo facce vere. Le facce a pezzi dei sopravvissuti al weekend da leoni, che il lunedì mattina si son fatti bradipi. Nei loro fisici mancanti sono fisici mancati: fanno colazione per inerzia, si radono allo specchio per combattere l'attrito degli anni, corrono a lavoro come biglie su un piano inclinato.

Gli uomini si trascinano fra le corsie degli accessori casa in cerca di una cintura e di un soffione doccia al quale impiccarsi. Solo l'offerta 3x2 sulle Simmenthal li fa desistere dall'insano gesto. Sollevano orgogliosi al cielo Moretti da 66, come spade scozzesi. William Wallace è morto perchè tutti avessero i bollini per le padelle.

lunedì 26 novembre 2018

Non ti racconterò mai più bugie

Torino.
Sul muro stanno aggrappati i rampicanti, anche se adesso che è novembre son secchi. E dietro il muro c'è una chiesa sconsacrata. Secondo alcune voci la notte vi si radunano i satanisti, per effettuare rituali blasfemi scaricati in pdf da internet, tranne il giovedì e il venerdì che invece ci vanno gli interinali per scambiarsi i contatti LinkedIn, e il sabato quelli che suonano nelle birrerie per una pizza e una birra.
Dove una volta c'era l'altare adesso è rimasto solo un rettangolo di piastrelle rotte sul pavimento.
All'esterno della chiesa, sul muro, fra i rampicanti secchi, c'è scritta una bugia:
"Non ti racconterò mai più bugie".
C'è anche scritto che Frank svernicia le macchine suonando la sua Fender Stratocaster, e che Annalisa, beh, Annalisa è una che si diverte.

domenica 18 novembre 2018

Dammi ancora la mano

Se la montagna non era andata da Maometto di sicuro non sarebbe andata neanche dalla sindaca Appendino per farsi trivellare in favore dei francesi. Così mentre mia figlia quella mattina si era risvegliata con 10 anni sulla pelle, Torino aveva fatto colazione sotto le bandiere dei NoTav, e quello stesso pomeriggio merenda sinoira sotto quelle dei SìTav, nella medesima piazza.
I bar della zona avevano servito caffè cerchiobottisti agli uni e agli altri, perchè con la crisi che alitava sul collo era meglio non prender posizioni precise, e batter più scontrini possibile per non dover tirare giù la serranda.

domenica 11 novembre 2018

Cani da playtest

Vik vorrebbe fuggire, saranno 2 anni che tiene nascosto nella sponda del letto, il cacciavite scordato dagli elettricisti la volta che erano venuti a riparare il condizionatore. Secondo i calcoli di Red, e Red è uno che i calcoli sa farseli bene, non a caso è il leader del gruppo Lubecca, il nostro gruppo, le guardie alle torri ci centrerebbero con un proiettile di gomma prima di riuscire a scavalcare il muro di cinta, e poi non sappiamo cosa c'è oltre il muro: l'oceano, il deserto, o magari un altro muro.
A me stare nell'istituto non dispiace.

Sono nato e cresciuto fra queste mura di cemento armato, sotto le telecamere e le matasse di filo spinato, e per i primi anni della mia vita sono stato top20 fra i playtester dei giochi Haba e Colibrì, e vi assicuro che eravamo davvero tantissimi bambini.

venerdì 2 novembre 2018

Il disturbo del sonno

Era l'autunno del 2018 e le cimici asiatiche erano abbondanti sugli alberi, tanto che i bambini scrivevano sui quaderni "E' arrivato l'autunno, cadono le cimici" e le maestre siglavano 10 d'approvazione.
Lo strizzacervelli mi aveva spiegato con parole semplici il numero di Avogadro, e che le gocce di Bach non servivano a una mazzafava, e nella mazzafava era compresa anche la mia insonnia. Per la consulenza non gli avevo neanche dovuto pagare la seduta in studio, ma la seduta su uno sgabello, davanti una birra Menabrea che aveva scatenato nel bar un ginepraio sulla sua presunta superiorità sull'Icnusa ["Meglio l'Ichnusa!" aveva sentenziato il barista Gavino Pusceddu].

mercoledì 24 ottobre 2018

L'universo è mezzo pieno

Il caffè è cultura e io sono un intellettuale corretto sambuca, bevo per dimenticare le persone dimenticabili, leggo per andarmene sbattendo la porta, e lecco perchè a fare il formichiere spesso fai più bella figura che a spingere.
Figliastra e sguattera della cuccumella, la tazzina è onesta, più porcellana di cenerentola canta invece agli uccellini dei muratori che la mattina vanno al cantiere, arruffapopoli di ceramica, metalmeccanica trasversale alle sigle sindacali, non ho mai conosciuto nessuno che non potesse concedersi un suo bacio espresso, giacchè il suo prezzo di prostituta proletaria oscilla fra i 30 centesimi delle macchinette negli ospedali con evacuativo incorporato, ai 3,50€ serviti in un dehors del centro di Torino da una cameriera con tanti sogni e un contratto di lavoro che non verrà rinnovato per far posto a un'altra cameriera con altrettanti sogni e contratto.
Il primo caffè della giornata lo prendo a casa, leggendo il post-it appiccicato alla tazzina da Francy. "Ricordati di passare in posta". Francy, seduta al tavolo che il suo gomito tocca il mio, si raccomanda: "Quando scendi attacca il post-it al parabrezza così non ti dimentichi".
La mia memoria non è più quella di un tempo, di quando avevo vent'anni e facevo più bella figura a spingere che a fare il formichiere, e chiamavo Francy: Roberta, come la mia ex, ma almeno le portavo la colazione a letto: un vassoio con una tazza di tè caldo alla vaniglia, e un panino casereccio con frittata di cipolle [che lei non mangiava e allora improvvisamente ricordavo di aver preparato per me medesimo].

