C'è un po' di traffico (nell'anima) in tangenziale ma sono di ottimo umore per via della serata che ho davanti. All'altezza del Sito Interporto mi telefona lo Strizza e parliamo delle solite cose, del suo nuovo lavoro a Milano, delle figlie di uno e dell'altro, del sidecar che ci compreremo quando uno dei due farà i soldi (il nostro progetto di quando eravamo bambini) e gli dico della serata col TassoRosso e gli chiedo se vuole unirsi. Lo Strizza passa. Rimaniamo per beccarci soli io e lui, un'altra sera.
A cena mi tengo leggero e prima che esca di casa moglie e figlia mi baciano. Mia moglie si raccomanda: "Divertiti".
Ne ho proprio bisogno. Sono molto stanco ed ho proprio voglia di "allontanarmi", allontanarmi mentalmente e fisicamente dal gran casino di tutti i giorni, mettere qualche chilometro e qualche ora fra oggi e domani. Devo spegnere un po' il cervello, lasciar raffreddare la cpu prima che fonda.
Si tratta solo di manutenzione hardware.
Alle 21.30 sono in strada e poco dopo davanti al birrificio San Paolo. Trovo parcheggio proprio di fronte e interpreto la botta di culo come ennesimo segnale di buon auspicio. Tre minuti dopo, neanche il tempo di avvertirlo su whatsapp con "Io son qui davanti" ecco TassoRosso.
I tavoli sono tutti pieni, tranne un ultimo tavolino in fondo, ad angolo, appartato, perfetto. Il padrone di casa viene a illustrarci le sue birre. Prendiamo il sample, che sarebbe un assaggio \ degustazione di quattro birre (al costo molto interessante di 8 euro). Io prendo: Ipè - Buxus - Wengè - Juniperus Apa Ginepro tutte del San Paolo.
L'Ipè molto concreta, buona, diretta e senza fronzoli. La Buxus e la Juniperus al ginepro sembrano condividere un certo "core", quasi variazioni sul tema, ma mi piacciono entrambe.
Sulla Wengè, la porter, mi segno mentalmene di tornare e prendermene un bicchiere per dedicarle più attenzione: va studiata. Insomma: un successo. Mi sembrano tutte ottime e a fine serata me ne porterò via 3 bottiglie.
Con le birre ordiniamo anche un vassoio di patate al forno. Chiedo al proprietario se possiamo giocare al tavolo. Mi risponde "Giocate sereni".
Targi è il mio gioco da due preferito. Pubblicato da Giochi Uniti un annetto fa, ha tutta una serie di cose che fanno breccia nel petto villoso del sottoscritto:
- è un gioco di piazzamento dei lavoratori e raccolta risorse (proprio il mio genere)
- è un gioco portatile (tolto dalla scatola, che comunque entra nella mia tracolla, potrebbe tranquillamente stare in due portacarte di Magic, uno per le carte e uno per i token)
- prezzo popolare (20 euro... comunque se vuoi spendere meno c'è sempre la morra cinese)
- combo fra le carte
- durata perfetta (un'ora circa)
Targi in quattro parole (ci provo).
Si posizionano le carte in una griglia 5 x 5 che funge di fatto da tabellone di gioco. La cornice è composta da 16 carte fisse, che vanno posizionate in un ordine prestabilito. Al centro 9 carte casuali: 5 carte merce e 4 carte tribù (con refill man mano che le prendi). I giocatori hanno a disposizione 3 tuareg a testa, da posizionare sulle carte cornice secondo poche e semplici regole (del tipo: non puoi posizionare un tuareg in linea con un tuareg avversario nè sulle carte ad angolo). A questo piazzamento se ne aggiunge un secondo, mettendo un segnalino del proprio colore dove righe e colonne dei tuareg piazzati si intersecherebbero al centro. Finito il piazzamento si raccolgono le risorse. I turni sono scanditi dal predone, un losco individuo che galoppa attorno al campo da gioco sottoponendo i poveri beduini a periodici furti di merce e atti di bullismo. Scopo del gioco: avere più punti (croci) a fine partita. I punti si fanno raccogliendo risorse (pepe, datteri, sale, monete) e acquistado carte tribù, che vanno poi posizionate su griglie punti giocatore 4 x 3. Le carte tribù conferiscono punti diretti e punti per effetti (del tipo: prendi +1 punto per ogni due carte oasi posizionate, oppure: quattro carte uguali sulla stessa fila -> +4 punti).
L'ultima volta che ci eravamo scontrati su Targi avevo avuto la meglio su TassoRosso di 1 solo punto. Per la serata in corso mi sento pronto al cappotto selvaggio.
La partita è durata un'ora e dieci minuti, degustazione birre e vassoio di patate compresi.
E' finita 29 a 26 per me.
Dettagli sulla partita.
La partita si è chiusa un turno prima della fine, quando ho completato la terza fila.
Dei 29 punti capitalizzati, 15 li ho fatti con le croci riportate sulle carte e 14 di "effetti". Calcolando 15 punti con 12 carte piazzate, siamo una media di 1,2 croci a carta (parlo sempre di punti secchi, esclusi i bonus). Ho puntato diretto alle combo e qualcuna ha girato, anche se mi aspettavo un distacco maggiore. TassoRosso ha totalizzato 26 punti piazzando 10 carte vanilla, senza incastrare nè effetti nè bonus. Una media di 2,6 croci a carta (che mi sembra tantissimo visti i miei sforzi nello scegliere solo certe carte tribù e rinunciare ad alcune per completare due filotti "Quattro carte uguali").
Lo ammetto: mi ha un po' disorientato questo distacco appena rosicchiato. Forse la strada vincente è proprio un ibrido fra le due strategie: filtra solo i migliori effetti e compra di ignoranza le vanilla più ciccione. Da lavorarci. Ancora una volta l'argentiere è rimasto a far da tappezzeria mentre gli altri ballavano i lenti e limonavano duro. Mi impongo di tentare di sfruttarlo al prossimo giro.
A fine serata, ritirato Targi, sdrammatizzato con un giro di Love Letter e indossate le rispettive giacche, siamo andati al bancone a flirtare col mastro birraio e a parlar di luppoli, birra di castagne, Baladin e Troll. Siamo venuti via con 4 bottiglie di artigianale della San Paolo (3 io e 1 TassoRosso).
Bella serata davvero.
Non avrei cambiato niente. Neanche il fango e neanche la pioggia di questo febbraio fradicio.
Ogni tanto ci va proprio.