domenica 26 luglio 2020

Da fuori non si vedeva niente di strano

Un errore. Uno scambio di cartella, non dico omonimia che è rara e succede solo nei film ma un cognome simile al mio, magari una sola lettera diversa. Per questo mi trovo da mesi legato a un letto d'ospedale, con le cinghie ai polsi e la padella per i bisogni sotto le chiappe.
Mi somministrano dei farmaci, una pillola la mattina e una la sera, tappandomi la bocca e il naso per costringermi a ingoiare: ci ho provato in tutti i modi a non prenderle ma non c'è verso. Per questo mi sento sempre come se mi fossi appena svegliato dopo essermi scolato un'intera bottiglia di whisky, sono quelle pillole che mi rincoglioniscono.
Ho provato a parlare all'infermiera, la biondina, quella giovane, le ho detto che ci deve essere stato un errore di persona, un errore con l'anagrafica del computer, magari l'infermiera al bancone ha  sbagliato la riga Excel, ha scritto Andrea Leone nella riga sotto anzichè sopra, oppure la riga era giusta ma ha scritto Andrea Peone oppure Beone, però come diavolo faccio a dimostrarglielo se pensano che tutto quello che dico siano solo le farneticazioni di un pazzo?
Ho citato loro il famoso Comma 22 degli aviatori statunitensi: "Chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo". Ecco, una cosa del genere. Il punto è che una volta che ti hanno messo addosso la camicia di forza, magari per un errore, come fai a togliertela, come puoi convincere gli altri della tua sanità mentale?
Il dottore che viene al giovedì non mi ascolta neanche. E' uno che ha lo studio in centro, pieno di soldi, probabilmente viene qui solo perchè l'ospedale psichiatrico è convenzionato con le Asl, di quegli accordi tipo: puoi usare la struttura ospedaliera ma ti impegni a fare almeno 32 ore mensili di ambulatorio gratis.
Gli ho dato dei numeri di telefono da chiamare, quelli del lavoro, di mia moglie, gli ho persino spiegato il filesystem, come si alloca lo spazio sull'hard disk, come diavolo faccio a sapere queste cose se non sono un informatico? Niente. Se ne sta in silenzio 45 minuti chino sul notes e poi alza il naso e dice: "Stai andando molto bene, Andrea, sono stupito dei tuoi progressi, e dico davvero, stai facendo passi da gigante".
Passi da gigante una sega.

All'infermiera giovane qualche dubbio è venuto, sembra combattuta fra il credermi e il non credermi. La scorsa settimana, mentre rifaceva il letto, e io me ne stavo legato sulla sedia a rotelle davanti alla finestra, che tra l'altro la finestra è alta e ha le sbarre, da seduto non vedi un beneamato cazzo, nonostante dicano che la vista del parco rilassa i pazienti, mi ha detto: "Però alla fine dite tutti la stessa cosa, anche i tuoi compagni di stanza dicono che c'è stato un errore di persona, che non sono pazzi".
"Ma loro lo sono!"
ho protestato.
Ora: non ho vere prove per sostenerlo, Massimo e Vincenzo non sono il genere di pazzi che lanciano la propria merda in aria tipo coriandoli o sostengono di essere Napoleone Bonaparte all'Isola d'Elba, potrebbero essere sani pure loro. Diciamo che statisticamente non possiamo essere tutti sani, qui dentro, a meno di un complotto (ma io non credo ai complotti) o che l'infermiera che imputa i dati dei pazienti su excel sia una cretina con delirium tremens alle mani quando usa la tastiera del computer.

Ho detto all'infermiera giovane dei giochi da tavolo e le ho dato l'indirizzo del mio blog. Le ho citato a memoria alcuni post, scritti mesi fa.
"Vai, controlla" le ho chiesto.


Hanno cambiato turno all'infermiera. Adesso ce n'è una cicciona, che sarebbe pure gentile, ma odora sempre di verdura bollita, suppongo perchè è a dieta e come tutte le persone a dieta mangia tonnellate di verdure.

Qualche giorno fa sono venuti in clinica due tizi. Erano accompagnati dal dottore del giovedì, che per l'occasione aveva una bella cravatta nera e lime. Vincenzo è andato via con loro ed è stato fuori tutto il pomeriggio. Al ritorno mi ha spiegato che il dottore crede davvero che ci sia stato un errore di persona con lui, nell'anagrafica, e per provarlo ha fatto venire un suo amico imprenditore che ha un azienda di laminati, e Vincenzo si è fatto spiegare per filo e per segno tutto il flusso produttivo e poi gli ha illustrato come cambierebbe il sistema contabile dell'azienda, compresi gli ordini e il magazzino, migrando tutto su infrastruttura SAP.
Vincenzo è project manager di un'importante multinazionale informatica, o almeno: così racconta.
Hanno detto che verificheranno la sua versione.
Vincenzo è convincente ma una parte di me spera che sia davvero pazzo, perchè come ho detto è statisticamente improbabile che abbiano fatto tutti questi errori di persona.