lunedì 15 ottobre 2018

Vulnerability Assessment

Il Vulnerability Assessment è un processo di analisi e scansione di un sistema informatico, sia esso una lan casalinga o il centro elaborazione dati di una grande banca, che serve per individuare debolezze e vulnerabilità.
Può essere condotto tramite software specifici e con tecniche manuali di attacco della rete e dei server [penetration test].
Vi sono ditte specializzate che si occupano di questo: le contattate e loro provano a entrarvi in casa dalla finestra degli zero e degli uno.
In cambio di un esiguo compenso, trovano le falle del vostro sistema, e fanno una stima dei danni che tali falle potrebbero procurarvi.
Al termine dell'attacco vi producono un report dettagliato [di solito su una chiavetta usb], e di lì in poi sta a voi andare a chiudere i buchi [patchare i server, aggiornare il firmware delle apparecchiature di rete, chiudere porte logiche non in uso, segregare lan, fissare mac address...]

domenica 7 ottobre 2018

E lui di paura ne aveva parecchia


Torino non voleva addormentarsi, credo per via degli incubi che si sarebbero trascinati fuori dalle grate dei tombini come ratti, all'allungarsi delle ombre.
A Torino il sole tramontava tardi, 20 minuti dopo che a Venezia. Lo spiegava l'Osservatorio Astronomico di Brera con un'animazione molto spartana e poche righe d'articolo scientifico. Era il senso di rotazione terrestre a far perdere il senso del sonno alla città.
Ma i torinesi non se la bevevano. Torino poteva sedurre chiunque e fargli dire qualunque cosa, molti personaggi importanti avevano abbassato lo sguardo di fronte alle sue labbra tumide, e se la città aveva fatto perdere il lume della ragione a Nietzsche, non avrebbe avuto difficoltà a confondere un giovane ingegnere dell'Osservatorio di Brera, pur fiero del suo 110 e lode, e col manuale di D&D nello zaino Seven.

lunedì 1 ottobre 2018

Il giocatore corazzato

Il giocatore corazzato ha lasciato il mio tavolo.
Credo che fosse un po' stanco, dopo 15 anni. Che volesse una pausa.
Caratterialmente non era molto affettuoso, bisogna dirlo, anzi era parecchio orso, come quasi tutti i paguri terrestri, e come me d'altronde.
Era molto curioso. Ed è stato un compagno silenzioso, discreto, garbato.
Ogni tanto, mentre ero al tavolo a studiare qualche nuovo regolamento, lo toglievo dal terrario per mettermelo affianco, in qualche scatola fra i token e le carte.
Lui ravanava, clak clak clak clak, fra i cubetti, clak clak clak.
Immaginavo imprecasse in quei momenti, però non proprio sul serio, tipo: "Che rompicoglioni che sei, Andre, ahahaha".

sabato 29 settembre 2018

Cammina con me

Ricordate quando tutti vi consigliavano un certo film che stava girando al cinema e che faceva un gran parlare di sé, e voi avevate una specie di blocco ad andare a vederlo proprio perché ne parlavano tutti, pure vostra zia mentre sgambava il basilico, e così è finita che non l'avete visto? Il film è uscito dalle sale e voi vi siete detti: Massì, me lo vedo poi con calma quando esce in dvd. E che cosa è successo? Che ve ne siete dimenticati. Così sono passati gli anni, e voi non ci avete mai più pensato a quel film, finché una sera anonima come una bottiglia di vino senza etichetta, l'hanno dato alla televisione, e voi che quella sera vi era saltata all'ultimo la pizzata con gli ex colleghi, per inciso: 1 simpatico e 3 facce di merda, avete cominciato a vederlo su Italia1, neanche troppo convinti, col telecomando sulla coscia pronto a cambiare canale, finché a metà film vi siete accorti che non riuscivate più a staccarvi.

domenica 23 settembre 2018

To Play 2018 : buona la prima

Io ho un metodo infallibile per riconoscere al volo un buon evento ludico: se arrivando all'orario d'apertura - e io arrivo sempre all'orario d'apertura - vedo i volontari spostare i tavoli sorreggendoli sopra la testa, beh, si tratta senza dubbio di un buon evento, perchè non puoi fare un buon lavoro senza sporcarti le mani.
Credo di averlo imparato negli anni,  grazie a Tapu, del Giocatorino, un volontario in senso stretto, di quelli che agli eventi trovi già sudati marci alle 8.40 del mattino, che non vedi mai seduti al tavolo a giocare, ma sempre aggirarsi da una parte all'altra spostando roba, che si tratti di gazebo, panche, scatoloni, sedie di plastica impilate. Sono personaggi invisibili, questi, meno appariscenti delle dimostratrici delle case editrici, dei cosplayer agghindati, dei master, quasi non ti accorgi di loro, eppure sono il motore.

giovedì 20 settembre 2018

Near and Far and Guacamole

Casa di Chrys.
Giungemmo lenti ma almeno giungemmo, a ridosso delle 22.00, quasi fuori tempo massimo come gli auguri per il compleanno whatsappati alle 23.56, con la puntualità delle mestruazioni il giorno del saggio di danza, e l'aplomb dei bagnini aragostati di Rimini all'arrivo delle prime turiste germaniche. Chrys e Daisy, forse non vedendoci arrivare, si erano messi comodi sul divano, e forse si erano proprio accucchiati, tanto che lui ci accolse col rossetto sbavato e lei spettinata, o il contrario non ricordo.

Io e Viking si andava da Chrys per due ragioni precisissime. La prima era il guacamole di Daisy, che era vero guacamole di avocado e jalapeno, e non quella merda Old Wild Nacho che vendevano al market. La seconda era Near and Far, da provare prima di farne una questione di principio o un'ossessione, come avevamo fatto con Quantum che alla fine ce lo sognavamo la notte.
Arrivati, accendemmo il navigatore solo per trovare parcheggio. I cantieri sotto casa di Chrys si erano spostati di nuovo. Secondo i sismologi Druento si trovava proprio sul bordo della zolla tettonica eurasiatica, e l'asfalto  scivolava a valle, trascinando sanpietrini, transenne, segnali di divieto, vecchi da cantiere e operai con la betoniera. Salomonicamente, la collisione delle zolle avvicinava la casa di Chrys sia alla mia che a quella di Vik, per non cedere alle gelosie, alla velocità di cinque centimetri all'anno, così che sarebbe giunta a distanza di un braccio dalle nostre il giorno dell'arrivo a casa del corriere con il kickstarter di Heroquest.

lunedì 10 settembre 2018

La casa in città

Così quando lui 42 anni e lei 39 ci confidano che stanno ancora dai rispettivi genitori, che non vivono ancora insieme perchè i prezzi delle case sono troppo alti, io improvvisamente ricordo l'acqua ghiacciata sulla schiena.

