giovedì 27 novembre 2014

Blood Game Geek: sono un giocatore e dono


A 24 ore dal post, e contro ogni mia più rosea previsione, Albo3 (Roma) raccoglie la sfida del sangue e si reca all’autoemoteca per donare.
Mi spedisce gli scatti quasi in tempo reale.
Strette nella sua mano le carte di Citadels di Faidutti.
Nella foto successiva il certificato di donazione, con dadi vari e i segnalini di Drako, gioco che condivide nelle serate con suo figlio.


Sono un giocatore e dono
In un contesto in cui si imita solo l'idiozia del momento, vedi
neknominate, noi popolo silenzioso e sommerso dei giocatori, ignorati dai media e spesso confusi con altro, abbiamo due grosse opportunità.
La prima è di aiutare un povero cristo in un letto d'ospedale, uno sconosciuto che domani potrebbe essere nostro padre, nostra moglie, noi, aiutarlo senza avere niente in cambio, salvargli la vita spendendo un'ora del nostro tempo, una singola volta all'anno.
La seconda di essere orgogliosi.
Orgogliosi di essere dei giocatori.
Ditelo ai vostri amici: "Sono un giocatore e dono" , e divulgate la cosa, fra amici, conoscenti, colleghi.
Esportiamo l'orgoglio di essere dei giocatori.

martedì 25 novembre 2014

Blood Game Geek

"Faccia un bel respiro". 
Faccio un bel respiro.
E l'ago è già in vena.

Ieri sono stato al Giocatorino 2014.
Come sempre succede, quando capita un evento interessante a pochi metri da casa mia, puntualmente la mia "agenda" è già piena come un Compro Oro davanti a un Casinò.
Ritagliare un paio d'ore in due giorni sembra un'impresa che neanche una join venture fra Copperfield e Dynamo. Ma i figli ti cambiano, oh, se ti cambiano, e ti rendono capace di cose eccezionali.
Ho imparato a "farla" in bagno con un topo che viene a interrompermi ogni cinque minuti per chiedermi se ho visto il peluche di Manfred dell'Era Glaciale o perchè Barbapapà è rosa anche se è un maschio e Barbamamma è nera anche se è femmina; ho imparato a dormire 2 ore per notte e la mattina dopo andare in ufficio, a far buon viso a cattivo gioco con i genitori dei bambini con i quali va d'accordo mia figlia, ad alzarmi nel cuore della notte per la pipì, calpestare col piede scalzo un Gormite duro come l'adamantio e piangere senza svegliare nessuno.
Quindi, con un raffinato gioco di incastri, magheggi, false promesse, corse in macchina da una parte all'altra della città e un grappolo di telefonate, sono riuscito a fare un salto al Giocatorino.
Solo un salto, un paio d'ore, poco più.
Al mio fianco, l'altro maestro dell'escapologismo familiare d'altura: Red "Houdinì" Bairon.

HEXEMONIA
Tempo di un caffè in piedi con Chiarvesio, I Giullari, e MichyLo della Tana (che finalmente conosco), che andiamo a infilare le dita direttamente nell'impasto crudo del Giocatorino.
Mi avvicino al tavolo di Hexemonia (uno dei due titoli che vorrei provare, l'altro è AquaSphere) e trovo Marco Bisterzo a presentare il gioco.
"Ciao Dado, vuoi provare?"
Nota: appassionato e divulgatore del verbo del token, Marco è onnipresente in tutte le fiere, manifestazioni, associazioni, ludoteche, ed eventi ludici in piemonte. Fate un esperimento: entrate in un centro giochi, salutate Marco appoggiato al bancone con una scatola di Battlestar Galattica in mano, uscite dal negozio, percorrete a velocità spasmodica tutta la città fino a raggiungere un altro centro giochi che non conosce nessuno, fiondatevi nel negozio, e salutate ancora Marco seduto a un tavolino a giocare a Legendary.
Hexemonia
Titolo da 2 a 4 giocatori, tedesco, della durata di una quarantina di minuti, completamente made in italy grazie a Fabio Attoli (l'autore) e Pendragon Game Studio (l'editore).
Scopo del gioco: espandere la propria città e ottenere a fine partita più punti degli avversari.
Hexemonia si sviluppa attorno alla classica struttura esagonale tipica degli alveari e di World in Flames, con un motore crucco di gestione delle risorse, maggioranze, combo, e dita chiuse nello sportello agli avversari.
A partire dalla prima tessera esagono "main" della città, si attaccano a raggiera tutti gli altri esagoni, pescandoli e attivandoli con i cubetti (cubetti che rappresentano 3 tipi di risorse: cittadini, oro, milizia)
Vero cuore la fase di attivazione, nella quale si potrà scegliere solo una azione fra le possibili:
1-produzione risorse
2-attivazione esagoni ingranaggio
3-ridistribuzione dei cubetti sugli esagoni
4-attacco di un esagono avversario

