mercoledì 17 febbraio 2021

Il male sa vestirsi bene

Voglio raccontarvi di una città così violenta da far sembrare i peggiori bar di Caracas: Cortesie per gli Ospiti.
Una città così piccina picciò che sta  tutta in una mappa pieghevole 75x110cm, col dettaglio e le minuzie di tutte quante le strade, le piazze, i palazzi, i negozi e ivi compresi gli esercenti, e soprattutto 16, e dico S-E-D-I-C-I assassini mescolati fra la gente.
Un rapporto di un assassino ogni 60 cittadini e mezzo [il mezzo è opera dell'assassino: la testa della barista è dietro il negozio delle chitarre, seguite le mosche].

E in assenza di Clarice Starling, oramai impegnata in politica, Jack Crawford, capo dell'Unità di Scienze Comportamentali dell'FBI di Quantico, ha deciso di affidare la risoluzione dei 16 delitti, e la cattura dei 16 pericolosissimi criminali, proprio a voi.
Non avvicinatevi al vetro, non passate loro oggetti metallici nè graffette nè penne o matite appuntite, tenete la destra del corridoio.
Andrà tutto bene.

Sedici assassini significa almeno sedici vittime, e dico almeno perchè facile immaginare che fra mariti gelosi che tornano a casa da lavoro mezzora prima, e rapinatori di banche con un collant in testa e col grilletto facile, si nasconda anche qualche serial killer con la passione morbosa dei tacchi a spillo, e allora: un maniaco a piede libero e una dozzina di donne senza piedi.

Lo so: dalla copertina MicroMacro non sembrava così crudo.
La violenza di cui è intriso è abilmente camuffata, sotto disegni che sembrano usciti da un libro per far colorare i bambini.
Come diceva il dottor Lecter: "La scortesia è una deformità imperdonabile".
In questo MicroMacro ci ricorda un'importante lezione: che i mostri non hanno zanne, antenne da insetto, non girano con maschere da hockey e t-shirt sporche di sangue, e non si nascondono negli armadi o sotto i letti.
I mostri camminano in mezzo a noi, ed è quasi impossibile distinguerli.
Possono vivere nel nostro stesso palazzo e votare contro l'installazione di una rastrelliera per le bici nel cortile, durante la riunione di condominio con l'amministratore. Possono essere nostri colleghi d'ufficio, stare nella nostra stessa open space ed avere una piccola piantina grassa davanti al monitor con appiccicato un post-it con scritto HO BISOGNO DI UN CAFFE' ! Possiamo incrociarli mentre spingono il loro carrello nel reparto biscotti e merendine del supermercato, consultando un volantino delle offerte ritagliato. Possono nascondersi sotto il cappellino con visiera di quel corriere Amazon che è così gentile che viene a consegnarci i pacchi fin sul nostro pianerottolo: è una nostra impressione o mentre firmavamo ha sbirciato in casa?

Il male è suadente, ha modi garbati e un ottimo profumo.

Quando avevo 16 anni tutti i miei amici fumavano. Intendo hashish e marijuana.
Io non fumavo. Fondamentalmente perchè non riuscivo a integrarmi neanche fra gli emarginati, ero più fuori dal gruppo di Jack Frusciante con la scabbia.
Un giorno F. mi raccontò che a lui il fumo lo davano praticamente gratis. Perchè ne prendeva di più e lo distribuiva ad alcuni suoi altri amici fidati. Non usò la parola "spaccio". Mi disse che sicuramente anche nell'istituto tecnico che frequentavo io c'erano altri ragazzi che fumavano, e che mi sarei potuto facilmente mettere qualche soldo in tasca, consegnandolo nell'intervallo, se mi andava.
A me non andava.
"Parlo di fumo e maria, mica droga vera" disse prendendo le distanze "quella è merda, ci sto lontano anch'io. E comunque a scuola devi andarci tutti i giorni, no? Metti tutto già porzionato e diviso nello zaino. Dai appuntamento a questi ragazzi nell'intervallo, che ti raggiungano loro alle macchinette del caffè, e in cinque minuti hai fatto tutto".
Sembrava facilissimo. Sembrava il classico bicchier d'acqua solo da bere, nel quale era impossibile perdersi.
E poi aggiunse anche un'altra cosa.
Che c'erano molte ragazze che fumavano, e che alcune di queste proponevano altro in pagamento, invece dei soldi. Che lui spesso se ne faceva qualcuna ["Quelle fighe, eh, mica le racchie"]
Ci pensai su. Seriamente. Perchè fra tutti gli argomenti, il sesso nell'età dell'adolescenza, era il più convincente.
Alla fine risposi di no. Perchè, come detto, non riuscivo a integrarmi in nessun modo nella società, neanche in quella bassa.
F. fece spallucce: "Non c'è problema, Andre, se non lo fai tu lo farà qualcun altro".
Per un po' di tempo delle voci in testa mi dissero che avevo perso un bel treno, che non sarebbe più passato, che non sarebbe successo niente a passare un po' di fumo agli studenti, che l'avrebbe comunque fatto qualcun altro, che avevo buttato alle ortiche soldi facili e figa, che ero un coglione.

