martedì 12 novembre 2019

Anche a un elefante basta un solo giorno per morire

Perdition's Mouth: Abyssal Rift, dungeon crawler con rotella delle azioni alla Gerds, arrivò nella mia vita con straordinario tempismo, come un piede di porco in un film di zombie.
Ero uscito da lavoro mezzora prima per arrivare dal dottore in tempo per l'orario di visita.
Entrai nella sala d'aspetto e presi il numero. Ne avevo undici davanti. C'era la solita signora-totem, che oramai consideravo parte del mobilio della sala d'aspetto, alla stregua del tavolino e del portariviste, e l'immancabile rumeno che giocava a Clash of Clans sul cellulare col volume alto.
Il Vikingo, che si era occupato di studiare il regolamento di PM,  scrisse nella nostra chat che saremmo morti parecchio, di prepararci mentalmente, che in quel gioco morire era fisiologico come mangiare pop corn e incastrarsene uno fra i denti.
Red commentò sotto che probabilmente avrebbe tardato perchè era ancora da Norauto per la batteria della macchina della moglie, e che avrebbe cenato tardi.
Undici persone dopo, il dottore mi disse: "Abbiamo una bella bronchite, eh sì".
Quella settimana, dopo la partita vinta al 5° set contro i magnaciliegie di pecetto, ero andato con la squadra a festeggiare in birreria, sudato marcio e senza doccia, e il mio corpo mi stava presentando il conto.
Tornando a casa mi fermai a prendere 3 cannoli siciliani e l'antibiotico.
Cenammo presto perchè Francy aveva inglese. Prendeva lezioni oramai da più di un anno, via skype, una o due volte la settimana, pomeriggio o sera a seconda degli impegni. Aveva cominciato quando la sua vecchia ditta, nella quale lavorava da più di 20 anni, aveva chiuso baracca e burattini e lasciato i dipendenti a districarsi con le lunghe procedure di un fallimento per ricevere gli arretrati. Ricominciare con i colloqui e i "le faremo sapere", a 45 anni, in mezzo a ragazze neolaureate con la metà dei suoi anni, non era stato affatto facile. Aveva trovato lavoro con un'agenzia interinale. Poi finito quello con un'altra. Stava entrando nel giro delle agenzie anche se non era il massimo. Il mondo stava cambiando le regole a partita in corso e lamentarsi serviva solo a sprecar fiato: bisognava stringere denti e chiappe e continuare a giocare. Ma anche trovato lavoro non aveva mollato le lezioni settimanali di inglese, e questa era una delle molte cose che amavo di lei.
Giocai un po' con mia figlia sul lettone, poi preparai il tavolo della cucina per la serata.
Perdition's Mouth sembrava il cacio sui maccheroni. Da tempo Viking e Redbairon reclamavano un bel americanazzo serio, un dungeon crawler picchia ed esplora con una campagna medio-lunga a zonzo per labirinti e gallerie che garantisse continuità tematica alle nostre serate.
Il freno a mano del gruppo e dei buoni propositi ero naturalmente io. Se ero in grado di macinare german legnosi e stopposi fino alle 4 del mattino con un sorriso ebete stampato sulla faccia, con gli american duravo poco, crollavo addormentavo come un pupo dopo la tetta. Non lo facevo di proposito, anzi mi sedevo al tavolo con le migliori intenzioni. Ma al rollare dei primi dadi dimostravo la forza di volontà di un gatto davanti a un puntatore laser, e prima di mezzanotte venivo falciato dal sonno come un minatore al termine di una giornata passata a picconare.
Erano le meccaniche a segarmi le gambe, il non poter programmare, il non dover impegnare il cervello, ma anche l'ambientazione fantasy che non avevo mai digerito e che invece ben si sposava con quel genere di gioco, faceva il suo.

Arrivarono i soci, in ritardo e con una birraccia da supermercato che avrebbe rifiutato pure un hooligan in trasferta.
"Ho fatto tardi da Norauto" si giustificò Red.
Apparecchiammo il gioco sul tavolo.
E scendemmo nel fottuto dungeon.

C'era una galleria che sprofondava sotto terra, nera come una carrettata di buchi di culo. Il terreno curvava verso le profondità a strapiombo, che non riuscivi a camminare dritto ed eri costretto a puntellarti con le mani sulle rocce, mentre la terra si sgretolava e rotolava giù nel buio.
Il cunicolo si tuffava quasi dritto, come un tubo digerente.
Red accese una torcia.
"Di qui in poi non fiatate" disse.

