Mezzanotte di un mercoledì di gennaio freddo come un tavolo d'obitorio. Mancano due turni alla fine della partita. E io posso farcela, penso, mi farò bastare poche ore di sonno. Domani mattina sarò a pezzi, arriverò alla sera trascinandomi sui gomiti, ma stasera sono uno degli zombie di The Walking Dead: puoi svuotarmi addosso l'intero caricatore della pistola, ma finchè non mi farai saltare il cervello io non mi fermerò.
Sistemo i dadi sotto la scatoletta con il disegno degli ingranaggi. In Crystal Palace sceglie e piazzi i dadi sul tabellone come lavoratori. Più alto è il valore e più probabilità hai di risolvere le azioni e rubare agli avversari gli spazi che danno più punti. Il rovescio della medaglia è che più è alta la somma dei dadi e più soldi dovrai pagare, e andare a zero e prendere debiti è davvero un battito di ciglia.
Due cose per la verità ci fanno sempre andare col freno a mano tirato.
La sopracitata analisi paralisi di Viking e Redbairon, che quando sono insieme allo stesso tavolo elevano a potenza il tempo di calcolo di qualunque mossa.
E poi quella che noi chiamiamo "La polemica dell'una di notte".
Le streghe hanno la mezzanotte per danzare nude attorno al pentolone dei sortilegi. Noi abbiamo scelto di puntare l'orologio un'ora dopo, all'una, per cercare di stabilire settimanalmente se è nata prima la pedina o il tabellone.
A inizio serata il Vikingo ha messo le mani avanti: "Ho un mal di testa che più che un'aspirina mi ci vorrebbe una ghigliottina. E domani devo alzarmi presto. Non facciamo tardi, massimo le due, eh, raga".
Ma a volte non puoi sfuggire alla tua stessa natura e a quella del tuo gruppo, e come in aereo non puoi fare i conti senza l'hostess. Quindi all'una precisa, puntuale come i carri attrezzi quando bocci con la macchina, lo stesso Vikingo che aveva messo le mani avanti, con le stesse mani accende la miccia della discussione.
"Ma è giusto che un gioco da tavolo ti costringa a contrarre dei debiti? Intendo: se non riesci a gestire la tua economia è corretto che tu vada a zero con i soldi, e che sia previsto un meccanismo per farti restare in partita: la banca ti rifocilla di soldi ma tu contrai dei debiti che alla fine ti costeranno punti vittoria. Pacifico! Ma è eticamente corretto un gioco nel quale non puoi farcela matematicamente con l'economia, e che ti costringe a indebitarti, e a far più punti possibili proprio per compensare l'emorragia dei debiti?"
E si aprono le danze.
Se avete il meme di Michael Jackson che mangia i popcorn, è ora di tirarlo fuori.
CRYSTAL PALACE
Gestionale e piazzamento dadi per 2-5 giocatori esperti, di Carsten Labert, della durata di 120-150 minuti, edito in Italia da Cranio Creations.
Ambientazione: anno 1851, prima fiera della scienza e della tecnica in quel di Londra [appena 30 anni prima che Jack lo Squartatore mostrasse il suo prototipo di Macelleria Mobile di Mezzanotte]. I giocatori sono imberbi espositori nel Palazzo di Cristallo, sede dell'evento, in competizione fra loro per ottenere più punti prestigio dei concorrenti, ingaggiando ospiti illustri, firmando prototipi e trasformandoli in brevetti, acquisendo tessere ricerca, e pubblicizzando il proprio sudore della fronte sbragando il meno possibile sul budget programmato.
German per giocatori che non abbiano paura di tirar tardi e di spremersi le meningi, con ben 8 plance a disposizione e un numero inusitato di spazi azione. Nei 5 turni di gioco i giocatori dovranno programmare con attenzione i piazzamenti attraverso i dadi, pagando di tasca propria moneta sonante, per far punti, per creare un motore di rendite, e per saldare i debiti che pioveranno sulla piovosa e scrosciante Londra.
