sabato 14 marzo 2020

L'ultima partita prima della quarantena

Lavorando nei servizi per il settore produttivo oggi è il mio primo giorno ufficiale di quarantena, insieme a Francy, al suo terzo giorno di smartworking, e a mia figlia Luna, a casa da scuola da tre settimane. Stamattina, dopo colazione, abbiamo allungato il tavolo e ci siamo messi al computer, ognuno il suo.

Di solito, quando scrivo al computer, tengo accanto a me due tazze, con tè al limone e caffè. PepeRino e PachiDario.

La tecnologia sta dando una grossa mano a tutti in questo periodo difficile. Mia figlia riesce a seguire le lezioni insieme con i suoi compagni, Francy a far quadrare la contabilità della sua azienda, e io a fare il mio lavoro.
Dalla prossima settimana, in ufficio, ci organizzeremo con i turni con i colleghi. Perchè l'informatica oggigiorno è indissolubilmente legata alla produzione e ci sono molti computer a bordo macchina, e quando uno di questi non parte, da casa mia, col mio portatile, riesco a fare ben poco.
In questi giorni usiamo molto il computer a casa, per fare videochiamate hangout con gli amici, per chattare, distrarci, guardare video divertenti su youtube con Luna, e scrivere.

Ieri sera ci siamo collegati su hangout con le famiglie del DottorX e di Jabbaleno. Il DottorX, che lavora come radiologo in un grande ospedale, ci ha dato un po' il quadro della situazione.
Lui sta in mezzo ai malati di coronavirus tutti i giorni [la radiografia ai polmoni è uno strumento importante per identificare le polmoniti] e non fa che ripetere a tutti: uscite di casa solo se strettamente necessario, rispettate il metro fra una persona e l'altra, e seguite tutte quelle indicazioni che oramai dovreste conoscere a memoria. Lo ripete agli altri. Ma lui non può restarsene a casa. Lui, padre di due bambine di 11 e 8 anni, la più grande: la migliore amica di mia figlia, tutti i giorni va all'ospedale, entra nel reparto radiologia, con la sala d'aspetto gremita, più gente di quanta dovrebbe starcene ma non sanno più dove metterli, indossa la mascherina di carta sulla bocca e dice: "Fate entrare il primo".
Il mondo è pieno di eroi silenziosi, che combattono lontani dai riflettori, che fanno cose straordinarie in situazioni di emergenza, ai quali non vanno mai medaglie nè menzioni.

La mia ultima partita prima della quarantena.
 
Paladini del Regno Occidentale

Gioco per 1-4 giocatori, 90-120 minuti di durata, taglio: peso medio-pesante, di Shem Phillips & S J Macdonald, già autori e illustratori di Raiders of the North Sea e di Architetti del Regno Occidentale, edito in Italia da Fever Games.

La scatola è piccola ma pesante, densa di materiali: 245 carte, 50 monete, 40 segnalini provviste, 122 lavoratori, 12 segnali caratteristica, 32 officine, 28 monaci, 28 avamposti, 28 giare, 4 plance di gioco, 2 tabelloni e il regolamento.
"Paladini del Regno Occidentale è ambientato nel 900 d.C., in uno dei periodi più agitati dalla storia della Francia Occidentale. Nonostante gli sforzi per lo sviluppo della città, i villaggi in periferia sono ancora sotto la minaccia degli invasori: i Saraceni insediano i confini, i Vichinghi saccheggiano ricchezze e bestiame, e anche i Bizantini hanno rivelato il loro lato oscuro. Nei panni di uomini e donne, dovrete riunire lavoratori dalla città per difendere il Regno dai nemici, costruire fortificazioni e diffondere la fede in tutti i territori. Fortunatamente non sarete soli: dall'alto della sua grande saggezza il Re ha inviato i suoi cavalieri migliori per aiutarvi. I Paladini stanno arrivando!"
[dalla scatola del gioco].


