venerdì 30 agosto 2019

Il tracciato dei punti sutura

Controllo le mie cicatrici. Sono ancora tutte al loro posto, molto meno pregiate di quelle di Harry Potter, vergate dai tondini del cemento armato e dai cocci delle bottiglie su muretti che non avrei dovuto scavalcare, invece che dall'avada kedavra.
Sono cresciuto con i racconti del Pronto Soccorso di mia madre e delle sue due sorelle, infermiere del turno di notte in ospedale.
Le Sorelle Trauma.
Rispetto agli altri adolescenti io a 14 anni avevo già due certezze nella mia vita: che qualsiasi oggetto, anche il più innocuo, poteva rivelarsi mortale; e che qualsiasi oggetto, anche il più innocente, poteva venire introdotto nell'ano "per errore".
I racconti delle Sorelle Trauma venivano snocciolati a poche ore dall'accaduto, durante il ritorno a casa dal turno di notte, e rivelavano tutti la stessa scomoda verità: che eravamo fragili, ci facevano male in modi impossibili, attiravano lame e contusioni come l'immondizia le mosche.
Il corpo era la carta, la cicatrice l'inchiostro, e quanto pareva eravamo tutti grandi scrittori.

martedì 13 agosto 2019

Perchè sarò breve sul GiocAosta

Non è nella mia natura ma questa volta sarò breve. Perchè il GiocAosta è un evento ludico che non ha più bisogno di niente, neanche delle briciole, della pubblicità o del "ci sono stato vi dico com'era", è un evento che sta su con le sue gambe e del quale è diventato superfluo tirar fuori i numeri: basta aprire un social network a caso per venire sommersi dalle foto e dai commenti.
In quanti vi hanno partecipato? Boh, prendete quelli dello scorso anno e raddoppiate, e il prossimo anno raddoppiate ancora, vi assicuro che non sbagliate di molto.
Quanti erano i giochi a disposizione per il noleggio gratuito? E chi ci riesce a contarli, aprite boardgamesgeek.com e fate un copiaincolla che fate prima, e state tranquilli: anche qui non sbagliate di molto.

giovedì 8 agosto 2019

Non superare la linea gialla

Il mojito stava lì da mezz'ora a imperlare il bicchiere, e io, perso nella rifrazione della luce nel vetro, sul mio tavolino malacaffè, concentrato come il Pensatore di Rodin, continuavo a domandarmi perchè non avessi ordinato altro, qualcosa di più complicato e in linea con la giornata, come un whisky torbato o un rum con pera affettata in un piattino a parte, e pezzetti di cioccolato fondente.
Il bar, sotto lo studio della psicologa, recava in vetrina il cartello: Bar Letterario - Cannoli siciliani preparati sul momento!
G. sarebbe scesa, più leggera forse [o forse no], si sarebbe seduta sul sedile del passeggero e io l'avrei riaccompagnata a casa.