venerdì 10 gennaio 2020

La classifica delle cose che bruciano (aggiornata alla versione 35.5)

Le novità rispetto all'aggiornamento 35.4.
Dopo tanti anni abbandona la classifica delle cose che bruciano di più nella vita: la zip dei jeans, che a cavallo degli anni '80, e cavallo non è una parola usata a caso, rimase per 5 settimane consecutive sul gradino più alto del podio, in seguito a molteplici incidenti fra gli adolescenti.
"Le cerniere lampo di oggi sono molto più sicure" ha commentato un attempato vigile del fuoco mostrando la cesoia per lamiere soprannominata sbragacujun con la quale, nei ruggenti anni di Superclassifica Show e del Telegattone,  disincagliava le pudenda dei ragazzi.
Escono dalla classifica anche le caldarroste, da sempre responsabili di ustioni alla lingua e al palato, ma oramai diventate così costose al cartoccio [ndr: è stato calcolato che l'uomo che vende le caldarroste col carretto fuori dal circo guadagna più del circo] che possono permettersele solo più i miliardari russi, l'amministratore delegato di Amazon e Chiara Ferragni.

L'alcol denaturato a 90 gradi scende di due posizioni. Da quando studi medici hanno dimostrato che esistono disinfettanti molto più efficaci e soprattutto meno dolorosi del "fuoco rosa", le mamme di tutto il mondo hanno smesso di inondare le ginocchia sbucciate e in carne viva dei propri bambini.
Il commento di tutti quelli nati negli anni 70 è stato unanime: "Capadecazz se avremmo gradito saperlo prima".
La Nduja sale di tre posizioni.
Se con la scoperta dei peperoncini super hot indiani  e la certificazione della Scala Scoville a organo competente mondiale, i calabresi hanno smesso di menare il torrone al prossimo che i peperoncini più piccanti al mondo ce l'avevano loro, e stavano fra Diamante e Soverato, gli scanna maiali di Spilinga non se sono stati con le mani in mano, e hanno coltivato, sperimentato e infine mescolato la nuova capsaicina con la vecchia sugna.
Sono nate quindi versioni della ndujia più spinte ed estreme, per rispondere a questo bisogno di maggior brucior [riscontrabile dalle piantine di habanero onnipresenti in ogni fiera ortofrutticola].
La nuova Nduja arriva quindi a colpire gli strati più profondi delle papille gustative all'andata, e si attacca al lavoro del tuo andrologo al ritorno.

Un po' a sorpresa un po' segno dei tempi che corrono, entra in classifica un gioco da tavolo, caldo nell'ambientazione e ustionante nell'esecuzione al coltello.

Cerberus
In questo gioco di carte, 3-7 giocatori vestono i panni di anime in fuga dall'inferno col feroce cane Cerbero alle calcagna.
Una corsa verso la barca ormeggiata sullo Stige, con poco fiato in corpo e ancor meno speranze, che trasmette l'ansia dell'inseguimento.
Un gioco di carte semicooperativo di inusitata violenza, un monumento a Voltagabbano Protettore di Giuda Escariota, nel quale ci si aiuta solo finchè conviene e poi ci si leva la pelle di dosso.
Il gioco è simmetrico, ogni giocatore gestisce una mano identica di 4 carte azione con doppio effetto, e quando si viene divorati da Cerbero si rovesciano le carte e si gioca col dorso [altre 4 carte azione con doppio effetto ma al servizio dell'inferno].
Vincere con Cerbero appare un pelo più semplice che come anima dannata, ma anche un po' meno nobile: la vera sfida è sfuggire alla bestia, raggiungere il fiume, saltare nella banca e menare l'acqua col remo finchè non grida basta!

La durata contenuta, 30-45 minuti circa, e il fatto che scali fino a 7 giocatori, hanno reso Cerberus un titolo perfetto per il capodanno appena trascorso, e per quelle serate in cui non è tanto importante vincere quanto invece rivalersi sul prossimo e farsi odiare.
Di Pierre Buty, edito in Italia da Mancalaro, Cerberus è stato il primo gioco candidato al Premio Efesto.

Restano saldi in classifica anche lo spoiler, in grado di causare parecchi bruciori di stomaco ai divoratori di serie tv, e l'ananas ancora nell'immaginario collettivo brucia grassi in grado, se consumato a fine pasto, di polverizzare le calorie di una doppia porzione di lasagna e tiramisù a fine pranzo.

Incontrastato in vetta alla classifica sin dalla notte dei tempi resta il: Te l'avevo detto!, contemporaneamente al primo posto anche della classifica delle 50 cose più goduriose della vita, persino davanti all'amica che quando sei triste ti fa toccare le tette.

Chi scrive queste righe vorrebbe promettervi un cambio ai vertici, nel prossimo futuro, un qualche colpo di scena, ma la cruda verità alla quale dobbiamo arrenderci è che neanche la cancrena brucia quanto il sentirsi dire: te l'avevo detto.


Dati dell'osservatorio Capsicum & Sofargen
Versione 35.5
Classifica aggiornata il 9 gennaio 2019



Cerberus e altri prodotti infiammabili su Magic Merchant.

5 commenti:

  1. LOL per la classifica.
    Su Cerberus: visto in giro e letto in velocità recensioni, ma solo adesso mi viene la tentazione di provarlo!

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    1. Ciao Badger ^_^ gioco assolutamente consigliato, specialmente per tavolate larghe 5-6-7.

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  2. L'ananas! Un classico ah ah ah ah piango dal ridere

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  3. Io adoro Cerberus, mia moglie lo odia

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