Ricordo solo che avevo 13 anni, ho chiuso gli occhi, e quando li ho riaperti ne avevo 48 e una figlia di 13.
E' stato solo un attimo, come diavolo è successo? Era il 1987 e io stavo davanti all'istituto tecnico industriale, con gli anfibi e una spilla da balia piantata all'orecchio, a contare le ragazze che varcavano la porta: poche, molto poche, nella mia testa cercavo di calcolarne la media matematica: una ogni 50 maschi, meno ce n'era solo in carcere.
La scuola era un calderone di ormoni, i corridoi puzzavano di sudore, scarpe da tennis, testosterone, ascelle.
Incollata addosso stava la costante sensazione adolescenziale di essere fuori posto e nel momento sbagliato.
Quando ho riaperto gli occhi, 35 anni dopo, il mondo era cambiato cinque o sei volte, andava sempre troppo veloce, e io non ero [di nuovo] riuscito a stargli dietro, a tenere il passo.
Il mattino seguente che avevo aperto gli occhi e mi ero scoperto più vecchio di 30 anni, un ragazzo di 18 anni era entrato in una scuola elementare e aveva sparato a 19 bambini e 2 insegnanti.
Aveva ucciso tutti.
La notizia era un pugno allo stomaco, ma col tempo ci eravamo abituati a tutto, ai negazionisti di un virus che aveva ucciso 6 milioni di persone in due anni, e anche alle sparatorie nelle scuole.
Il mondo continuava a correre, non c'era tempo per fermarsi a riprendere fiato. Anche il sopracitato virus che ci aveva rinchiusi in casa e rivoltato le nostre vite come calzini, sembrava già storia vecchia, un puntino all'orizzonte.
"Ma ancora al virus pensi?!?"
Già, vero, adesso bisognava pensare alla guerra. I nostri alleati ufficiali, gli esportatori di democrazia, erano esattamente quelli che regalavano ai figli fucili d'assalto, M16 e pistole Desert Eagle, in occasione di compleanni, comunioni, belle pagelle e promozioni scolastiche.
Probabilmente sfuggiva loro, come sfuggono le piccole cose quotidiane, che permettere a un qualunque cittadino di comprare un AK47 in grado di esplodere 600 proiettili al minuto [10 proiettili al secondo], potesse un giorno rivelarsi un problema per la comunità.
Stavamo lì, io, Vik e Red, nel nostro guscio, con la scusa di "staccare la spina e ossigenare il cervello", nel cuore della notte, a giocare a Mythic Battles Pantheon, l'ultimo kickstarter che il Vikingo aveva prima pledgiato e poi dipinto scrupolosamente.
Mythic Battles Pantheon era un gioco semplice, old school. Ogni giocatore assemblava un esercito composto da divinità, leader, mostri e truppe. Ogni unità aveva i suoi valori di attacco, punti ferita e abilità varie.
Si vinceva eliminando tutte le divinità avversarie, o raccogliendo 4 gemme.
Movimenti, attacchi e attivazioni erano governati dalle carte: si pescavano e si giocavano. Le unità morte lasciavano il campo. A parte le truppe, che resuscitavano di continuo. Gli attacchi si risolvevano con i dadi.
Il copione era classico. Ma il gioco era così snello che funzionava benissimo.
L'unico contro era il prezzo. MBP costava un rene.
Giocai col solo obiettivo di seccare quel maledatto uccello del malaugurio.
Le due unità più forti del mio esercito erano Hades, che pescava carte e recuperava punti ferita ogni volta che un'unità crepava [quindi di continuo], e Orion, un gigante armato di spranga, che menava la qualunque.
Caricai a testa bassa.
Finimmo la partita a un'ora decente e tornammo a casa.
Vinse il Vikingo: l'abilità del suo dio di afferrare le gemme con la frusta, a una casella di distanza, fece la differenza. Red gli fu dietro di appena un turno. Io come al solito feci solo volume nella serata.
Il mattino seguente andai a lavoro di buon umore.
Poi seppi della sparatoria.
E feci esattamente quello che fecero tutti: mi rammaricai, per un po' seguii le notizie sui giornali, condannai la propaganda pro-armi degli americani alla macchinetta del caffè con i colleghi d'ufficio e chiacchierando con gli amici, e poi fisiologicamente passai oltre.