Il nostro primo appartamento, in affitto con contratto di 4 anni non rinnovabile, è stato un camera e cucina di 40 metri quadri dalle parti di Stievani. A 26 anni, io e Francy non potevamo permetterci altro. Io avevo cominciato a lavorare da poco come informatico, mentre lei, finito il praticantato dalla commercialista, aveva trovato lavoro come impiegata amministrativa al vecchio mattatoio. L'appartamento, ammobiliato anni '60, con due poltrone in pelle rossa, una lampada a tulipano e un frigorifero con lo sportello alto del congelatore che stava chiuso con un pezzo di scotch, aveva l'impianto elettrico bollito, un bagno largo due piastrelle che fra il lavandino e il muro ci passavo trattenendo il respiro, e un piccolo boiler elettrico.

giovedì 30 agosto 2018

La bronchite ad agosto

Non seguo il gregge: io la bronchite me la faccio ad agosto. Con la mia febbre a 39 vi brucio tutti sulla linea di partenza, babbi e pecoroni dell'agosto in costume, infradito e ray-ban aviator, che consumate l'ostia della tachipirina fra i santi e l'immacolata. Siete dinosauri della salute, io vi sto avanti di due stagioni, e mentre voi pestate la menta fra i cubetti del mojito con la cannuccia, io vi sorpasso, vi scavalco, vi dileggio e giganteggio, con la mia tazza di brodo di pollo caldo espettorante.
Odio la vostra avulsa banalità, il vostro far di classifica de li meglio culi sotto l'ombrellone, il vostro pontificare sul ghiacciolo alla menta, sul tormentone di Rovazzi, il vostro lamentarvi del caldo e a proposito del caldo: il vostro ricordare bene al mondo intero che, come partigiani, voi l'agosto della famosa estate del 2003 eravate a un matrimonio, in giacca e cravatta!
Schiavo di brividi che neanche le unghie sulla lavagna, e neppure quando berlusconi diede del kapo' a schultz, io febbricitante da sotto le coperte guardo il mio mondo senza riconoscerlo mio, sembra quello di una razza aliena di lucertole che vivono vicine al sole, oppure sono io l'alieno del pianeta freddo Paracetamol III.

giovedì 23 agosto 2018

Andrea Dado può farsi arrivare un gioco a casa semplicemente sfogliando il Corriere

Comincia tutto così, con un giocatore del GiocAosta che scrive queste poche righe, che io riporto sulla mia pagina facebook col disclaimer:
"Comunque tutti simpatici, tutti tutti tutti eh, ma dal primo all'ultimo,
senza escluderne uno che è uno.
Tranne Dado".


E di lì partono una selva di commenti stile fact di We Love Chuck Norris, ma col dispotico Andrea Dado come protagonista [naturalmente anch'io mi butto a cavacecio nella mischia].
Beh, ho voluto salvarli e condividerveli qui sul blog, a scopo promemoria, e perchè alcuni sono davvero simpatici.

domenica 19 agosto 2018

Io sono il cattivo esempio

Viareggio, 12 febbraio 1995
Il torneo valido per le qualificazioni al primo Campionato Italiano di Magic The Gathering si svolge in un circolo arci, messo gentilmente a disposizione dal suo titolare perchè giocatore anche lui [anche se col suo monoverde elfi non andrà da nessuna parte]. Col mio nero-rosso spaccaterre ho già passato i primi quattro turni della svizzera. Mi basterebbe battere un ultimo avversario per entrare matematicamente nella rosa, e poi andare a giocarmi la finale a Milano.
Sto già avanti di una partita contro il mazzo rosso spari del ragazzo di Perugia con la faccia divorata dall'acne.
Mescolo le mie carte.
"Taglia" gli chiedo guardando gli altri tavoli.
Lui taglia, più o meno a metà.
Appoggio la mano sul mio mazzo, mettendo in cima il quinto Juzam Jinn ben impalmato e nascosto.
Finchè un'altra mano piomba sul tavolo e mi afferra il polso, bloccandomelo.
"Scusa posso vedere cos'hai qui sotto?" mi chiede uno degli organizzatori.
Mi rivolta la mano, rivelando la creatura nera 5/5.
"Ecco come facevi a cacarli a ogni turno!" grida il mio avversario.
Corrono tutti a vedere. Scoppia il gran casino.

martedì 14 agosto 2018

GiocAosta: chi si preoccupa di ogni nuvola

Tutti gli anni mi arriva l'invito nella buca lettere, e tutti gli anni io puntualmente glisso, rispondendo le solite due righe cortesi: "Ho ben altre cose da fare, io, che venire al GiocAosta" mentre in verità sono manchevole solo per questioni di calendario, che i volontari del GiocAosta saranno pure delle brave persone che salvano gli escursionisti smarriti con l'elisoccorso, ma tiran su baracca e burattini ludici fra san lorenzo e ferragosto, il 20 se proprio vanno lunghi, e io in quei giorni sto sempre in abruzzo a far del male alle pecore.
Ma quest'anno per pura congiunzione astrale, riesco ad esserci, e allora replico all'invito che: "Non mi perderei questo GiocAosta neanche per le gambe delle Kessler!", senza precisare se le Kessler di allora o quelle di oggi, anche se conoscendo un pelo la mia passione per la frollatura vi sarà facile capire quali.

giovedì 19 luglio 2018

Quando tutti saranno speciali

Notoriamente i conigli son gran chiavatori timorosi di tutto, se son rosa uccidono, se son bianchi fuggono dai laboratori e dai libri di Marcovaldo, se son liguri son parsimoniosi ma in tegame diventan generosi di olive e pinoli, e soprattutto non son leghisti, al massimo puoi legarli con lo spago dell'arrosto, sfumarli nel bondage di un budello frustandoli col rosmarino, ma non faranno mai distinzioni fra nord e sud: son tutti di famiglie numerose, che il coniglio più che terrone è tenerone.
Non è facile da portare un nome, Coniglio, che anagrammato viene Coglioni. Lo sappiamo bene noi che da bambini chiedevamo all'amico di ripetere velocemente ionico, senza però intendere capitelli dorici né corinzi.

venerdì 13 luglio 2018

Ho un messaggio da parte della tartaruga

1980 - Torino
La donna che entrò nel parco, con un bambino di 1 anno nel passeggino e un secondo di 7 che le trotterellava davanti, era un'infermiera. Arrivava dal turno di notte all'ospedale CTO di Torino, ed aveva la schiena a pezzi.
Percorse il vialetto e raggiunse le altre mamme nell'area verde vicino al laghetto artificiale.