A distanza di anni ripenso a quell'episodio. A come sarebbe andata se avessi accettato. Forse non sarebbe successo un bel niente, alcuni amici distribuivano fumo nel loro giro di scuola e filava tutto liscio per quel che ne sapevo. Forse avrei davvero tirato su qualche soldo e qualche extra in natura, forse mi sarei addirittura fatto una ragazza fissa.
Forse - forse - un bel giorno F. mi avrebbe detto: "Andre ma perchè invece di fare 20 consegne piccole non ne fai una sola ma grossa? E lasci che quelle piccole se le smazzino i pischelli sfigati? Lo dico per te: invece di 20 giri ne fai uno solo. Rischi un ventesimo, non è mille volte meglio?".
Il male sa vestirsi molto bene.
MicroMacro
Investigativo atipico e originalissimo per 1-4 giocatori, di Johannes Sich, della durata variabile di 15-45 minuti [a seconda del caso] edito in Italia da MS Edizioni.
Scopo del gioco: risolvere 16 delitti o morti "sospette" [il gioco non esclude che in mezzo ci siano suicidi creativi o incidenti al limite del Final Destination].
Si gioca su una mappa gigante, che occupa tutto il tavolo. Ogni caso è rappresentato da un mazzetto di carte, che rivelate via via forniscono ai giocatori una descrizione della vittima, gli chiedono di individuarla sulla mappa, e di seguire le tracce e gli spostamenti a ritroso nel tempo per identificare assassino, arma del delitto e movente.
I casi sono molto vari e senza spoilerarvi troppo vi dico che vanno dallo scippo finito male a Ted Bundy in azione.
La mappa mostra un'intera città in fermento, fitta di mille dettagli, ed è molto utile una lente di ingrandimento per osservarla al meglio [nella scatola del gioco ce n'è solo una, io vi consiglio di procurarvene una seconda].
MicroMacro è un gioco geniale. Ecco, l'ho detto, ho usato la parola proibita.
Le storie sono estremamente dinamiche, ogni personaggio viene rappresentato più volte, e la costruzione del delitto è completa. I delitti vengono spiegati dall'antefatto all'epilogo, e spesso è possibile seguire gli assassini mentre occultano il cadavere, gettano l'arma del delitto, fuggono, o tornano al sicuro nel proprio appartamento.
Si tratta di qualcosa di veramente nuovo: non di una semplice fotografia della città, di un'istantanea congelata, ma di un'intera sequenza temporale, impressa a fuoco sulla mappa.
Fantastico.
MicroMacro è il primo gioco candidato alla seconda edizione del Premio Efesto, e per quel che mi riguarda la candidatura gli calza come un guanto monouso a Dexter.
Foto di Luca Bonora

Mi rendo conto: parole tanto entusiaste necessitano altrettanta puntualità nella critica, quindi vi parlerò chiaramente anche dei difetti.
La mappa è grande e va trattata con cura e attenzione, specie se sborda dal tavolo: piegandocisi sopra si rischia di sgualcirla, quindi massima attenzione. Inoltre spesso ci si concentra su zone molto ristrette, quindi il gioco dà il suo meglio in 2 o al massimo 3 giocatori, in 4 non c'è molto spazio e si rischia [anche] di far ombra sulla mappa [serve una buona illuminazione per giocare bene].

Detto questo: siamo di fronte a qualcosa di veramente nuovo, un investigativo originale e di personalità, 16 storie gialle raccontate su un unico foglio di carta...

Da provare assolutamente.
 

Whatsapp con Viking

Conclusioni
Ho pensato subito che mi sarebbe piaciuto  incorniciare la mappa, una volta risolti tutti i casi, magari colorare gli attori di ogni delitto con un colore diverso, per poter seguire più facilmente ogni storia, e poi farne un quadro da appendere.
Ho rinunciato all'idea, perchè si tratterebbe di un quadro veramente grande.
Ma ho scoperto che l'idea era venuta anche ad altri, e che alcuni giocatori si sono messi a colorare la città con i bambini.

Se avete spazio o un'associazione, valutate la possibilità di ricavare un'opera d'arte da un gioco da tavolo, di piantare sulla vostra parete 16 storie gialle, e di raccontare ai vostri amici ogni delitto, facendolo seguire col dito sulla mappa.

"Te lo metti in casa, fai un figurone. Io ce l'ho avuto in salotto per 20 anni, non sai quanto mi ha aiutato a me, e le serate che mi ha risolto".
Un caffè a chi azzecca la citazione senza google.

Trovate MicroMacro
su MagicMerchant.it
Nella zona L12 della mappa del gioco
trovate anche i magazzini di Magic Merchant.
L'omino ricciolo, con gli occhiali che stringe il coltello
ha un voucher code disegnato sulla maglietta
che vi consentirà di acquistare il gioco su MM col 90% di sconto.

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