Qualche notte dopo mi entrarono in macchina. Me ne accorsi solo la mattina dopo, poco prima delle 7.00, mentre andavo a lavoro.
Il bottino fu magro: due pacchetti di caramelle e un libro di racconti di fantascienza che tenevo nel cruscotto.
Ma ci guadagnai una serratura rotta.
Ne parlai al caffè con TassoRosso, il mio amico legale. Mi disse che al di là della somma esigua del furto, per la quale non si sarebbe andati a processo, in caso di cattura del ladro, c'era da aggiungere lo scasso, e su quello la legge era più rigida, quindi il delinquente aveva rischiato 6 mesi per due pacchetti di caramelle e un libro di racconti. Incomprensibile. Come molte altre cose, del resto.
Qualche sera dopo eravamo di nuovo insieme, io, Vik e Red, nel guscio della serata, e io continuavo a pensare: chissà cosa sta succedendo lì fuori, nel mondo, cosa leggerò sui giornali domani, qualcosa di incomprensibile, qualcosa di peggio del solito, al quale mi abituerò più velocemente del solito.
Ho cercato di godermi la bolla di stasi. Poi ho pensato che Vik e Red con le loro paralisi d'analisi dilatano qualunque partita. Forse sono degli artisti, degli orologiai mistici, dei Guardiani del Tempo e della Sanità Mentale che cercano di allungare la strada che porta al mattino seguente, di mettere delle cose buone in mezzo, prima del gran casino quotidiano.
Questo blog è sponsorizzato da MagicMerchant.it
date un'occhiata al suo catalogo.
Non vende armi,
nemmeno una Beretta 92 da tenere sotto il cuscino,
solo giochi da tavolo che l'unica cosa che possono ammazzare è la noia.
Bel racconto e ottimi spunti di riflessione.
RispondiEliminaUn complimento anche al Vikingo per le miniature.
Matteo
Grazie MATTE! Questo gioco chiede di essere pittato….fateci un pensierino se ne avete la possibilità.
EliminaViking
Dolceamaro e intenso come sempre. E complimenti al Vichingo. Tullaris
RispondiEliminaGrazie Tullaris.
EliminaP.S.: questo potrebbe essere un super gioco alternativo a Starcraft per le serate in cui volete farvi una sfida.
Viking
Che giocone MBP!!! Ma come fa Vik ad averlo già? Io ho pledgiato a Marzo e ancora non ho avuto notizie della spedizione… Ha partecipato alla campagna del 2018?
RispondiEliminaSi ho preso la seconda edizione quella con manuale e Dashboard 1.5.
EliminaÈ un gioco super….non te ne pentirai!
Viking
Grande gioco, grandi miniature
RispondiEliminaMeno male che ci sono gli amici e i giochi a farci prendere una boccata d'ossigeno dalla cruda realtà.
RispondiEliminaQuel gioco intavolato fa davvero un bel colpo d'occhio!
Elena Infinite Jest
Fatto Pledge per giocarci con i figli. Complimenti a Vik per le miniature. Pittate benissimo.
RispondiEliminaGrazie.
EliminaVik
Bel racconto e minia da urlo!
RispondiEliminaQuando per strada a Milano l’11 maggio 2013, il ghanese Adam Kabobo aveva preso o tentato di prendere a picconate sette persone, uccidendone tre e ferendone due, scommetto che ai morti ed ai feriti (e pure ai loro parenti), sarebbe piaciuto avere qualcosa atta a neutralizzare il malintenzionato...
E tanto per chiarire, te lo scordi di regalare una Desert Eagle ad un bambino; un coso grande grosso e cattivo di difficile gestione anche per un adulto!
la cifra di 6 milioni, è un insulto alle vittime dell'Olocausto
RispondiEliminaCiao.
EliminaNon ho capito bene il commento.
Comunque 6 milioni non è un numero che mi sono inventato io.
https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?area=nuovoCoronavirus&id=5338&lingua=italiano&menu=vuoto
https://www.rainews.it/ran24/speciali/2020/covid19/world.php
https://www.bbc.com/news/world-51235105