Il piccolo nel passeggino sembrava dormire profondamente.
"Mamma ci sono dei bambini!" la tirò per la gonna Andrea, "Posso andare, posso?"
Lei annuì e il bambino corse via.

Stavano facendo del male alla tartaruga. Andrea urlò e il biondino gli mollò uno schiaffo dritto sulla bocca che lo fece cadere all'indietro. Il ciccione stava in ginocchio e teneva la tartaruga ferma fra le gambe. Aveva un cacciavite in mano e le aveva già inciso CAZ sul guscio. Stava cominciando la seconda Z.
"Ho detto di lasciarla andare" ripetè il bambino con la maglietta Arbatax.
Al suo fianco ce n'era un secondo, alto e smilzo. Stava in silenzio.
Il biondino raccolse della ghiaia e si riempì i pugni.
"Siete piscia di mongoloidi" disse caricando per il lancio
Arbatax si infilò una mano in tasca e ne estrasse un blocchetto di figurine legate con l'elastico.

"Lascia andare la tartaruga. E te le regalo" propose.
Il ciccione si sporse per guardare le figurine.
"Sono di Capitan Harlock" disse Arbatax.
Il biondino valutò l'offerta. Poteva anche gonfiarlo di botte e prendergliele.
"Se ti avvicini le lancio nell'acqua" gli disse intercettandone i pensieri "E non le avrà nessuno".

 Il biondino sorrise.  
"Lasciala andare, Dome" disse infine.
Lui e il ciccione se ne andarono col pacchetto.
Arbatax e lo smilzo aiutarono Andrea a rialzarsi.
"Mi chiamo Andrea" singhiozzò il ragazzino
"Io sono Massimiliano" disse Arbatax, "E lui è Vincenzo".
 La tartaruga zampettò fino al laghetto.
da Non è morto a Derry [http://dadocritico.blogspot.com/2016/05/non-e-morto-derry.html]

lunedì 2 luglio 2018

Ciò che ci distingue dalle bestie

Se mi ricordavo bene di lui, da sobrio era saggio, ma da brillo era brillante. Per questo gli offrii un doppio Campari, non avevo bisogno di ponderati consigli, ma di ricordare la nostra adolescenza fra le case popolari della Fiat senza stare a fare bilanci delle nostre vite. I bilanci son pericolosi. Specie se hai fatto dei sogni precisi.
Gli chiesi di sua moglie. Mi era sempre piaciuta. Per un certo periodo l'avevo anche corteggiata.
"Non fraintendermi, voglio che la vostra storia duri a lungo" le avevo confidato una sera "Mi accontenterei davvero solo di una notte d'amore. Ti prometto che sarei molto dolce, e che il mattino seguente ti porterei la colazione a letto". Lui aveva scosso la testa: "Naaa, così è troppo facile, o te la porti via per sempre o niente". Lei gli aveva assestato un colpetto sulla testa, aveva ridacchiato "Fammici pensare, ti mando un sms stanotte mentre lui dorme" e poi aveva ritirato le tazzine di caffè vuote.
"E' una bella donna" avevo osservato mentre lei si allontanava in cucina "Ha una leggerissima peluria bionda sul viso"
"E delle gambe da favola"
"Credo che il marito dovrebbe accendere un cero alla madonna un giorno sì e l'altro pure"

"Desiderava tanto un bambino. Non è arrivato. Qualcosa si è incrinato dentro di lei, anche se racconta a tutti che l'ha superata".

domenica 24 giugno 2018

Accompagnare il colpo


Ogni tanto il destino colpisce duro. Ed è difficile guardare il bicchiere mezzo pieno quando hai gli occhi gonfi di pugni. Puoi provarci. Quindi quando quel mattino scendo in strada per andare a lavoro e trovo il lunotto posteriore della macchina sbriciolato da una sassata, penso: "Hei, almeno il resto della macchina è salvo, e non mi hanno neppure pisciato nel serbatoio!". Okay, non funziona gran che. Il punto è che forse gli ottimisti son tali perchè non le hanno prese abbastanza forti.
Non che un lunotto rotto possa mettermi al tappeto, figuriamoci, però contento come dopo una scopata è un'altra cosa.
Intanto che contatto l'assicurazione ricevo un sacco di whatsappate di solidarietà dagli amici, tutte sul genere: "Ma l'avevi parcheggiata male?" come se di solito fossi uno che la parcheggia davanti all'entrata del pronto soccorso per bloccare le ambulanze.

mercoledì 20 giugno 2018

La Settimana del Ramadado [parte 2]

"Smettila di fare il maschio alfa"

Sono vivo. Lo capisco dal vomito. Non mio: della gatta. Sul letto, vicino ai miei piedi. Queste cose succedono solo nel mondo reale, nei sogni i gatti sono tutti trudini senza culo. Il vomito sembra carta igienica masticata.
La gatta mi sente sveglio e torna sul letto in cerca di grattini. Ci vuole un gran cuore per perdonare il proprio gatto dopo che ti ha vomitato una palla gastrica di pelo sul lenzuolo.
E io quel cuore non ce l'ho. In compenso colleziono cattive abitudini. Per 40 anni ho maltrattato il mio corpo, e ora lui maltratta me. Non lo biasimo, eh, sempre stato per il pan per focaccia, io. Certo vorrei che non avesse così fretta di concludere, che se la godesse.
Prendo il cellulare dal comodino che gli occhi non sono ancora completamente aperti. 46 messaggi da leggere su whatsapp, oppure 446 o 4466 non riesco a mettere a fuoco. Alla fine sono proprio 46. Tanti comunque.
Ne apro uno a caso.
"Ancora vivo, Dado?".

