lunedì 18 novembre 2013

Mi faccio i solitari (e ci vedo benissimo)


Siamo soli, al Grande Tavolo. Sbandieriamo la nostra indipendenza ma siamo perennemente in fuga dalla solitudine. Siamo animali sociali alla ricerca di un cooperativo tranquillo, inconsapevoli però di essere inevitabilmente destinati al german più gelido: ore 7.00 posiziona questo, ore 7.30 posiziona quello, ore 8.00 posiziona quell'altro. Una vita di scatole e portaminuterie, un cassettino per ogni token. Nasciamo con una gruccia di api appesa sulla culla e un carillon di sottofondo, e impariamo a camminare fra i Lego e le macchinine Burago. Sembra un party game: poche regole e tante risate: impossibile fallire. Crescendo cominciamo a intuire poca longevità, nessuna idea nuova, le carte buone che vanno sempre agli stessi giocatori, e diventiamo adolescenti incazzati, e ci ripetiamo che noi no, noi non seguiremo le regole, noi cavalcheremo il fottuto Gioco, non come tutti quegli adulti che si sono arresi.
Ma siamo destinati a mosse sbagliate e turni persi, perchè non ci hanno fornito il Manuale, ecco il vero problema: siamo al Grande Tavolo, stiamo giocando, muoviamo le nostre pedine, abbiamo a disposizione un'unica partita, ma non conosciamo le regole.
Come si dice in gergo: una supposta con la sabbia.
E d'improvviso scopriamo che il cooperativo è in realtà un semi-cooperativo farcito di possibili traditori, che i soci al nostro tavolo che ci sorridono e che alzano il pollice come Fonzie, stanno sottraendo risorse al magazzino, non tante per la verità, però le stanno sottraendo e senza dirci nulla. E così abbandoniamo il tavolo, o ci alziamo noi o si alzano loro, comunque cambiamo soci. Siamo alla ricerca di un gruppo "perfetto" e perchè no: anche di una compagna capace di mettere ordine fra i nostri tokens, imbustare le carte che lasciamo in giro per casa, e non dico tutte le sere ma almeno una volta ogni tanto, prendersi cura del nostro puzzillo.
............
Ok, ho divagato parecchio (e la battuta sul puzzillo una cagata). Volevo fare un piccolo inciso sulla solitudine e mi sono lasciato prendere la mano dalla metafora vita-boardgame.
Quello che intendevo è che siamo alla ricerca di qualcuno che si sieda al tavolo con noi, di qualunque tavolo si parli.
Ma il giocatore vero è un buongustaio, una buona forchetta, un bulimico, uno che compra più di quanto riuscirebbe a giocarne in tre vite: nel suo scaffale ha giochi da 6 anche se il suo gruppo abituale è da 3, e giochi in tedesco anche se non lo parla, e astratti anche se li odia, e party games anche se la cosa più "party" che ha fatto è andare alla presentazione della nuova Grande Punto in centro a Torino.
Il "gruppo" per quanto accondiscendente e disponibile non può soddisfare a pieno la bramosia del giocatore.
E poi diciamocela tutta: farsi un solitario ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno.

Esatto: un solitario. La parola si porta dietro tutta una serie di significati più o meno sgradevoli, che vanno dal vizio di Onan e ricordi di Novella2000 nascosto dietro la lavatrice, al grigio solitario di Windows (credo il gioco più tristo del mondo dopo il campo minato)
Venerdì di Friedemann Friese invece è un bel gioco da tavolo, un titolo per un solo giocatore, e mi ha tenuto compagnia diverse sere.
Si tratta di un gioco di carte, del genere deck building, discretamente ambientato e con un livello di difficoltà settato sull'alto.