Ho detto al dottore del giovedì dei giochi da tavolo, del mio blog, e che sono una specie di esperto, che ho giocato più di 2000 giochi.
Gli ho chiesto di verificare, di aprire il browser sul suo computer, che ci volevano solo 2 minuti.
Non l'ha fatto. E' uscito dallo studio e dopo qualche minuto è tornato con un cubo di Rubik. L'ha mescolato.
"Risolvilo" mi ha chiesto.
Gli ho spiegato che non sono mai stato bravo col cubo ma poi che cavolo centra con Agricola, Puerto Rico, Carcassonne, Coloni di Catan...? Cioè era come mescolare mele con pere.

L'altra mattina l'infermiera giovane ha chiuso la porta della camera e ha sussurrato: "Ho visto il blog"
Vincenzo e Massimo erano fuori, uno in infermeria, perchè è due giorni che non va di corpo, e l'altro dallo psichiatra, che gli deve cambiare le pillole.
"Il blog non viene aggiornato da mesi"
"Un po' difficile aggiornarlo da qui, non credi?" le ho risposto [ma finalmente vedevo un po' di luce].
"Ho visto le foto, nella sezione About. Effettivamente ti somiglia"
"Se per questo rasato e con la barba somiglio anche al santone dello svapo, che recensisce sigarette elettroniche su youtube. Ma i contenuti li hai letti? I giochi da tavolo. Posso citarti tutto a memoria. Ho solo bisogno di un cellulare per chiamare a casa, per chiamare mia moglie, solo quello. Ti prego" l'ho supplicata.
E' uscita dalla stanza e non l'ho vista fino al giorno dopo.

Sul letto il tempo non passa mai. Con Vincenzo e Massimo, da un letto all'altro, giochiamo ad Abaco-Zuzzurellone, un gioco di parole.

Le infermiere cambiano le lenzuola. Uno dei miei compagni di stanza l'ha fatta fuori dalla padella. Non gliene faccio una colpa, non è facile mirare con le mani legate.
L'infermiera giovane mi guarda di sottecchi.
"Il parco sotto è bellissimo" ironizza Vincenzo dal basso della sedia a rotelle dov'è legato.
"Vero, guarda quel colombo sulla panchina" ridacchia Massimo.
"Io invece vorrei recensire un gioco da tavolo a tema con questo posto" dico.
"Il titolo è Fuga dal manicomio. E' un gioco per 1-6 giocatori, di Martin N.Andersen, edito da DvGiochi. Si tratta di una serie di escape room, 10 per la precisione, legate narrativamente fra loro. Il tema è, appunto, la fuga dal manicomio di una persona rinchiusa per errore [o per altra ragione]. I giocatori sono chiamati a risolvere diversi enigmi per aprire serrature, forzare schedari, recuperare cartelle cliniche, chiavi, badge, sensori ...
La storia si snoda lentamente, fra ipotesi di complotto, dubbi sulla propria sanità mentale, tradimenti e menzogne del personale sanitario e dei propri cari.
Il livello di difficoltà è vario, ci sono enigmi più semplici e altri più complicati, comunque il livello complessivo è fra l'introduttivo e l'intermedio, e con gli aiuti chiunque, anche il giocatore scafato, può giocare e godersi la storia.
Pur trattandosi di un sistema oramai collaudato come l'escape room, con dieci scenari per dieci ore di gioco legacy [inteso che non è rigiocabile], c'è una buona aderenza fra narrazione e meccaniche. Ci sono bivi narrativi e regole coerenti con la storia [ad esempio quando esci da una stanza devi lasciare gli oggetti nella stessa, non puoi portarti dietro, ad esempio, uno schedario o un quadro].
Nel fitto panorama delle escape room usa e getta da 60 minuti, intendiamoci: molte delle quali parecchio piacevoli, Fuga dal manicomio abbandona il formato mordi e fuggi per offrire un'esperienza narrativa più corposa, disegnata per coinvolgere il giocatore per più serate, a mo'di serie televisiva.
Il giocatore rimane più coinvolto dalla storia e dalla risoluzione dell'intrico.
Un formato del genere, immagino, potrebbe essere l'ideale per le due settimane di vacanze al mare ad agosto, con l'idea di giocare un'ora a sera, senza troppi regolamenti nè setup, ed avere una bella storia da seguire e risolvere".
Finiscono di cambiare le lenzuola. Chiamano due infermieri maschi, per rimetterci sui letti.