Tapu arriva da me all'ora prestabilita, 21.30, mentre finisco di apparecchiare Paladini prendiamo il caffè, entrambi senza zucchero ma io con la grappa, e naturalmente parliamo di coronavirus. Lui lavora da casa già da un po', io continuo ad andare in ufficio a spostare macchine virtuali da un nodo all'altro, perchè la produzione continua e non ci sono ancora indicazioni.
Chiedo a Tapu dell'evento Giocatorino al Lingotto, glielo chiedo sempre, sono una scheggia infilata sotto l'unghia, una zecca attaccata al perineo, ma glielo chiedo perchè mi manca davvero, e lui con la calma di un giovanni rana, mi spiega tutti i casini organizzivi e di responsabilità che può avere un'associazione a Torino dopo la tragedia di piazza san carlo, cose alle quali i giocatori, gli utilizzatori finali e quelli come me non pensano mai, non si accorgono. Parliamo del giocare da tavolo ai tempi del coronavirus, e lui mi racconta che tutti gli eventi associativi stanno slittando fino a data da destinarsi, con diversi casini in cascata dei quali, ancora, quasi nessuno si accorge. Mi racconta tutto questo con gran serenità, come se fossero le nuove regole del gioco e noi dovessimo rispettarle e adattarci.
Mi piace la sua tranquillità.
Spiego Paladini del Regno Occidentale. C'è un bel po' di ciccia sullo spiedo, tanta roba da dire, ho passato due sere a studiarmelo e a guardarmi il video del Meeple con la Camicia, ma dalla mia ho che Tapu mangia pane e meccaniche.
Si comincia.
Ogni giocatore pesca 3 Paladini, li aggiunge alla propria mano e sceglie:
1- da giocare nel turno in corso
1- lo rimette in cima al mazzo [se lo ritroverà fra i 3 pescati al turno seguente]
1- lo rimette in fondo al mazzo.
La scelta è cruciale: il Paladino dà 2 lavoratori extra, aumenta i tracciati Forza \ Influenza \ Fede, e fornisce un'abilità del turno.
E' cruciale anche scegliere cosa tenere per il turno successivo e cosa mettere in fondo al mazzo, insomma è un'azione cardine.

Paladini del Regno Occidentale, non l'ho ancora detto, è un piazzamento lavoratori.

Tapu decide di andare di Mura, sia perchè danno punti sia perchè sono un obiettivo, e io mi incazzo una briciola, perchè volevo andarci io. Smezzo le energie sulle Officine, che messe in campo permettono di risparmiare lavoratori su molte azioni [e danno punti vittoria] quindi potrebbe scapparci qualche combo [ndr: non succederà].
Le molte scelte che offre il gioco all'inizio sono spaesanti, ci sono tante cose da tenere d'occhio, e pianificare oltre il turno in corso non è facile, è come perdere la verginità a diciassette anni con due donne insieme.
Provo a sbocconcellare i tracciati degli Avamposti e a esser probo sulle Giare. Ma un errore di calcolo in un turno mi punisce severamente, e mi ritrovo quasi a bruciare un intero turno, ad inseguire Tapu che fa incetta di carte Cittadino e Invasore, e che invece non sbaglia neanche bendato e con lo stereo al massimo.
L'interazione è bassa, ma riusciamo a pungolarci lo stesso con l'Inquisizione causata dalle carte Sospetto, e rubandoci le azioni sulle carte Favori del Re.