PERDITION'S MOUTH
Abyssal Rift

Dungeon crawler cooperativo a tema horror e ad alto tasso di mortalità, per 1-6 giocatori, di Timo Multamaki, Thomas Klausner e Kevin Wilson, del 2016, della durata di 60-180 minuti a scenario, gioco frutto di una fortunata campagna kickstarter che ne ha permesso anche una versione italiana [consigliata perchè ha molto testo e il manuale sono 42 pagine e le regole è meglio impararle bene], edito da Dragon Dawn Production.
La scatola è imponente: +5kg di token, mazzi di carte, 50 miniature in plastica, plance di gioco, schede scenario, inserti tematici, tabelloni vari, ruote delle azioni, regolamenti e compendi vari.
Dungeon crawl atipico, che non prevede l'uso di dadi ma di:
1- una Pietra del Destino 
[una ruota con 8 azioni per gli eroi: Movimento, Azione Speciale, Attacco, Scatto, Difesa, Carica, Riposo, Tiro mirato]
1- una Pietra del Nemico
[una ruota con 8 azioni per i nemici: 3 azioni Attacco, 3 azioni Movimento, 2 azioni Spawn nuovi nemici]
1- mazzo Carte Responso
[l'equivalente del sacchetto di token in Arkham Horror LCG: il mazzo è modulabile a seconda del livello di difficoltà scelto].
Le azioni vengono potenziate dalle carte, carte che è difficilissimo pescare e refillare [a questo si aggiunga anche che le ferite sono carte che vanno a ingolfare la mano ed è difficilissimo liberarsene].
Anzitutto i fondamentali.
Perdition's Mouth è un gioco palesemente schierato dalla parte del Male, degli adoratori del Culto Blasfemo, degli Insetteoidi, e che agli Eroi non regala niente, neanche il veleno per morire. E' un gioco che ti rema contro sin dall'inizio, strettissimo, duro, fazioso, che punisce sempre l'errore e a volte pure quando fai giusto.
Dimenticatevi gli eroi da romanzo fantasy e crepuscoli vari, che menano fendenti falciando orde di nemici: al giocatore basta mettere un piede nel dungeon per capire di aver fatto un madornale errore, di nuotare in mezzo a un branco di squali bianchi, che non solo i nemici ma anche il luogo, il dungeon stesso gli è ostile sin nell'architettura, nella disposizione degli angusti corridoi, delle strettoie, delle colonne.
Eroi baldanzosi, lupi solitari e prime donne finiranno nel tritacarne senza passare dal Via, finchè non si avrà metabolizzato il concetto: nel dungeon la creatura più debole sei tu!

La ruota delle azioni è il cuore del gioco: permette di programmare ma rappresenta anche un bel vincolo: non potete fare quello che volete e quando vi pare, ma dovete "piegarvi" alla ruota, imparare a usare bene tutti gli spicchi azione, a concatenarli, a far fruttare anche le briciole.

Il dado è egregiamente sostituito da un mazzo di carte editabile a seconda di quanto preferisce giocare duro il gruppo, e che permette una certa equità [se all'inizio escono solo carte basse, prima o poi usciranno anche quelle alte!... a meno di carte Rimescola il mazzo. Eh, sì, ci pisciano addosso e ci dicono che piove].
La componente aleatoria è presente e quasi sempre dalla parte del nemico.
I nemici sono tanti, tosti e respawnano di continuo.
Nel caso non fosse ancora chiaro: sì, è un gioco fottutamente difficile.
Scendemmo nel tubo digerente.
I cunicoli erano così stretti che ci passava una sola persona per volta. Pensai che sarebbe stato un bel problema ingaggiare un combattimento lì sotto, senza cozzare con la spada contro le pareti.
La discesa durò quasi un'ora e ci stremò.
Finalmente il cunicolo si allargò e giungemmo in una sala grande e buia della quale non si riuscivano a scorgere i contorni.
C'erano delle vecchie lampade ad olio appese a quelle che sembrano colonne grezze.
Gli occhi si abituarono all'oscurità.
L'accolito ci passò a pochi metri, facendoci sobbalzare. Non ci vide. Per un soffio. Si avvicinò ad una delle colonne. C'era una gabbia che penzolava dal soffitto, e nella gabbia una ragazza, rannicchiata, nuda e coperta di sangue. Gli occhi fissavano il vuoto. Le gambe le ciondolano giù.  L'accolito le prese un piede e glielo leccò. Lei non si mosse, completamente traumatizzata. Lui si infilò il piede in bocca e cominciò a ciucciarlo, in un risucchio liquido e disgustoso.
Red bloccò la mano di Vik prima che potesse tirar fuori la lama dal fodero.
"Il modo migliore per farci ammazzare, Vikingo".
Poi le scorgemmo. Due guardie all'ombra della colonna, una terza seduta e intenta a passare una pietra sul filo della spada. Dei serpenti repellenti, irti di denti e aculei, che strisciavano sulle pareti. E un ragno delle dimensioni di un pony che colava uova e muco dallo sfintere.

Appiattirsi ai muri.
Camminare nel buio, senza fare rumore.
Raggiungere la porta dal lato opposto della sala senza farsi scorgere.
Una parola.

