"Dove diavolo sono?". Questa la prima cosa che
riesco a pensare, mal di testa a parte. Apro gli occhi e mi ci va un attimo per mettere a fuoco. Il nerd accanto a me tasta il pavimento alla ricerca dei suoi occhiali, mentre la gnocca si è
stretta in un angolo e continua a gridare “STATE LONTANI DA ME!!” facendosi scudo con una scarpa tacco dodici. Come se
fosse possibile stare lontani l'uno dall'altro, in questo buco di culo di stanza, rifletto guardandomi intorno.
Provo ad alzarmi ma il pavimento comincia a ballarmi sotto i piedi. Barcolo, poi le gambe cedono. Pianto un ginocchio a terra. Impreco.
“Vacci piano, campione” mi suggerisce lo scienziato, una copia mal riuscita di Doc di Ritorno al futuro, ma parecchio più grasso “Appoggiati alla parete quando ci riprovi. Devono averti dato una dose da cavallo, bestione come sei".
Bestione. Sapevo che mi avrebbe chiamato Bestione. Come facevo a saperlo?
Bestione. Sapevo che mi avrebbe chiamato Bestione. Come facevo a saperlo?
"Una dose di cosa?” chiedo alzandomi di nuovo, senza l'aiuto della parete.
“Una base di scopolamina” risponde il nerd pulendosi gli occhiali sulla tshirt Duff-Beer prima di inforcarli su quel suo naso a patata “O un qualunque altro barbital-qualcosa. Con una goccia di atropina, a giudicare dalle pupille”.
“Studi chimica?” chiede lo scienziato
“Nossignore. Ma...."
"Organizzi feste" rubo la battuta al nerd "Ti intendi di sostanze allucinogene perchè organizzi feste".
Mi guarda con aria interrogativa, poi si china verso di me e mi sillaba "D o v e v o d i r l o i o".
E d'improvviso i ricordi cominciano a venire a galla in quella palude melmosa di mal di testa post barbital-qualcosa. Mi chiamo Alex, ho 35 anni, lavoro come fattorino da Top Market, vivo in un monolocale vicino ai Murazzi e guido una Fiat Panda con l'adesivo "Non ridere, ieri sera ci è salita tua sorella". Faccio palestra, sono alto un metro e novanta, e a tempo perso....
"Sono un attore. Un attore dilettante" mormoro osservando l'incavo del braccio. Un puntino rosso.
La gnocca si stacca dall'angolo e viene a piantarmi il tacco dodici sotto il mento.
"Dove credi di essere, eh, Pirandello dei poveri!? Stasera si recita a soggetto? Rispetta le battute, per dio!"
Ho risposto ad un annuncio. Cercavano attori dilettanti per il remake italiano di The Cube. Sono andato al colloquio. C'era un tizio col pizzetto. Mi ha dato il copione. Mi ha fatto firmare...
"E lasciatelo stare" si fa strada la ragazzina con il braccio bionico, che poi si vede lontano un miglio che solo è una guaina di lattice, "Diamogli qualche minuto. E per la cronaca: anche a me questa trovata del sonnifero sembra eccessiva".
"Siamo stati drogati? Tutti?" chiedo guardandomi intorno. Siamo in una stanza cinque metri per cinque, vuota, senza mobili, bianca. Le pareti sembrano fatte di plexiglass. E c'è una finestra d'acciaio su ogni lato della stanza, compresi pavimento e soffitto.
Sul soffitto ronza una telecamera. Il led rosso lampeggia.
"Deve essere cinema all'avanguardia" annuisce lo scienziato compiaciuto.
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"Certo che ho visto The Cube" ringhio mentre il nerd mi si arrampica sulla schiena e mi sale sulle spalle con le sue scarpe da tennis puzzolenti. “Una base di scopolamina” risponde il nerd pulendosi gli occhiali sulla tshirt Duff-Beer prima di inforcarli su quel suo naso a patata “O un qualunque altro barbital-qualcosa. Con una goccia di atropina, a giudicare dalle pupille”.
“Studi chimica?” chiede lo scienziato
“Nossignore. Ma...."
"Organizzi feste" rubo la battuta al nerd "Ti intendi di sostanze allucinogene perchè organizzi feste".