Al tavolo, oltre Marco e il sottoscritto: MichyLo, RedBairon e PierLuca Zizzi.
Si parte un po' a rilento, a causa del vociare di sottofondo del Giocatorino e del via vai continuo di amici e conoscenti che si fermano per un saluto.
Zizzi e Red prendono subito il largo, mettendo fra le loro città e le nostre il gap che può esserci fra New York e Tokyo da una parte e Pinerolo e Pocapaglia dall'altra.
Zizzi depone cubetti d'oro come fanno le zanzare d'estate con le uova: a grappoli di migliaia alla volta, mentre Red incastella ingranaggi uno sull'altro fino a costruire un Orient Express di combo-cubetti: quando accende la caldaia le nostre città diventano Pinerolo di Notte e Pocapaglia a Ferragosto.
Ma il tavolo è stretto, troppo stretto per due maschi alfa come Zizzi e Red, e tutto l'oro accumulato dall'autore di Caligula scatena la bramosia del Tritamanuali, che urina sul trattato di non belligeranza.
Oggetto del contendere un esagono tracimante cubetti d'oro, irresistibile come un metro quadrato di pluriball.
Parassiti saprofiti delle distrazie altrui, io e MichyLo ne approfittiamo per dare un po' di ossigeno alle nostre baraccopoli. Ci rimpinguiamo di cubetti ed esagoni, mentre i due tori non riescono a sciogliere le corna, e approfittando dei nervi a fior di pelle, entriamo finalmente in partita.
La partita termina mezzora dopo, e a sorpresa chiudo io col punteggio più alto (solo perchè i giocatori veri si sono presi a crapate).

Prime considerazioni.
Poche regole ed efficaci, piacevole nello svolgimento, componentistica essenziale (senza troppi orpelli) ma chiara e funzionale. Buon mix di gestione risorse, combo, attivazioni e guerre altrui. Interazione diretta piuttosto aggressiva, che può spaventare i germanofili più conservatori (a me è piaciuta) e tante occasioni per pestare i calli agli altri soci al tavolo.
Attaccare gli altri, per quanto "poco german" e moralmente deprecabile, è il vero glutammato bio-vegan del gioco: dà sapore senza sbilanciarne la sapidità: attaccando il giocatore A si offre il proprio fianco al giocatore B.
Ottima la durata sotto i 60 minuti anche in 4 giocatori.
Sulla longevità e sulle strategie più convenienti (argomento dibattuto a lungo nel dopo partita) ancora troppo presto per buttar fuori impressioni precise, ma a pelle direi ancora buon livello.
Insomma, una bella sorpresa, 'sto Hexemonia, sicuramente un titolo che mi ha incuriosito molto e che spero di riprovare in tempi brevi (magari con i due soci in notturna).

STAY AWAY
Giocatorino sempre più pieno, trovare uno slot in un tavolo sembra chieder la luna, ma i dimostratori si fanno veramente in quattro e vengono ad acchiapparti appena ti vedono fermo e spaesato.
"Ciao. Ti va di provare Stay Away?"
Lo seguiamo.
Compagni di infezione in questo Carpenter-tribute: il Giullare Barbuto, Madame Feld, Davide Dalalla, Sara, Emanuele, RedBairon e un misterioso ultimo arrivato che chiamerò Mister X.
Gioco di carte da 6 a 12 giocatori, ispirato al film La Cosa, variazione sul tema contadini versus lupi mannari. In mezzo ai ricercatori sperduti nell'antartide si nasconde l'abominio, La Cosa. Ha già sterminato un gruppo. La squadra di recupero ha una sola possibilità di salvezza: individuare rapidamente La Cosa e bruciarla a sventagliate di lanciafiamme, prima che contagi tutto il gruppo.
Il turno giocatore prevede tre azioni:
1-pesca una carta dal mazzo centrale
2-usa una carta (o scartane una)
3-scambia una carta con il giocatore alla tua sinistra
La Cosa vince se riesce a infettare tutti gli umani.
Gli umani vincono se riescono a uccidere la Cosa.
Ogni giocatore infettato cambia fazione passando dai buoni ai cattivi.

La partita di prova scorre abbastanza velocemente considerato il party da sette, fra ghignate, sospetti e qualche leggerezza da parte mia (individuo la Cosa ma anzichè incendiarla mi metto nelle migliori condizioni per essere infettato, un vero genio).
In pieno contrasto col QI dimostrato, sarò proprio io a irrorare la Cosa con la benzina e a salvare il mondo.

Gioco leggero, molto ben illustrato (davvero horror), da capodanno in montagna con compagnia allargata, a un ottimo prezzo (15 euro) con bonus di carta promo in regalo.
L'unico "difetto" che ho trovato è il sistema a eliminazione stile Bang!, che taglia fuori dal tavolo i giocatori eliminati che dovranno aspettare la nuova partita per rientrare.
Ma basta saperlo.
nota: anche in questo caso: +1 punto prestigio per un altro titolo tutto italiano.

Blood Game Geek
A questo giro davvero un toccata e fuga, al Giocatorino, ce ne siamo andati che i Giullari si stavano giusto mettendo al tavolo di Aquasphere (mi hanno poi mandato un messaggio vocale la sera, sul viaggio di ritorno, per dirmi "Dado: ti dico solo: grand Feld!! Da qui all'uscita conteremo i giorni").

La mattina dopo sono andato a donare il sangue all'Avis.

Ho già raccontato di questa mia strana perversione, di cavarmi un po' di sangue dal braccio per provare ad aiutare qualcuno, magari un povero cristo che ha preso male una curva in questi giorni di pioggia, ed è finito accartocciato contro un muro, mentre moglie e figlio aspettano a casa.
Sono entrato all'Avis alle 8,30 e ne sono uscito alle 9.30.
Un'ora del mio tempo.
Un'ora all'anno.
Sono sicuro di farcela.
Se riesco a ritagliarmi una sera alla settimana tutte le settimane, e a far 10 telefonate e 50 chilometri di macchina per giocare due ore al Giocatorino, penso di riuscire a ritagliarmi un'ora in un anno, per provare a far qualcosa di buono. Senza moralismi del cazzo, solo guardarsi un po' dentro.