All'ora tarda di questo post sono le 00.39 e sono reduce dalla festa di compleanno di mia figlia (tre feste in tre giorni... se siete genitori anche voi sapete come funzionano queste cose: una festa a casa con i nonni, una "ufficiale" per le amichette dell'asilo e gli amici, e poi una serie di festeggiamenti e ospitate frammentari con quelli che non sono riusciti a venire alla festa ufficiale causa influenza, catarro, tosse.. mizzica sti bambini ne hanno sempre una).
Siamo arrivati a casa con gli avanzi: teglie di tranci di pizza, torta a brandelli, patatine destinate all'immondizia, oltre una serie interminabile di piatti e bicchieri di plastica e pacchi di tovaglioli sventrati.
E messo a posto tutto... quasi quasi prima di mettermi a letto, un bel solitario, che domani è lunedì e sono di nuovo al lavoro...
Giocato a Venerdì, preso bastonate, andato a letto.
Senza bastonate non riesco a dormire.
Buonanotte.

Postilla del giorno dopo: ieri durante la festa un bambino di 3 anni si è fatto la cacca addosso. La mamma mi ha chiesto aiuto nel bagno: "Me lo guardi mentre prendo il cambio?" . Il bambino correva da una parte all'altra, nudo e felice di esserlo, mentre gli altri bambini gli portavano dei pasticcini (non so se a scopo consolatorio).
Mentre lo cambiava la mamma mi ha spiegato "Era così concentrato a giocare che non si deve essere accorto..."
Giuro che l'ho invidiato.
Chissà a che gioco stava giocando. Chissà quanto si stava divertendo.
Mi piacerebbe trovare un gioco così bello e divertirmi così tanto da non accorgermi che mi sto facendo la cacca addosso.
Il nirvana.


giovedì 14 novembre 2013

Ho un Tobago nel bagagliaio (e non ho paura di usarlo)

Quando capisce che non giocheremo a Room 25, ErProsciuttaro ci rimane un po' male: "E che porti?" mi chiede deluso come un bambino che per il 25 dicembre si aspettava il castello dei Gormiti e invece ha trovato il maglione di lana. "Ho un Tobago in macchina" rispondo minaccioso. "E non ti farai problemi a usarlo, immagino" riflette lui.
Mi aspettavo un "E che mminchia è Tobago?!" che invece non arriva. ErProsciuttaro è un signore. Mi liquida con un “A stasera”. ErProsciuttaro è sempre in riunione quando cerco di contattarlo sul lavoro, e se non è in riunione sta proiettando col portatile (quindi i miei popup "Sono in scimmia da Arkham Horror!!" di Skype allietano tutta la sala corsi)
Il lavoro scorre lentissimo, sembra di essere in coda alla posta il giorno che accreditano le pensioni.
Esco dal lavoro che è già buio e quasi tenta di piovere. Un'ora e quattro telefonate dopo sono dar Prosciuttaro. Mi aspetta sullo zerbino col cordless già in mano: "Che pizza vuoi?" ,  “Acciughe rinforzata acciughe”.
Sua moglie mi accoglie in cucina e mi chiede il gioco della serata, con fiducia e un pizzico di curiosità, come un cliente affamato chiederebbe al cuoco "Mhmhmhm ma cos'è questo profumino, cosa c'è di buono stasera?".
Le dico di Tobago, le racconto del blog e che scriverò della nostra serata. Le chiedo se parlando di lei posso usare il nick: Melonia. Ride. “Per via delle tette?” io: “No, perché stai con ErProsciuttaro. Hai presente no? Prosciutto e Melone...”. Lei (continua a ridere): “Seee seee”.
Ok, non l’ha bevuta.
Aspettando le pizze ci mettiamo al tavolo e comincio a introdurre Tobago, giusto a grandi linee.
Rivisitazione (riuscitissima) del classico gioco di Isola, con gli esploratori alla ricerca del tesoro perduto (e vagamente maledetto) sull'atollo misterioso. Il tabellone è suddiviso in esagoni che riproducono differenti territori: montagna, spiaggia, fiume, lago, foresta.... Sulla mappa vengono distribuiti casualmente segnalini palma, capanna e idolo.
Il motore del gioco sono i frammenti di mappa in mano agli esploratori (l'idea è che la mappa sia stata strappata in pezzi per rendere più ostico recuperare il tesoro).
Ogni frammento infatti restringe il campo di ricerca. Nella foto le due carte scremano una grossa fetta di territorio indicando che il tesoro bianco si trova 1-su una montagna (esagoni neri) 2-entro due esagoni da un idolo di pietra. Man mano che il cerchio si restringe con nuovi indizi, si tolgono i cubetti. Una volta identificato inequivocabilmente il tesoro (solo più un cubetto sulla mappa) i giocatori vi si fionderanno sopra con i fuoristrada. A ogni giocatore che ha contribuito all'identificazione del tesoro andrà una fetta del bottino (sempre che una maledizione non gli esploda in faccia).
La partita di ieri sera è stata piuttosto lunga ma mai (e sottolineo mai) pesante. Le carte frammento richiedono una certa furbizia e un minimo di riflessione, ma il gioco è snello e permette cambi repentini di piani anche quando l'avversario viene a pulirsi le scarpe inzaccherate sul nostro zerbino. ErProsciuttaro, che in questo genere di giochi non lascia mai nulla al caso, è più volte entrato in modalità sodomita (ossia mentre faceva mentalmente i suoi calcoli su cosa muovere ripeteva "Dunque se faccio così ce l'ho nel culo...se faccio così...no, così mi inculo da solo...così forse...ecco così...no, sempre nel culo").
L'ambientazione "Isola" si sente tutta e l'interazione fra i giocatori è onnipresente (ed è il vero sale del gioco).
Facendo riferimento alla stessa foto, nella partita di ieri sera ErProsciuttaro (fuoristrada blu) aveva in mano la carta "A un esagono da una palma" che collocava il tesoro in un solo punto possibile proprio lì accanto.
Ma Melonia, che lo precedeva di turno, lo ha anticipato giocando la carta "A un esagono dalla foresta più grande" (esagono verde scuro, accanto al fuoristrada rosso), che lo collocava dal lato opposto.

