venerdì 29 novembre 2013

Video YouTube: Le Havre Ancora in Porto VERSUS Agricola Tutte le creature




Come chiedere a un bambino se vuole più bene alla mamma o al papà, o a un uomo se preferisce ravanare con la mano in una scollatura o corcare di botte il suo capo ufficio.
E' difficile prendere una posizione, pronunciarsi, se la scelta preclude definitivamente una delle due cose.
Ma a volte, nostro malgrado, siamo chiamati a scegliere, ed è questo che ci rende uomini di carne e sangue, la consapevolezza del nostro giudizio, che pesa come una spada vichinga sull'esile collo di una cerbiatta.
Le Havre Ancora in Porto OPPURE Agricola Tutte le creature grandi e piccole?
Due fratelli minori messi sul tavolo operatorio: hai un solo fegato per il trapianto: chi salvi e chi uccidi?

Il primo video del Dado Critico.
Non era davvero nelle mie corde, ma mi piaceva l'idea. Il risultato finale, video tremolante e audio con troppi "piuttosto" del sottoscritto non abituato alla macchina da presa, seppur cellulare, non mi ha convinto molto.
Ma sono troppo pigro per pensare di rifarlo.

Ecco il videohttps://www.youtube.com/watch?v=DNxI9XoAEhg


giovedì 28 novembre 2013

Solo gestionali spinti



DISCLAIMER
Nessuna Barbie è stata maltrattata durante la produzione del banner del Dado Critico.

mercoledì 27 novembre 2013

Una Zombie fra i Fotografi di Loch Ness

La barzelletta comincia con una signora che ha tre cani, che si chiamano IERI, OGGI e BUDINO. E' la classica barzelletta dell'equivoco e lo intuisci già dal nome dei cani.
Uno dei cani, sul balcone, sgancia un ricordino sulla testa di una signora che sta passeggiando sul marciapiede sottostante.
Scambio di battute fra le due donne, una al balcone e una sul marciapiede:
"Signora!!! Uno dei suoi cani mi ha fatto al cacca in testa!"
La padrona: "Sarà stato IERI"
Signora: "No, no, signora, è stato OGGI!!"
La padrona: "Ma è proprio sicura che non fosse BUDINO?"
Signora: "Macchè BUDINO, è proprio merda!!!"

L'ho raccontata (anzi riassunta) perchè una volta con questa barzelletta ci ho vinto una birra. Un barista del campeggio mi aveva detto "Va bene, e allora sai che ti dico? Che se mi racconti una barzelletta che non conosco, ti offro una media bionda. Però patti chiari: non devo conoscerla, eh?!".
Una barzelletta per una birra. Un ottimo affare.

Ronzavo attorno a LOCH NESS da un po', in seguito agli ottimi giudizi saltati fuori durante la consueta riunione del martedì sera, col mio gruppo di genitori-boardgamers-anonimi.
Loch Ness in parole povere: siamo un gruppo di fotografi appostati attorno al lago di Loch Ness per cercare di immortalare l'immonda bestia. Nel proprio turno ogni giocatore può scegliere se muovere Nessie (tirando il dado) oppure spostare il proprio fotografo alla ricerca di uno scorcio migliore. Quando Nessie entra nel raggio d'azione del fotografo (limitato a 3-4 caselle sul percorso), la macchina fotografica scatta. Le fotografie vengono estratte da un sacchetto, e verosimilmente possono essere a fuoco oppure mosse, sfocate, parziali, tagliate... Le foto hanno un diverso valore in punti, a seconda della loro bellezza (da 1 a 5 punti).
Il gioco è molto carino e perfetto per giocarci con i bambini (e Nessie è fatta molto bene).

