martedì 9 febbraio 2021

Scalpare: scotennare, togliere lo scalpo come trofeo di guerra.

Agli inizi del I millennio avanti Cristo, gli Sciti, tribù iraniche provenienti da Oriente, anche detti "popoli delle steppe", compaiono nella zona a nord del Mar Nero e nell'Asia anteriore.
Georges Dumézil

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Il rituale funebre
Una voce lo desta dal sonno. Sasreg apre gli occhi e cerca il suo pugnale. Sente ripetere il suo nome. Si alza, anche se la moglie cerca di trattenerlo nel giaciglio coperto di pelli calde.
"Sasreg!" .
Si copre il torace nudo con la corazza lamellare di cuoio, e si issa fuori dal carro.
Uryz è sul suo cavallo.
"Mi unisco al tuo lutto, Sasreg" lo saluta l'uomo.
Sasreg gli risponde con un cenno.
Uryz srotola un panno scuro legato alla sella del cavallo.
"Ti ho portato il braccio del cimmerio che ha ucciso tuo fratello".
Getta il braccio per terra. Sasreg nota che è destro, che è stato tagliato dalla spalla e che gli manca il dito più piccolo. Sul dorso molte vecchie cicatrici disegnano una ragnatela chiara. Sicuramente il braccio di un guerriero.
"La mia famiglia vorrebbe unirsi al dolore della tua" aggiunge Uryz.
"Domani sera" risponde Sarseg scendendo dal carro e raccogliendo il braccio.
"Permettimi di donarti la migliore delle mie aquile, Sarseg. Attaccherà la testa dei tuoi nemici, il loro volto, gli occhi"
"Sei un addestratore famoso, Uryz. Aspetto te e la tua famiglia domani sera, accanto al corpo di mio fratello".

Uryz annuisce.
Sarseg fa il giro del suo carro. E' grande, ha sei ruote, e ne porta attaccato un secondo, più piccolo, a quattro ruote. Sale sul secondo carro, penetra le tende di feltro pesante che proteggono dal freddo. L'odore dentro è forte, ma Sasreg ci è abituato. Riconosce nel buio i suoi cinque figli che dormono. Accarezza la fronte del maggiore, che si rigira nel sonno, senza aprire gli occhi.
Sasreg raggiunge la grande cassa in fondo al carro.
Tira via una coperta e getta il braccio in mezzo agli altri tagliati ai Cimmeri.

"Sono venuti i Circas"
lo informa la moglie mentre Sasreg si specchia nella lama della spada. La bocca non gli fa più male. Il figlio dell'indovino gli ha tolto quel dente marcio che lo faceva impazzire.
Anche una cosa piccola come un dente può fermare un grande guerriero.
Questo ha imparato Sarseg.
"Il corpo di tuo fratello è nella tenda dei Circas. Stasera lo porteranno dai Bussuis per il saluto, e poi ai Turva. I Circas hanno portato due bauli dei loro preziosi, due cavalli e tre buoi".
"Mio fratello era un grande guerriero"
"Sì, Sasreg, il più grande, dopo di te"
"Domani sera farò un annuncio"

"Quale?" chiede lei.
Lui non le risponde. Esce dal carro, monta sul cavallo e corre via.

La sera successiva sono tutti al funerale. Quelli che non sono stati autorizzati da Sarseg se ne stanno più distanti, ma sono tutti lì intorno, in silenzio.
Il fratello di Sasreg viene seppellito nella terra. Tutte le famiglie autorizzate vengono chiamate al capezzale del morto per un ultimo saluto. Sul petto del morto vengono poggiati pugnali con manico d'osso di cervo, pettini d'oro, placche per cinture, tazze d'argento, specchi in argento ricoperti di elettro, una placca raffigurante una tigre, una decina di bracciali d'oro, alcune coppe di famiglia, e un antico drappeggio da muro raffigurante un guerriero Scita trafitto da cento frecce.
Sasreg avvicina il cavallo del fratello alla fossa. Fa girare tre volte il cavallo intorno alla tomba, gli dà da bere una ciotola d'orzo e kumis, e la spacca sui suoi zoccoli. Poi perchè il fratello possa riconoscere il cavallo nell'aldilà, gli taglia l'estremità di un orecchio.
Un servo di Sasreg monta sul cavallo, e lo fa sgambare via "finchè non goccioli il sudore", perchè così vuole il rituale.
Poi Sasreg fa il suo annuncio.
Per suo fratello vuole una cerimonia funebre come quella del Re in persona.
Si leva un mormorio. Sasreg è un grande guerriero e una delle personalità più influenti della comunità, ma quello che sta dicendo è un affronto alle famiglie più aristocratiche.
Sasreg estrae il pugnale dalla cintola e si taglia l'apice dell'orecchio destro, poi si taglia i capelli, si graffia la fronte e il naso, si incide le braccia.
I parenti della sua famiglia fanno altrettanto.
"Seppellite insieme a mio fratello anche sua moglie, i suoi servitori, le armi e le coppe della sua famiglia" ordina.
I suoi guerrieri più fedeli sguainano le lame mentre si levano una serie di urla.

