Fatti di miele e ti mangeranno le mosche! Me lo ripeteva sempre
mio padre, al quale la vita aveva spento le sigarette sulla schiena. Io
preferivo dar retta a mia madre, che mi diceva «Sei bellissimo» e «Il
mondo è la tua ostrica».
Quando la Mattel fece i provini per i
Masters of the Universe,
io mi presentai per il ruolo del Principe Adam. Ero sicuro che mi
avrebbero preso, che avrei avuto il mio volto sulle banconote da cento e che le femmine di Eternia si sarebbero calate così velocemente le mutande Lovable da scheggiare il pavimento. E invece
la Mattel scelse un altro, quel tizio col caschetto biondo che somigliava a Nino d'Angelo,
che avrebbe potuto cantare
'Nu jeans e 'na spada 'i Greiscull.
Ma non tornai a casa in pullman con gli altri scartati al provino.
Mi presero fra le fila dei cattivi, perché mio padre era
iscritto al sindacato e perché la nonna da giovane era stata l'amante di un ministro [uno importante, uno al quale, venne fuori, alcuni imprenditori avevano intestato una villa di duecentocinquanta metri quadri in Costa Rei, a sua totale insaputa].
Mi diedero una nuova pelle e una nuova identità:
Whiplash il guerriero barbaro
dall'aspetto di rettile, con la coda a frusta. Il mondo non era la mia ostrica: era una cozza marcia che quando la mordevi ti trasmetteva il tifo.