Ci avevano visto.
L'accolito stava correndo a suonare la campana, e quel posto sarebbe presto diventato prima l'inferno poi la nostra tomba.
Vik gridò. Qualcosa che si era staccato dal soffitto e gli era caduto addosso, lo aveva morso e il veleno gli sta entrando in circolo. Aveva perso la sua spada. Prendeva a calci i vermi ma calciava anche a vuoto.
"La cassa, Dado, apri quella fottuta cassa!" gridò Red facendo saltar via una zampa all'aracnide.
Arrivai alla cassa. Provai a forzare la serratura. Pompai il tiro con le carte che avevo in mano.
"Un'arma magica" pregai "un incantesimo di fuoco, qualcosa che faccia danno ad area..."
Click! La serratura saltò via come un tappo di birra.
"L'ho aperta, Red, l'ho ape" feci in tempo a dire.
Poi scattò la trappola.
Dritta sulla mia faccia.
I cannoli siciliani presi alla pasticceria di Via Monginevro addolcirono la fine.
Il game over sfumò sull'immagine di un canide che mi rosicchiava le dita.

"Durissima, raga" commentò Vik.
Il suo personaggio picchiava duro.
Il mio era situazionale.

Un gran dungeon crawler.
Diverso da tutti gli altri.
Difficile.
Impegnativo, questo va detto, anche in termini di tempo da investirci su.
Ma appagante.
Per info più tecniche delle mie:
https://ddpgames.com/games/perditions-mouth-abyssal-rift/
http://pinco11.blogspot.com/2018/10/solo-sul-mio-tavolo-perditions-mouth-abyssal-rift-revised-edition.html
https://www.goblins.net/recensioni/perdition-s-mouth-nella-bocca-abisso

Toccava ai nemici muovere.
Girammo le carte Responso.
"Che fanno, Red?"
"Fanno male, ecco che fanno, Dado. Movimento + attacco + spawn. Che dici, gli offriamo anche un limoncello?".


Affondai il coltello nella schiena dell'accolito.
Cadde di faccia. Per sicurezza lo infilai un altro paio di volte.
Poi rovesciai il corpo. Indossava una specie di saio francescano aperto sul davanti. Ne aprii le falde.
Aveva 4 seni femminili cuciti sul torace e oramai necrotizzati, e alcuni metri di cilicio avvolti attorno all'addome scarnificato.
"Ma che cazzo di culto..."
Non riuscii a finire la frase, non ebbi nemmeno quella soddisfazione.
La guardia in arrivo da sinistra fu troppo veloce.
Il ferro mi passa il collo da parte a parte.
Sentii le grida dei miei soci, alle mie spalle.
Morire era fisiologico.

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EDIT 15/11/2019:
in vista delle recensioni,Timo Multamaki, l'autore del gioco, ha applicato un voucher di sconto [sconto di circa 20€] per la versione italiana di Perdition’s Mouth: Revised Edition
sullo store https://eu.dragondawnstore.com/cart/
codice: DADODUNWITCH
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Si ringrazia Magic Merchant che sostiene questo blog

16 commenti:

  1. "Anche a un elefante basta un solo giorno per morire" è un vecchio proverbio africano.
    "...nera come una carrettata di buchi di culo" è una citazione di stephen king.
    Tutte le atrocità e le morti realizzate in questo post sono mie.

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  2. Un grande onore per me essere citato in un tuo post, addirittura come parere tecnico!
    Comunque sono convinto che questo gioco, con la sua ambientazione marcia, potrebbe essere un generatore infinito di post per il tuo blog!!!

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    1. "Aveva 4 seni femminili cuciti sul torace e oramai necrotizzati"

      Che immagini orribilmente fantastica! Nella prossima edizione voglio la miniatura di questo accolito!!! XD
      Grande Dado!

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    2. Grazie, Winston.
      Ci vediamo a Play per un caffè e due parole.
      ^_^
      ciao
      andrea

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  3. Dado in grandissimo spolvero. Un baciozzio alla Francy

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    1. Ehi, Simo.
      Guarda che questa scatola cicciona è nelle tue corde, eh.

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  4. Ecco dove passare le prossime ferie (magari basta anche un solo weekend): praticamente un villaggio vacanze per cattivissimi, dove tu sei il divertimento...

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    1. Vieni anche tu al Villaggio Carneficine!
      Ristorante a buffet [fino a esaurimento turisti]!
      Animatori, rianimatori e cultisti!

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  5. Affascinante ma non è il mio genere (di gioco). Cmq l'accolito è inquietanterrimo

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    1. E' un gioco che richiede un certo investimento di tempo.
      Ma è qualcosa di diverso, nel suo genere.

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  6. Grande gioco!
    Grande Dado!

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  7. Dado hai un modo di parlare dei giochi davvero unico nel suo genere.
    Ti seguo sempre anche se non commento.
    L'accolito brrrrrrrrr avrò gli incubi stanotte :-)
    ciao
    Alessandra

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    1. Grazie Alessandra, sei molto gentile.
      Lascia un commento ogni tanto, così so che ci sei ancora.
      Ciao

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  8. grazie Dado lentamente sto recuperando tutti
    i racconti, che sono meravigliosi.
    Leggo oggi, 09/11/21 questi pre-pandemia e sembrano appartenere al periodo di un'adolescenza lontana.
    Nicola

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