La partita si è conclusa con il seguente punteggio:
50 punti - ErProsciuttaro
39 punti - DadoConLaBarba
38 punti - Melonia

Nonostante i consueti bofonchiamenti l'ha spuntata il prostatico Prosciuttaro, diluendo la lunga serie di successi di Melonia (che quando gioca in casa tende a piallare entrambi, vedi "Quarriors Lesson" prima delle ferie).
Il bilancio di Tobago quindi è tutta discesa. E' un titolo di quelli che sembrano "Nati per coinvolgere" e con la sempre ricercatissima capacità di tirar dentro per i capelli anche neofiti e mogli refrattarie ai board games.
La forza del gioco sono 4 regole semplici e il piacere che si prova giocando.
Insomma: difficile restar delusi a meno di pretendere la famosa luna.
E poi gli idoli in pietra sono fichissssimi....

lunedì 11 novembre 2013

Uova al tartufo, Nebbiolo e Intrigo a Venezia



Il miglior consiglio che mi sento di darvi, nel caso anche vostro cugino vi telefonasse un lunedì sera inoltrato per proporvi: “Venerdì cena a base di tartufo, il tartufo lo porto io. Imperativo esserci” è di rispondere un secco e perentorio: “Okay!”.
Perché ci si può permettere il “Mhmhmhm te lo dico domani” se quel pomeriggio avete già preso appuntamento col geometra che vi sta ristrutturando il terrazzo e prevedete che la cosa andrà per le lunghe, e se il programma è pizza da asporto con bottiglione di Coca in omaggio ogni 4 pizze. Ma in tutti gli altri casi, specialmente se non avete un terrazzo da ristrutturare, e considerato che i tartufi non crescono sugli alberi e neanche le occasioni da tartufo, vi consiglio di mettere un fermo CI SONO! sulla serata.
Il menù di venerdì: albese con tartufo, tajarin al tartufo, fonduta al tartufo, uova al tartufo. Con un sottofondo di Nebbiolo del 2009.
Na robbetta da gnente.