La sera, sotto le pelli, sua moglie singhiozza. Era amica della moglie del fratello, erano cresciute insieme, si conoscevano da bambine.
Sasreg fissa il soffitto del carro.
La sua decisione avrà delle conseguenze, pensa.
Ma il corpo di suo fratello verrà fatto circolare in tutta la provincia per quaranta giorni, e la sua grandezza sarà nota anche agli Assiri, ai Persiani e ai Greci. E i Cimmeri sapranno che qualunque braccio levato contro gli Sciti sarà tagliato.
Poi pensa alle cose pratiche: nelle prossime razzie dovrà far prigionieri nuovi artigiani per lavorare l'oro. E dovrà far maritare la sorella col figlio dell'indovino. Il figlio dell'indovino non è buono con la spada ma ha una famiglia molto numerosa. E' come per i cavalli. La consanguineità è rara fra i cavalli, riflette, c'è sempre bisogno di animali nuovi, stalloni e giumente, per far crescere il branco.
Un branco numeroso è forte.
Si addormenta.


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Per il racconto qui sopra ho attinto alle leggende, al folclore e agli eroi del popolo delle steppe riportati nel libro STORIE DI SCITI di Georges Dumézil. Naturalmente eventuali imprecisioni sulla cultura degli Sciti sono da attribuire soltanto a me.

Alcune settimane fa ho stretto un accordo con la FEVER GAMES.
Una collaborazione.
La Fever Games ha deciso di promuovere l'uscita dei prossimi titoli realizzando dei pieghevoli che recassero da un lato la scheda tecnica del gioco, e dall'altro un racconto tematico legato alla sua ambientazione.
E mi ha commissionato questi racconti.
Troverete quindi l'antefatto del racconto che avete appena letto, che vede protagonista il guerriero Sasreg, nel pieghevole del gioco PREDONI DI SCIZIA, nei centri giochi e negozi specializzati in giochi da tavolo, un po' in tutta Italia, fra una settimana.

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Predoni di Scizia

Gioco per 1-4 giocatori, di Shem Phillips, già autore di Raiders of the north sea , Architetti del Regno Occidentale, Paladini del Regno Occidentale, e Visconti del Regno Occidentale.
Livello di difficoltà: peso medio, della durata di 60-90 minuti, edito in Italia da Fever Games.
Piazzamento lavoratori con la stessa meccanica di Raiders of the North Sea [Predoni è a tutti gli effetti una reimplementazione di Raiders con elementi presenti nelle espansioni successive]: ad ogni turno piazzi un lavoratore in un'area e fai l'azione corrispondente, e poi recuperi un altro lavoratore da un'altra area e fai una seconda azione.

Il giocatore deve gestire il proprio clan di predoni: scegliere un leader, comporre un esercito e gestirlo [nutrirlo, curarlo dalle ferite in battaglia, armarlo con aquile e cavalli, esaltare i guerrieri con brocche di kumis prima della battaglia, sostituire i guerrieri caduti] e portare a termine incursioni fruttuose.
Al piazzamento lavoratori, quindi, si affianca gestione delle risorse, set collection e gestione della mano di carte.
I guerrieri sciti [e il loro leader\eroe] hanno abilità che si combinano fra loro in piccole combo.
La gestione degli animali addestrati per la battaglia, cavalli e aquile, inoltre, offre la possibilità di raffinare il proprio esercito.
Lo scopo, naturalmente, è far punti, razziando, collezionando tessere missione, raccogliendo oro e risorse varie [nota: si fanno punti anche con alcune abilità delle truppe guerriere].