La partita scorre veloce, più del previsto. Inseguo, come sempre d'altra parte, sono uno abituato a fissare la schiena dei miei avversari aspettando il momento buono per il sorpasso. Ma come spesso succede [...] i miei avversari non cedono e non concedono un millimetro, corrono fino all'ultimo come se avessero il diavolo alle calcagna. Alla sua prima partita Tapu non sbaglia di una virgola, anzi infila Paladini come se Shem Phillips fosse suo cuggino di Forlimpopoli, e avessero passato la scorsa estate a Palinuro a provare il prototipo del gioco in giardino, all'ombra sotto il dehor, in sandali infradito, crema sul naso e ghiacciolo alla menta.
Fa tante cose ma soprattutto converte gli invasori [e se non li converte li sconfigge, ma solo se strettamente necessario, da dove viene questo spirito del buon sammaritano german, questa filosofia della non violenza worker placement?]
La partita si conclude con un impietoso 60-30, al quale mi attacco ferocemente contestando 2 punti per i Debiti pagati [quindi chiudiamo con un molto più dignitoso 60-32].

Quest'autore continua a darmi soddisfazioni, i suoi titoli, snelli ma piacevolissimi, dal turno rapido, sono una vera goduria.

Tapu esce da casa mia e mentre chiudo la porta non immagino - anzi purtroppo immagino - che quella sarà la mia ultima partita vis a vis, per un pezzo.

L'epidemia fuori dalla porta.
Ci siamo lasciati un paio di audio su whatsapp, con Sgananzium e Luca Sulfureo Bonora, per sapere se andava tutto bene, visto che, pur lontani, viviamo tutti in zona rossa. Abbiamo anche parlato del premio Efesto legato all'Etna Comics.
Parlare di eventi ludici, oggi, è qualcosa di strano, surreale, come costruire fortezze con liquirizie e grissini.
PLAY Modena, Etna Comics, ma anche piccoli eventi associativi come le serate del Giocatorino, anche semplicemente trovarsi la sera in casa, con gli amici di sempre, Viking, Redbairon, ErProsciuttaro e Melonia, il DottorX e Alessandra, Jabbaleno, Nico, Gabriele... sembra tutto sospeso su una corda. Un bilico di qualche settimana. Forse. O mese. Forse.

Per quel che mi riguarda continuerò ad aggiornare il blog, a scrivere. Con PepeRino e PachiDario accucciati accanto al mio portatile. Perchè scrivere mi fa star bene, mi rilassa, e ne ho proprio bisogno in questo momento.
Aspettando che le cose lì fuori dalla porta vadano un po' meglio.
In bocca al lupo ragazzi.
Stringiamo i denti.


Trovate Paladini del Regno Occidentale
che è un gran bel gioco
e che ha anche la modalità solitario
molto utile in questo periodo
su Magic Merchant

7 commenti:

  1. Noi fortunati con in famiglia tutti giocatori, ce la passiamo un po' meglio; ludici disciplinati ed abituati a rispettare le regole.
    Se vuoi, ti saluto Shem Phillips... sto ad una decina di chilometri da Forlimpopoli! :-)

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    1. Un saluto Kukri. Già ti vedo a grigliare con Shem.
      ^_^

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  2. Gran bel pezzo!!!

    Un plauso solenne al DottorX, il vero eroe silenzioso di questo momento storico (e al pari di lui tutti coloro che lavorano in quell'ambito).

    Si deve resistere, trovare strategie che aiutino a superare questo momento, occorre trovare la serenità di parlare e spiegare con i figli perchè non si possa andare a mangiare dai nonni, etc etc etc.

    Passerà anche tutto questo e più forti di prima torneremo a fare tutte le cose che facevamo prima...semmai con la consapevolezza che ci mancavano tantissimo e provare maggior piacere da esse.

    Un forte abbraccio a tutti

    Teo

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    1. Mi unisco al plauso... per il resto certo che ne usciamo, via.
      E giocheremo più forte di prima (e peraltro giochiamo anche ora, ma non proprio serenissimi).

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  3. Questo accadeva un anno e mezzo fa, il Covid ancora oggi in mezzo ai piedi. Ci siamo abituati a mascherine, Green Pass e altri amennicoli e il periodo pre-pandemia così normale, così lontano.
    Grazie Dado del passato
    Nicola

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