Uscito da lavoro e macinati gli ultimi km di tangenziale con l'entusiasmo del cazzo è venerdì ommidio ce l'ho fatta anche questa settimana!, mentre aspettavo moglie e figlia, ho fatto un salto al centro giochi e mi sono comprato Intrigo a Venezia. Era un po' che lo tenevo segretamente d'occhio ciondolandomi fra il lo prendo e il non lo prendo. Alla fine ha prevalso il demone del giocatore, che a essere onesti con me la spunta 3 volte su 4.
L'albese era perfetta in ogni sfumatura, i tajarin forchettati con intermezzi di nebbiolo una combo che neanche Black Lotus + Palla di Fuoco + Incanalare, mentre l'unico "Si poteva fare meglio" se l'è meritato la fonduta, un po' mortificata dalla temperatura ambiente. Con le uova il tartufo ha dato il meglio di sè, ma già lo sapevo: a mio avviso uova e tartufo sono un autoreggente su una coscia ben tornita: se credi di aver bisogno di altro devi guardarti dentro ed essere onesto con te stesso.
Al momento delle uova ho tirato fuori Intrigo e l'ho immortalato nella foto che vedete allegata, perchè mi piaceva il contrasto: qualcosa di molto costoso con qualcosa alla portata di tutti.
Naturalmente "Alla portata di tutti" è un concetto soggettivo, o meglio: una mia percezione, viziata forse dal mio essere un giocatore, quindi 14 euro per un gioco come Intrigo non mi sembrano tanti. Allo stesso modo se qualcuno mi proponesse dei biglietti per la finale di coppa Juventus - Real Madrid al prezzo popolare di 40 euro, a me che il calcio proprio manco de pezza, gli risponderei no, grazie. 
Fra i giochi che mi porto sempre dietro quando esco con moglie e figlia c'è Dobble. Lo porto per intrattenere i bambini al tavolo, perchè funziona con tutti ma proprio tutti, e riesci ad agglomerare insieme figli di amici e colleghi anche di età diverse, maschi e femmine. Eccezionale.
Ricordo che una volta al ristorante uno degli amici della tavolata mi chiese il prezzo del gioco, e al mio "18 euro" rispose con un "18 euro per.... delle carte!?!??! Ma tu sei matto!!".
Poi nell'ordine: i bambini, compreso suo figlio, giocarono a Dobble per più di un'ora lasciando tranquilli noi genitori (tanto che una delle mamme fece una foto col cellulare alla scatola del gioco con l'intenzione di comprarselo il mattino successivo). E lo stesso amico al momento dei dolci ordinò una bottiglia di passito al prezzo "popolare" di 24 euro.
Come dire "Alla portata di tutti" con la postilla "Se nelle tue corde"
Anche mia figlia quando ha assaggiato l'albese col tartufo ha commentato: "Puzza".
Per un bambino è incomprensibile che un adulto paghi così tanto una cosa così...puzzolente.
I gusti sono gusti e non tutti i gusti son tartufo.

venerdì 8 novembre 2013

Parmigiana semplice (ma efficace)



Osteria numero mille, la Parmigiana fa scintille.
Peccato sia un piatto laborioso (nella versione con le melanzane fritte, perché poi ci sono 100000 versioni) e non è che hai sempre voglia di esibirti nell’antica arte dello spadellamento selvaggio, dopo una giornata di lavoro, coda in tangenziale, prendi la bambina dai nonni e ricordati di passare dalla farmacia per il Nurofen. E a parte ciò sarà anche buona ma è discretamente un mattone, non è che puoi mangiarla 3 volte la settimana.
Un’amica con la quale scambio spesso ricette (eh sì, sono un uomo che cucina) mi ha suggerito questa Parmigiana Semplice. Si prepara in 10 minuti, è buonissima e potete tranquillamente mangiarla quando vi pare senza rimetterci il fegato.
Ingredienti: 1 melanzana grossa (o due piccole), 3 pomodori cuore di bue, 1 mozzarella, olio, sale, origano.
Preparazione: tagliate e alternate in una teglia le fette di melanzana, pomodoro e mozzarella. Sale, origano e un filo d’olio su tutto.
In forno a 200 gradi per mezzora.
Semplice ed efficace.
Provate e fatemi sapere.