Ho sentito uno dei miei pusher di board games.
io: "Hai in negozio o hai comunque la possibilità di ordinare LOCH NESS?"
lui: "E' un po' che non lo vedo dai grossisti. Se non devi regalarlo ne ho in negozio una copia che tenevo aperta per farlo vedere. Manca un fotografo, il resto è in ottimo stato. Ce l'avevo prezzato a 27 euro. Se lo vuoi ti faccio la metà"

E così l'ho preso. Metà prezzo per un fotografo in meno, un buon affare, dai, non quanto una birra per una barzelletta su un improbabile cane di nome BUDINO, ma non posso proprio lamentarmi.
Il fotografo l'ho sostituito con una delle Zombie del pallosissimo gioco ZOMBIES!!! opportunamente dipinta di rosso. 
A mia figlia ho raccontato che è "una fotografa donna". tanto la miniatura è così piccola che quasi non si distingue cos'ha in mano (una testa mozzata).
Nella mia fantasia la Zomba ha divorato il fotografo e ora sta inseguendo gli altri intorno al laghetto....

lunedì 25 novembre 2013

Un barbone si introduce al Giocatorino 2013 !


Non puoi ignorare le voci nella tua testa.
Neanche quelle sotto il tuo mento.
E la Barba, la senziente Barba, continuava a ripetere “Vacci, vacci, vacci…”
E così alla fine le ho obbedito.
E ci sono andato.

Sono un debole, lo so.

Ecco i giochi provati al Giocatorino 2013 (in ordine di apparizione)
I TRE PICCOLI PORCELLINI
Perfettamente ambientato e a tema con la favola, semplice nelle regole, e di immediata comprensione. 
Ogni giocatore-porcellino deve comporre le proprie casette usando le tessere: porta, finestra e tetto.
La moneta corrente sono i dadi, che riportano appunto le facce porta\finestra\tetto.
Ogni tessera casetta può essere fatta di paglia, legno, mattoni.
Ma una favola senza cattivi non è una vera favola, quindi fra le facce del dado ce ne sono alcune "lupo".
Se escono 2 facce lupo, il porcellino si trasforma in mannaro e può soffiare via una delle tessere casetta degli avversari (con un altrettanto semplice meccanismo: il lupo sceglie un giocatore, soffia sul dischetto che vedete nella foto, e a seconda del risultato distruggerà questa o quell'altra porzione). La partita termina quando si esauriscono 3 pile di tessere. Durante il conteggio dei punti si otterranno bonus per la casa più alta, quella con più fiori, quella interamente di mattoni....
Il gioco mi è piaciuto molto e credo sia perfetto per giocarci con mia figlia, quindi prossimamente lo prenderò. L'avrei preso già ieri...fosse costato < 20 euro. A mio avviso il gioco dovrebbe rientrare nella categoria €19.90. A quella cifra l'acquisto è (quasi) immediato. Invece l'ho trovato prezzato €22.90, ci ho pensato su ed ho procrastinato la mano al portafogli. 

A volte per mancare un acquisto basta un niente.
Un suggerimento ad Asterion (casa editrice che a me piace molto per stile e professionalità): rosicchiate 3 euro dalla scatola, fin troppo bella e ricca, e otterrete l'effetto provato-e-comprato.


STEAM PARK

La dimostratrice della Cranio Creaction mi ha fatto una mini introduzione sull'ambientazione e questo ha contribuito non poco a creare un buon pathos, nonostante il casino del Giocatorino e le persone che ci ronzavano intorno.
Scopo dei giocatori è costruire parchi divertimenti per robot.