Questa estate erano tutti a rovesciarsi secchi di ghiaccio in testa. Ho avuto l'impressione che riprendersi e caricare il video su youtube fosse molto divertente, e che la donazione per la SLA, come dire, passasse un po' in secondo piano.
Dal lato mio mi sarebbe piaciuto lanciare questa Blood Game Geek Nomination: nominare blogger, giocatori, autori, editori, e invitarli a donare il sangue, si, donare il sangue, niente soldi a 'sto giro.

Ma so anche che non tutti se la sentono (non che faccia male, eh), che qualcuno non può, quindi..
Beh, vi lascio solo il mio invito.
Magari pensateci su.
Donare una goccia del vostro sangue, per aiutare qualcuno.
Un'ora del vostro tempo.
La vostra miglior azione dell'anno.

mercoledì 19 novembre 2014

Il ghiacciolo è troppo freddo

La giornata era cominciata storta come un calzino infilato male.
Mia figlia si era svegliata con un catarro che aveva messo subito tutti di cattivo umore in casa, e solo un'ora dopo, in strada, inserendo le chiavi nel quadro, avevo scoperto di avere l'anabbagliante destro spento.
Nota: la mia macchina deve essere stata progettata da un ingegnere geniale, di quelli che riconosci al volo perchè si firmano col suffisso "Ing." anche sugli sms al cellulare: per cambiare la lampadina bisogna smontare tutto il muso della macchina, e deve farlo per forza un meccanico (smadonnando).
Al lavoro non era andata tanto male: col collega avevamo pranzato fuori al centro commerciale commentando lo struscio delle mamme-impiegate intente a far la spesa nella pausa pranzo, il cellulare aveva ticchettato un centinaio di volte per il consueto carteggio con Viking e Red per i titoli della serata, e avevo ricevuto una telefonata dallo strizzacervelli per discutere i dettagli della festa per il rientro definitivo del nostro amico da Algeri.
Sul viaggio di ritorno avevo ritrovato la pioggia scrosciante sul parabrezza, il serpentone di macchine in tangenziale, e gran finale di un gatto spiaccicato sull'asfalto alla rotonda a cinquanta metri da casa mia.
Rimosso il gatto con l'ombrello aperto (mi infastidiva l'idea che le macchine potessero ripassarci sopra più volte, trovandosi nella curva cieca della rotonda, e anche che mia figlia potesse vederlo) ero finalmente rientrato a casa.

Il palinsesto della serata doveva essere Kingsport Festival + Birre e Vichinghi, ma Viking ha proposto di provare EVO perchè così "Se è una cacata lo ributto nella mathtrade".
Viking è un drogato di mathtrade.

Si arriva sotto dal Vichingo all'ora di sempre, Red si fuma la solita sizza istituzionale davanti al citofono e mandiamo un messaggio a Vik per avvertirlo che siamo sotto.
Ci apre. Saliamo.
Capiamo che il piano dello stratega-vichingo "Addormento il piccolo sul presto, così si unisce alla partita anche mia moglie" è andato a merettrici quando Viking ci apre la porta col figlio a cavalcioni sulle spalle.
"Ciao Andrea Dado" mi saluta l'erede.
Mi fa impazzire che mi chiami Andrea Dado.
Caffè e si comincia.
Proviamo EVO, gestionale di dinosauri, aste ed estinzioni.
Gelido. Anzi: inerte. Nessuna emozione. Non brutta la componentistica, ma a parte quella non vedo l'ora finisca la partita.
Pur condividendo l'assunto: "una partita è troppo poco per giudicare un titolo", mi permetto di integrare con questa riflessione: visto che il tempo ritagliato per le nostre serate è tempo rubato, rubato al sonno e anche alle nostre vite, nelle poche ore rosicchiate fra salti mortali e incastri familiari, preferisco dare una seconda possibilità ad un gioco che magari non mi ha convinto del tutto, piuttosto che a uno come EVO che non mi ha convinto proprio per niente.
Spero quindi che Viking se ne liberi al più presto nella mathtrade (per essere politicamente corretti: e che qualcuno dall'altro lato della mathtrade lo provi e lo apprezzi), ma spero soprattutto che arrivi qualche altro titolo più vicino ai miei gusti (per quanto discutibili).

Tempo che il meteorite si schianti sul tavolo ed estingua per sempre triceratopi e pelosauri, Red il Sacrilego ci apparecchia il culto dei dadi lanciati con indescrivibile orrore e furiosissimo sdegno.
Kingsport Festival
Comprato e unboxato su asfalto con gran stridor de denti dei giocatori più sensibili, lo puntavo da quando ne avevo letto sui blog altrui.
Da tempo meditavo sull'opportunità di trovare uno spazio per Kingsburg, fra le scatole della mia libreria, per rinforzare il segmento "medio".
La rivisitazione in chiave cthulhu, più cupa e dal lato dei cattivi, mi è sembrata l'occasione giusta.

