Ricordi quel pomeriggio, usciti da lavoro, quando ci siamo fermati e mia madre è salita sui sedili posteriori, e io le ho spiegato: "Lui è un mio collega, gli do uno strappo a casa" ? Quella sera, dopo cena, quando l'ho risentita al telefono, le ho raccontato un po' di te. Che non te la passavi molto bene, che qui a Torino non avevi una casa ma solo "un posto letto" , che ti ospitava un amico, e non avevi neanche una macchina, e che per venire a lavorare così lontano prendevi il pullman e il treno e ti facevi pure un pezzo a piedi. Le ho raccontato della tua bici, una vecchia bmx con più raggi rotti che sani.
Ogni tanto, all'uscita da lavoro, se i nostri orari coincidevano, ti davo uno strappo a casa. Tu mi raccontavi del tuo passato e io ti ripetevo che il "capo" era molto contento di te, anzi mi aveva già anticipato altri progetti per te, che ci sarebbe stata continuità da noi al lavoro, e magari un giorno chissà.
Un pomeriggio io e D. siamo andati a parlare col capo. Ci siamo chiusi nel suo ufficio. Gli abbiamo spiegato la tua situazione. E lui ha fatto in modo di farti avere un pass per la mensa.
lunedì 28 marzo 2022
Certi treni passano una sola volta nella vita
domenica 20 marzo 2022
40 anni dopo Baron Karza
Torino, piazza Madama Cristina, Fiera del disco e del fumetto usato.
Le dita guantate di mia figlia corrono fra le copertine dei 33 giri nello scatolone ROCK AND ROLL '70.
"Cosa stai cercando?" chiede l'uomo dall'altra parte della barricata di vinili. Una lunga sciarpa gli gira attorno al collo come un pitone. Siamo a metà marzo ma il freddo è ancora quello di gennaio.
"Alladin Sane di David Bowie" risponde lei.
"Hai orecchio" annuisce lui "Di solito le ragazzine della tua età di mi chiedono Ariana Grande".
Lei ridacchia, un po' imbarazzata un po' orgogliosa.
Lascio moglie e figlia a scartabellare fra i 33 giri, e mi sposto dal lato della piazza, dedicato ai fumetti.
venerdì 4 marzo 2022
Una roccaforte infestata da creature non morte
Il nostro piano prevedeva di entrare, ammazzare gli ultimi due vampiri, il Maestro e il suo Apprendista, e levare le tende prima che la Fortezza collassasse e i muri ci crollassero sulle capocce. Ma quando sei un licantropo in mezzo a un branco di licantropi, le cose che possono andare storte sono circa quattro milioni. E affidarsi alla fortuna è come nascondere un prosciutto avvolto nella carta stagnola in cantina, e sperare che la stagnola da sola basti a tener lontani i topi.
Incasinare le cose fa parte nel nostro dna, come i gatti leccarsi il pelo. Mio padre ripeteva sempre: "Ho più guai in testa che zanne in bocca", e lui era uno che ne aveva fatte più di Bertoldo in Francia, e si erano dovuti mobilitare due villaggi con le torce e pagare dei cacciatori professionisti da fuori, per stanarlo ed ucciderlo.