Nel variegato e sfaccettato mondo dei boardgames, i giocatori hanno bisogno di scatole (mentali) ed etichette da appiccicarci sopra. E di fronte a un’offerta sempre più ricca, i giocatori sono diventati sempre più esigenti … e un po’ rompicoglioni. Quindi il filler per essere annoverato tale e in quella specifica scatola (mentale) stipato, non deve richiedere un setup che superi i 15 secondi, non più di 3 regole sputate e deve scatenare risate fra i giocatori entro il primo minuto di gioco. Altrimenti non è un filler e a chiamarlo filler insulti tutti gli altri titoli che invece se lo sono guadagnato. Se un party game non è immediato come Fantascatti o Dobble, non è un vero party game, o lo è con molti “se” e molti “ma”.
Non parliamo dei german games, del genere worker placement, categoria che amo ma nella quale il livello di fanatismo e percussionismo scrotale dei fedeli raggiunge livelli epici.
Si tratta di una vera e propria massoneria ludica nella quale gli adepti amano dar prova  del proprio palato fine recensendo e stroncando titoli su forum specializzati  perché "non davvero german”.
Quindi via di fucile a pompa contro quel tal gioco perché non ha mezzo chilo di token nella scatola, o perché dura meno di 3 ore e mezza, o perché non è così complesso nelle regole da poter essere accessibile solo da un Kasparov in acido. Finchè puntualmente spunta nella discussione il vero nerd dei nerd che raccoglie il dissenso popolare e si lancia in un’invettiva chilometrica attaccando le case editrici colpevoli di produrre giochi sempre più per “casual player” e rimpiangendo il sarkazzo polpettone pubblicato in Polonia 10 fa: gioco ostile, criptico, con 200 token monocromatici ricavati da gomme da masticare essiccate e pane raffermo. Eh, quello sì che era un titolo…
Ed è così che un gioco come Santiago de Cuba viene cassato. Cassato dagli amanti degli american perché “german”, e cassato dagli amanti dei german perché “non abbastanza german”.

E invece è un gran gioco! Gustoso, strategico anche se non cervellotico, piacevole, non banale, semplice ma ricco.
Un gioco che puoi gustarti con un amico, una Menabrera e un paio di grappette nelle budella, felice di impegnare la serata con un po’ di ciccia al fuoco, godendoti l’articolazione di una strategia che prevede raccolta di risorse e rottura di uova nel paniere dell’avversario.
Un gioco tra l’altro a meno di 25 euro.
Insomma: nessuno vi tocca la parmigiana con melanzane fritte e provola. Ma provate anche le gioie della Parmigiana Semplice.

martedì 5 novembre 2013

Jack lo Squartatore nel marsupio

La suocera dorma pure tranquilla: la pattada che vedete nella foto NON è inclusa nella scatola di Mr Jack Pocket, l'ho messa solo per creare un po' di atmosfera alla Jack The Ripper. Che poi non è una vera pattada, è una sa guspinesa, altro coltello sardo ma originario di Guspini, un coltello artigianale con manico in corno che ho pagato una mezza schioppettata. Chissà se Jack lo Squartatore aveva forgiato personalmente il suo coltello. Lo so, la domanda è leggermente morbosa, ma anche il personaggio in questione e i suoi delitti erano piuttosto fuori dagli schemi. Io per esempio preparo torte. Si, compro anche dolci confezionati, ma in occasioni speciali come il compleanno di mia figlia, la torta DEVO prepararla io. E' un rituale, e noi siamo schiavi dei nostri rituali, come ripete Dexter alle sue vittime avvolte nel cellophane.
Mr Jack Poket è la versione da viaggio di Mr Jack.Già che ci sono una precisazione: negli ultimi tempi ho visto usare con una certa elasticità il termine "da viaggio", e arrivare a definire tali anche titoli e scatole piuttosto ingombranti. Quindi vi dirò cosa intendo io per gioco da viaggio: un gioco che può entrare in un marsupio, o alla peggio in una tracolla o in un piccolo zainetto. Targi, Venerdì e Le Havre Ancora in Porto sono giochi da viaggio. Pandemia, Caylus e King of Tokyo NON sono gioco da viaggio.
Torniamo allo squartatore da marsupio.

