Mi rendo conto che è poco credibile che io sia di nuovo qui ma con un familiare diverso, che è molto più verosimile che mi sia invaghito di quell'infermiera sudamericana con gli zoccoli azzurri del dottor Scholl, e che la stia stalkerando con la complicità dei miei genitori.
Contorto, sì, ma statisticamente più probabile.
Ricordo di aver visto una serie tv, una di quelle che per far più paura scrivono a caratteri cubitali ISPIRATO A UNA STORIA VERA, anche quando quel ispirato è usato con parecchia creatività, come se dicessi che IL SESTO SENSO è ispirato all'infanzia del Mago Otelma, nella quale un serial killer uccideva con la complicità della madre.
Entro nella sala d'aspetto riservata ai familiari e scopro che ci sono gli stessi distributori di caffè che abbiamo in ufficio, quindi posso usare la chiavetta che ho attaccata al moschettone dello zaino. Strano come il cervello si concentri su alcuni dettagli. Come un marocchino con le mani tempestate di anelli, un occhio completamente cieco e l'altro storto, che si regge su un bastone magro come le sue gambe, che mi si avvicina con una banconota da 10 euro: non ho da cambiare, ma il caffè gliel'avrei offerto comunque, visto quanto è male in arnese. Oppure la ragazza molto in sovrappeso che fino a poco fa continuava a tormentarsi i denti con le dita, e che adesso si è addormentata sulla propria giacca appallottolata. Il tempo viene scandito dalle telefonate delle altre persone in attesa nella sala. La centralinista più attiva è una settantenne pugliese, seduta a cinque seggiolini dal mio, che: 1- usa il vivavoce 2- sta informando tutto il tacco d'Italia delle condizioni del marito 3- quando non telefona guarda i video su TikTok (col vivavoce).
Entro al Pronto Soccorso alle 7.30 del mattino e torno a casa alle 19.00. Per mezz'ora non faccio cifra tonda: 12 ore. Mia madre resta in ospedale per accertamenti otto giorni, in un reparto che non c'entra con i suoi problemi respiratori ma non ci sono altri letti disponibili.
Gli otto giorni sono lunghi. Logisticamente un inferno. Passo i primi senza dire niente a nessuno. Al peso del momento si aggiunge il carico del dover raccontare, interagire col prossimo, ripetere ogni volta le stesse cose, identico copione di mio padre ma per mia madre. Mi piacerebbe avere l'equivalente dell'abbonamento del pullman, da mostrare quando qualcuno mi chiede: «Come sta tua madre?» o «Come sta tuo padre?» o «E tu come stai?». La tessera abbonamento, accuratamente plastificata, recherebbe solo la frase: «So che vuoi essere gentile, ma davvero: sto meglio se non mi chiedi niente».
Il Vikingo non c'è, esco con Red e il Vescovo Blasfemo.
Il Vescovo è l'ultimo acquisto della banda, fatto entrare nel gruppo con due voti a favore e uno contro (lo dico perché so che legge). Entriamo al Magic Lair e troviamo un tavolo libero durante una prerelease di Magic.
LE 5 TORRI
Gioco di carte per 2-5 giocatori, di Kasper Lapp, edito da Ghenos Games, della durata di 20-30 minuti circa.
110 carte, prezzo 13€ circa.
Scopo del gioco: accaparrarsi, attraverso un'asta secca, le carte del mercato, e tirar su 5 torri, di fronte a sè, cercando di ottenere più punti vittoria degli avversari.
Le regole sono semplici: le torri vanno costruire dal basso verso l'altro, con numeri che vanno a decrescere.
Alcune carte speciali consentono di manipolare l'ordine decrescente, ad esempio la carta 9 può essere posizionata sopra qualsiasi numero (vedi torre beige) mentre sopra la carta 8 posso posizionare qualsiasi numero (vedi torre rosa).
È possibile rimuovere carte precedentemente piazzate, ma pagando molti punti di penalità.
A fine partita si fanno punti per ogni elemento della torre + 1 punto per ogni elemento della torre più alta + 1 punto per ogni elemento delle torri col "tetto" (il numero 0, vedi torre verde).
Gioco d'aste spietato, nel quale bisogna forzare le prese ed esser pronti a pagare qualcosa per rubare carte agli avversari. Lascia continuamente la sensazione di restare indietro e dover correre.
A mio avviso un gioiellino.