Terminato il turno di piazzamento le plance si risolvono in senso orario, quindi occorre pianificare tenendo ben presente l'ordine.
Gli spazi azione sulle plance sono sempre inferiori al numero degli slot prenotabili [per fare un esempio: su una plancia ci sono 4 slot prenotabili con i dadi, ma poi solo 3 dadi risolveranno l'azione] quindi l'interazione è a livello Demone.
Il gioco premia con punti extra chi ingaggia un uomo di scienza e poi firma un suo prototipo [qui Crystal Palace introduce un po' di casualità nella pesca delle carte].
I tracciati da scalare sono numerosi e occorre avere un piano sulle lunghe distanze.
Il denaro ossessionerà i giocatori per l'intera partita, nonostante le possibili rendite le uscite saranno in media il doppio delle entrate, e presto bisognerà andare a bussare ai famosi strozzini ["La banca ti dà l'ombrello quando c'è il sole e te lo toglie quando piove" - detto popolare]
A mettere ulteriore ansia, sarà il tracciato del tempo: certi obiettivi rendono sempre meno con lo scorrere dei turni, e in alcune occasioni il "lo faccio il turno dopo" costerà salato.
Crystal Palace è un titolo che mette i giocatori a dura prova. E' un esercizio di pianificazione e organizzazione, un test sulla capacità di tener d'occhio un gran numero di spazi azione, e tener d'occhio anche gli avversari: che cosa fanno, quanto possono spendere e a che cosa stanno puntando.
Ha un paio di cose che mi sono sembrate un po' stonate in un titolo così rigoroso e matematico: i debiti, che hanno un valore variabile, e i punti bonus per le accoppiate scienziati+brevetti, che mi sono sembrati un po' casuali [visto che in partita non escono tutte le carte]
Ma a parte questi dettagli [il primo l'abbiamo risolto assegnando a tutti i debiti il medesimo valore], Crystal Palace mi ha lasciato una bella sensazione.
Nonostante l'opulenza è un gioco lineare, pulito, senza eccezioni, e si impara facilmente.
E' certamente una montagna da scalare, che sfianca, toglie il respiro, sega le gambe, ma che dà molta soddisfazione una volta raggiunta la vetta.
E' un bel gioco impegnativo, da provare con calma alla ricerca dei suoi delicati equilibri.
Un intero secchio di lacrime non pagherà un solo euro di debito.
Il Vikingo ha collezionato più debiti di me e Redbairon messi insieme, ha completato la plancia dei pagherò e poi ha anche ammonticchiato i segnalini di fronte a sè. Ma alla fine ha vinto lui la partita.
Il suo profitto, una volta saldate tutte le pendenze, è stato più alto dei nostri.
Io per la verità mi ero indebitato molto meno, ma il gioco non ha premiato la maggior prudenza: occorre investire, esporsi, pagare per la maggior visibilità e notorietà, stipendiare i professionisti, finanziare un certo numero di progetti sapendo anche che qualcuno avvizzirà nel totale anonimato.
Crystal Palace non paga l'inerzia ma l'iniziativa. I punti non cadono giù dall'albero per forza di gravità.
Sulla questione se sia moralmente accettabile un gioco che ti costringe a indebitarti, il tavolo si è spaccato in due e così abbiamo fatto le tre [alla faccia dei buoni propositi del tornare a casa presto].
Il Vikingo, pur vincitore, ha ammesso di aver sofferto molto per i debiti maturati, di aver temuto di affogare nell'accavallarsi delle onde dei soldi prestati, e di aver giocato con l'ansia per tutta la serata.
Io invece ho trovato realistico esporsi per i propri progetti e il dover saldare puntualmente le proprie quote, un po' come il mutuo per la casa e le rate della macchina.
L'ho trovato vero e quotidiano.
Le lacrime non pagano i debiti.
Il sudore paga i debiti.
Wow, sembra interessante; devo trovare il modo di provarlo...
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