Titolo esclusivamente da 2 giocatori, uno che andrà a vestire i panni di Jack lo Squartatore e l'altro del poliziotto alle sue calcagna, rientra nella mia personale categoria "Gioco al prezzo delle patate".
Per giochi al prezzo delle patate intendo titoli sotto i 20 euro, quindi da 19.90€ in giù.
(dai, ti aspetto al varco amico che mi scriverai nei commenti "20 euro?!?!? Ma dove diavolo le compri le patate tu?!?!?!" ).
Intendo giochi economicamente alla portata di tutti. Mr Jack Poket è in vendita a 15.99€
La partita ha una durata che varia dai 10 ai 20 minuti, difficile raggiungere la mezzora, e si articola in 8 turni.
Il tabellone è composto da 9 tessere che ricostruiscono i vicoli di Whitechapel.
Jack lo Squartatore è in fuga dopo l'ennesimo delitto, con la polizia a un niente dall'acchiapparlo. Ad alitargli sul collo ci sono infatti Sherlock Holmes, il dottor Watson e il cane Gladstone.
A inizio partita Jack pescherà segretamente la tessera personaggio corrispondente alla sua vera identità che dovrà riuscire a tener nascosta per gli 8 turni della partita (oppure può vincere collezionando clessidre).
Il meccanismo di gioco è semplice ma ingegnoso: a inizio turno si prendono i gettoni azione, che permettono di muovere gli investigatori sul bordo del tabellone, di spostare o ruotare delle tessere e di pescare carte personaggio. Entrambi i giocatori attivano le azioni (due a testa, a turni alternati) e alla fine del turno l'investigatore chiede se Jack è visibile (e lo squartatore deve rispondere).
Gli investigatori vedono lungo i vicoli, e la loro visuale può essere ostacolata solo dai muri. E’ proprio nella gestione di vicoli e muri, che si articola la sfida dei due giocatori. Nella foto sopra si nota che Sherlock Holmes (gettone rosso a sinistra) vede un solo personaggio. Il dottor Watson (gettone in alto) ne vede 2. Il cane (gettone a destra) non ne vede nessuno a causa di un muro.
Di volta in volta, negli otto turni, l'investigatore escluderà via via i sospettati.

Mr Jack Pocket è un ottimo filler, semplice da spiegare e divertente da giocare. Il prezzo contenuto e le dimensioni ridottissime della scatola ne fanno, a mio avviso, un assoluto must have per le serate in cui fuori piove, alla Tv c'è solo Miss Italia e la moglie è insolitamente ben disposta nei confronti dei board games. Il gioco mi sembra penda leggermente a favore dell'investigatore, ma apprezzo che Jack possa vincere in due modi diversi, quindi magari affinando le strategie e con un buon numero di partite alle spalle si può raggiungere l'agognato 50 e 50.
A proposito di partite. Al momento di queste righe credo di aver totalizzato una trentina di partite a
Mr Jack Pocket, con una media di vittorie che oscilla fra il 30% e il 40% pur cambiando ruolo e avversario (compresi giocatori occasioni e novizi alla prima esperienza). Il mio livello e le mie capacità di stratega si rivelano ancora una volta non del tutto eccezionali (a voler essere politicamente corretti). Da un lato questa omogenità di risultati, da Caylus a Mr Jack Pocket, mi tranquillizza: non è il gioco, sono proprio io!