SEA, SALT & PAPER
Gioco di carte per 2-4 giocatori di Bruno Cathala, edito da Cranio Creations, della durata di 30 minuti circa.
64 carte, prezzo 13€ circa.
Autore decisamente noto per questo gioco di carte a tema "Mondo del mare in forma di origami".
Scopo del gioco: collezionare più punti degli avversari attraverso un sistema di set collection.
Lo ammetto: trovo che la meccanica del set collection sia stata spremuta fino alla buccia, negli ultimi anni, quindi mi sono approcciato a Sea Salt & Paper con parecchia diffidenza, aspettandomi l'ennesimo gioco-clone nel quale "qualunque cosa fai ottieni punti". Ma SS&P ha dalla sua un elemento di corsa che mi è piaciuto. Collezionate le carte per ottenere punti e combo, appena guadagnati almeno 7 punti ogni giocatore può: 1- dichiarare lo stop (e tutti fanno punti per le carte giocate) 2- lanciare la sfida dando ancora agli avversari un turno di gioco (e in caso di vittoria, il giocatore che ha lanciato la sfida otterrà più punti).
Al di là delle combo per coppie di carte, affiancate al classico set collection o "tutte le carte pinguino valgono 1 punto", l'elemento corsa rende il gioco teso, esplosivo e imprevedibile.
C'è anche un altro modo di vincere, ovvero collezionare tutte e 4 le sirene.
Insomma un gioco di carte ben fatto, con partite serrate e sempre diverse, che possono finire in qualsiasi momento.
TRIO
Qualche sera dopo vado a trovare i Giullari. Saluzzo è distante 70km da dove sto io, a Torino nord.
Alberto e Valentina mi fanno provare TRIO, gioco di carte che ho sempre evitato perché trovo bruttina l'illustrazione della scatola e banale il titolo (io sono notoriamente un impulsivo).
Si tratta di un gioco di carte per 2-6 giocatori, di Kaya Miyano, edito da Ghenos Games e della durata di 15 minuti circa.
Dentro la scatolina, al prezzo di 13€, appena 36 carte.
Scopo del gioco (nella sua modalità Speziata, a mio avviso la più interessante delle due previste): realizzare 2 tris connessi o realizzare il leggendario tris di 7. Distribuite le carte, ogni giocatore le ordina nella propria mano in ordine numerico crescente. Poi il giocatore di turno sceglie se tentare di comporre il tris scoprendo le carte dal centro del tavolo o chiamandole dalle mani dei giocatori potendo però far solo rivelare o la più bassa o la più alta.
La memoria svolge un ruolo determinante: ricordarsi più alta e più bassa degli avversari e quello che probabilmente sta nel mezzo, sono la chiave della vittoria, ma naturalmente conta anche la fortuna.
Bel family e piede di porco adatto a scardinare la diffidenza di qualunque nongiocatore.
Dimissioni
"Eccolo che arriva, puntuale come le zanzare d'estate, 'sto barbone che continua a presentarsi al Pronto Soccorso ogni volta con un familiare diverso.
...
Stamattina si è presentato al box all'ingresso, ha detto che oggi dimettono sua madre, che ha bisogno di una sedia a rotelle per andare a prenderla su in reparto. Scusa che non stava in piedi: un reparto che non c'entra niente con i problemi respiratori. Beh, Salvo, quando ti lascia il documento segnati il nome, così lo cerchiamo su internet e magari facciamo una segnalazione alla Polizia, perché non è credibile, dai, è chiaro che gli piace Valeria, quell'infermiera del Pronto che somiglia a Ilary Blasy da vecchia. Oppure gli piace la cioccolata: Taina, la sudamericana. Una delle due.
...
Rieccolo che viene fuori dal sotterraneo, spingendo una donna sulla sedia a rotelle, con una borsa Ikea piena di roba sulle ginocchia. Che forse quella donna non è neanche davvero sua madre, è un'attrice, anzi sono tutti attori che lui paga per stalkerare Valeria.
Perchè non è credibile, dai!"
Un abbraccio.
RispondiEliminaTullaris
Bellum Para
RispondiEliminaCome si dice a Modena, "tieni a botta".
RispondiEliminaÈ brutto vedere i propri genitori che ti invecchiano davanti agli occhi, con tutti i problemi che ciò si porta appresso.
RispondiEliminaSii saldo.
Ma continua ad avere a portata di mano la valvola di sfogo.
Un abbraccio virtuale.