Non ha più vent'anni e neanche trenta, il suo cuore non si comporta come dovrebbe, e il suo umore è quello di uno costretto a cercare aghi in un pagliaio in un giorno di pioggia.
Ha la sensazione di aver sbagliato qualcosa, di aver chiuso gli occhi un istante e di essersi ritrovato improvvisamente a metà della vita, come quegli spettatori che entrano nel cinema a film cominciato, e che pretendono di capire subito la trama.
Ha sbagliato qualcosa, pensa, ma roba di poco conto, le colpe vere ce le hanno gli altri; come tutti è incapace di una vera autocritica, vede i suoi errori ma non riesce a calcolarne il peso, più facile cercare un colpevole contro cui scagliarsi, un coniglio Palladineve responsabile della coda in tangenziale e di altri crimini, qualcuno al quale addossare ogni male del mondo: dai tagli all'istruzione, agli opinionisti su Facebook, dai pm10 a Torino ai finti disabili.
La sera di speciale fa due cose.
Gioca a pallavolo e gioca da tavolo.
A pallavolo si frantuma le ginocchia per salvare
la palla. Per lui solo quello conta: non gliene frega niente di segnare punti nel campo avversario, pensa solo a salvare la palla nel proprio, prenderla per i capelli un istante prima che cada al suolo.
Da tavolo non vince: probabilmente non gli frega niente neanche di quello: non fa punti, protegge il suo campo e il suo branco, cerca di salvare se stesso prima che tocchi il suolo.
La notte si mette in macchina. Torino è così umida e ricca di anidride carbonica che le prostitute sui marciapiedi tengono su la pashmina davanti alla bocca, e la abbassano solo quando passano le macchine per sorridere: il fardello di chi lavora a contatto col pubblico, sperando che il pubblico non abbia un rasoio nascosto nella tasca.
Intorno all'Allianz Stadium, zanzare e falene sembrano resistere più delle lucciole: continuano a
sbattere contro i lampioni, a zampettare nelle
pozzanghere, a far compagnia ai ragazzi che mangiano panini in piedi ai chioschi roulotte con generatore a cherosene.
Esce da Torino, ma solo qualche chilometro. I suoi amici hanno i soprannomi dei nani esiliati: Mestolo, Broccolo, Embolo. Mestolo gli ha detto 21.45.
Lui arriva alle 21.30.
Parcheggia sotto e aspetta in macchina. Si guarda un video su YouTube.
Porta delle girelle di liquirizia Haribò perchè non ha fatto in tempo con i cannoli alla pasticceria.
Mestolo gli chiede: "Caffè subito o aspettiamo Sgombero?"
"Aspettiamo Sgombero".
Ma Sgombero è in ritardo quindi mezzora dopo prendono il caffè.
KODAMA - Gli spiriti degli alberi è un gioco di carte per 2-5 giocatori, 30-45 minuti di durata, con un'ambientazione che sembra pennellata da Miyazaki.
Lo scopo è sviluppare armoniosamente il proprio albero per tre stagioni [in ognuna si rivelerà una carta Decreto che modificherà leggermente le regole], aggiungendo rami ed elementi [bruchi, fiori, nuvole, lucciole, stelle] che daranno punti vittoria.
Le piante più rigogliose attireranno i Kodama, gli spiriti del bosco, che premieranno i giocatori più virtuosi e meritevoli.
L'autore è Daniel Solis, l'editore che ha localizzato il gioco in Italia: Pendragon Game Studio [il gioco è dipendente dalla lingua].
Il taglio del gioco, per tema e livello di difficoltà, è assolutamente family: un piazzamento carte a bassa interazione indiretta, che lascerà contenti tutti, bambini e non-giocatori compresi.
Punto di forza del gioco sono indubbiamente le illustrazioni dei Kodama, che potrebbero stare benissimo in un film d'animazione, e il senso di crescita dell'albero, che trasmette una certa soddisfazione in partita.
Le regole di piazzamento delle carte ramo sono molto semplici, come l'utilizzo delle carte Decreto.
I Kodama che capiteranno in mano, invece, vanno un po' a fortuna, nel senso che gli effetti potrebbero sovrapporsi: i giocatori un po' più competitivi potrebbero trovare più divertente draftare le carte a inizio partita.
La durata è perfetta: lascia voglia di rigiocarlo, far meglio e catturare un Kodama per tenerselo in casa, in gabbia.
Buona rigiocabilità, semplice da spiegare, prezzo e taglio del gioco ideali per farne un regalo di compleanno, illustrazioni: cioccolata.
"Chiama Sgombero"
"Lo chiamo".
Lo chiama.