lunedì 4 novembre 2013

Space Hulk Death Angel: colpirsi lo scroto con una bottiglia

Tafazzi ci si sarebbe spellato le mani.
Avere finalmente un valido motivo per potersi colpire lo scroto con una bottiglia, autoflagellarsi in pace con la coscienza e cum grano salis...
Altre sensazioni simili: la sabbia che ti rimane fra le chiappe dopo aver giocato in riva al mare e ti provoca un'irritazione che sei costretto a usare la Nivea di tua moglie, scaricare The Avenges da Emule e poi scoprire che è un porno gay, mangiare una castagna col verme dopo esser stato mezzora a sbucciarla, o ancora sulla spiaggia: una refolo di vento apparentemente innocuo ma sufficientemente cecchino da mandarti la sabbia negli occhi (e barcollando mettere il piede su una medusa spiaggiata).
Il gioco merita, e lo dico subito.
E' il genere di gioco che sono solito descrivere con "Tanta strategia in una scatoletta così piccola" . E' una cosa che non finirà mai di stupirmi: un mazzetto di carte e una manciata di token che vanno a costruire una storia, una situazione, un dungeon da esplorare e al quale sopravvivere. Compiango, e lo dico con spocchioso senso di superiorità, coloro che riescono solo a vedere le carte (di solito sono quelli che dicono "Venti euro per... delle carte?!?!?!?") e non riescono a respirare il gioco. Un po' come quelle immagini tridimensionali che riesci a vedere solo se fissi il disegno abbastanza a lungo e lo sguardo ti si incrocia. Ci sono persone che proprio non riescono a vederle.
Ma torniamo a Death Angel.
Un cooperativo di ambientazione Warhammer, con gli Space Marines in perlustrazione fra i claustrofobici condotti di uno Space Hulk infestato dai Genestealer. Per i profani: marines che devono ripulire la base dai fottuti alieni che escono dalle fottute pareti e: sì, potete giocarlo anche se non sapete una mazza di Warhammer. Nel gioco i Marines con missione "ammazza tutto quello che si muove", sono costretti ad avanzare tenendo una formazione fila indiana. I fottuti alieni escono dai condotti laterali e attaccano quindi i buoni ai fianchi.
Il gioco ha già qualche anno ma è godibilissimo... a patto naturalmente di superare lo scoglio del libretto di istruzioni (e via di bottigliate sui maroni!!). Prima dell'acquisto mi ero naturalmente documentato e i commenti negativi relativi al manualetto allegato mi avevano allertato. Ma anche allertato e mosso da buoni propositi, decifrare il manualetto non è impresa banale. Frammentario, nebuloso, poco chiaro e impreziosito anche da alcuni rimandi a pagine sbagliate. Mi ci sono volute tre sere, la lettura di un po' di forum a tema e un buon numero di video su youtube (vedi Ipad aperto sul tavolo mentre seguo passo passo una partita) per padroneggiare il tutto. 
La prima sera, dopo una sessione piuttosto lunga al tavolo e aver capito roma per toma, sono andato a letto nervoso (e la bestia immonda nel terrario accanto al mio letto, fiutando la tensione del padrone, cozzava il guscio contro il vetro, a scandire e condividere la mia rabbia come in un racconto di Poe), e la mattina successiva, davanti alla tazza di latte della colazione, ho silenziato il telegiornale col telecomando per lanciarmi in un colorito monologo contro chi produce ottimi giochi ma pietosi manuali. Mia moglie, santa donna, ha ascoltato tutto, commentando alla fine con "Quando esci da lavoro passa dal Pam".
Il mattino dopo, in laboratorio, fra schede madri del mesozoico e schede di rete di un protocollo oramai seppellito nel cretaceo, ho ritrovato l'ordine delle cose: il gioco andava approcciato, con masochismo e sacrificio, come quello che stavo per andare a fare di lì a poco: installare Windows Seven su un pentium 3.

Insomma: c'è voluto un po'. E rimane la consapevolezza che chi produce giochi ha ampio margine di miglioramento, soprattutto si dovrebbero evitare certi scivoloni proprio sul manuale (parliamo del manuale, cazzo!, non di dettagli come i meeples sfigati dell’Isola Proibita, gioco preciso e curato in ogni dettaglio, a parte gli orribili orribili meeples per gli esploratori!!!...l'ho già detto che sono orribili?).
Quindi Space Hulk Death Angel: promosso! 
Per l’orchite che vi procurerà il manuale, posso passarvi il cellulare del mio andrologo.