martedì 19 novembre 2019

Non avrai altro dado [1 di 3]

Panzarasa si era messo le manette da solo, risolvendo il caso del serial killer di Dixit [vedi IoGioco n°3 e n°4].
Con i quotidiani che parlavano della sua indagine e una sua foto in divisa mentre riceveva la stretta di mano del sindaco, dall'Arma avevano fatto orecchie da mercante alla sua richiesta di rientro a Pescara.
Lella, la sua fidanzata storica, l'aveva raggiunto a Torino. Per qualche mese avevano vissuto insieme, e lui non aveva più dovuto mangiare spaghetti conditi col tonno in scatola. Poi a lei era venuta la malinconia e se n'era tornata, con la promessa: "Ti aspetto giù, intanto metto a posto casa".
I genitori di lei avevano una cascina con qualche ettaro di terreno, che sarebbe finita a loro dopo il matrimonio.
Panzarasa contava di ristrutturarla e ricavarci una casetta per vivere e un negozietto in cui Lella avrebbe venduto uova e frutta: nulla da farci soldi veri, ma un modo per occuparla.
Intanto lui se ne stava a Torino, a risolvere gli accoltellamenti da macchinette videopoker di giorno e a guardare serie Netflix e a giocare a carte con me di notte.
Ci eravamo conosciuti col caso del tizio che mandava pacchi bomba alle case editrici.
Panzarasa aveva cercato un consulente di giochi da tavolo.
Dopo il caso del serial killer di Dixit eravamo diventati amici.
Così una sera, dopo un paio di birre, gli avevo raccontato di me e Fabrizio.
Lui aveva risposto un: "Ah". Poi un: "Non l'avevo capito".
Per un po' era stato strano. Ingessato. Impacciato e attento a ogni parola che diceva.
Poi lentamente le cose erano tornate quelle di prima.

I videopoker gli davano un sacco di lavoro.
C'era sempre qualche disgraziato che finiva col culo per terra, e allora o si rivolgeva agli strozzini, piccoli delinquenti che pestavano i debitori con biglie d'acciaio dentro un calzino, oppure provava a rapinare un ufficio postale con un collant sulla testa.
Finiva quasi sempre male e ogni tanto ci scappava il morto.
Un paio di volte mi aveva coinvolto come consulente, più per farmi lavorare che per vero bisogno.
Avevo tenuto un corso, in caserma, sulla ludopatia e sulle nuove dipendenze.

Ma col caso del sangue sui muri fu tutto un altro paio di maniche.
Panzarasa mi telefonò che ero al politecnico. Stavo facendo giocare una classe con un'escape room da tavolo, per spiegare i rudimenti del problem solving.
"Mi servi subito, passo a prenderti fra venti minuti" mi disse prima di riagganciare.

L'appartamento di Marco Sciortino era in una palazzina di Via del Carmine.
I colleghi di Panzarasa stavano già sigillando tutto col nastro giallo. I condomini erano sulle scale a sbirciare quel gran via vai, e a testimoniare che non avevano visto nè sentito nulla.
"L'ha scoperto l'ex moglie" ci spiegò un agente lasciandoci entrare nell'appartamento "Lui sarebbe dovuto passare a prendere il figlio per il weekend. Secondo l'ex moglie Marco Sciortino è un sacco di merda fumante ma in dieci anni di divorzio non ha mai mancato un weekend insieme al figlio. Lei ha ancora le chiavi del vecchio appartamento. Ha aperto e ha trovato questo".
Per essere l'appartamento di un uomo che viveva da solo, era piuttosto ordinato.
A parte il salotto.
C'era sangue dappertutto.
Sul pavimento, sul divano, sulle poltrone, sulla lampada a muro, sul tavolino, persino sui muri.
Tranne sul gioco da tavolo.
Sul basso tavolino in mezzo alle due poltrone, c'era una scatola aperta e apparecchiata per il gioco.
"Lo conosci?" mi chiese Panzarasa
"E' Kingdomino Duel" gli risposi.

"Kindomino Duel è la versione roll&write per 2 soli giocatori di Kingdomino, gioco vincitore dello Spiel des Jares 2017 e del Gioco dell'Anno 2017.
Di Bruno Cathala e Ludvic Maublanc, ha una durata di 20-30 minuti, ed è edito da Blue Orange e Oliphante in l'Italia.
Duel ripropone le meccaniche di piazzamento domino di Kingdomino, in salsa roll&write.
Nella scatola ci sono 4 dadi tematici, 2 matite, 1 blocchetto di 100 fogli a colori, e il regolamento in 8 lingue.
La partita comincia con un draft di dadi. I dadi riportano sulle facce diversi blasoni, ai quali possono essere associate delle "X" (una, due o zero).
I giocatori vanno a completare il proprio dominio disegnando blasoni e croci. A fine partita ogni "lotto" ha un valore in punti vittoria pari al numero di blasoni continui moltiplicato numero di croci (ad esempio lotto continuo di 3 blasoni con 2 croci: 6 punti vittoria).
Ogni blasone senza croce permette al giocatore di crescere sui tracciati magia, che una volta completati innescano un effetto.
Entrambi i giocatori concorrono contemporaneamente per quel effetto: chi arriva prima lo toglie all'altro.
Duel è veloce, piacevole e ha un buon livello di interazione fra i giocatori."