Mi guarda con aria interrogativa, poi si china verso di me e mi sillaba "D o v e v o d i r l o i o".
E d'improvviso i ricordi cominciano a venire a galla in quella palude melmosa di mal di testa post barbital-qualcosa. Mi chiamo Alex, ho 35 anni, lavoro come fattorino da Top Market, vivo in un monolocale vicino ai Murazzi e guido una Fiat Panda con l'adesivo "Non ridere, ieri sera ci è salita tua sorella". Faccio palestra, sono alto un metro e novanta, e a tempo perso....
"Sono un attore. Un attore dilettante" mormoro osservando l'incavo del braccio. Un puntino rosso.
La gnocca si stacca dall'angolo e viene a piantarmi il tacco dodici sotto il mento.
"Dove credi di essere, eh, Pirandello dei poveri!? Stasera si recita a soggetto? Rispetta le battute, per dio!"
Ho risposto ad un annuncio. Cercavano attori dilettanti per il remake italiano di The Cube. Sono andato al colloquio. C'era un tizio col pizzetto. Mi ha dato il copione. Mi ha fatto firmare...
"E lasciatelo stare" si fa strada la ragazzina con il braccio bionico, che poi si vede lontano un miglio che solo è una guaina di lattice, "Diamogli qualche minuto. E per la cronaca: anche a me questa trovata del sonnifero sembra eccessiva".
"Siamo stati drogati? Tutti?" chiedo guardandomi intorno. Siamo in una stanza cinque metri per cinque, vuota, senza mobili, bianca. Le pareti sembrano fatte di plexiglass. E c'è una finestra d'acciaio su ogni lato della stanza, compresi pavimento e soffitto.
Sul soffitto ronza una telecamera. Il led rosso lampeggia.
"Deve essere cinema all'avanguardia" annuisce lo scienziato compiaciuto.
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"Quanto costerà realizzare una stanza del genere? Senza la computer grafica, intendo. Questo è budget di alto livello" riflette lo scienziato accarezzando ammirato la parete. Sono sicuro che abbaierebbe e mangerebbe Ciappi dalla ciotola, per un primissimo piano.
"Io continuo a ripetere che dovremmo attenerci al copione" sbuffa la gnocca "Possibile che sia io l'unica professionista qui?". Cinque minuti fa ci ha raccontato che si chiama Angela ed ha partecipato a uno spot sul formaggino spalmabile.
"Cinema sperimentale. Pura avanguardia..." ripete lo scienziato sempre più estasiato "Ci hanno drogato e messo qui per registrare su nastro reazioni vere. Vi rendete conto a cosa stiamo prendendo parte?"
Rumore metallico sopra la mia testa. Il nerd deve essere riuscito ad aprire la finestra.
"Cosa vedi, ragazzo?" gli chiedo
"C'è una stanza identica a questa dall'altra parte" spiega il nerd sporgendosi "Con finestre su ogni lato".
"Cacchio ma qui si parla di Cinecittà!" applaude lo scienziato.
No, non può essere vero, non lo sto pensando davvero, è solo una mia sega mentale, ma mettiamo il caso che davvero...
"Io mi calo dall'altra parte" ci avverte il nerd mentre le sue scarpe si staccano dalle mie spalle.
"Aspetta!" gli grido afferrandolo per una caviglia "Fermiamoci un attimo. Se fosse veramente..."
"Fosse cosa? Aspetta un momento, amico, ci stai veramente pensando? Stai pensando: e se avessero VERAMENTE ricostruito il cubo?" ridacchia il nerd "Ma dici sul serio?". Allento la presa e lui si tira su completamente.
"Quindi abbiamo ripreso" sospira la gnocca "Finalmente! Torno nel mio angolo a fare l'isterica, va"
Il nerd, a cavalcioni della finestra, mi strizza l'occhio. Poi sparisce.
Salta giù, nella stanza accanto. Sento il rumore delle sue scarpe da tennis che atterrano sul pavimento di plexiglass.
"Tutto bene, ragazzo?" gli grido.
"Tutto bene! E' stato un.."
CLANK!
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nome del gioco: Room 25
Modalità: Cooperativo con sospetto.