Soprattutto chi cazzo è Alessandro C. che mi scrive.
Poi realizzo. Ah, già, la settimana del ramadado.

giovedì 14 giugno 2018

La Settimana del Ramadado [parte 1]

Vi aspettavate un post. E invece vi beccate una galleria fotografica.
Perchè sono nella Settimana del Ramadado.
Cade una volta l'anno.
E mi devasta.

"Ogni anno in questo periodo Dado entra in quello che lui chiama la settimana del Ramadado, cioè una settimana in cui moglie e figlioletta sono via e lui si dedica esclusivamente al gioco, rinunciando sapientemente al sonno e sostenendosi a forza di birra, nachos e salsa piccante (ogni anno mi stupisco ne esca vivo). ;)" - Chrys

Archivio
2015 - L'esperimento del dottor Manuste
http://dadocritico.blogspot.com/2015/06/lesperimento-del-dottor-manuste.html
2016 - Maratona 24ore Stefan Feld
http://dadocritico.blogspot.com/2016/07/maratona-24-ore-stefan-feld_12.html
2016 - Una dadolata di dadi
http://pinco11.blogspot.com/2016/07/una-dadolata-di-giochi--serata-col-dado-critico.html
2017 - Komnata Quest
http://dadocritico.blogspot.com/2017/07/escape-room-torino-komnata-quest.html


martedì 5 giugno 2018

In fondo allo stomaco dove non arriva la luce

Da mio padre ho imparato una cosa. A non piangere. In 44 anni e mille sfighe che hanno colpito la mia famiglia da che sono nato, l'ho visto piangere una sola volta: quando è morto Kyra, il nostro cane, un bracco salsicciometiccio con la coda storta. Mio padre ha pianto in quell'unica occasione, col mio cane morto fra le braccia, davanti a me. Non avevo mai visto la sua faccia piegarsi in quel modo. E ho pensato che il mondo stava finendo.
Per questo ho fatto un patto.
Andre tu non dovrai mai piangere davanti ai tuoi cari, mai davanti alle persone importanti della tua vita, che contano su di te. Tu devi essere un muro di granito, devi essere quello che mantiene il controllo quando la merda piove per dritto e per traverso, TU devi essere la spalla per gli altri.
Non dovrai cedere in nessuna circostanza, e comunque MAI davanti ai tuoi cari. Se proprio devi piangere, trovati un angolino, ma che nessuno ti veda.

domenica 3 giugno 2018

Il mio superpotere

"Non usarlo, Andre"

Alcuni acquisiscono un superpotere dal morso di un ragno. Altri perchè investiti da un fascio di raggi gamma. Francy ha imparato a leggermi nel pensiero per risparmiare i gettoni dalla cabina.

Quando il cellulare era soltanto il furgone della polizia allo stadio, noi fidanzatini esploratori sotto le tshirt Fruit of the loom, si andava a telefonare dalla cabina all'angolo, con un chilo di moneta in tasca e il Denim sul mento anche se non serviva. Come le mie partite con Vik e Red molti anni dopo, in media le telefonate duravano fra i 180 e i 270 minuti, ma era negli ultimissimi istanti che si dicevano le cose importanti.
"Che hai?" chiedevo a Francy
"Niente" mi rispondeva schiva e furetta
"E' perchè ti ho preso in giro per com'eri vestita?"
"COS'AVRESTI DETTO SU COM'ERO VESTITA?!?!?!?"

giovedì 31 maggio 2018

[In diretta] La seconda agenzia a R'lyeh

Sono le 21.10 e fra poco Viking e Redbairon arriveranno da me. Per giocare di ruolo. A L'Alba di Cthulhu.
Non potevo scrivere prima per ragioni legate all'avventura.
Stasera i soci apriranno la loro agenzia investigativa a R'lyeh, la Città Cadavere, nel quartiere di Ghoulville.
Più precisamente rileveranno quote e licenza a esercitare dell'agenzia precedente, l'Agenzia Investigativa Le Pietre, caduta in disgrazia velocemente per una questione di mazzette, con locali di pertinenza messi all'asta e comprati per un tozzo di pane dal titolare di un negozio di tatuaggi, un dagoniano con un discutibile senso dell'igiene personale e un'ancora tatuata in mezzo al torace.
Vik e Red affitteranno dal dagoniano una porzione della vecchia agenzia, un locale 3x3 metri, dotato di gabinetto [otturato] e di una finestra ricavata dall'oblò di una vecchia nave, e riapriranno i battenti come Agenzia Investigativa Le Pietre 2.
Proprio nel palazzo di fronte all'Agenzia Investigativa Private Eye di ErProsciuttaro e Melonia.

martedì 22 maggio 2018

Domenica

Domenica.
L'sms mi arriva alle 6.45. Apro gli occhi. A quell'ora mi scrivono soltanto in due: gli operatori della Tre per pregarmi di tornare, e mio padre.
"Hai già controllato?" c'è scritto.
Mi alzo. Mi sarei alzato comunque, non sono fatto per dormire, c'è qualcosa di sbagliato nel mio dna, alla schiuma di lattice preferisco quella del cappuccino. Mio padre mi sta avanti, almeno di un paio d'ore, non è raro vederlo portare sotto il cane alle 4.00 del mattino.
Questa settimana ha portato la macchina a rottamare, rinunciando di fatto, con quel gesto, a guidare.
Mio padre l'Italia se l'è girata tutta come un compasso, per lavoro, consumando automobili e scatole di compresse per il mal di schiena. Ma ultimamente i suoi occhi non vanno più tanto bene. Cataratte a parte, il diabete sta vincendo. Io non ero molto d'accordo con l'idea che mollasse la macchina, di solito queste cose sono l'anticamera di un progressivo lasciarsi andare. Ma vedo che ha difficoltà. Che vede poco. Fa la rasetta alle macchine. Da inizio anno ha falciato due specchietti di altrettante macchine parcheggiate. Meglio che molli, prima che si faccia male o che faccia del male a qualcuno.

