Sabato mattina. L'ipermercato è un parallelepipedo di cemento armato alto 20 metri, perfetto in caso di apocalisse zombie.
All'ingresso: una pallina rossa di natale delle dimensioni di un'automobile, un Babbo Natale gonfiabile attaccato a un compressore, e a lasciare volantini nei carrelli della spesa dei clienti: due elfe parecchio attempate alle quali si staccano di continuo le orecchie a punta.
La piramide di panettoni è imponente quanto quella di Giza: la base è un quadrato di 16 panettoni per lato, alta 12 panettoni.
Immagino di percorrerla trasportando sulla testa un macigno di mandorlato Balocco, e di morire schiacciato mentre Kenshiro mi corre incontro.
Nella corsia giochi e giocattoli trovo un uomo intento a leggere il retro della scatola di Battaglia Navale, con la classica espressione "Andrà bene per mio nipote di 9 anni? Sai che c'è? Io gli do anche lo scontrino, al limite vengono a cambiarselo".
Scopro, senza troppe sorprese, che i giochi che vanno per la maggiore sono le varie "fabbriche": di pennarelli, di gioielli, di tatuaggi, delle caramelle, degli slime.
Alle casse le cassiere indossano cerchietti con corna da renna e una fila di palline dorate all'altezza del petto.
Si respira la magia del Natale, tranne per il fatto che a un certo punto uno prova a saltare la fila e gli altri clienti gli strappano via la carne dalla faccia a morsi.
Compro 10 panettoni.
Arrivo con la macchina dai miei. Mio padre è già sotto, vestito col solito gilet 1000 tasche da pescatore.
"Li hai presi?" mi chiede.
Apro il bagagliaio tipo narcos.
"Eccoli. Economici ma di marca, come mi avevi chiesto"
"Quanto hai speso?"
"Quindici euro" mento. Con 15 euro non mi avrebbero dato neanche le gallette delle razioni K della seconda guerra mondiale.
Salda subito, perchè non vuole debiti con me, anzi mi chiede anche se ho bisogno di moneta per il parcheggio, io che vado sempre in giro.
Prendo i panettoni a grappoli, per i cordini, e aiuto mio padre a distribuirli ai suoi amici dei banchi del mercato: il marocchino pertica che gli regala sempre le penne, Monciccì e suo cugino del banco ortofrutta, la signora del banco bigiotteria, il formaggiaio....
Un'ora dopo sono dall'altra parte di Torino.
Il pranzo è di quelli seri, pugliesi, col soffritto già alle 8.00 del mattino.
Jetpack Joyride
Fuga dal laboratorio in tempo reale per 1-4 giocatori, per 30 minuti di durata e uno scontrino family di 24€, di Michael Golebiowski, edito in Italia da 3Emme Games. Trasposizione in scatola del videogioco per tablet e cellulari del 2011, operazione finanziata tramite campagna kickstarter.
Nella scatola: 50 tessere tracciato, 24 schede laboratorio, 17 carte missione, 16 carte gadget, 1 segnapunti e il regolamento.
Scopo del gioco: potenziarsi e scappare per primi dal laboratorio maledetto, schivando ostacoli in giro per le stanze e raccogliendo tonnellate di monete.
La partita si articola in 3 turni al termine di ognuno dei quali si conteggiano le monete raccolte, si calcolano gli obiettivi missione completati, si sottraggono i malus, e si comprano oggetti e potenziamenti.
All'ultimo turno si calcola il vincitore, che sotto le feste ha l'onore di aprire il torrone e dare il primo morso.
Al "VIA!" i giocatori iniziano la fuga contemporaneamente, pescando velocemente tessere tracciato dalla riserva e collocandole sul proprio laboratorio, facendole combaciare. I giocatori continuano a tracciare il loro percorso zigzagando fra gli ostacoli [ogni ostacolo fa perdere 3 monete] fino all'uscita.
Fra un turno e l'altro si mescolano le schede laboratorio con gli avversari, si mettono in gioco 3 nuove carte missione, e si acquistano bonus e oggetti vari partendo dal giocatore più indietro sul tracciato dei punti.
Gioco rapido da spiegare e da intavolare, setup immediato, adatto a tutta la famiglia zie carampane comprese, riesce a riprodurre con la sua velocità sia i ritmi sostenuti del videogioco che la frustrazione per non esser riusciti a schivare tutti gli ostacoli.
Jetpack Joyride non ha alcun elemento di incertezza o di caso: è tutto colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.
Dovevamo essere quattro gatti e invece fra una melanzana fritta e le scartellate col vin cotto siamo nove, come le code del gatto.
Sono venuto disarmato, solo con un Jetpack Joyride leggero nella fondina, che però arriva solo fino a 4.
"Vabbè, dai Andre, giochiamo a squadre, chissenefrega".
Lo giochiamo in 7 e vi assicuro non casca il mondo. Mia figlia diventa braccio destro di mia nipote, Francy aiuta sua sorella maggiore, e io mi incarico di spiegare carte bonus e oggetti speciali, e calcolare i punti dei livelli fra un turno e l'altro.
Il mondo resta in piedi, per pace di tutti i recensori del varicocele, come quando da bambini si giocava a Monopoli e c'era sempre un bambino a cui toccava fare la banca e si divertiva lo stesso, perchè l'importante era stare con gli amici, giocare insieme, condividere il momento.
Le orecchie a punta non cascano mai lontane dall'albero.
Trovate scartellate col vin cotto, 10 panettoni a 15 euro e Jetpack Joyride su Magic Merchant.
La citazione di Shu è commovente :)
RispondiEliminaSu Jetpack, devo dire che quasi sempre trovo un po' insulsa l'arte di adattare videogame al mondo board, salvo rare eccezioni. Questa non è un'eccezione
grazie Dado
RispondiEliminaNicola