Per ingannare l'attesa mi metto in cucina a defustellare Wendake, che finalmente è arrivato, e dal fondo della scatola urla: content: 500+ game elements!
Poco dopo arrivano.
Giacche. Gatto. Lavoro. Pizze pronte.
La teglia 1/2 cipolle e 1/2 gorgo viene fuori che è la fine del mondo. Fa venire le lacrime. Come quella puntata di Scrubs in cui muore il migliore amico di Cox.
Quella prosciutto e salame fatta all'ultimo momento con l'impasto della Coop perché temevamo che il mio non bastasse, porta a casa appena la sufficienza [e forse soltanto perché abbiamo fame]
Dopo cena ne giochiamo una a I Tre Porcellini e una a What the Fake?!
What the Fake?! è un moderno pictionary, di Walter Obert e Stefano Negro, tascabile, economico, per famiglie.
Per le regole vi invito a guardare la prima foto di questo post, che riassume tutto quello che c'è da sapere.
Si distribuiscono le carte ruolo fra i giocatori: in un tavolo da 5 ci saranno 4 artisti e 1 falsario. Si sceglie un argomento da una delle carte, ad esempio: "Nel mare".
Ognuno disegna sul proprio foglietto.
Quando finisce il tempo [io di solito imposto 2 minuti sul timer della cucina, lo stesso che uso per le pizze] si calcolano i punti dei disegni.
Gli artisti fanno 1 punto per ogni oggetto unico, ossia che hanno disegnato solo loro.
Il falsario fa 1 punto per ogni suo disegno identico, nel soggetto, a quello di almeno un altro artista.
What the Fake?! è un gioco che sembra arrivato qui con la macchina del tempo direttamente dagli anni '80, semplice che si spiega in 11 secondi netti, di quei titoli che noi gamers duri e puri tendiamo a cassare preventivamente, per quella puzza sotto il naso che tipicamente ci contraddistingue [io per primo].
La verità è che ogni tanto uno di questi giochini, una volta intavolato, ci riporta indietro nel tempo e ci mette con le spalle al muro, costringendoci a riflettere su concetti quali umiltà e snobbismo ludico.
What the Fake?! con la sua scatolina poco più grande di un pacchetto di caramelle fa serata, e miete consensi fra i più piccolini, nonostante occorra applicare qualche house rule per renderlo fruibile dai 5 ai 99 anni [io ne applico sempre due: 1-scelgo io gli argomenti, pescando fra quelli più facili 2-do 2 minuti di tempo e non metto il vincolo dei 3 disegnini a testa].
Quando un bambino con una matita incontra un gamer gradasso con un blog.
Ieri sera alla definizione "Cose che si lanciano" io nel ruolo di FAKE ho disegnato i classici boomerang, frisbee, giavellotto, palla, dadi, pallina di carta nel cestino...
L'altra mamma al tavolo ha astratto il concetto disegnando una linea d'abbigliamento, una sfida, una campagna promozionale.
L'altro bambino di 7 anni: il telecomando del televisore, un paio d'occhiali, il dentifricio, l'iPhone 7 del papà... [ha inteso: tutti gli oggetti piccoli che lui potrebbe lanciare].
Teglie di pizza e giochi da tavolo su Magic Merchant
"...disegnando una linea d'abbigliamento..."
RispondiEliminaMa "l'altra mamma" cos'aveva fumato?? :)
Una foto delle teglie, anche vuote, ci stava. Dado imprevidente e goloso.
RispondiEliminaOgni tanto mi distraggo dal vero obiettivo ^_^
Elimina"Quando un bambino con una matita incontra un gamer gradasso con un blog."
RispondiEliminaPensavo finisse peggio ahah!
E' finita con una matita piantata nel palmo.
EliminaNon l'ho scritto per pudore.