martedì 15 maggio 2018

Il mostro dentro che ognuno ha

Ero bravo a litigare. Mi ero fatto le ossa in strada, nei cortili delle case popolari Fiat, tutti figli di immigrati meridionali, famiglie numerose, che sbarcavano il lunario in 7 con il solo stipendio del padre in cassa integrazione: bastava un niente che ti arrivava un tuamadrefaibucchini. A 11 anni insultarsi la madre era il minimo sindacale, oltre che lo sport ufficiale a Mirafiori sud. Io potevo andare avanti ore colpendo basso e duro, con il mio sarcasmo, con la mia lingua al cianuro. Figlio d'infermiera conoscevo l'anatomia umana, dove i nervi si incrociavano, dove le carni erano tenere. Ero un cane. Di quelli che hanno preso un sacco di botte, che mordono e che si strozzano col collare se cerchi di prenderli.
Poi crescendo ho imparato a contenere i danni. Ad andare giù al tappeto. C'è voluto un po', non sono cose che si imparano da un giorno all'altro, ci vuole tempo e anche un sacco da allenamento appeso in testa. E poi non era la mia natura.

venerdì 4 maggio 2018

Concreto YulBrynner!

"Dado mi consigli un gioco che funzioni con una donna separata e con due figli?".
YulBrynner, ribattezzato così per la chioma, e perchè aveva bisogno di un nick per finire su queste pagine.

"E' una gran bella donna, Dado, e pure simpatica, di quelle che di solito non conosci mai quando sono single, o che lo diventano solo per pochissimi giorni, esattamente quelli che tu stai ad Abba di Monteinculo per lavoro" mi spiega "E non escludo che possa davvero diventare una storia seria un domani, voglio crederci Dado, ma per ora è davvero imperativo trovare il tempo per sco".

martedì 24 aprile 2018

La bambina che giocava con le formiche

E' il 2006 e la malattia di F. , la schizofrenia bipolare, è al massimo del suo splendore. Quell'anno Torino ospita le olimpiadi invernali, F. comincia ad assumere psicofarmaci con regolarità, mentre io sviluppo un odio sincero per il resto dell'umanità.
Fra le molte cose che faccio, alcune lucide altre un po' meno, c'è quella di aprirmi un blog. Un blog di denuncia, o almeno: quello è il mio intento.
Mi metto a fotografare tutte le macchine che parcheggiano nel posto riservato ai disabili, e a caricarne le foto sul web [giusto come alternativa a tagliar loro le gomme].
http://nuclearbufo.blogspot.it/2006/07/beccalo-con-na-foto.html
Per la verità quell'embrione di blog dura molto poco, il tempo, credo, di metabolizzare certe nuove cose della malattia di F.

In quelle settimane scopro il blog di Carla.
http://bambinaborderline.blogspot.it/
Mi attira il titolo, per ovvie ragioni.
Leggendolo scopro invece che Carla a meno di 30 anni ha già combattuto con una malattia terribile, e che adesso vive con due camaleonti e un discreto numero di piante carnivore a Torino.
Il suo blog è il diario della sua vita.

venerdì 20 aprile 2018

KEO

Le iniziali dei suoi due nomi + l'iniziale del suo cognome, tipo: Katia + Elisabetta + Obice.
Io la chiamo KEO.

L'ho conosciuta una vita fa. Sul lavoro. Lei era vestita di nero. Con gli anfibi. E una mela in mano.
Per alcuni mesi l'ho vista mangiare solo mele. Praticamente un bruco.
Parlava unix, quello dei vecchi server HP, spostava blocchi di files con lunghe stringhe di codice dall'Italia alla Cina, lanciava calcoli CAE in Messico, in anni in cui io masticavo solo sistemi microsoft.
"Guarda e impara, pivello"
Aveva dita secche e lunghe, che muoveva sulla tastiera con un senso di repulsa, come fosse fatta di carne tritata e lei vegana, e un paio d'occhiali da professoressa di matematica sul naso.
Trattava a pesci in faccia gli utenti.

giovedì 12 aprile 2018

Divertitevi voi che potete

Non esattamente una passeggiata, il viaggio Torino-Modena in macchina, complicato dalle troppe scatole in vendita di Viking e Redbairon sui sedili, più che una gita un trasloco coatto, un matrimonio zingaro. All'ultimo minuto si unisce nell'abitacolo anche Christian Giove [Chrys] che sottrae ossigeno e cubatura sui sedili posteriori, tanto che discutiamo di:
1- non vendere più le scatole di Kingdom Death Monster nè Gloomhaven che cubano quanto Chrys
2- fare a pezzi Chrys con una mannaia
3- montare un portapacchi
4- prendere due macchine
5- fare a pezzi Chrys con una mannaia

mercoledì 4 aprile 2018

PLAY 2018 : non basta un grazie

"Scusa, tu sei Dado?"
Contrariamente ad altri colleghi blogger e vlogger io ho sempre un po' di difficoltà, agli eventi ludici, a gestire quel minimo di visibilità mi dà il blog fra i giocatori.
Le mie reazioni, se fermato per un saluto, variano fra la stretta di mano con frase di circostanza, alla volgarità inaudita e completamente gratuita che mi fa perdere al volo l'amicizia facebook, fino al saltellio da una gamba all'altra di chi ha preso due cappuccini prima di salire sul pullman. C'è chi sa gestire queste cose molto bene. TeoOh ad esempio. Io no. Io risulto ingessato, stronzo, sovrappensiero, assente, vagamente serial killer e probabilmente ubriaco.
"E Viking e Redbairon dove li hai lasciati, Dado?"
"Sono morti di cancrena"

Mi escono così.

martedì 27 marzo 2018

Il giuramento di Ippocrate

"Voglio un secondo parere" dissi.
Il fisiatra era della mutua, e non in senso dispregiativo. L'ambulatorio era costituito da una scrivania con un computer, un lettino e un grosso rotolo di scottex.
"Posso chiamarle un collega" mi rispose calmo "ma le confermerà la stessa cosa"
"Non intraprenderò una terapia così invasiva senza un secondo parere" dissi alzandomi.

