giovedì 7 novembre 2024

La minia nel cervello

Quello che il mio cervello german pensa quando uno dei soci mi mostra la miniatura di un nuovo kickstarter.

Appena me la mostra: Ma che figata e quanti dettagli!!!
Dopo 1 secondo: Certo che deve fare la sua porca figura sul tabellone!
Dopo 2 secondi: ...ecco l'unica pecca, se proprio devo trovarci qualcosa: un po' poco pratica, tanto delicata, devi farci attenzione che può rovinarsi... ma l'unica pecca, eh
Dopo 3 secondi: ...è indiscutibilmente bella, che vorrei anche vedere, con quello che è costato il kickstater, novantanove cocozze, cioè falla pure essere brutta!

giovedì 31 ottobre 2024

La dimensione del lago

Alle 5.30 del mattino sto affogando gli Zuppalatte nel caffè. Bisognerebbe inventare un gioco da tavolo sugli Zuppalatte, perchè sono biscotti che richiedono una notevole destrezza: passano dalla consistenza del cemento armato a quella dello zabaione in mezzo secondo, quindi: o te li ficchi in bocca col rischio di scheggiarti un molare o ti finiscono spappolati dentro la tazza.
RedBairon mi manda un whatsappata mezzora dopo: «Sono sotto».
Partiamo che fuori è ancora buio, direzione: Bardolino, comune di 7000 persone circa sul Lago di Garda.

L'acqua non è il mio elemento e nel mare ce n'è troppa. Non mi piace l'idea di qualcosa che si perde all'orizzonte, che continua ben oltre il mio sguardo, un elemento sul quale non ho il minimo controllo, che mi ospita e mi permette solo di galleggiare (come uno stronzo).
Qualche anno fa ho scoperto il lago. Il colpo di fulmine è scattato al Lago Trasimeno. Il lago ha una dimensione più amica, posso controllarne i confini, l'acqua è ferma e sembra fatta di mercurio, mi trasmette tranquillità. Al Lago Lemano, in Svizzera, ho lasciato una parte di me (intendo: un pezzo del mio cuore e molte banconote del mio portafogli).

lunedì 21 ottobre 2024

Le tre piaghe del gioco da tavolo



Il cammino di un gioco da tavolo dalla rastrelliera del negozio fin sulla mensola a casa del giocatore che l'ha acquistato, è un pellegrinaggio spirituale.
Per qualche strano mistero più inspiegabile dello scioglimento del sangue di San Gennaro, nel tragitto post-acquisto il gioco da tavolo perde il suo valore terreno e si trasforma in oggetto sacro, reliquia mistica da venerare.

I più fanatici imbustano le carte e poi imbustano le carte imbustate. Sui social ci si domanda se questi fedeli delle Ultra Pro Sleeves scopino con due profilattici sovrapposti, perché prendersi sifilide e gonorrea è certamente peggio che rovinare le carte di Dominion, ma ognuno è libero di amare il culto che preferisce, anche se è legittimo il dubbio che si proteggano i giochi più delle persone con le quali ci si siede al tavolo.
Ma ogni religione ha le sue piaghe e quella del gioco da tavolo ne ha tre, tre che al confronto quelle di Benigni a Palermo: siccità, Etna e traffico, sono bazzecole.

martedì 24 settembre 2024

Il bruscolino degli dei

Fatti di miele e ti mangeranno le mosche! Me lo ripeteva sempre mio padre, al quale la vita aveva spento le sigarette sulla schiena. Io preferivo dar retta a mia madre, che mi diceva «Sei bellissimo» e «Il mondo è la tua ostrica».
Quando la Mattel fece i provini per i Masters of the Universe, io mi presentai per il ruolo del Principe Adam. Ero sicuro che mi avrebbero preso, che avrei avuto il mio volto sulle banconote da cento e che le femmine di Eternia si sarebbero calate così velocemente le mutande Lovable da scheggiare il pavimento. E invece la Mattel scelse un altro, quel tizio col caschetto biondo che somigliava a Nino d'Angelo, che avrebbe potuto cantare 'Nu jeans e 'na spada 'i Greiscull.
Ma non tornai a casa in pullman con gli altri scartati al provino.
Mi presero fra le fila dei cattivi, perché mio padre era iscritto al sindacato e perché la nonna da giovane era stata l'amante di un ministro [uno importante, uno al quale, venne fuori, alcuni imprenditori avevano intestato una villa di duecentocinquanta metri quadri in Costa Rei, a sua totale insaputa].
Mi diedero una nuova pelle e una nuova identità: Whiplash il guerriero barbaro dall'aspetto di rettile, con la coda a frusta.
Il mondo non era la mia ostrica: era una cozza marcia che quando la mordevi ti trasmetteva il tifo.

giovedì 12 settembre 2024

[Pillola del giorno dopo] Due fallimenti al prezzo di uno

Nel gruppo Whatsapp "I morituri di Shub-Niggurath" si era deciso:  «Stasera niente discorsi seri».
Ma già al rosseggiare del tramonto i temi impegnati cercavano di morderci al volo come i cani i frisbee.
Per scansare un dibattito sullo stereotipo degli italiani «Solo pizza e Mandalorian», a cena con moglie e figlia avevamo scolato dall'acqua bollente e spolverato di Parmigiano gli agnolotti serissimi de La Casa dei Cappelletti di Venaria.
Due ore dopo, in un'altra casa, al tavolo con Viking, RedBairon e il Vescovo Blasfemo, mi ero opposto al fatto che, in quanto unico personaggio femminile dello Star Wars Beach Party,  (Xi'An, l'umanoide con i tentacoli viola in testa) dovessi essere proprio io a portare in salvo il bambinello, nel secondo scenario.

martedì 30 luglio 2024

I giochi da tavolo non trasformano l'acqua in vino (e neanche in caffè)

Che i giochi da tavolo non abbiano controindicazioni oggettive, a parte l'ingombro delle scatole in casa e una certa istigazione alla fuga a rotta di collo del denaro dalle nostre tasche, è cosa nota e giusta.
Ma sulla loro utilità ci sarebbe da spaccare in quattro il capello. Non parlo di ciò che è evidente anche alle pietre per grattare i duroni dai calcagni: socialità, interazione, cooperazione, condivisione di tempo di qualità, rispetto delle regole, imparare a perdere, sviluppo delle competenze matematiche e di pianificazione, possibilità di inciuciare con le femmine, che è già grasso che cola.
Ma della capacità dei gdt di salvare il mondo, di trasformare l'acqua in vino: di fare miracoli per il genere umano.

venerdì 12 luglio 2024

Giocodurismo

Come il peggiore dei mostri avevo per anni nascosto la mia vera natura dietro una porta chiusa a chiave.
Puoi entrare in qualunque stanza tranne in quella, avevo intimato a mia moglie tornati a casa dalla chiesa con ancora i confetti in tasca. Il rischio di passare per un Barbablu veniva scongiurato al tavolo da gioco: io prendevo sempre il giallo, quindi al massimo potevo passare per l'innocuo Barbazoo che parlava con gli animali nei Barbapapà.
Per anni ero stato cordiale con i vicini che di me avrebbero potuto raccontare ai giornalisti: "Salutava sempre" o "Ci regalava le albicocche del suo giardino e anche la menta che cresceva accanto alla siepe" e scuotendo il capo: "Sembrava una così brava persona..."