Come scritto il gioco ha molti punti in comune con Raiders, essendo una sua implementazione.
Fra le differenze più interessanti: l'esercito va gestito con più attenzione, va esaltato prima delle battaglie e i feriti vanno curati.
Se con Raiders i guerrieri morti rappresentavano un male necessario e in qualche maniera la perdita veniva mitigata scalando il tracciato punti delle valchirie, in Predoni le perdite sono molto più salate e punitive.
Il giocatore ha quindi il compito di curare il proprio esercito, formarlo, equipaggiarlo al meglio, esaltarlo con le brocche di kumis, e curarlo.
I dadi ferita, quando rollano, sono spietati.
I leader, inoltre, come succede in Paladini del Regno Occidentale, danno una direzione al tipo di strategia da impostare in partita, indicando i punti di forza del clan e le combo da sviluppare.
I materiali sono molto buoni e la scatola è dello stesso formato degli altri giochi: piccola e zeppa di roba.
Le illustrazioni delle carte: bellissime.
Per quanto riguarda i difetti: il tabellone risulta un po' caotico, le icone si sovrappongono alle illustrazioni, e la sensazione iniziale è che il gioco sia più molto complicato di quello che è in realtà.
Se Raiders può essere considerato un introduttivo avanzato, con Predoni siamo di fronte ad un maggior spessore.

Come per tutti gli altri titoli dello stesso autore, anche Predoni di Scizia presenta la modalità solitario, che è quella che ho provato io in questo periodo, per cause di forza maggiore.
La modalità solitario gira bene, e l'incertezza dei dadi ferita conferisce agli scontri una nota realistica.

Per maggiori approfondimenti sul gioco vi mando al video del Meeple con la Camicia
Predoni di Scizia - https://www.youtube.com/watch?v=a8AzjupRGH8

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Una nota sul racconto "Il rituale funebre" che avete appena letto.
Nonostante il rito funebre del fratello di Sarseg sia un'opera di fantasia, per scriverlo ho attinto agli usi e ai costumi degli Sciti, riportati nel libro di Dumézil e trovati sul web.
Se il racconto vi è sembrato un po' troppo cruento [e avete pensato: "Ecco Dado che come al solito ci dà una bella pennellata di sangue"] vi invito a leggere quanto segue:

"Erodoto riferisce molte truculente usanze degli Sciti legate alla guerra. Come iniziazione militare, ogni scita doveva bere il sangue del primo nemico mai ucciso. La pelle delle mani dei nemici veniva impiegata come coperchio per le faretre, mentre altri scuoiavano il nemico e ne issavano la pelle a mo' di vessillo di guerra [...] Gli Sciti furono tra gli indoeuropei maggiormente noti quali cacciatori di teste: alla fine di ogni battaglia, ciascun guerriero doveva portare al proprio re almeno una testa nemica, così da guadagnarsi il diritto di partecipare alla spartizione del bottino di guerra; abitualmente praticavano lo scalpo ai nemici poiché possederne un gran numero equivaleva a essere un guerriero di grande abilità, tant'è che gli scalpi venivano appesi alle redini dei cavalli oppure cuciti assieme per farne dei mantelli; spesso i teschi dei nemici più valorosi venivano conservati e segati sotto le sopracciglia per farne delle coppe foderate di pelle di bue dagli Sciti più poveri o d'oro dai più ricchi."
Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Sciti

Trovate Predoni di Scizia
scontato del 10% su MagicMerchant.it
ricordate di chiedere lo scalpo cimmero grondante sangue in omaggio!


7 commenti:

  1. in tutto questo magnifico pezzo la cosa che però mi sconvolge è aver scoperto che i Cimmeri sono esistiti veramente e non sono solo nell'immaginario di Conan! grazie Andrea! :)

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  2. Bel racconto Andrea, molto storico; da considerare che la Via della Seta, per evitare la zona, allungava (tanto) il suo percorso. Parecchi anni fa, vidi una mostra nella quale, tra le altre cose , erano esposte diverse creazioni in oro dei cimmeri... altro che barbari, tanta roba! :-)

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    1. Eh, sì. Ho cercato anch'io info e materiale. Davvero manufatti incredibili, considerati gli anni e i mezzi e disposizione.
      ciao Kukri.
      Andrea

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  3. Visto il video del meeple con la camicia e preordinato Predoni. La lettura del tuo racconto e del gioco rafforza l'idea che ho fatto bene! Non vedo l'ora di riceverlo e spero ci sia anche il pieghevole con il racconto del guerriero Sasreg. Uno scita tutto d'un pezzo che fa a pezzi i nemici.
    Grazie Andrea per il tuo blog!

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  4. Complimenti per la collaborazione con Fever Games!
    Elena (Infinite Jest)

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