Il core è quello di Kingsburg: si posizionano le divinità attorno al tabellone, si lanciano i dadi, si distribuiscono i dadi ottenendo privilegi-culto sotto forma di risorse male-morte-distruzione, e si guadagnano punti culto. Si diffonde il verbo del male tramite la fase di propagazione, piazzando il proprio marchio abominevole sugli edifici di Festival e ottenendo gli effetti bonus dei luoghi infestati. A cercare di impedirci di distruggere il mondo, gli investigatori del bene, che faranno quanto possibile per far trionfare la fottuta luce sulle immacolate tenebre.
Il gioco, come detto, è un Kingsburg rimasterizzato in blu-ray con qualche contenuto extra: una maggior immersività, longevità migliorata e anche un certo livello di "caos" che personalmente trovo sensato trattandosi di seguaci di Cthulhu.
Gli autori, Chiarvesio e Santopietro, hanno lavorato molto sull' ambientazione, con gran dovizia di elementi narrativi e descrizioni sia sul manuale che direttamente sulla componentistica.
A rigare la superficie di un dvd altrimenti perfetto, qualche scelta tecnica a mio avviso non azzeccatissima, come quella di creare le carte degli Antichi (senza testo) giganti e le carte luoghi sul tabellone (col testo dell'effetto) piccine picciò che ti devi chinare a leggere che c'è scritto (scelta dettata probabilmente dalla volontà di valorizzare\esasperare il comparto grafico).
Ma sbavature a parte, Festival mantiene le promesse e le premesse: motore di Kingsburg avviluppato da tentacoli di Cthulhu in un giro della morte di 12 turni mascescenti con un solo blasfemo vincitore.
Assolutamente valido.
(e ben felice di aver accolto sullo scaffale il fratellastro di Kingsburg, quello un po' più viscido)

Inciso su giochi e giocatori (e sui ghiaccioli)
Sono un convinto sostenitore del "se ti piace giocalo e fottitene di forum, blog e boardgamegeek", sia esso Agricola, Zombicide o Monte Banana, e capita anche a me di trovarmi in disaccordo sulla bontà o meno di un certo titolo con i soci al tavolo (con Red è guerra aperta su qualsiasi titolo) ma mi piace comunque sempre leggere in rete i pareri degli altri giocatori sui titoli che provo, confrontarli coi miei, scoprire cosa piace e cosa no.
Trovo i "non mi piace" molto più interessanti e utili dei "mi piace", per capire molte cose, non ultima se un gioco sarà adatto a me oppure no. Ma alcuni commenti non li comprendo.
Specialmente quelli riguardo il nodo gordiano irrisolto: alea si vs alea no.
Perchè affianco alla nutrita cerchia dei giocatori di buona forchetta che masticano di tutto alea si alea no (e io sono fra questi), ci sono gli integralisti: quelli che l'alea ci deve essere sempre e comunque VERSUS quelli che se c'è anche solo un pizzico d'alea, il gioco è una merda fumante a prescindere.
Ecco. Io non è che non capisco i gusti personali di questi integralisti del o bianco o nero: non capisco perchè si ostinino comunque a comprare certi titoli (masochismo?)
Commenti del tipo
"Ho provato Caylus ma è terribile: troppo calcoloso, troppo german. Ah: i miei giochi preferiti sono Lupus in Tabula e Love Letter"  (beh, se ti piacciono i Megadeth allora ti consiglio Cremonini)
Per non parlare di quelli che scrivono
"Ho giocato a [titolo che prevede ripetuti lanci di dadi] e c'è un po' troppa alea" (ma va? e pensa un po': quell'uomo che hai trovato stasera nell'armadio NON era un operaio dell'Ikea)
Quindi per dovere di cronaca: a Kingsport Festival si lanciano 3d6 per 12 turni (che fa 36 dadi) e si pescano carte.
Tedeschi avvisati, mezzi rollati.
 

Fine della serata. Ci congediamo da casa di Viking alle 03.15.
Scendiamo. Piove e noi niente ombrello. Corriamo per raggiungere la macchina parcheggiata a tre isolati.
Sulla strada del ritorno mi accorgo di aver perso il cappello. Torniamo indietro e ripercorriamo i marciapiedi al contrario, altra acqua inutile, poi sotto un portone scrivo al vichingo che mi conferma che il cappello è rimasto sul divano.
Rientro a casa e mi infilo nel letto che sono le 03.30. Sveglia puntata sulle 06.00.
Buonanotte, per quel che ne resta.



Annotazioni varie
-Hostel
sarebbe un bel film se non ci fosse tutto quel sangue e quelle scene terribili.
-Ieri sera abbiamo anche noleggiato il dvd Rocco conquista Budapest. Troppe scene di nudo e trama inconsistente.
-Il Requiem di Mozart è troppo lugubre.

-Domenica pomeriggio hanno invitato me e Carla da Romoletto, a mangiare le costolette d’agnello a scottadito. Essendo io vegano e lei animalista, ci siamo trovati molto molto male.
-Mi puoi riassumere Guerra e Pace in due parole ?

-Il ghiacciolo è troppo freddo

sabato 15 novembre 2014

C come Fortuna

Io ho due grandi passioni: i mercatini dell'usato e le donne tatuate. Tre i modi possibili di intersecarle:
1-una donna tatuata dietro una bancarella dell'usato
2-una donna con il disegno di una bancarella dell'usato tatuato su una spalla
3-una donna tatuata dentro il cesto delle occasioni, in una bancarella dell'usato.