Sei i turni di gioco a disposizione per costruire il parco (perchè l'idea è che i robot lavorino 6 giorni e il settimo vadano a divertirsi al luna park, che quindi deve essere pronto).
Ogni turno comincia con una serie di lanci di dadi, che devo ammettere sono la cosa che mi è piaciuta meno: i giocatori tirano e ritirano i 6 dadi per ottenere i risultati che vogliono, e il primo giocatore che mette i dadi sulla propria plancia ottiene un bonus "pulizia" quanto primo giocatore. Questa meccanica (che a me non ha fatto impazzire) ha comunque il pregio di aumentare il numero delle variabili e poi in alcuni turni quel maledetto bonus primo giocatore vi servirà come il pane.
Le facce dei dadi corrispondono alle azioni. Nel proprio turno è possibile: costruire giostre \ costruire stand \ capitalizzare visitatori \ giocare una carta azione dalla mano \ ingrandire il parco \ pulire il parco. Non mi soffermerò sulle azioni costruzione che sono piuttosto comuni a molti altri giochi, ma due parole voglio spenderle su pulizia e ingrandimento. Ogni costruzione, ogni visitatore, e quasi ogni azione, suo malgrado inquina. Quindi sin dai primi turni si cominceranno ad ammucchiare segnalini inquinamento e a quei segnalini bisogna starci maledettamente attenti e sacrificare alcune azioni per pulire lo sporco impossibile. Perchè altrimenti al momento dei conti della serva arriveranno dei malus veramente devastanti.
Altra nota che ho trovato interessante e perfettamente in linea con la filosofia ecologica del gioco (non si butta via niente, come suggerisce la plancia-maiale) è l'espansione. Giostre e stand si incastrano nella mappa con una serie di meccaniche "vicino a" o "almeno ad una casella da", quindi espandere il parco è essenziale. I dadi non utilizzati in altre azioni possono essere convertiti in espansione. Semplice e intelligente.

Il gioco mi è piaciuto molto, sia per l'ambientazione stile Tim Burton, sia per le meccaniche leggere e non troppo cervellotiche, sia per (ciliegina sulla torta) il prezzo che trovo "molto buono per tutto quello che c'è nella scatola" (35 euro).
Il gioco non rientra nei miei piani di acquisto a breve termine (ho un sacco di roba davanti) ma è senza ombra di dubbio un gran bel gioco.


MONTE BANANA
Sono sempre alla ricerca di titoli da giocare con mia figlia, quindi quando vedo giochi palesemente indirizzati ai bambini mi ci butto a pesce.
Nel caso di Monte Banana ad attirare la mia curiosità le scimmiette e il plastico monte in 3d.

Come si gioca: ogni giocatore ha una scimmietta e 5 carte che riportano un numero compreso fra 1 e 5. Al proprio turno ogni giocatore gioca una carta e fa salire o scendere la scimmietta di altrettanti passi (saltando le scimmie che trova sul suo cammino). L'unico vincolo è che non si può giocare lo stesso numero giocato da un altro giocatore. Quando tutti hanno giocato una carta, la scimmietta sullo scalino più in alto del monte guadagna l'agognata banana. Si vince con 3 banane.
Il gioco l'ho provato ma non mi è piaciuto neanche un po'. Dubito che mia figlia ci giocherebbe più di due partite, anzi con tutta probabilità troverebbe più divertente portarsi via le scimmiette, che finirebbero nel bidone dei giocattoli con i barbapapà, le sorpresine dei Kinder, e le miniature delle principesse. Il maggior difetto del gioco, qualunque sia il suo pubblico, è la non-rigiocabilità, ossia il fatto che non ti viene proprio voglia di un'altra partita.
L'unico sorriso se lo porta via il prezzo: 14 euro. Quindi se vostra figlia ha proprio tutte le bambole del mondo e non vi va di dissanguarvi spendendo 38 euro per una Monster High, Monte Banana può rappresentare un'alternativa.


FINCA
Con l'intento di iniziare ErProsciuttaro e Melonia ai german, ho scelto un antipastino leggero, una vellutata di carote che avrebbe digerito un pensionato con l'osteoporosi e la malinconia da Nilla Pizzi. Ma il german non è nelle loro corde, quindi hanno masticato per farmi contento e perchè continuavo a sorridere beato e pasciuto come un poppante dopo la tetta, finalmente sui miei adorati german, ma dopo hanno voluto assaggiare altro. E non li biasimo. 
Veniamo a me.
Abituato a german più ostili e con la ferma intenzione di fiondarmi su Tzolk'in: il Calendario Maya (cosa che non ho potuto fare al Giocatorino per una serie di ragioni), ho riempito stomaco e budella con questo german tutt'altro che spiacevole. Non una fiorentina, quindi, ma una costina di quelle ben saporite, onesta nel suo essere "solo una costina".