Col fisiatra privato ci davamo del tu. Ci eravamo conosciuti a casa di amici, e dopo un cinese da asporto avevamo giocato insieme a Codenames [nella stessa squadra rossa].
"Non posso che confermare quanto detto dal collega, Andrea" mi disse spalancando le braccia.
Il suo ambulatorio sembrava la versione sceicco del Dubai dell'altro. Il lettino era robotizzato e color corallo. Lo scottex era setificato.
"Ci deve essere un'altra strada" dissi "Cure sperimentali, morfina, cellule staminali,..."
"No, Andrea. E' l'unica strada possibile. Devi rimettere in moto trapezio, spalla e braccio. Devi iscriverti a Pilates

venerdì 23 marzo 2018

[Pillola del giorno dopo] Autocad coi Fonzies

Ma che tastiera hai?!?
Me l’hanno prestata, la mia era rotta, ma non mi ci trovo. Che gioco è? 
The Game, ma versione per 2 giocatori. 
Premio Oscar all’originalità, chiamare un gioco The Game, come chiamare un piatto The Food. 
Eheheh, vero, però si fa giocare. 
Perché dici versione da 2? Ce n’è un’altra? 
Sì, ho pure l’altra 
E l’altra non si poteva giocare in 2? 
Sì, 2-5, ma l’altra è un cooperativo, in questa si gioca contro 
Ah. E quanto costa? 
10 
Onesto. E l’altra? 
10 anche l’altra. Lo proviamo? 
Dopo. Adesso per favore rimettimi dritto 'sto Autocad che sono 2 giorni che smadonno.
Dipende tutto dalla grappa che hai in casa. L’informatica è una scienza che si regge su delicati equilibri di alambicchi e barrique.

mercoledì 14 marzo 2018

Il mondo non è pronto

Torino era ancora lì, in piedi sotto la pioggia acida che le bruciava la pelle, molto più eroica di me che mi lamentavo di ogni singolo ago piantato in spalla, mentre lei affondava giorno dopo giorno nel guano di amministrazioni incompetenti e torinesi incoscienti.
I mezzi pubblici erano il termometro della città e della sua febbre. Per questo non li amavo. Li prendevo solo lo stretto necessario.
Presi l'11 per andare in centro a firmare certe pratiche dell'inps.
Il pullman era pieno. Il groviglio di corpi appiccicati e sudati mi ricordò il racconto di Clive Barker In collina le città dell'antologia Infernalia. Presto i corpi degli studenti fuori corso, dei pendolari, degli impiegati, degli immigrati, degli anziani, dei borseggiatori in incognito e dei palpatori di natiche a tradimento, nell'inesorabile frizione delle carni si sarebbero fusi fra loro, e poi insieme con le lamiere del pullman e della macchinetta obliteratrice, e il leviatano carnomeccanico si sarebbe sollevato su poderosi polpacci GoodYear, e avrebbe ruggito spalancando portiere irte di denti di smarphone e abbonamenti mensili, contro la giunta di Chiara Appendino.

martedì 20 febbraio 2018

Il blog Dado Critico si ferma per un po'


Pensavo che 15 giorni di riposo fossero sufficienti ma mi sbagliavo.
Ho ancora problemi a braccio e spalla, e la sera non riesco più a  scrivere, se non con grossissime difficoltà.
Probabilmente il problema è più complicato del previsto, se in un mese e mezzo di terapie, infiltrazioni e punture su collo, trapezio, spalla, avambraccio e mano, ho ancora tutte queste difficoltà.
Quindi come da titolo mi fermo.
Almeno per un po'.
Non ho una data precisa di ritorno, mi rimetterò a scrivere quando mi sarò completamente ripreso.
Nel frattempo vi abbraccio. Vi auguro buon gioco.
E grazie della compagnia.

Andrea

giovedì 15 febbraio 2018

Il salmone fa finta di essere morto

Entro in camera da letto. Mi avvicino allo scatolone dei giochi piccoli. Il salmone fa finta di essere morto.
"Eddai" gli dico "E poi si vede la branchietta che va su e giù"
"Non sto fingendo di essere morto" risponde sollevando una palpebra "Sto fingendo di dormire".
 "Dai, vieni a darmi una mano"
"In cucina? L'ho sentito, sai"
"Chi?"
"Il mostro"
Il figlio dei miei amici.
Un tizzone di inferno nutrito a RedBull, innocuo nell'aspetto con la sua maglietta blu dei PJ Mask, ma basta dare un'occhiata alla camionetta dei pompieri della Burago che tiene stretta nella manina, ammaccata da ogni lato possibile, finestrini rotti e scala elevatrice ridotta a un mozzicone.
La gatta è corsa a nascondersi sotto il letto.

venerdì 9 febbraio 2018

Awaken: Ombre su Liboria

Siccome ho un male alla spalla che mi sembra di avere la regina madre di tutti i pipistrelli carnivori aggrappata al deltoide a mangiarmi il muscolo, credo che scriverò questo post e poi mi concederò una vacanza.

In questo post, vi parlerò del gioco di ruolo Awaken. Lo farò attraverso il racconto dell'avventura Ombre su Liboria giocata con Davide e Claudia lo scorso sabato. L'avventura è scaricabile dalla sezione download dell'Isola Illyon Edizioni.
https://www.isolaillyonedizioni.it/download
Non entrerò troppo nel dettaglio sulle meccaniche di Awaken per 3 ragioni:
1- come ho detto: ho un fottuto male alla spalla
2- la parte nella quale spiego i giochi è sempre quella che mi viene peggio, e anche quella che voi saltate a piè pari vanificando ogni mio sforzo
3- l'ha già fatto Sgananzium in maniera superba nel suo video: https://www.youtube.com/watch?v=3tlaB3_tvDw  [che dura pochi minuti e che vi invito a guardare prima di leggere oltre]

giovedì 1 febbraio 2018

Le mani che modellano l'argilla

Raggiungo la testa del serpente azzurro dentro il navigatore.

La clinica è in collina. Arrivo in anticipo. Che è già buio.
Attorno solo villette private protette da muri di cinta, telecamere e cani al cancello. Non c'è un cane sotto i 40 chili, e che non sembri un discendente di Cerbero.
Parcheggio a ridosso di un fitto bosco di alberi neri.
Sono un'ora in anticipo. Come ho già raccontato, mi muovo male quando esco da Torino.
Spengo i fari e aspetto che un maniaco venga a farmi fuori dal bosco.  