Batto sempre i mercatini di mobili e chincaglierie, alla ricerca della classica scatola dimenticata in un angolo, che nessuno capisce nè che cosa ci sia dentro nè perchè stia lì.
Finora avevo messo a segno
-Sushizock (ancora nel cellophane) a 5 euro
-Labirinto (pari al nuovo) a 5 euro
Oggi, ravanando fra scatole di puzzle e sapientini vari, mentre la donna segretamente tatuata (casistica 1) mi scrutava di nascosto, per controllare che non mi infilassi il memory di Winnie The Pooh sotto il giubbetto di pelle fradicio di pioggia, ho trovato Carcassonne 10° Anniversary prezzato 5 euro.
Scatola leggermente segnata ai bordi, ma interno nuovo, tessere ancora da defustellare, tabellone segnapunti immacolato, tutti i meeples nei divisori.
Visto e piaciuto.
Oltre al comprensibile piacere della caccia e di aver messo nel carniere un bottino di sostanza al prezzo delle patate, la sensazione di aver bruciato sul tempo tutti gli altri giocatori della zona.
Quando batto un mercatino \ negozio \ bancarella, penso sempre: "Chi abiterà da queste parti?"
Non che conosca centinaia di giocatori sparsi fra Torino e provincia, ma me lo chiedo lo stesso. E' una questione di competizione fra cacciatori, di controllo del territorio, di essere più veloci degli altri.
In questo caso specifico: Davide B. di Nichelino: ce l'avevi a due passi!
Magnati er fegato!

martedì 11 novembre 2014

QUANTUM prima che venga di nuovo domani

Procrastinare.
Per dirla in una sola parola.
Mettere del tempo in mezzo, fare melina, allungare la strada che porta al domani.

Esco dall'ufficio in ritardo. Non molto, ma abbastanza per trovare le macchine una sopra l'altra in tangenziale.
Se sono uscito in ritardo significa che è spuntata una rogna a 10 minuti dalla fine, che si traduce in vena pulsante sulla mia fronte e una gran voglia di pettinare qualcuno con una mazza da baseball. Terapia di controllo della rabbia: stasera board games col vikingo e red: programma Quantum + Notre Dame. Mi concentro su Notre: scuola conventuale + banca come se piovesse. E manco a dirlo contenere i ratti.
Sto già meglio.
Parcheggio sotto casa. Beh, più o meno sotto.
Entro nell'androne. Mentre ritiro la posta scopro una nuova macchia sull'intonaco imbiancato da poco. Mi chino ad osservarla. Sembra una pedata. Sento il peso di quella pedata direttamente sui testicoli. Adesso qualcuno si incazzerà. Tipo la signora dei piani alti, che era contraria a ridare il bianco.
"Io non ho sporcato, perchè devo pagare per l'inciviltà degli altri?".
Siamo un popolo di innocenti, tutti vittime di una società nemica. Sono gli altri che sporcano, che evadono le tasse, che fanno la mutua finta, che lavorano a una scrivania solo perchè parenti di, noi siamo quelli buoni, che cambierebbero le cose se solo potessero, e che lo prendono puntualmente in culo.
Adesso la signora dei piani alti verrà a suonarmi gridando "Ha visto, eh, ha visto? Prendono a calci i muri, prendono, non gliel'avevo detto, lei che insisteva tanto a ridare il bianco!! Oh, ma che Dio mi fulmini se spenderò ancora un centesimo per..."
Entro in casa, chiudendo il futuro sul pianerottolo.

Quantum
Mancato agli Asterion Gaming Days di giugno causa coda interminabile al tavolo, riusciamo finalmente a poggiare le luride mani sul gioco grazie ad un'apertura di portafoglio del Red.
nota: l'acquisto di Red, che si era ripromesso di non comprare altri titoli fino a natale, innesca una serie di cedimenti a catena tipo quelle amiche che cominciano insieme la dieta Dukan, finchè una se ne arriva una sera con un kebab da mezzo chilo in mano e allora è la fine dell'intero gruppo.
Cedo io con Alle porte di Loyang + Kingsport Festival, e sbraga pure Viking con Hyperborea + In the year of the dragon.
Inciso nella nota.
Viking: "Raga ho passato il pomeriggio a cercare di ottimizzare gli spazi nell'armadio, ho tolto e rimesso le scatole cento volte in cento modi diversi, non ci sta più quasi niente. Ho giusto giusto uno spazio 30x30cm per Hyperborea, ma proprio al pelo, non compro altro, non ci starebbe proprio"
Dado: "..."
Red: "Ehm...guarda che che Hyperborea ha una scatola bella grossa, non ti sta di sicuro in 30x30"
Viking: "Mhmhmhmhmhhm, io fingo di non saperlo e lo prendo lo stesso".
Quantum molto a grandi linee.
Si gioca su una griglia di caselle 3x3 (nella configurazione standard) con un pianeta rappresentato su ogni tessera. Scopo del gioco: piazzare tutti e 5 i propri silos di raccolta Quantum sui pianeti alieni.
Compongono le flotte i famosi dadi spammati su tutto il web che dovevano essere trasparenti (sembrano di cristallo!) e invece sono opachi (minchia: plastica!), e che rappresentano le astronavi. Ogni astronave ha un'abilità, e valori di movimento\attacco inversamente proporzionali: più è veloce e più è pippa in battaglia, più è lenta e più mena sberle sull'orecchio.
Tre le azioni possibili ogni turno giocatore: riconfigurazione di un'astronave (ritira il dado), metti in gioco un'astronave dalla riserva, movimento\attacco, installa un silos Quantum su un pianeta (-2 slot azioni), e aumenta di +1 il valore di Ricerca.
Due i parametri da livellare: il Dominio (arrivati a 6 si piazza un cubo Quantum gratis) e la Ricerca.
Si livella combattendo e comprando le carte (con effetti istantanei o permanenti).