Il gioco vanta un buon numero di piacevolissimi token frutta&verdura in legno, e una manciata di regole facilmente assimilabili.
Le meccaniche sono intuitive: muovi il lavoratore e raccogli. Quando hai abbastanza frutta&verdura, compri una tessera. Accessori: bonus e jolly. Alla fine conti i punti.
Finca viene spesso descritto come gioco adatto per introdurre neofiti ai german, e oltre a sottoscrivere a pieno questa definizione mi permetto di integrare con un "perfetto per giocare un german a notte fonda, con un amico del circolo leninista che vede nel gioco continui riferimenti alla lotta di classe (e via di pistolotti), e si ha nello stomaco la peperonata della cena e la citrosodina non fa effetto".

E' inutile che finga: la Barba mi ha già ordinato di comprarlo e io lo comprerò.
Forte e prepotente, la Barba è


GOLDEN HORN
Se c'è qualcosa che mi interessa meno del calcio, delle macchine e delle moto, sono i velieri. Quindi prendete queste mie righe con le dovute precauzioni.
Dopo Finca, io, Melonia e ErProsciuttaro, abbiamo ascoltato i consigli dello chef e abbiamo provato Golden Horn.

Il gioco è una corsa di navi, che devono portare delle merci da un porto all'altro.
Ogni giocatore ha 3 barche con vele di colore diverso. Le regole sono fondamentalmente due: 1-le navi NON possono imbarcare merci dello stesso colore delle proprie vele (quindi quelle con 3 colori hanno più vincoli di quello con un solo colore) 2-le navi si muovono gratuitamente su una casella dello stesso colore delle proprie vele (quindi una nave con 3 vele di colori diverse sarà più veloce di una nave con 3 vele dello stesso colore). Il movimento delle navi può essere agevolato con l'uso delle carte azione, che possono anche essere utilizzate stile pirata per "rubare" merci alle navi avversarie.

Le merci trasportabili sono 6 e la partita termina quando uno dei giocatori le ha raccolte tutte e 6.
nota: io non appartengo alla categoria "Ti piacciono solo i giochi nei quali riesci a vincere" e infatti ho vinto, ma il gioco non mi è piaciuto (anzi probabilmente ho cercato di chiudere in fretta perchè non mi stava piacendo).
Sarà l'ambientazione.
Infatti ar Prosciuttaro, che vien da mare e vive Torino con mestizia, e nasconde nello scomparto segreto dell'anello all'anulare un pinolo e una foglia di basilico di Prà per i momenti di magra, Golden Horn è piaciuto.



Cotiche finali

Mentre raccoglievamo fichi e mandorle su Finca, i ragazzi al nostro fianco giocavano a Concordia, ed io sbirciavo con cupidigia quel cinghiale di token, tessere ed enigmoregole. Ad un certo punto si sono avvicinati due ragazzi, un lui e una lei, ed hanno chiesto al dimostratore del Giocatorino se potevano unirsi al gruppo che stava giocando a Concordia.
"Mhmhmhm. Ma voi di solito a cosa giocate?" ha chiesto l'uomo, visto il titolo non proprio easy.
"Noi solo gestionali spinti" ha risposto lei, entrando con quella risposta di prepotenza nelle mie fantasie eroto-german-dominatrix.


