Struttura in seno del Lingotto, trasformata da segmento Fiat in centro commerciale dello struscio, con negozi brillocchi dello shopping e adolescenti a farsi le fusa, l' 8 Gallery ospita storicamente l'evento ludico torinese, giunto questo weekend alla sua ottava edizione.
Parcheggio la macchina nel seminterrato, raccolgo dal bagagliaio la borsa ikea con i giochi da scambiare, ed entro a colletto alto perchè tira un ventaccio.
Mi accolgono i profumi delle boutique e delle ragazze tirate il sabato pomeriggio, i faretti dei negozi di cristallo e i display degli smartphone portati al guinzaglio.
Lo struscio del centro commerciale fiancheggia i tavoli, con i meeple-boys del GT che cercano di dragare il traffico, come una rete messa di traverso alla corrente. C'è un po' di comprensibile diffidenza fra i passanti, che si schermiscono preventivi: "No, grazie, ho già Telecom 20mega e non cambio".
Circa 700 i posti a sedere per giocare, 40 i dimostratori a snocciolare regolamenti uno dopo l'altro, oltre 300 i titoli messi a disposizione per chiunque abbia voglia di fidarsi a giocare una partita senza obbligo di acquisto nè cambio di gestore. I ragazzi del Giocatorino ce la mettono proprio tutta: mangiano panini in piedi e ballano sulle punte per tenersi la pipì, pur di continuare a spiegare giochi ai curiosi.
E' il festival del volontariato ludico, della mano sul cuore, manca proprio solo la famosa fettina di culo.
Alla mia terza volta al Giocatorino, per la terza volta non riesco a centrare l'evento come si dovrebbe, e a rosicchiarmene solo un pomeriggio.
Finite le strette di mano fra vecchie canaglie, si organizza un tavolo zingaro con Walter Obert, Tuxx di Monster in a Box, e Francesco Testini, che ci mancano solo Fidel, Paco Pena e Ivana Spagna, per far la compagnia briscola.
Si va in scena con ELFENLAND, gioco per 2-6 giocatori della durata di una 60ina di minuti.
Si tratta della ristampa di un classico di Alan Moon, l'autore di Ticket to Ride, che nel 1998 ha vinto lo Spiel des Jahres, nella nuova edizione rimasterizzata dalla Giochi Uniti con core ed espansioni.
Walter Obert naturalmente lo conosce già, ci ha giocato una partita nel '99 alla sagra del bagnun di Segno e pioveva a dirotto (quando ti siedi al tavolo con Walter, facile che lui cominci a raccontarti di quella volta che con Bruno Cathala hanno giocato a Stone Age dopo una ciaspolata a -20° sul Monviso, o di quando con lui e Faidutti hanno improvvisato un gigantesco Lupus in Tabula con i passeggeri del terzo e del quarto vagone del treno per Borgio Verezzi: Walter è una miniera di aneddoti ludici).
Nonostante le illustrazioni fantasy e l'elfa cavalcadraghi sulla scatola che sembra promettere rollate infinite di dadi sulle note dell'inno nazionale americano, Elfenland si rivela un german nudo e crudo.
Scopo del gioco: visitare le molte città del regno sparse per la mappa collegate da sentieri di diversa natura (deserto, pianura, bosco, montagna, fiume, lago) per raccogliere i cubetti città del proprio colore.
I terreni possono essere attraversati solo da specifici mezzi di trasporto (carretti troll, draghi, zattere, maiali giganti...), al costo di 1 o 2 carte.
A inizio partita vengono draftate le Tessere Territorio e refillate le carte Trasporto. I giocatori dovranno crearsi, sulla base di quello che hanno in mano e di quanto draftato in chiaro dai propri avversari, dei percorsi di raccolta cercando di ottimizzare il più possibile i passaggi, e guastando i piani altrui.
Cerco subito di individuare il nemico più pericoloso al tavolo. Walter è pagato come favorito, dopo la Obertata a The Golden Ages della scorsa estate, ma anche Tuxx, con quel suo basso profilo dell' uomo dell'Allegro Chirurgo, mi puzza di truffatore e venditore di fontane di Trevi. L'anello debole sembrerebbe Francesco Testini, con il quale mi sono già seduto al tavolo un paio di serate, ma che non sono ancora riuscito a inquadrare.
"Inizia tu, Dado" mi sorride proprio Cesco, con gli occhi teneri di un Bambi.
Walter, naso della vecchia scuola, scuote la testa: Non ti fidare
Si comincia.