Setup veloce: Red ci srotola il regolamento in cinque minuti, lubrificando con le Bulldog stappate per rievocare i gloriosi anni 90, e iniziamo molto carichi, con le tazzine di caffè ancora alle labbra.
Il Red è tutto il giorno che ci promette legnate via whatsapp, quindi come da copione, parte aggro mettendo sotto il Vikingo, e giustificando ogni mossa con "Beh, Quantum premia l'attacco".
Il Vikingo incassa bene proteggendo il volto, e aspetta solo un'apertura di montante per infilarci dentro un destro fra la quarta e la quinta costola, di quelli che ti spezzano il fiato e pure la gabbia toracica.
Libero e sottovalutato come un centometrista con una gamba sola, col favore del mio palmarès guadagno centimetri di asfalto sulla mia personale via lattea, mettendomi a distanza di sicurezza dai soci.
Storicamente non vinco mai, con i due sciacalli al tavolo, ma la serie negativa non può durare per sempre, e quando ne hai perse 30 di seguito hai solo da guadagnarci a giocare ancora: hai la statistica dalla tua parte del tavolo. Ma loro non ci credono, pensano che le cose non potranno mai cambiare, che sarà sempre capodanno.
Si accorgono di quanto picca il peperoncino che si sono infilati in bocca scambiandolo per un pomodorino, troppo tardi: mi manca un solo cubetto e ho messo giù due carte che scombano tipo cacio sui maccheroni.
Si alleano per cercare di fermarmi, cambiano gioco passando dalla colonizzazione all'ostruzione a senso unico, e ci riescono anche a piantarmi i cacciaviti nelle ruote, a rallentarmi, a riprender terreno.... finchè il motore di carte che ho messo in piedi, inesorabile come un peto in ascensore, mette giù l'ultimo fottutto cubetto, e sono tanti saluti serviti con l'ombrellino e la fettina di lime.
GG.
Vince il Dado.

Indubbiamente uno dei titoli più originali che mi sia capitato di giocare negli ultimi tempi.
Alto livello di interazione diretta, buon livello di cattiveria e tante gomitate sugli zigomi avversari.
Le abilità delle astronavi e il tabellone modulabile, credo offrano una buona longevità al titolo (e credo anche non sia troppo complicato montarci sopra un'espansione, fra tessere e carte).
E' innegabile che la componente fortuna abbia un certo peso negli scontri, e che può anche capitare di perdere attaccando un 5 con un 2, ma in qualche modo il bilanciamento attacco\movimento e le abilità delle astronavi, lasciano una sensazione di equilibrio, e di gioco tattico più che fortunoso.
Quindi: sì, il gioco merita.
Certo che coi dadi di cristallo....
Non ancora paghi, e con l'obiettivo di mettere altri minuti prima dell'indomani, alle porte della mezzanotte apparecchiamo Notre Dame, per il bicchiere della staffa.
Io investo su carozza e cubetti, mentre il Vikingo fa cassa e lavora di topi.
Red resta indietro di punti vittoria, troppi perchè non stia macchinando qualcosa, e infatti pochi turni dopo comincia ad accorciare le distanze, ci supera e se ne va in fuga.
La partita scorre velocemente, con un secondo girò di caffè di accompagnamento e puntuali commenti sulla bellezza del gioco che fanno annunciare al vikingo "Basta: mi prendo In the Year of the dragon!" - "E lo spazio nell'armadio?" - "Non me lo ricordo".
Stravince RedBairon, seguito a una spanna dal vichingo, e da me parecchi metri più indietro.
E una. Ne mancano altre ventinove.

Bloopers
Durante la spiegazione del regolamento di Quantum
Red: "Se usi l'azione re-roll, puoi decidere, se per caso dovessi ottenere lo stesso risultato, di tirarlo di nuovo"
Viking: "E se invece voglio tenermelo?"
Red: "...ma se lo rerolli è perchè probabilmente non ti piace...se ottieni lo stesso risultato, perchè dovresti volertelo tenere?"
Viking: "Mhmhmhmh è vero..."
Dado: "Io non vedo l'ora di fare 'sta cazzata"
Viking: "Pure io"

A fine partita a Notre Dame
Viking: "Comunque, raga, ho avuto una botta incredibile a pescare la carta Notre Dame all'ultima mano"
Red: "Come sarebbe, botta di culo? Almeno una volta capita sempre"
Viking: "A VOI! A me non capita mai"
Red: "Ma se drafti dal tuo mazzo!! Almeno la tua deve capitarti in mano"
Viking: "Mhmhmhmh è vero..."

