domenica 20 marzo 2022

40 anni dopo Baron Karza

Torino, piazza Madama Cristina, Fiera del disco e del fumetto usato.
Le dita guantate di mia figlia corrono fra le copertine dei 33 giri nello scatolone ROCK AND ROLL '70.
"Cosa stai cercando?" chiede l'uomo dall'altra parte della barricata di vinili.  Una lunga sciarpa gli gira attorno al collo come un pitone. Siamo a metà marzo ma il freddo è ancora quello di gennaio.
"Alladin Sane di David Bowie" risponde lei.
"Hai orecchio" annuisce lui "Di solito le ragazzine della tua età di mi chiedono Ariana Grande".
Lei ridacchia, un po' imbarazzata un po' orgogliosa.
Lascio moglie e figlia a scartabellare fra i 33 giri, e mi sposto dal lato della piazza, dedicato ai fumetti.

"I micronauti..." mormoro incredulo.
"Eh, sì" annuisce l'uomo dietro la bancherella di giocattoli, avvicinandomi una rastrelliera zeppa di sacchetti di nylon etichettati.
"Force Commander, Baron Karza, Emperor, ci sono anche i cavalli... quanto costa Baron Karza?"
"Baron Karza 70 euro completo con la scatola. La scatola è molto rovinata, te lo dico subito, il polistirolo è mezzo sbriciolato. Oppure 40 euro il Baron Karza senza scatola"

Me lo rigiro fra le mani. E' pesante. Piacevolmente pesante.
"Se non sei un collezionista, anche quello senza scatola è tenuto molto bene" mi spiega "le sfere in metallo non sono ossidate"
"Non sono un collezionista. E' solo per tornare indietro con la memoria"
"Quello che vogliono tutti, tornare indietro con la memoria. E io sto qua per questo".

Negli anni '80 avevo un negozio di giocattoli sotto casa. Si chiamava Casa della Plastica, nome che oggi, negli anni di Greta Thunberg, terrebbe lontani parecchi clienti. In fatto di giocattoli la Casa della Plastica era tutto il mio universo, il mio orizzonte, quando la pubblicità in televisione diceva: "Solo nei migliori negozi di giocattoli" io pensavo alla Casa della Plastica.
Frequentavo la scuola elementare quando arrivarono i micronauti: Force Commander e Baron Karza. Io e gli altri ragazzini del cortile stavamo col naso appiccicato contro la vetrina immaginando scontri leggendari. Erano altri anni e altri portafogli, e toccava aspettare il compleanno, il Natale o la promozione scolastica per averli.
Rispetto agli altri ragazzini io mi sentivo un po' più sfigato: la mia madrina mi regalava solo roba utile come maglioni, calzettoni e giacche a vento. Mia madre tastava i tessuti e osservava meravigliata "Questo è bello caldo" oppure "Questo è cotone, tiene caldo e fa respirare" oppure "Gli stivaletti col pellicciotto interno! Ringrazia la zia!". Per me erano regali sfigati. I vestiti non contavamo come regali. Io li avrei vietati!

Io Baron Karza me lo sognavo la notte e nelle chiacchiere da cortire spiegavo che doveva essere molto più forte di Force Commander, al quale bastava tagliare quei bocchettoni d'ossigeno attaccati al casco, per farlo morire asfissiato.
Finchè un giorno arrivò.
Baron Karza. A casa mia.
Insieme a Emperor, che arrivò un anno dopo, fu il mio giocattolo preferito.
Sono passati 40 anni e il ricordo non mi abbandona.

Compro il Baron Karza senza scatola, 40 euro per i 40 anni che sono passati senza scalfirlo mi sembra onesto.
Raggiungo Francy e mia figlia, che ha un sorriso grosso così.
"Che ti sei presa?" le chiedo
"American Idiot dei GreenDay, disco doppio. E il libro Get Back dei Beatles, c'era il 50% di sconto"
"Tu sei preso qualcosa?" mi chiede Francy.

Estraggo Baron Karza con solennità e lo mostro al mondo come il sigillo dello Shogun Mitsukuni Mito.
WONDER BOOK
Gioco da tavolo cooperativo che sin dal suo esordio, ha fatto un gran parlare di sè, per 1-4 giocatori, di Martino Chiacchiera e Michele Piccolini, illustrazioni di Miguel Coimbra, edito da DvGiochi.
Sono andato a Milano per l'anteprima e ne ho già scritto QUI - e tutti i recensori italiani più famosi ne hanno già parlato - quindi non mi concentrerò troppo su regole e dettagli tecnici.
Si tratta di un gioco a scenari, una bella storia corposa e ricca di colpi di scena, spezzettata in 6 capitoli, e che ruota attorno a un libro popup 3D irto di linguette da aprire, cassetti da far scorrere, passaggi segreti, trabocchetti, rimetta a posto la candela e tricchi tracche e ballacche.
L'intro ricorda un po' La storia infinita, anche se in Wonderbook è un intero gruppo di ragazzini a trovare il libro magico e a finirci dentro.
Le regole per incominciare a giocare sono semplici e anche piuttosto tradizionali: attraverso i punti azione puoi muovere, attaccare, raccogliere\interagire con oggetti, usare la tua abilità. Nuove regole vengono implementate, spiegate e integrate nel gioco col proseguire della storia che - se non lo si fosse capito - la fa sempre da padrona.
Le regole sono talmente secondarie rispetto all'esperienza che offre Wonderbook e all'immersività della storia, che potreste anche in parte sbagliarle [ad esempio giocare con soli 2 punti azione invece che tre, o dimenticarvi di attivare un turno dei nemici, o usare male le abilità personaggio] e trovare lo stesso il gioco bellissimo.