Mi sveglia di notte.
"Che ora è?" le chiedo nel buio, riconoscendo i suoi lineamenti.
"Shhhh che i tuoi compagni di stanza non si devono svegliare" mi dice "Ho deciso di crederti, di farti fare quella telefonata, cinque minuti".
"Sia ringraziato il cielo. Devo andarmene da qui. E' stato un errore, credimi, un maledetto errore, mia moglie, il lavoro, vi confermeranno tutto"
"Dimmi che numero devo fare"
"Dammi il cellulare, chiamo io. Liberami il braccio"

Esita.
"Un braccio solo. Faccio la telefonata. Mi basta una telefonata e poi giuro, non ti chiederò più nulla e ti sarò riconoscente per tutta la vita, quando uscirò da qui ti porterò una torta fragole e cioccolata"
Esita ancora.
"Una telefonata sola. Davvero. Liberami il braccio. Ti prego. Fammi chiamare mia moglie" la supplico.

Incontro il dottore del giovedì il martedì. Indossa una cravatta blu. Tiene fra le mani una cartellina marrone.
"Ho controllato il blog che mi hai detto, Andrea, Ho scritto una mail all'autore, c'era l'indirizzo nella pagina dei contatti. Mi ha risposto. Si chiama Alessandro. Effettivamente ti somiglia, rasato e con la barba. Ha smesso di scrivere recensioni di giochi da tavolo un annetto fa, quando ha avuto il secondo figlio"
"E' un contaballe, dottore. Quel blog è mio, glielo posso provare. Posso citarle gli articoli a memoria".

"Vogliamo parlare di quello che è successo l'altra notte, Andrea?" mi chiede inforcando gli occhiali.
"Parliamone, dottore. E' come le ho sempre detto. Qualcuno mi fa fregato e mi ha rinchiuso qui. E l'ho trovato, finalmente. L'infermiera. Quella giovane. La biondina. E' lei. E' sempre stata lei. Ce l'avevo sotto gli occhi e non me ne sono mai accorto. Chi meglio di lei poteva fregarmi".
Apre la cartellina e mi mostra le foto.
Il viso dell'infermiera è gonfio e livido, il naso rotto, le narici incrostate di sangue, gli occhi tumefatti, le labbra spaccate e ricucite con filo da sutura nero. Attorno al collo ha un collare, mi pare si chiami collare di Schanz. La seconda foto è un dettaglio dei denti. I due incisivi superiori sono scheggiati, uno inferiore manca del tutto. La terza foto mostra le contusioni dei pugni sul collo e sulla schiena, macchie viola e marroni.
"L'hai massacrata, Andrea"
"E' una bugiarda. La regina di tutte le bugiarde croniche"
dico
"Le tue mani. Come ti saresti fatto quelle escoriazioni?"
"E' stata lei, dottore! Insieme all'altra infermiera, la cicciona. E' tutta una messa in scena, ma non lo capisce?! Mi hanno sedato e mi hanno lacerato le nocche. Dottore, mi creda. Mi hanno ferito le mani con un bisturi. Sono le due infermiere!"
"Basta!" grida sbattendo il palmo sul tavolo e alzandosi di scatto dalla poltrona.
"L'infermiera che hai aggredito e quasi ammazzato ne avrà per mesi. E anzi dubito tornerà mai più. Ma tu non te ne andrai mai da qui, pazzo squilibrato che non sei altro, animale che non sei altro. Sei... sei..". Crolla sulla poltrona, senza forze.
Eccolo il tassello mancante. Il dottore. Lui ha falsificato le cartelle.
Sono tutti d'accordo.

Trovate Fuga dal manicomio
su Magic Merchant
che sostiene questo blog

14 commenti:

  1. ... racconto inquietante...

    ... veramente bravo nel raccontare...

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  2. Seguo con piacere il blog di Alessandro ormai da anni, te lo saluto!

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  3. Bello, mi piace questo finale aperto a interpretazioni!
    Non so se era voluto, ma faccio notare che in Alessandro sono contenute le lettere di Andrea.
    Elena P. (Infinite Jest)

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    1. Bravissima ad averlo notato.
      E' stato uno dei miei primi pseudomini.
      ^_^

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  4. E bravo Alessandro!
    Tullaris

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  5. Storia bella pesa Andrea; fra tutte le persone chiamare la moglie... stolto! La prima indiziata su chi ti ha fatto rinchiudere.

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    1. Hai ragione.
      Ma Francy è come la moglie del tenente colombo: ne senti sempre parlare ma non la vedi mai.

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  6. Vincenzo è pazzo e il voler passare a sap lo conferma!!!!!


    WOW che storia, davvero bella.
    A quando in gioco narrativo tuo? 😉

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  7. Messo fuga dal manicomio in valigia per essere finito al mare...

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    1. Cominciate a occupare i tavolini e a ordinarmi una tonica ghiaccio e triplo limone.
      andrea

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