domenica 10 settembre 2023

Quell'uomo allo specchio

Agosto 2023. L'asfalto tremola dal caldo. Alla radio ripetono di bere molto, di non uscire nelle ore più calde e di non mangiare la peperonata. Parcheggio la macchina, spengo il quadro girando la chiave e prendo coraggio. Devo attraversare il cortile che mi porterà in ufficio. Zero ombra: non dico una tettona ma manco una tettoia o uno stramaledetto albero. Percepiti: un cespuglio secco rotolante, uno scorpione nascosto nella sabbia e due serpenti a sonagli in attesa sotto un sasso.
Oramai transito da una zona d'aria-condizionata all'altra: macchina, ufficio, supermercato. Frequento gli amici solo se dotati di split, altrimenti posticipo a dopo l'estate: mi dispiace, comprati un pinguino, il pinguino è il vero amico dell'uomo, altro che il cane.
I colleghi a lavoro mettono il fuori sede alla mail ed evaporano come l'acqua nel bicchiere, e fanno tutti la stessa battuta: Vado al mare, dovrei starci due settimane, ma se riesco non torno. Loro dicono "torno" e io capisco "forno". Sono fuori forma e si vede: di solito capisco "porno".

Finchè un giorno mi scrive Tommaso d'Aquino, collega dal nome inventato col quale avrò scambiato 12 parole in 12 anni, con la scrivania molto distante dalla mia, che mi chiede un passaggio in macchina per tornare a casa: l'altro collega che lo porta di solito è già partito per il mare (dovrebbe starci due settimane ma forse non corna).

SHARDS OF INFINITY
La sera vedo Viking e RedBairon, a casa di Viking solo perchè ha uno split che genera una galleria del vento che Pininfarina ci studia le carrozzerie.
Red cava di tasca la scatola: "Gioco di Deckbuilding, Dado, e non rompere i coglioni".
I soci sanno che non sono un grandissimo fan dei giochi di deckbuilding, perchè richiedono dedizione, e io non ho mai tempo nè voglia. Però Viking ha comprato l'acqua tonica, ha tirato fuori i cubetti di ghiaccio dal freezer, e le coppette fissate sull'asta dell'anemometro in cucina vorticano così tanto che potrebbero trasformare il latte in panna, con un minimo Art Attack.

Shards of Infinity è un gioco di carte competitivo di Gary Arant e Justin Gary per 2-4 giocatori, della durata di 30 minuti circa, edito in Italia da Darkalamaro \ Mancalamaro.
Scopo del gioco: creare un mazzo efficiente, eliminare gli avversari e rimanere l'unico muzzuno in gioco.
Il plot è quanto di più classico: ogni giocatore comincia con un set di carte base. Nel proprio turno un giocatore può comprare carte dal mercato per modellare il suo mazzo, accrescere il proprio livello di Padronanza e infliggere danni agli avversari.
Sulla carta Personaggio di ogni giocatore (il suo Avatar) sono indicati 2 parametri:
- punti salute (finiti i quali è cocente game over)
- livello di Padronanza.
Il level up dalla Padronanza permette di accedere a nuovi effetti delle carte (infliggere più danni, innescare combo più potenti).

Cominciamo a giocare, modalità "Vince chi ammazza l'avversario alla sua sinistra" anche detta: "Ho visto lei che bacia lui", quindi io bersaglio Red che bersaglia Vik che bersaglia me che alla fiera mio padre comprò.
Complici un paio di scelte azzeccate, il mio mazzo comincia a macinare danni a pioggia su RedBairon, che sfoga la propria frustrazione sul Vikingo (stranamente fuori forma).
Red si difende bene grazie a marcantoni che assorbono gran parte dei miei attacchi. Va peggio al Vikingo-Mandingo, al quale il mazzo prende a girar bene così tardi da non impensierire manco un opossum.
Vince Red a 1 solo punto vita prima che infligga 93938484 danni.
"Questa l'avresti dovuta vincere tu, Dado"
"Allora stappa un'altra Schweppes, Vikingo".
Gioco sullo stile di Star Realms, ma secondo me addirittura un gradino sopra. Le carte scombano come il prosciutto col melone, come un gatto acciambellato al fondo del letto d'inverno. É fluido, violento, esplosivo, e si fa giocare con un piacere paragonabile allo schiacciare le bolle del pluriball.
Shards of Infinity sta in una scatola piccola (ancora più piccola se volete renderlo tascabile e accettate di sostituire le schede personaggio con un post-it), e costa 22€. E io ve lo stra-consiglio, e già che ci siete prendetevi subito anche l'espansione, perchè il gioco vi prenderà così tanto che vorrete pure quella.