mercoledì 5 novembre 2014

Paralisi da analisi


"Allora che fai, spendi uno per attivare lo scudo?"
.....cosa?
Red e Viking, seduti dall'altro lato del tavolo. Alle loro spalle il fornello, sul quale il vichingo mette sempre su una piccola moka, quando facciamo serata da lui: io un cucchiaino di zucchero, Red amaro.
"Non ho...capito" chiedo un po' frastornato
"Dico" scandisce Red, "Attivi lo scudo o ti prendi il danno? Io fossi in te lo attiverei 'sto scudo, hai ancora 5 di batteria"
Abbasso lo sguardo sulla mia plancia di Galaxy Trucker.
Al centro del tavolo, attiva nel turno in corso, la carta Pioggia di asteroidi, e i dadi rollati su un sei.
"Se non lo attivi perdi una stiva, perchè hai il connettore esposto" spiega Viking ticchettando con l'indice su una delle tessere della mia astronave, "Non è che le batterie ti danno punti a fine partita, poi naturalmente gio".
E si blocca, immobile, con la mano ferma a mezz'aria. Anche Red si congela, fisso in maniera irreale, la guancia destra deformata dalla masticazione di un pistacchio.
"Che diavolo state..."
Qualcosa cade sulla mia plancia. Anzi: plana. Sembra un ciuffo di peli. Sembra una virgola. Lo prendo fra le dita.
Un sopracciglio. Tutto l'arco del mio sopracciglio...
destro! Si stava staccando. L'ho notato nello specchietto retrovisore della macchina. Mi ero portato la colla stick. L'ho riappiccicato e schiacciato col dito perchè non si vedesse il lucido della colla. BossBoss non se ne accorgerà.

"catela come credi, ci sono ancora quattro carte evento" spiega Viking, mentre Red sbuccia altri pistacchi direttamente nella ciotola.
Si erano bloccati. E il mio sopracciglio...
Si guardano, come se intercettassero i miei pensieri.
"Ti verso una birra, Andre?"
"Ecco. Tieni. Bevi".
Mi passano il bicchiere.
Bevo.

Titolo da 2 a 4 giocatori, d'ambientazione american sci-fi camionisti nello spazio. Ogni giocatore è un corriere, con il compito di assemblare la propria astronave e poi condurne il carico in qualche sperduto angolo dell'universo, fra piogge di meteoriti, pirati alieni e mercanti di schiavi.
La partita è suddivisa in due fasi distinte: la prima, di creazione dell'astronave attraverso moduli da assemblare sulla propria plancia (stive più o meno rinforzate, stanze equipaggio, stanze alieni, motori semplici o potenziati, cannoni lisci o a batteria, celle di batterie, scudi, raccordi) e la seconda, di viaggio vero e proprio verso l'infinito e oltre. Il viaggio viene rappresentato da carte evento che vengono attivate e che applicano i propri effetti sulla struttura dell'astronave (la capacità di resistere agli eventi infausti è determinata dal tipo di moduli montati e dalla direzione delle bastonate).
Man mano che l'astronave verrà danneggiata perderà i....
PEZZI
Cado a pezzi

Cadono le sopracciglia, i capelli, sto perdendo i....

"Allora, 'sta birra? Com'è?"
Stacco il bicchiere dalle labbra. Sento i baffi umidi di schiuma.
"Buona" sorrido
"Luppolatissima come piace a te" mi strizza l'occhio Red.
"Era il tuo turno. Puoi far scendere 4 membri del tuo equipaggio e prendere le merci. Che ne dici?"
Che ne dico?
"Sono cubetti rossi" osserva Red, "I più preziosi. Io non me li lascerei sfuggire"
"Sono quattro punti a cubetto" sottolinea Viking.
E mentre lo dice la caffettiera sul fornello alle sue spalle prende fuoco.
E loro si bloccano in fermo immagine.

Parcheggio la motrice in mezzo alle altre, davanti all'autorimessa del terminal 45.
Ultimo controllo allo specchietto retrovisore, prima di scendere.
Il sopracciglio applic sopra l'occhio destro si sta staccando. Riappiccico il lembo sollevato con la colla stick, e ci passo sopra il dito perchè non si veda il lucido. I capelli sembrano attaccati bene, ma per sicurezza ci calo sopra un berretto con visiera. Dovrebbe andare.
Scendo. Un lampeggiante vernicia d'arancione intermittente le pareti dell'hangar. Un lungo rimorchiatore mi passa lentamente davanti. Sul ponte, imbragata, la motrice di un altro camionista. con la cabina sfondata verso l'interno. Meteorite, tiro a indovinare.
Costeggio le pareti esterne dell'hangar ed entro nel terminal. Le porte dell'ascensore si aprono. Entro.
Terzo piano.