Un'ora dopo entro nella clinica. Il medico viene a prendermi nell'atrio. Gli sguardi delle infermiere dell'accettazione mi trapassano. Finalmente realizzo. Non mi farà nessuna infiltrazione alla spalla, il medico è stato radiato dall'albo, in quella clinica espiantano organi per venderli a vecchi miliardari malati, le interiora le danno ai cani delle villette, seppelliscono i corpi nel bosco, sono fottuto.
Mi fa passare fra un cambio turno e l'altro. La visita dura quasi un'ora.
L'infiltrazione alla spalla mi dà un po' di sollievo.

venerdì 26 gennaio 2018

In cauda venenum

In cauda venenum è una locuzione latina il cui significato letterale è: "Il veleno è nella coda". La frase nasce riferendosi allo scorpione, che in sè sarebbe poco pericoloso, ma ha per l'appunto la coda velenosa.
L'espressione è usata in senso figurato per significare che il momento finale di qualcosa è quello più difficile.
Wikipedia - Treccani

In Alto i Calici è un gioco discreto. Non è il capolavoro che tutti i giocatori dovrebbero avere sulla propria mensola, pena l'estromissione dalla categoria per manifesta incompetenza, e sassaiola di pomodori, che ne so: un Le Havre.
Anche senza l'etichetta di pietra miliare, tuttavia, se usato nella maniera corretta, vi terrà compagnia nelle tavolate larghe delle feste e vi farà passare una mezzora piacevole con i vostri amici, il sabato sera dopo la pizza.
Poi, facilmente, quello stesso sabato sera, giocherete anche ad altro.
Perchè in Alto i Calici non è attore protagonista, è comparsa, una di quelle oneste, che fanno il loro lavoro, che nel film combattono accanto all'eroe, e che non si accoppiano mai con la bella principessa, ma magari un limone ad una delle ancelle glielo tirano.

giovedì 18 gennaio 2018

Mi dica se le fa male

Siamo in macchina in direzione Chiarvesio, e io non ho dietro nessuna torta, nè vassoio di sfogliatelle per festeggiare la mezzanotte e i miei 44, nè io nè Redbairon, che intanto sdottora sulle differenze fra Pandemic Legacy e Chartertone dal sedile del passeggero, mentre la macchina divora la notte un boccone alla volta.

Negli ultimi tre giorni ho pensato soltanto alla spalla, e a dove trovare un fisioterapista, stregone, sciamano, chirurgo nazista, capace di riavvitarmela, e far cessare il fottuto dolore che mi dilania da 15 giorni, nonostante dosi di antidolorifici da dottor House. Non ho amici in campo medico, conosco solo inutili giocatori, così che la verità finalmente mi è chiara: quando il dolore sarà insopportabile conoscere il campione italiano di Ticket to Ride mi servirà come una supposta a un senzaculo.
Forse avrei dovuto aprire un blog diverso, quattro anni fa, La Sciatalgia Critica, e farmi qualche buon amico in grado di aiutarmi nell'inesorabile affondare nei dolori dell'età.

giovedì 11 gennaio 2018

Le creature speciali che ho incontrato mentre attraversavo il bosco nel 2017

Uscito che ero da quel bosco, con le gambe graffiate dai rami, dalle foglie del pungitopo e dalle ortiche, col fango sotto le suole, e spighe affioranti nella mia barba riccia e unta dei morsi dati all'amanita muscaria, della quale mi sono nutrito per pura disperazione, insieme a ghiande, marroni e bacche blu simili al mirtillo ma acide, nelle notti vomiche che la luna si specchiava nel fiume, ho avuto visioni allucinogene, deliravo e ripetevo demente che 2017 è un numero primo e non va sottovalutato nè deriso con "Ti dividi solo per te stesso", forse era il fungo dal cappello rosso spolverato di grani di sale, o forse invece proprio il bosco, antico e magico sciamano.
E allora vi racconterò delle creature che ho creduto di incontrare in quel bosco, quelle che mi hanno accompagnato le notti in cui ero solo e pensavo che non ne sarei mai uscito vivo, fra lo stormire delle foglie, e lo spiarmi di alcune bestie piccole nel buio, e di certi uccelli notturni rapaci con occhi di rame.
Le visioni riguardano me e altri esploratori del sogno di cui avrete letto le gesta, avatar più che persone, chimere in involucri di carne.
A ognuno il racconto della sua allucinazione.

venerdì 5 gennaio 2018

Alba di Cthulhu : lungo resoconto della prima avventura

E' una specie di tradizione, quella di trovarmi la sera del primo dell'anno con ErProsciuttaro e Melonia , lo facciamo da un po', non ricordo di preciso quando abbiamo cominciato, ma avevamo ancora le mani sporche della terra di Magic The Gathering.
C'era di diverso, quest'anno, che ci saremmo trovati per giocare di ruolo, invece di un gioco da tavolo.
Oltre, naturalmente, per finire la lasagna della notte del 31.

I giochi di ruolo 30 anni dopo sono molto diversi, e lo sono anch'io, diverso da quel ragazzino che dava fuoco ai formicai con la colla e regalava rose verniciate di nero.

Non è stato un riprendere 30 anni dopo.
E' stato un ricominciare da zero.

Anzitutto mi serviva un buon manuale.
Le mie discriminanti nella scelta sono state:
1-no al fantasy tradizionale orchi-nani-elfi che non amo particolarmente
2-qualcosa che fosse più improntato sull'investigazione che sul combattimento nudo e crudo
Molto utile anche una telefonata con Luca Sulfureo, giurato del premio Gioco dell'Anno e giocatore di gdr.
Ho iniziato con il manuale base dell'Alba di Cthulhu, vincitore del Premio Gioco di Ruolo dell'Anno 2016. Per avere più materiale e dar maggior tridimensionalità alle mie serate, ho comprato il secondo manuale R'lyeh La Città Cadavere e il terzo Le Terre del Sogno.

Sui manuali erano riportate un buon numero di avventure base.