Chi è quell'uomo allo specchio

Il mio primo istinto, quando Tommaso d'Aquino mi ha scritto per chiedermi il passaggio, è stato rispondergli: ma che cazzo vuoi, ci incontriamo nel corridoio e manco mi saluti, e ora che hai bisogno mi cerchi?
Insomma il caro e vecchio: ti ricordi di me solo quando hai bisogno?
Ma poi ho pensato che non mi costava quasi niente, Tommaso d'Aquino abita vicino a casa mia, avrei allungato solo di qualche minuto.
Quindi gli ho risposto di sì.
Quando ci siamo incontrati, all'uscita, nel parcheggio, dopo la camminata sotto il sole, ho notato che saliva in macchina con una certa difficoltà. Perchè Tommaso d'Aquino non so di preciso quanti anni abbia ma non è giovane, anzi credo sia vicino alla pensione. E poi che piegava la gamba aiutandosi con la mano.
Mi ha spiegato che aveva un'ulcera vicino al polpaccio (e me l'ha mostrata) e a me è sembrata un'ulcera diabetica, come quella che era venuta a mia madre. E i diabetici sono sempre a rischio amputazioni.
Dopo averlo accompagnato, tornando a casa, ho pensato a quel mio primo istinto, di rispondergli: ma fottiti, ti ricordi di me solo quando hai bisogno? Era un pensiero legittimo ed era la verità: io e lui non interagiamo mai. Ma accompagnarlo a casa non mi è costato davvero niente, e intendo NIENTE, 5 minuti di cambio di rotta, un tempo simile a quello che impiego per scendere a buttare l'immondizia o aspettare che l'acqua si scaldi nel bollitore, quando mi preparo un tè.
Alzarci tutte le mattine alle 6.00 per andare al lavoro, la tangenziale bloccata di macchine e il solito coglione che sfreccia in corsia d'emergenza e la polizia non lo becca mai, gli esami in ospedale prenotati fra un anno che ci costringono ad andare privatamente (posto disponibile: il giorno seguente), il tizio del quinto piano che non paga le spese condominiali, il politico che aveva una villa intestata a sua insaputa... le "cose della vita" per utilizzare un termine ombrello dispregiativo e populista, tendono a inaridirci. A sfiancare ogni buon proposito. Ma dobbiamo resistere.
Per poterci ancora guardare allo specchio domani.

Trovate Shards of Infinity su MagicMerchant.it
che sostiene questo blog

6 commenti:

  1. Una volta esistevauna cosa chiamata empatia... ora, in clamoroso ritardo, dichiarata "Specie Protetta".
    Poi, all'improvviso arriva l'acqua (in Romagna) e tutto cambia e ti accorgi che della gente, non avevi capito un ca22o!

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    1. La gente può stupirti. Nel bene o nel male.
      La domanda è: in che squadra voglio stare io?
      Ciao Kukri!
      Andrea

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  2. Questo mi ha steso. Perché io lo avrei, sì, caricato in macchina, ma lasciato dall'altra parte della città...

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    1. Sentimento più che legittimo.
      Non sono un santo. E il fegato è finito (me lo sono già mangiato da un pezzo).
      L'importante è scegliere lucidamente. Se sì o se no. Lucidamente. E non scegliere in base alla pazienza (che faceva da contorno al fegato ed è bellamente finita pure lei).
      Ciao ^_^
      Andrea

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  3. Ah adesso tiri fuori l'empatia. Bravo, bravo.
    Quando si è trattato di spezzare in due dei poveri meeple innocenti però non ti sei tirato indietro...
    Bravo, bravo.

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    1. Sono un uomo ricco di contraddizioni.
      E ho masticato più meeple io che labrador pantofole.

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