36 anni fa la giraffa, l'ultimo animale rimasto, chiudeva il cancello dello zoo al Parco Michelotti di Torino, in Corso Casale, e se ne andava portandosi via la chiave.
Noi, i bambini torinesi, ai quali avevano spiegato che gli animali soffrivano in quelle gabbie ristrette, che la chiusura era per il loro bene (e noi che amavamo lo zoo eravamo delle piccole merde egoiste), ma che presto sarebbero cominciati i lavori di ammodernamento, e che lo zoo avrebbe riaperto i battenti più grande e più bello di prima, restavamo fuori, con le lacrime a rigarci le guance e le mani strette alle ringhiere.
«Hanno firmato in 2000 per farlo chiudere» sospirava mia mamma, che da Mirafiori Sud mi portava allo zoo prendendo due pullman, casalinga senza patente ma molto pragmatica, che aveva già intuito che non l'avrebbero mai più riaperto.
Perchè gli animali non hanno lo stesso appeal degli elfi e delle spade laser. Sono come una scatoletta di Simmenthal quando a tavola ci sono le lasagne.
Non lo dico io, lo dicono i numeri: Wingspan a parte, non ci sono molti illustri predecessori nelle zone alte della classifica.
E senza cercar lontano, Ark & Noah, gioco del 2012 dal nome molto simile, pieno zeppo di animali fino all'orlo, ottimo nelle meccaniche di piazzamento lavoratori e gestione risorse, cattivissimo nell'interazione, titolo validissimo, era finito velocemente nel dimenticatoio, penalizzato proprio dall'ambientazione.
Ma contro ogni pronostico l'agile scimmietta ha schivato zampate e deiezioni.
E mentre scrivo queste righe Ark Nova sta in 4° posizione della classifica assoluta, sotto mostri sacri come Gloomhaven, Pandemic e Brass Birmingham.
Un vero Underdog.
Termine che contiene al suo interno la parola "cane" (altro animale) e che significa "Sfavorito".
Ark Nova
Eurogame a tema "amministra il tuo zoo" per 1-4 giocatori di Mathias Wigge, per giocatori esperti, della durata di 90-120 minuti abbondanti, dipendente dalla lingua (200 carte scritte) edito in Italia da Cranio Creations.
Scopo del gioco: essere a fine partita il giocatore che ha costruito lo zoo più efficiente (aka: fatto più punti).
Nel proprio turno ogni giocatore amministra le 5 azioni disponibili (sotto forma di carte) che si potenziano man mano che NON vengono utilizzate, scorrendo a destra verso i moltiplicatori: 2X -3X - 4X -5X.
Ark Nova è un gioco tattico e strategico, di pianificazione, con costruzione di motore e combo fra le carte.
Nonostante un'innegabile dose di fortuna legato all'uscita delle carte, in ogni turno si riesce sempre a combinare qualcosa. Fra le carte, tutte uniche, non c'è mai la singola bumba che se giocata fa partita, ma una serie di sinergie e inneschi da trovare e montare dal proprio lato del tavolo.
Le plance sono asimmetriche ma non si percepiscono vere disparità nella disposizione dei simboli e l'interazione in partita è davvero bassa (limitata ad accaparrarsi per primi certe carte \ posizioni). La simbologia è molto ricca e ci vuole qualche turno per assimilare tutto.
E' anche una corsa. La partita termina quando i due segnalini che corrono in direzione opposta, si incrociano. Chiudere la partita non garantisce la vittoria al 100% ma ci sono buone possibilità.
Come è noto io, il Vikingo e RedBairon andiamo lunghi pure sul pari e dispari. Quindi con Ark Nova abbiamo bellamente tirato l'alba.
Le mie occhiaie da panda ringraziano.
Non ho trovato difetti evidenti in Ark Nova: funziona molto bene ed è innegabilmente un gran bel gioco, di quelli che alla fine ti fanno guardare la plancia e compiacere per quanto hai costruito.
Ma se dovessi scegliere fra lui e Barrage non avrei dubbi: dighe e turbine tutta la vita.
Noi, i ragazzi dello zoo di Torino
Del vecchio zoo "popolare" al Parco Michelotti rimangono solo le foto, che il tempo ha decolorato.
La struttura non ha più riaperto e negli anni sono fioriti (altrove) moderni parchi "amici degli animali", il genere di parchi equi e solidali dove l'ingresso costa 30€ a testa, dove nell'area piscina puoi affittare lettini e ombrelloni, al bar (fatto di tronchi) trovi il succo di frutta senza zuccheri nè coloranti nel cartone riciclato a 4€, e all'uscita devi obbligatoriamente passare per lo Shop dove puoi comprare il peluche del leone a 19.99€ o ritirare le foto che ti hanno scattato allo show dei rapaci (5€ a foto).
Forse lo zoo al Parco Michelotti era davvero un "lager" per gli animali (così fu definito dai giornali). Ma la sensazione è che l'alternativa sia un prodotto ben confezionato per stare in pace con le coscienze e continuare a fare business sugli animali. E nel nome degli animali giustificare qualunque prezzo.
I torinesi, pur metalmeccanici d'estrazione, non sanno aggiustare, quando qualcosa non funziona non perdono tempo a ripararlo: lo buttano.
Concordo, gli animali stanno bene solo quando non sono costretti da spazi limitati anche se ampi......però beato te che hai le foto da bambino a colori anche se sbiadite....io le ho in bianco e nero, sono proprio anziano !
RispondiEliminaBellissime e fuori dal tempo certe foto. Mi fa effetto vedere mia madre così come non ricordo di averla mai vista (ero davvero piccolo).
EliminaCiao
Andrea
Il pezzo mitico dell'articolo: "... Sono come una scatoletta di Simmenthal quando a tavola ci sono le lasagne."
RispondiEliminaTornando al gioco (che non ho mai provato) ha fatto più o meno la fine di New York Zoo ( https://boardgamegeek.com/boardgame/300877/new-york-zoo ) che per carità, non un capolavoro, ma un family meritevole di maggior attenzione e successo.
Certo che scontrarsi con "Barrage"...
Per quanto riguarda gli zoo ed i parchi con animali, ammetto di essere un talebano; non li ammetto sotto nessuna forma; ci sono i documentari!
Ed eri pure un bel bambino! :-)
RispondiEliminaEro un bambino curioso e chiacchierino.
EliminaVolevo diventare uno scienziato.