giovedì 21 novembre 2013

Room 25 fra deliri onirici, finzione e Pinocchio



"Dove diavolo sono?". Questa la prima cosa che riesco a pensare, mal di testa a parte. Apro gli occhi e mi ci va un attimo per mettere a fuoco. Il nerd accanto a me tasta il pavimento alla ricerca dei suoi occhiali, mentre la gnocca si è stretta in un angolo e continua a gridare  “STATE LONTANI DA ME!!” facendosi scudo con una scarpa tacco dodici. Come se fosse possibile stare lontani l'uno dall'altro, in questo buco di culo di stanza, rifletto guardandomi intorno.
Provo ad alzarmi ma il pavimento comincia a ballarmi sotto i piedi. Barcolo, poi le gambe cedono. Pianto un ginocchio a terra. Impreco.
Vacci piano, campione” mi suggerisce lo scienziato, una copia mal riuscita di Doc di Ritorno al futuro, ma parecchio più grasso “Appoggiati alla parete quando ci riprovi. Devono averti dato una dose da cavallo, bestione come sei".
Bestione. Sapevo che mi avrebbe chiamato Bestione. Come facevo a saperlo?
"Una dose di cosa?” chiedo alzandomi di nuovo, senza l'aiuto della parete.
Una base di scopolamina” risponde il nerd pulendosi gli occhiali sulla tshirt Duff-Beer prima di inforcarli su quel suo naso a patata “O un qualunque altro barbital-qualcosa. Con una goccia di atropina, a giudicare dalle pupille”.
Studi chimica?” chiede lo scienziato
Nossignore. Ma...."

"Organizzi feste" rubo la battuta al nerd "Ti intendi di sostanze allucinogene perchè organizzi feste".
Mi guarda con aria interrogativa, poi si china verso di me e mi sillaba "D o v e v o d i r l o i o".
E d'improvviso i ricordi cominciano a venire a galla in quella palude melmosa di mal di testa post barbital-qualcosa. Mi chiamo Alex, ho 35 anni, lavoro come fattorino da Top Market, vivo in un monolocale vicino ai Murazzi e guido una Fiat Panda con l'adesivo "Non ridere, ieri sera ci è salita tua sorella". Faccio palestra, sono alto un metro e novanta, e a tempo perso....
"Sono un attore. Un attore dilettante" mormoro osservando l'incavo del braccio. Un puntino rosso.
La gnocca si stacca dall'angolo e viene a piantarmi il tacco dodici sotto il mento.

"Dove credi di essere, eh, Pirandello dei poveri!? Stasera si recita a soggetto? Rispetta le battute, per dio!"
Ho risposto ad un annuncio. Cercavano attori dilettanti per il remake italiano di The Cube. Sono andato al colloquio. C'era un tizio col pizzetto. Mi ha dato il copione. Mi ha fatto firmare...
"E lasciatelo stare" si fa strada la ragazzina con il braccio bionico, che poi si vede lontano un miglio che solo è una guaina di lattice, "Diamogli qualche minuto. E per la cronaca: anche a me questa trovata del sonnifero sembra eccessiva".
"Siamo stati drogati? Tutti?" chiedo guardandomi intorno. Siamo in una stanza cinque metri per cinque, vuota, senza mobili, bianca. Le pareti sembrano fatte di plexiglass. E c'è una finestra d'acciaio su ogni lato della stanza, compresi pavimento e soffitto.

Sul soffitto ronza una telecamera. Il led rosso lampeggia.
"Deve essere cinema all'avanguardia" annuisce lo scienziato compiaciuto.
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"Certo che ho visto The Cube" ringhio mentre il nerd mi si arrampica sulla schiena e mi sale sulle spalle con le sue scarpe da tennis puzzolenti. 
"Quanto costerà realizzare una stanza del genere? Senza la computer grafica, intendo. Questo è budget di alto livello" riflette lo scienziato accarezzando ammirato la parete. Sono sicuro che abbaierebbe e mangerebbe Ciappi dalla ciotola, per un primissimo piano.

"Io continuo a ripetere che dovremmo attenerci al copione" sbuffa la gnocca "Possibile che sia io l'unica professionista qui?". Cinque minuti fa ci ha raccontato che si chiama Angela ed ha partecipato a uno spot sul formaggino spalmabile.
"Cinema sperimentale. Pura avanguardia..." ripete lo scienziato sempre più estasiato  "Ci hanno drogato e messo qui per registrare su nastro reazioni vere. Vi rendete conto a cosa stiamo prendendo parte?"
Rumore metallico sopra la mia testa. Il nerd deve essere riuscito ad aprire la finestra.