Percorro il corridoio fino al fondo.
Scrivania. Computer. Segretaria.
"Buongiorno. Lei è il signor?" mi chiede. La sua mandibola in lattice va su e giù, sulle cerniere mal registrate. Attorno alla fronte la cicatrice della lobotomia.
Tiro fuori il tesserino dal portafoglio e lei lo passa sotto lo scanner. Controlla i miei dati a terminale e la data di scadenza della polizza assicurativa.
"La faccio accomodare in saletta. La chiamo appena BossBoss può riceverla"
 
Sbatto le palpebre.
Viking sta raccogliendo briciole di patatine e gusci di pistacchi dal tavolo. La bottiglia di birra appannata ha disegnato dei cerchi umidi accanto alle tessere di Galaxy Trucker rivoltate a faccia in giù.
Red si è spostato sul balcone per fumare. Sgrulla la cenere dentro un guscio di cocco.
"Per me possiamo anche fare Dungeon Petz, la prossima, ma io vi avverto che è impegnativo" ci spiega aspirando marlboro
"Ma sai che 'sto Galaxy Trucker quasi quasi me lo prendo?" riflette il vichingo col panno vileda
"Ma non stare a prenderlo, che ce l'ho io. Quando ne hai bisogno te lo presto"
Mi massaggio le tempie.
Emicrania, di quelle dolorose tipo fondo della bottiglia di vodka alla pesca, eppure ho bevuto pochissimo, cerco sempre di non bere quando devo guidare.
E d'improvviso realizzo che non mi ricordo come ci sono arrivato a casa di Viking. Chi ha preso la macchina, io o Red? Mi ricordo solo che... siamo entrati in cucina, Viking ha messo su la moka, io un cucchiaino di zucchero, Red amaro...

Grasso che sembra Jabba the Hutt, vestito come un italoamericano di Quei Bravi Ragazzi.
"Hai visto la mia nuova segretaria, che roba?" mi chiede BossBoss senza alzarsi dalla scrivania.
"Oramai queste prostitute rigenerate, vanno fortissime. Sai cosa gli fanno?"
"Le ricondizionano" rispondo sedendomi. Fa caldissimo, l'aria condizionata dell'ufficio è spenta e io sto grondando. La colla non terrà.
"Le riprogrammano. E puoi switchare da una personalità all'altra con le parole chiave. Se hai bisogno della segretaria che ti prenda le telefonate e ti fissi gli appuntamenti: LUBECCA, se vuoi sbatterti una fica prima dell'arrivo di un fornitore: MAELSTROM. I miracoli del ricondizionamento."
"Molto affascinante" commento.
Percepisce il mio sarcasmo. Sorride, mettendo in mostra una fila di denti d'oro.
"Stai uno schifo, TurboDado"

TurboDado. Nessuno mi chiama più così.
"Sto bene"
"Non stai bene un cazzo. Pensi che non ci veda? Stai cuocendo dall'interno, sei un'aragosta messa a bollire da viva. Quanto è durata l'esposizione, eh? Quanto avete impiegato a riparare quella falla nello scafo?"
"Sto bene. Posso fare il viaggio"
"Lo stabilisco io se puoi fare quel viaggio o no, e io dico che tu non arrivi al cesso seguendo la striscia bianca senza perderti tre quarti della faccia, Dado. Le radiazioni ti stanno mangiando la carne come una cancrena"
Mi alzo. E' finita.
"Siediti" mi ordina.
Valuto le opzioni. Crepare o ascoltare. Mi seggo.

"Credi davvero che affidi nave e carico merci a un cadavere?"
"Ho bisogno di quell'incarico. Ho bisogno dei soldi. Molti soldi"
"Quanti organi devono trapiantarti?"
"A te serve un pilota che conosca quella rotta e io l'ho già fatta tre volte. E' piena di asteroidi. Un mare di asteroidi. Un pilota inesperto finirebbe crivellato al primo giorno di viaggio"
 "Ho una proposta per te, Dado. Una sola"
"Spara"
"Io ti metto su quell'astronave. Ma ricondizionato. Riprogrammato"
"Non contarci, BossBoss"
"Fra poco le radiazioni risaliranno la superficie e cominceranno a mangiarti la faccia, Dado, ti consumeranno gli occhi, ti scaveranno gallerie nelle guancie.. Il dolore sarà tremendo, insopportabile. Non potresti mai farcela. Ma se ti fai riprogrammare, se ti fai innestare l'impianto e ricondizionare, farai il viaggio senza dolore, in trance, in assenza assoluta. Crederai di sognare. Guiderai senza accorgertene, attraverso un programma di simulazione. E al ritorno rimetteremo tutto a posto, rimuoveremo l'impianto, ti risveglieremo, e tu avrai abbastanza soldi da pagarti gli organi di ricambio". 
Esito, e il mio esitare è già una risposta

Buio. Sto galleggiando. Nel buio.
Odore di disinfettante. Sono disteso. Due spade mi aprono in due le braccia. Così sembra.
Griderei. Se riuscissi. Tubi in bocca.
Gorgogliano.
"Parte della corteccia è bruciata. Queste zone qui e qui"
"Quindi?"
Voci nel buio.
Riconosco il "Quindi?". 

BossBoss.
"Quindi avrà delle latenze durante la simulazione. Scatterà" 
"Ma si sveglierà?"
"Posso forzare la parola chiave ad ogni disconnessione, in modo che si ricolleghi ogni volta"
"Lo faccia"

"Dado?"
Allontano il bicchiere dalle labbra.
"Si...scusate, stavo.."
"Stavi! E' mezzora che stavi!"
"Dado è in paralisi da analisi" se la ghigna Viking. Ha chiamato la sua astronave SuperVicky e l'ha riempita di cannoni.
"Devo essere stanco, 'sta partita sembra non finire mai"
"Metto su un caffettino?" sorride Viking, scoprendo una fila di denti d'oro
"Io un cucchiaino di zucchero. Red amaro"

"Deve scegliere una parola chiave"

"Ti verso una birra, Andre?"
"Ecco. Tieni. Bevi".
Mi passano il bicchiere.
Bevo.