Siamo
tutti della stessa squadra. Forse. E l’unico modo per uscire da questo inferno è
lavorare insieme. Sempre che non ci sia un infiltrato fra noi.
Cooperativo con sospetto.
Quattro
giocatori al tavolo, cinque le carte ruolo da prendere, quattro carte "concorrente" e una carta “traditore”.
Scegliamo
i ruoli e cominciamo.Una carta ruolo rimane fuori. Non sappiamo quale.
Ogni
mossa viene analizzata al tavolo, fra bicchierini di caffè rabboccati a grappa. Perché Tizio si è spostato a destra e non a
sinistra? Perchè Caio ha ricontrollato quella tessera che aveva già controllato Sempronio? Perchè Sempronio ha traslato quella fila e continua a guardare la mia miniatura?
I giocatori di poker si scrutano in cerca di un tic, di una contrazione di labbro, di una gocciolina di sudore.
Fila tutto liscio. Per i primi 9 turni.
Lavoriamo coesi come una vera squadra e i dubbi si diluiscono. No, un traditore non può lavorare così, se ci fosse un traditore si sarebbe già rivelato.
Finchè a un passo dalla stanza 25, Tizio, avanti a noi di una tessera, che fino a quel momento ha giocato in maniera impeccabile, sceglie l'azione sbagliata e si brucia una mossa.
Giustifica la cosa stropicciandosi gli occhi: "Cacchio, ho visto male. Raga: comincio a essere stanco, è quasi mezzanotte e sono cottissimo. Bello Room 25 però un po' lungo. Dai, chiudiamola in fretta sta partita, che domani si lavora".
Sempronio gli passa accanto ed entra nella stanza 25.
Tocca a me, che sono quello più indietro nel gruppo. Il piano è che io muova nella casella occupata da Tizio e lui mi spinga nella stanza 25 con la prima azione e mi raggiunga con la seconda. Siamo a un niente dalla vittoria.
Mentre muovo la mia miniatura sento un pizzicorino all'incavo del braccio. Ma non può essere.
Tocca a Tizio. Le sue dita rigirano la tessera azione rivelando SPINGI, come da copione.
Poi i nostri sguardi si incrociano.
E mi sorride.
Guardo la stanza 25, proprio lì, ad un passo. E poi guardo la stanza Morte Istantanea, proprio di fianco.
Ridacchio nervoso: "Dai, non mi dire che..."
CLANK!
I giocatori di poker si scrutano in cerca di un tic, di una contrazione di labbro, di una gocciolina di sudore.
Fila tutto liscio. Per i primi 9 turni.
Lavoriamo coesi come una vera squadra e i dubbi si diluiscono. No, un traditore non può lavorare così, se ci fosse un traditore si sarebbe già rivelato.
Finchè a un passo dalla stanza 25, Tizio, avanti a noi di una tessera, che fino a quel momento ha giocato in maniera impeccabile, sceglie l'azione sbagliata e si brucia una mossa.
Giustifica la cosa stropicciandosi gli occhi: "Cacchio, ho visto male. Raga: comincio a essere stanco, è quasi mezzanotte e sono cottissimo. Bello Room 25 però un po' lungo. Dai, chiudiamola in fretta sta partita, che domani si lavora".
Sempronio gli passa accanto ed entra nella stanza 25.
Tocca a me, che sono quello più indietro nel gruppo. Il piano è che io muova nella casella occupata da Tizio e lui mi spinga nella stanza 25 con la prima azione e mi raggiunga con la seconda. Siamo a un niente dalla vittoria.
Mentre muovo la mia miniatura sento un pizzicorino all'incavo del braccio. Ma non può essere.
Tocca a Tizio. Le sue dita rigirano la tessera azione rivelando SPINGI, come da copione.
Poi i nostri sguardi si incrociano.
E mi sorride.
Guardo la stanza 25, proprio lì, ad un passo. E poi guardo la stanza Morte Istantanea, proprio di fianco.
Ridacchio nervoso: "Dai, non mi dire che..."
CLANK!
Se non avessi linkato questo post nel tuo ultimo articolo non avremmo saputo della sua esistenza..
RispondiEliminaTi piacerebbe leggerne di più.