Drafto abbastanza bene e prendo il lato nord-est della mappa, seguito a distanza dal lemme Cesco, mentre Walter e Tuxx si spartiscono l'occidente e il passaggio del Gottardo. Il primo turno fila in sostanziale parità di cubetti. Poi nel secondo Bambi cava fuori gli artigli e comincia a costruirmi in mezzo ai piedi, costringendomi a cambiare strada per non sprecare l'intero turno. Riesce a congiungersi anche con un pezzo di strada di Walter, e in un turno va in vantaggio +4 cubetti su tutti gli altri. Dal terzo inseguiamo il cerbiatto d'acciaio, scoprendo anche che la mappa è più impervia del previsto.
Qualcosa rimonto, in qualche modo, ma Cesco è sempre sul pezzo, cala sempre il trasporto perfetto.
La partita finisce 60 minuti dopo, come promesso sulla scatola. Vince Francesco +2, seguito dal sottoscritto, terzo Walter e quarto Tuxx.
Un gioco che non dimostra gli anni che ha, veloce da spiegare, indipendente dalla lingua, giocabile sia come introduttivo (livello di difficoltà: ticket to ride) che a farsi male fra gamers maligni.
Da riprovare sicuramente.
RADIO WEB
Nel pomeriggio mi ritrovo insieme a TeOoh delle Recensioni Minute, ai microfoni della radio web ImprontaDigitale, per una piacevole chiacchierata in doppia.
Nella mezzoretta on air io e TeOoh riveliamo finalmente quanti soldi prendiamo fra blog e vlog, quanto ci pagano per fare quello che facciamo (io prendo il doppio di quanto prendevo lo scorso anno, TeOoh ha addirittura triplicato).
Podcast.
THE BLOODY INN
I Giullari mi tengono un posto al caldo al loro tavolo. Passiamo i giochi da una borsa all'altra, mi consegnano Amerigo (che si sono scarrozzati sul camper da Essen a Torino per farmelo avere a 30€) e un Emporio rosso sostitutivo per Terra Mystica (che avevo perso).
Al tavolo con noi anche RedSkin, goblin veterano dalla cotenna german, e Viking, in leggero ritardo ma anche lui attrezzato con la sua borsa di titoli da scambiare (nota: si è finalmente preso Broodwar, quindi so già cosa giocheremo a Natale).
Al ballottaggio sul cosa giocare, puntiamo su Zena, che dovrebbe scalare a 5, ma non troviamo un cristiano che ce lo possa spiegare (i dimostratori sono presi d'assalto dai giocatori, pure la riccia alle nostre spalle sulla quale un po' confidavo).
Il GiullareBarbuto ci apparecchia THE BLOODY INN, che però scala solo a 4: "Io intanto mi studio Zena"
A inizio turno le vittime inconsapevoli vengono fatte accomodare nelle stanze e poi i giocatori iniziano l'allegra tonnara depredando, uccidendo e seppellendo tutto ciò che respira (okay, la sto facendo più macabra di quello che è).
Le azioni possibili sono: corrompere, uccidere, costruire un edificio e seppellire il cadavere (sotto l'edificio).
La meccanica, tutta di carte, è piuttosto intuitiva: per uccidere un ospite di livello 3 occorre "scartare" 3 carte, ma se fra le scartate c'è l'assassino, quella carta torna in mano. Idem le altre azioni, il concetto è sempre: se fra le carte scartate ce n'è una della stessa classe dell'azione che si andrà a compiere (corrompere, uccidere, costruire un edificio, seppellire un cadavere), quella carta tornerà in mano.
Visto che l'unica a conoscerlo è la Giullaressa, provo a seguire la sua partita. Corrompo e uccido tale quale a lei, anche se la copia, non riesce mai come l'originale.
Il Vikingo gioca bene: inganna, uccide e seppellisce come un figliol prodigo della famiglia Manson, mentre io e RedSkin ci mostriamo serial killer da disney channel, che non riuscirebbero neanche ad affogare un gattino nel latte.
Terminiamo la partita velocemente, per non lasciar troppo fuori il Barbuto.
Gioco con bellissime illustrazioni e con tema molto originale. Da riprovare.
POKER DI SCARAFAGGI
Si è fatta una certa e non c'è più tempo per Zena, quindi ci facciamo un paio di giri a Swish (sempre nel mio zaino) e a Poker di Scarafaggi, gioco semplicissimo di bluff e menzogne, scoperto lo scorso Weegl e comprato 24 ore prima a G come Giocare.