Wonderbook è un gioco nuovo e originale [è attualmente fra i candidati del Premio Efesto 2022] che ha vinto la difficile sfida dell'arma a doppio taglio dell'innovazione [chi tenta di innovare si prende sempre la sua bella dose di rischio]. E' così ben realizzato sotto tutti i punti di vista che si fatica a trovargli un difetto. I materiali sono ottimi, l'albero 3D originale e interattivo, le meccaniche sono tante, divertenti e mai frustranti, la storia è coinvolgente, il ritmo di gioco tiene tutti in partita, i bivi narrativi mettono i giocatori di fronte a dilemmi morali, e c'è vera interazione e cooperazione fra i giocatori.
Una volta finita la storia è rigiocabile, compiendo scelte differenti e ottenendo parole chiave diverse, anche se il grosso di Wonderbook sarà comunque oramai scoperto.
I 6 scenari vi regaleranno 6 serate memorabili, e la sensazione finale sarà quella di aver compiuto un lungo viaggio.
Insomma un capolavoro.
Ecco, l'ho detto.
Chi scrive di giochi è sempre molto restio a usare la parola capolavoro, ma la verità è che questo titolo se la merita tutta e non sarebbe giusto usarne un'altra diversa, almeno per quel che mi riguarda.
Wonderbook non è soltanto un gioco: è un'esperienza e una bella storia.
Non va solo "provato".
Va giocato. E amato.

QUANDO ANDIAMO AVANTI CON LA STORIA DEI DRAGHI?
Sto giocando Wonderbook con Francy, col DottorX, Alessandra e Viola.
Viola ha 9 anni, ed è la sorella di Matilde, di 13 anni, la migliore amica di mia figlia.
Quando c'è lei al tavolo propongo sempre dei family o degli introduttivi: Viola gioca abitualmente in famiglia a 7 Wonders, Ticket to Ride, Majesty, Azul, Fiesta de Los Muertos, Splendor, Cavernicoli...
Non le avevo mai fatto provare un gioco con una storia, una storia che avesse continuità fra un capitolo e l'altro.
Ed è stato un successo travolgente.

"Andre chiede Viola quando andiamo avanti con la storia dell'albero dei draghi"

Nei suoi occhi: la meraviglia. La ragazzina segue la storia e si appassiona all'antica rivalità dei draghi, lei non gioca per vincere: vuole vedere come andrà a finire.
Le emozioni di questi anni si scolpiscono nella memoria come nel marmo, sopravvivono al tempo.

Mi piace immaginarla fra 30 anni, Viola, una donna con un lavoro e una macchina station vagon, mentre accompagna suo figlio al mercatino dell'usato.
Me la immagino mentre riconosce la scatola di Wonderbook sulla bancherella dei giochi usati.
"Non ci possono credere! Wonderbook! Ci giocavo con i miei genitori! Che bei ricordi, la storia me la ricordo ancora, era bellissima! C'era anche un loro amico che spiegava il gioco, uno con un gran barbone"
L'uomo dietro la bancherella: "L'albero popup è ben tenuto, a parte un paio di pezzetti di scotch. Guardi, provi ad aprirlo, vede che funziona ancora?"
"Quanti bei ricordi"
"I ricordi sono tutto quello che abbiamo, bella signora"

Trovate Wonderbook
e altri giochi
che vi consentiranno di passare dei bei momenti con i vostri cari
e creare ricordi indelebili
che sopravviveranno al tempo
su MagicMerchant.it

12 commenti:

  1. Si dovrebbe regalare solo ciò che è superfluo. Non l'indispensabile.
    A, volte, era anche il mio caso, è però necessario regalare il necessario.

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  2. speriamo che tra 30 anni le station vagon si siano estinte, e i mercatini dell'usato si raggiungano in mobilità sostenibile... E' il miglior augurio che possa fare a sua figlia: vivere un mondo che ha memoria delle cose belle ma che e' riuscito a fare una transizione ecologica.

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  3. e niente, questo post valeva le due settimane di attesa, e adesso mi tocca pure ordinare il gioco.

    Bravissimo Dado.

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  4. Il negozio sotto casa quanti ricordi. Il mio di chiamava GiocaGio a caso perché il nome era un altro ma aveva in vetrina una pubblicità con scritto GiocaGio e per tutti rimase così fino alla chiusura. Se chiudo gli occhi sento ancora il profumo di plastica di quando entravi.
    Grazie di sbloccare questo ricordi =)

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  5. Mi ricordo che alla prima comunione mi regalarono 500 lire, tutte subito in figurine, 55 anni fa

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  6. Bel racconto. Il gioco lo sto puntando da tempo...
    Tullaris

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  7. Andrea, direi che è giuto il momento di iniziare Viola al mondo del "GdR"

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  8. Confermo, , Wonder Book per famiglie con bambini tra i 7 e i 12 anni è il massimo.
    "Rimetta a posto la candela" mi ha fatto ridere molto XD
    Elena Infinite Jest

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  9. "Estraggo Baron Karza con solennità e lo mostro al mondo come il sigillo dello Shogun Mitsukuni Mito."

    Capisco. Capisco tutto.

    Solo rispetto.

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  10. In effetti Baron Karza è decisamente più figo di Force Commander. E pure di Red Falcon: il principe di tutti i Micronauti (che ho pure scoperto era tra i cattivi)

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  11. L'unica botta di chiul della mia vita collezionistica è stata trovare a un'inezia un Emperor completo e boxato in condizioni molto buone a un mercatino dell'usato diversi anni fa.
    Peccato che io collezioni Transformers. Ma che fai, lo lasci lì?
    (Comunque da piccolo avevo il rosso King Atlas)

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    1. Io avevo Green Baron e il mitico Red Falcon. Ho invece ancora Force Commander

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