"Cosa vedi, ragazzo?" gli chiedo
"C'è una stanza identica a questa dall'altra parte" spiega il nerd sporgendosi "Con finestre su ogni lato".

"Cacchio ma qui si parla di Cinecittà!" applaude lo scienziato.
No, non può essere vero, non lo sto pensando davvero, è solo una mia sega mentale, ma mettiamo il caso che davvero...
"Io mi calo dall'altra parte" ci avverte il nerd mentre le sue scarpe si staccano dalle mie spalle.
"Aspetta!" gli grido afferrandolo per una caviglia "Fermiamoci un attimo. Se fosse veramente..."

"Fosse cosa? Aspetta un momento, amico, ci stai veramente pensando? Stai pensando: e se avessero VERAMENTE ricostruito il cubo?" ridacchia il nerd "Ma dici sul serio?". Allento la presa e lui si tira su completamente.
"Quindi abbiamo ripreso" sospira la gnocca "Finalmente! Torno nel mio angolo a fare l'isterica, va"

Il nerd, a cavalcioni della finestra, mi strizza l'occhio. Poi sparisce.
Salta giù, nella stanza accanto. Sento il rumore delle sue scarpe da tennis che atterrano sul pavimento di plexiglass.
"Tutto bene, ragazzo?" gli grido.

"Tutto bene! E' stato un.."
CLANK!
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nome del gioco: Room 25

Modalità: Cooperativo con sospetto.

Siamo tutti della stessa squadra. Forse. E l’unico modo per uscire da questo inferno è lavorare insieme. Sempre che non ci sia un infiltrato fra noi.
Cooperativo con sospetto.
Quattro giocatori al tavolo, cinque le carte ruolo da prendere, quattro carte "concorrente" e una carta  “traditore”.
Scegliamo i ruoli e cominciamo.Una carta ruolo rimane fuori. Non sappiamo quale.
Ogni mossa viene analizzata al tavolo, fra bicchierini di caffè rabboccati a grappa. Perché Tizio si è spostato a destra e non a sinistra? Perchè Caio ha ricontrollato quella tessera che aveva già controllato Sempronio? Perchè Sempronio ha traslato quella fila e continua a guardare la mia miniatura?
I giocatori di poker si scrutano in cerca di un tic, di una contrazione di labbro, di una gocciolina di sudore.
Fila tutto liscio. Per i primi 9 turni.
Lavoriamo coesi come una vera squadra e i dubbi si diluiscono. No, un traditore non può lavorare così, se ci fosse un traditore si sarebbe già rivelato.
Finchè a un passo dalla stanza 25, Tizio, avanti a noi di una tessera, che fino a quel momento ha giocato in maniera impeccabile, sceglie l'azione sbagliata e si brucia una mossa.
Giustifica la cosa stropicciandosi gli occhi: "Cacchio, ho visto male. Raga: comincio a essere stanco, è quasi mezzanotte e sono cottissimo. Bello Room 25 però un po' lungo. Dai, chiudiamola in fretta sta partita, che domani si lavora".
Sempronio gli passa accanto ed entra nella stanza 25.
Tocca a me, che sono quello più indietro nel gruppo. Il piano è che io muova nella casella occupata da Tizio e lui mi spinga nella stanza 25 con la prima azione e mi raggiunga con la seconda. Siamo a un niente dalla vittoria.
Mentre muovo la mia miniatura sento un pizzicorino all'incavo del braccio. Ma non può essere.
Tocca a Tizio. Le sue dita rigirano la tessera azione rivelando SPINGI, come da copione.
Poi i nostri sguardi si incrociano.
E mi sorride.
Guardo la stanza 25, proprio lì, ad un passo. E poi guardo la stanza Morte Istantanea, proprio di fianco.
Ridacchio nervoso: "Dai, non mi dire che..."
CLANK!