Di Marco Sciortino non c'era traccia.

"Ti viene in mente qualcosa?" mi chiese Panzarasa.
Mi chinai sul gioco.
Il foglio con le magie stava al centro. E c'erano due dadi da un lato del tavolino e due dall'altro.
Le matite erano ancora nel nylon.
Duel era apparecchiato.
Ma i foglietti erano intonsi.
"La partita non era ancora cominciata" dissi.
"Okay"
disse Panzarasa.
Poi gli agenti presero le impronte e sigillarono tutto.

Il mattino seguente lo raggiunsi in ufficio.
Le foto della macelleria nell'appartamento di Marco Sciortino erano già arrivate ai giornali. L'ex moglie era stata intervistata sulla Rai e aveva descritto Marco Sciortino come una specie di Padre Pio.

Panzarasa era nero.
"Novità?"
gli chiesi.
Dopo un paio di santi mi aggiornò.
"Marco Sciortino, 48 anni, autista di pullman presso la TravelNow. Divorziato. Con un figlio di 12 anni. Piccoli precedenti: spaccio di assegni falsi nel 2013 e poi una truffa su ebay con degli smartphone nel 2014. Da qualche anno rigava dritto.
Non si hanno più notizie di lui da mercoledì 13 novembre. L'ultimo ad averlo visto: Alessandro Pace, un collega, al deposito dei pullman, alle 18.30. Marco gli avrebbe detto che andava a casa a farsi una birra e a guardare Montalbano".

"Testimoni?"
"Un inquilino che scendeva le scale giura di aver visto due donne salire, entrambe sulla trentina, una con i capelli biondi lunghi e una con i capelli
rossi corti. Stiamo verificando".
"Sangue e impronte digitali nell'appartamento?"
gli chiesi.
"Tutto in mano alla scientifica. Ci vorrà un po'. Per primo ho fatto analizzare quel gioco da tavolo che abbiamo trovato sul tavolino. Neanche un'impronta".

Non c'erano altri giochi a casa di Marco Sciortino, neanche un mazzo di carte napoletane. Secondo i colleghi giocava soltanto a poker e solo se c'erano in ballo dei soldi.
Marco Sciortino era un giocatore come io ero un addestratore di delfini.
"Credo che il gioco l'abbia portato chi l'ha ucciso" dissi.
"Non abbiamo ancora elementi certi per stabilire che sia morto. Non abbiamo trovato il corpo nè l'arma. Magari l'hanno rapito. O magari è stato lui ad aver fatto a pezzi qualcun altro, e a essere fuggito" rispose Panzarasa.
"Comunque non è un giocatore. Il gioco deve averlo portato qualcun altro".
Ci pensai su.
"Possiamo rivedere Kindomino Duel?" chiesi.
"Me lo faccio portare su dalla scientifica" disse lui lanciandomi un paio di guanti monouso e liberando la scrivania.

Il gioco era nuovo. Il nylon delle matite non era mai stato aperto. E c'erano tutti e 100 i fogli. Non era stata giocata neanche una partita.
"Parlerò a ruota libera" dissi a Panzarasa "C'era sangue dappertutto. Tranne che su Kingdomino Duel. Il gioco era nuovo e non apparteneva alla vittima. Sul gioco non sono state rilevate impronte digitali.
Perchè l'assassino o il rapitore, si è preso la briga di cancellare le impronte ma lasciare il gioco apparecchiato sul tavolino? Forse voleva lasciare un messaggio?".

Esaminai ogni pezzo del gioco.
I dadi erano bianchi come l'avorio. Mi sembrava improbabile che non ci fosse finita sopra neanche una gocciolina di sangue.
I foglietti del dominio erano nuovi, non c'erano solchi di matita nè cancellature.
Poi l'occhio mi cadde sui regolamenti pieghevoli. Ce n'erano 8 nella scatola.
Tedesco, Olandese, Portoghese... non li guardava mai nessuno i regolamenti nelle altre lingue.
Esaminai i pieghevoli.
Finchè trovai l'indizio. Quasi invisibile.
Sul regolamento spagnolo.
Qualcuno aveva impresso dei puntini sotto alcune lettere del regolamento.
Annotai via via le lettere su un foglio, una dopo l'altra.
Componevano la frase:
L A P R O S S I M A V I T T I M A S A R A' A N T O N I O C I R I E L L O

Continua...

Trovate Kingdomino Duel su Magic Merchant

4 commenti:

  1. Semmai dovesse servirti un nome per Panzarasa puoi considerare Cetteo, il santo patrono della città del delfino e molto in voga tra gli uomini di quella generazione! E ci sta proprio bene... Cetteo Panzarasa!

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  2. bellissimo Dado e lo leggo due anni dopo...
    vabbè, grazie come sempre
    Nicola

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