Intanto lui si prende un secondo caffè preparandoselo da solo alla macchinetta, e si mastica un'Haribò.
"Oh, Sgombro, dove sei?"
"Digli che abbiamo un gioco bastardo" gli suggerisce.
"Abbiamo un gioco bastardo.... sì... chiede in che senso bastardo"
"Digli nell'ambientazione. Per adulti"
"Nell'ambientazione....sì... per adulti... chiede se è Squillo, che se è Squillo se ne torna a casa"
"No, digli che non è Squillo, di non rompere e di sbrigarsi"
"Oh muoviti".
Di 3 Segreti ha già parlato in un altro post dal titolo "Stomaco e Testa", insieme a Coup.
Fa così con i giochi di carte. Ne scrive a due a due. A volte perchè si somigliano e si pigliano, a volte perchè sono come l'acqua e l'olio. A lui i giochi di carte piacciono un sacco, gli piace portarseli sempre dietro nella giacca, come le sigarette [non fuma, però ha altri vizi pure peggio], e quando in autogrill cerca di pagare un caffè con una banconota da 20 e la ragazza alla cassa chiede: "Non ce l'hai più piccoli?", lui ficca la mano in tasca e trova un gioco e sorride.
Spiegare un gioco come 3 SEGRETI CRIMINI NEL TEMPO , seguito di 3 Segreti, almeno nelle meccaniche, senza fare spoiler sulle carte è un po' complicato.
Decide di aiutarsi con un esempio. Prende un foglio e disegna.
La carta potrebbe essere una foto. Scattata di nascosto. Ci sono delle persone che stanno per fare qualcosa di terribile [o l'hanno già fatto].
Nella scena sono evidenziati con un colore diverso 3 dettagli.
I giocatori devono indagare sui 3 dettagli. E attraverso i dettagli ricostruire la storia.
Lui disegna su un foglio e poi scrive: APOLLONIO.
Apollonio è un pazzo appena fuggito dal manicomio [1° indizio: la camicia di forza appesa all'attaccapanni]. E' entrato nello studio di un dentista e lo ha ucciso [2° indizio: scarpe e sangue che si intravedono dalla porta socchiusa]. Apollonio si è sostituito al dentista e a breve farà saltare i denti a un ignaro paziente [3° indizio: martello nascosto dietro la schiena].
Gioco narrativo di investigazione per 2-6 giocatori, di Martino Chiacchiera e PierLuca Zizzi, edito da DvGiochi, tascabile ed economico.
Come il precedente 3 Segreti, riprende il vecchio filone Storie Nere, ma con mano molto più pesante.
Un giocatore pesca e mostra una delle 50 carte, e ne legge sul retro storia e soluzione. Gli altri giocatori, in maniera cooperativa, devono indagare sui 3 segreti con domande e congetture.
Si tratta sempre di crimini, fatti di sangue più o meno efferati, che vanno dall'omicidio involontario al cannibalismo creativo.
3 Segreti Crimini del Tempo non richiede un piano d'appoggio, è sufficiente che il giocatore narrante tenga in mano la carta e la mostri agli altri, quindi può essere giocato praticamente ovunque.
Per i temi trattati con infinita violenza, 3 Segreti Crimini nel tempo non è adatto ai bambini.
Cancrena.
Caffè. Pensa: oggi ho appoggiato più volte le labbra su una tazzina che su mia moglie.
All'una di notte Sgombero e Mestolo attaccano una discussione infinita sul kickstarter della ******: Mestolo vuole prenderselo, Sgombero fa schioccare la lingua e snocciola 38 motivi per non prenderlo [35 sono sinonimi di "E' una merda annunciata"].
Non ha più vent'anni e neanche trenta, il cuore nel petto gli ha rallentato un po'.
Se ne torna più leggero, pure se con gli stessi giochi nello zaino, saranno state le Haribò.
Torino di notte sa di bottiglia di vino aperta da un mese: acidità leggera, ricordi di cantina e del cadavere di un topo in un angolo.
Passa davanti a un benzinaio deserto perfetto per un film zombie.
E' stanco ma sta bene, vuole solo sdraiarsi e chiudere gli occhi.
Su Kodama con gli spiritelli puccettosi, stendiamo un velo pietoso; su 3 segreti gli investigativi mi fanno schifo, ma questo mi itriga, ovviamente non sarei in grado di risolvere un caso, neanche con la soluzione scritta davanti agli occhi...
RispondiEliminaTop come sempre. I tuoi articoli sono come leggere il romanzo Vilupera!
RispondiEliminaDegno del Blue Monday (visto che lo sto leggendo ora!)
RispondiEliminaquesti sono i racconti che preferisco senzadubbiamente.
RispondiEliminagrazie Dado
Nicola