lunedì 14 novembre 2022

Per pagare e per morire

E' quasi sempre per i soldi e quasi mai per il principio. Lo so: triste come un vecchio attore che non lavora più e che all'improvviso rivedi in televisione in una pubblicità dei prestiti.
Ma con il principio non ci paghi la spesa, anche se giuro che ci ho provato: quando il cassiere ha finito di passare la mia roba sul nastro e ha annunciato: "Sono ventotto euro. I bollini li vuole?" io gli ho risposto che ero un uomo di specchiata integrità che non era mai sceso a compromessi, nè che fra il bianco e nero si era mai rifugiato nel comodo e deresponsabilizzante grigio, e che quindi avrei pagato la spesa con quello: il mio sonante principio [e: sì, avrei preso i bollini, stavo puntando alla griglia-bistecchiera professionale in pietra]. Non sono riuscito a pagare con quella valuta neanche i pomodorini piccadilly, che contavo di fare al forno gratinati e arraganati. Piuttosto il cassiere era disposto ad accettare il pagamento tramite bancomat, addirittura senza aggiungermi l'euro di commissione.


L'integrità è una moneta che tutti celebrano ma che nessuno vuole in pagamento.
Lo sapeva bene mio nonno, che mi raccontava che grandi uomini del passato hanno spostato le montagne e scardinato le porte dell'indifferenza col piede di porco del principio, gente come i Beatles, che nel 1964 rifiutarono di esibirsi in Florida e in qualunque altro posto applicasse la segregazione razziale, ma sempre lui, mio nonno, pur rispettando tutte quelle leggende, viveva padroneggiando le sacre pergamene del: frega il prossimo tuo appena riesci, e se vedi qualcuno in difficoltà: ficcagli una botta in testa e derubalo. Approfittati degli altri prima che gli altri si approfittino di te.
Era un sognatore, mio nonno. Del genere Freddy Krueger dopo una cofana di peperonata.

Ma guasconerie e pulcinellate a parte, vendere e comprare non sono il male nè Beelzebub nè Nyarlathotep, ma attività quotidiane e imprescindibili nelle nostre vite, e anzi la nostra stessa sopravvivenza è legata al saper gestire e convertire le nostre risorse nel modo più efficiente possibile.
E se esistono giochi che mettono gli uomini di fronte a scelte morali, costringendoli a riflettere sul proprio allineamento ["Vado a prostitute con ancora il seggiolino Chicco di mio figlio agganciato al sedile posteriore, però: no al DDL ZAN!"], ne esistono altri che perfezionano le capacità di mercanteggiare, valutare con ridotti margini di errore, azzardare, contrattare e bluffare.
Un gioco da tavolo che sarebbe molto piaciuto a mio nonno, che aveva una pessima opinione dell'arte e che se fosse vissuto abbastanza sicuramente si sarebbe riconosciuto nell'iconica frase: "Il mio falegname con 30 euro la faceva meglio", è MODERN ART.
Del maestro Reiner Knizia, del lontano 1992 [sì, ha 30 anni!] per 3-5 giocatori, della durata di 60 minuti circa. Negli anni il gioco è stato ristampato in diverse edizioni, anche portatili: quella che ho io, che vedete in questo post, è della Asmodee - CMON.
Il tema centrale attorno al quale ruota MODERN ART è il commercio di quadri d'autore [Daniel Melim, Manuel Carvalho, Rafael Silveira, Ramon Martins, Sigrid Thaler, Tonino Mutandari]: i giocatori impersoneranno direttori di diversi Musei intenti a procurarsi, comprare e vendere quadri.

La meccanica centrale del gioco è l'asta, declinata in 5 maniere differenti:
1- Asta aperta [rilanci infiniti]
2- Asta a offerta singola [ogni giocatore dispone di UNA singola offerta al rialzo]
3- Asta nascosta [i giocatori possono effettuare UNA SOLA offerta segreta - vince la più alta]
4- Asta a prezzo fisso [il banditore stabilisce un prezzo, chi è disposto a pagarlo si aggiudica l'opera]
5- Asta doppia [vengono messi all'asta DUE quadri dello stesso autore, con una delle quatto modalità d'asta precedentemente elencate.
Si giocano 4 round. Alla fine di ogni round, dei 5 autori presenti, si contano i 3 più rappresentati [ossia i più acquistati dai giocatori], che ottengono i gettoni 10-20-30 mila dollari. I giocatori vendono tutti i quadri collezionati nel round.
I gettoni 10-20-30 rimarranno sul tabellone, e si sommeranno ad altri gettoni degli altri round [per fare un esempio: ogni quadro di un autore che avrà ottenuto i gettoni 30-20-0-30 -> verrà venduto a 80 mila dollari].

Pur con 30 anni sulla pellaccia, in barba a tanti giochilli moderni che nascono, vivono e infine muoiono fra una Play Modena e l'altra, Modern Art riesce ancora a mettere i giocatori di fronte a scelte difficili. Anzitutto cosa offrire dalla propria mano, cosa non offrire mai e cosa conservare per i turni successivi. Mettere all'asta diversi quadri del medesimo autore permetterà di incassare e farne salire il valore nelle brevi distanze... ma potrebbe favorire anche altri giocatori nei turni seguenti. Inoltre le diverse aste verranno ingaggiate in maniere molto differenti [in alcune potreste rivelarvi più sagaci e in altre meno; potreste essere bravi a far sballare gli altri con continui rilanci, oppure azzeccare l'offerta più alta sprecando il meno possibile, o ancora forzare la chiusura del round con l'asta doppia...].

Modern Art è un capolavoro del suo genere, è un saggio della meccanica d'asta, una summa, un esercizio, un approfondimento. E' un'esercitazione di analisi, un titolo didattico per aspiranti game designer, un filo di rasoio sul quale camminare in bilico con le proprie convinzioni e certezze.
Una doverosa raccomandazione. A dispetto della semplicità e delle quattro regole che lo fanno girare: in Modern Art è facile perdere [quasi] tutto.
Modern Art non teme di punire i giocatori che si fanno prendere machismi, cielodurismi e rilanci all'ultimo sangue per dimostrare chi è il vero capommerda, che non sanno fermarsi quando dovrebbero.
Modern Art è una maestra che a fine anno ti boccia per il tuo bene, perchè non sei ancora pronto.

Succede così anche nei rapporti umani. Devi scegliere quanto investire, quanto esporti, quanto rischiare.
Cerchi di annusare gli altri al tavolo, di capire il loro gioco, quante monete, lacrime e facce di bronzo nascondono dietro il siparietto, se stanno bluffando o fanno sul serio.
A volte i guadagni sono immediati a breve termine, a volte si tratta di investimenti a basso rischio ma che rendono sulle lunghe distanze.
Giocando affini la tua capacità di analisi. E cominci a schivare le fregature.
Non riesci mai a schivarle tutte, non sei Muhammad "Sigmund Frued" Alì.
Ma molte sì.

Trovate Modern Art
su MagicMerchant.it
e se ascoltate me vi prendete questo classicone
questa pietra miliare per gdt, pietra ollare per pizza e pietra pomice per calli
che non può davvero mancare in collezione

3 commenti:

  1. Un autentico giocone... e detto da uno che proprio Knizia non apprezza!
    O.T. Dado, complimentoni per il nonno filosofo! :-)

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