Il mazzo è composto da 64 carte insetto, suddivise 8 per tipo fra ragno, mosca, scorpione, rana, cimice, topo, scarafaggio e pipistrello.
Una volta mescolate e distribuite, il giocatore di turno ne offre una coperta dichiarando uno degli insetti. Il giocatore che riceve la carta può o azzardare il vero \ falso, oppure guardarla e ripassarla, confermando o smentendo l'animale.
Chi sbaglia, gira la carta di fronte a sè.
Perde il primo giocatore che colleziona un poker di 4 insetti uguali.
Giochino super semplice (replicabile anche con un mazzo di carte napoletane) ma molto divertente giocato fra amici balordi. Le illustrazioni scara-scara-faggiose mi hanno fatto venir voglia di comprarmi anche le altre scatoline della serie della blatta.
Si è fatta l'ora.
Prima di andarmene mi avvicino a Tapu, giocatore piuttosto conosciuto nel settore, colonna portante del GT nonchè uno dei burattinai che tirano i fili dell'evento.
Io: "Allora, che ne dici, Tapu, un po' un flop l'edizione di quest'anno, eh?!".
(non è vero, naturalmente, ma cerco di provocarlo)
"Flop, Dado? Secondo i miei numeri" mi mostra il cellulare "Guarda: siamo in linea con gli anni scorsi, anzi, abbiamo addirittura aumentato il numero dei...."
"Dicono che a 'sto giro l'avete fatta fuori dal vaso" insisto "Un tuo collega del Giocatorino - e non c'è bisogno che ti dica chi - mi ha detto che la vostra macchina organizzativa è un colabrodo"
"Mhmhmhm secondo i miei dati abbiamo tutti i tavoli coperti dai dimostratori, anzi copriamo le richieste con largo scarto di..."
Niente. Non raccoglie le provocazioni, non reagisce al sospetto di delatori nel gruppo, non si incazza: è come prendere a pugni un prosciutto.
Non c'è gusto ad attaccare chi non se la prende.
...è stata una edizione talmente flop che quando siamo passati domenica pomeriggio non c'è stato verso di trovare un buco per sedersi a giocare nemmeno tentando la corruzione dei babbani chini sui loro introduttivi! :P
RispondiEliminasarà per la prossima edizione...bello, bello,bello :)
Patrizia
...e un reportini su G come Giocare non me lo fai? La prossima volta portaci la pargola, dai :)
RispondiEliminaAl prossimo giro vengo con la piccola. Questa volta abbiamo un po' peccato di poca informazione, io, Vik e Chris, arrivati col pugnale fra i denti aspettandoci un evento hardcore.
EliminaIncasso il mea culpa.
@Dado Crittico,
RispondiEliminaposso chiederti qualche considerazione più approfondita su The Bloody Inn?
In particolare: interazione, incidenza della fortuna, durata della partita, ripetitività delle meccaniche?
grazie!
Pippino
Ciao. (considerazioni dopo una singola partita, magari possono integrare iGiullari se sono in zona ^_^)
EliminaInterazione: buon livello - si possono uccidere praticamente tutti i personaggi, sia quelli più remunerativi per sè che per gli avversari (a parità di skill, nella camera degli avversari per toglier loro la "rendita", per quanto piccola). Inoltre si possono seppellire i cadaveri sotto le case degli altri, mossa che può dare molto fastidio se ci sono poliziotti in giro.
Incidenza della fortuna: discreta - sul refill dei clienti ad ogni turno bisogna fare i conti con le pescate. Direi comunque non fastidiosa.
Durata della partina: direi fra i 40 e i 60 minuti a esagerare
Ripetitività delle meccaniche: è un deck building particolare, che richiede un po' di rodaggio. Sì, ci sono solo 2 azioni a turno, cosa che limita un po', però credo possa avere una discreta longevità.
Per me il gioco funziona.
Comunque non era il Monviso ma il Bianco (Cathala è di quelle parti). WO
RispondiEliminaEh sempre grandissimi i volontari del giocatorino, ogni anno riescono a migliorare il successo dell'anno precedente!!
RispondiEliminaThe bloody inn mi incuriosisce , soprattutto per il suo stile.
Viking ha preso Brood wars, eh chi lo tiene per i prossimi 2 mesi......
Redbairon
A proposito di scarafaggi, mooolto più spassosa "l'insalata", almeno se piace annodarsi i neuroni nel tentativo, che spesso fallisce, di non dire la parola sbagliata potendo scegliere tra solo 4... Da non fare dopo aver bevuto anche solo un po'
RispondiEliminaUgo