giovedì 19 agosto 2021

GiocAosta: non ci hai fatto niente

Il GiocAosta non abbassa la testa. E a un anno dal gran casino rimonta il suo famoso tendone giallo. Come a dire: "Embè? Guarda che non ci hai fatto niente".
Gli attori ci sono tutti. Scafandrati dietro le loro mascherine chirurgiche, muniti di green pass, con le mani così linde e sterili che si potrebbe organizzare un mega cous-cous con tutti i volontari e poi un torneo di tuca-tuca e pure una pantagruelica grolla dell'amicizia.
Ad ogni angolo totem di boccioni di disinfettante e squadroni di volontari che girano per i tavoli nuclearizzando ogni centimetro.
Pur nel cuore di agosto l'evento ha registrato numeri da record.
Oltre a nutrite file di giocatori navigati e occasionali, non sono mancati addetti ai lavori, editori, autori, blogger, vlogger, illustratori. C'è stata l'occasione per provare prototipi e anche nuove uscite.

Tutto perfetto o quasi [dico quasi perchè la ristorazione della città non è sembrata sempre così flessibile - ma qui sono gli esercenti che probabilmente non hanno ancora capito numeri e affluenza di questo giga-evento].
Un evento ludico che fa scuola in presenza e che, si spera, possa indicare la giusta rotta da seguire.
Complimenti.

lunedì 9 agosto 2021

Il mio posto in squadra

RedBairon stava fumando una Nazionale senza filtro appena oltre la porta di sicurezza con il cartello Porta allarmata! Usare solo in caso di emergenza! Il Vikingo aveva appena fatto saltare il tappo alle bottiglie di Icnusa sul nostro tavolo usando l'accendino [un trucchetto che gli aveva insegnato un condomino del suo stesso complesso, uno simpatico secondo Vik, ma sospettato di rubare la posta nelle buche lettere degli altri]. Io stavo attaccando bottone con una delle organizzatrici dell'evento ludico, che aveva il rossetto nero sulle labbra e un mangiamorte tatuato sull'avambraccio.
"Se passate il turno siete in finale" disse la ragazza consultando un tabellone A3 scritto a pennarello "Avete lo scontro diretto con i Leoni di Arcore. Sono forti"

lunedì 12 luglio 2021

Lisciar la coda al diavolo

Due anni di filmati registrati di nascosto col mio telefono cellulare e riversati in un hard disk da 2 Terabyte, per un totale di trecentodieci ore di video di partite ai giochi da tavolo.
"Non ho visto tutto, naturalmente" ammette inforcando gli occhiali Francesco S., medico anestesista all'ospedale ******* di Torino "Ma ho visto abbastanza".
"Come gli viene in mente a uno di fare l'anestesista, nella vita?
" gli chiedo.
"Masochismo, credo. Sono cinque anni di Medicina e Chirurgia, più realisticamente sei anni, visto che è quasi impossibile finire fuori corso. E poi quattro anni di specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore. Poi un annetto di tirocinio in medicina d'urgenza, e un annetto istituzionale a leccare culi ai primari. Devi odiarti nel profondo per farti tutto questo"

mercoledì 30 giugno 2021

Anna delle medie

Erano anni che non ripensavo ad Anna delle scuole medie, compagna di classe e per un brevissimo periodo anche di banco, della quale ero innamorato cotto. Erano gli anni duri dell'adolescenza ed io ero così timido e imbranato che non riuscivo a guardarla negli occhi, e alle numerose feste raccontate da Elio e le Storie Tese nella canzone "Tapparella", a casa dei compagni delle medie, quando si ballavano i lenti e io capitavo con lei, mani inchiodate sui suoi fianchi, cuore a mille, io tenevo gli occhi fissi sulle piastrelle del pavimento.
Un paio di settimane fa, 32 anni dopo l'ultima volta che l'ho vista [oggi ho 47 anni e una barba sale e pepe in cui il sale ha preso il sopravvento] l'ho sognata.

martedì 22 giugno 2021

Dado non paga il sabato

Erano gli ultimi giorni di primavera di quello che sarebbe stato ricordato per sempre come l'anno della Rai contro Fedez, e anche del vaccino per il coronavirus, e già si intravedeva, fra le grandi labbra di giugno, la testolina di un'estate neonata, fradicia e umida che ci avrebbe tenuti svegli la notte fino ai primi di settembre. Era il martedì seguente un giovedì, e io, il Vikingo e RedBairon tornavamo al centro di comando della NEMESIS psicologicamente pronti a prender schiaffoni e pure a porger l'altra guancia.
Dalla prima disastrosa partita avevamo imparato delle cose. Che gli alieni non uscivano soltanto dalle fottute pareti ma da ogni maledetto pertugio, compreso il troppopieno del bidet Pozzi Ginori. Che per quante premure e passi felpati ci mettevi, appena ti muovevi facevi rumore, e gli alieni se ne stavano con le antenne dritte e ti sgamavano SEMPRE esattamente come tua mamma quando tornavi tardissimo la notte. Che le artigliate infette e inferte dagli alieni facevano malissimo, tipo lo zoccoletto Scholl in legno della mamma, per restare sul tema.

lunedì 14 giugno 2021

Che cos'è Ludisburg

Incontro Alfredo una domenica pomeriggio calda come una padella dimenticata sul fuoco, mentre sono al Parco Dora con la bici pieghevole. Gli passo accanto, Alfredo mi riconosce e mi saluta con un "Ciao Dado".
Freno.
Non che andassi così veloce, eh...

Alfredo è al parco con il piccolo Andrea, anche lui su una mini bici, e con la moglie Sara che invece si porta dietro un bel pancione col secondo figlio.

mercoledì 9 giugno 2021

La parola dimenticata

Da bambino mi ammalavo spesso. Raffreddori, bronchiti, otiti, malanni stagionali, non mi facevo mancare nulla: se c'era mezzo virus nell'aria, io lo prendevo prima di tutti gli altri.
Avevo già allora l'animo del collezionista.

Il mio cortile era una "L" di cemento senza un filo d'erba ma con molte pozzanghere di olio dell'officina meccanica che ammucchiava bidoni e pneumatici.
Noi ragazzini ci stavamo bene.
Tutti delle case popolari, anticipavamo il concetto di car-sharing andando in 2 su una bici: uno sulla sella e l'altro seduto sul volante [se era un ragazzino piccolo] o in piedi su due ramponi avvitati alle ruote posteriori [se era grande].
Quando arrivò la moda dei pattini a rotelle ci volle un po' per averne un paio a testa.