sabato 29 settembre 2018

Cammina con me

Ricordate quando tutti vi consigliavano un certo film che stava girando al cinema e che faceva un gran parlare di sé, e voi avevate una specie di blocco ad andare a vederlo proprio perché ne parlavano tutti, pure vostra zia mentre sgambava il basilico, e così è finita che non l'avete visto? Il film è uscito dalle sale e voi vi siete detti: Massì, me lo vedo poi con calma quando esce in dvd. E che cosa è successo? Che ve ne siete dimenticati. Così sono passati gli anni, e voi non ci avete mai più pensato a quel film, finché una sera anonima come una bottiglia di vino senza etichetta, l'hanno dato alla televisione, e voi che quella sera vi era saltata all'ultimo la pizzata con gli ex colleghi, per inciso: 1 simpatico e 3 facce di merda, avete cominciato a vederlo su Italia1, neanche troppo convinti, col telecomando sulla coscia pronto a cambiare canale, finché a metà film vi siete accorti che non riuscivate più a staccarvi.
Ve lo siete visto tutto dall'inizio alla fine, con in mezzo la pubblicità del Prostemol e del PanciaPiatta, avete tirato tardi anche se il mattino dopo dovevate alzarvi presto, ve lo siete guardati col telegiornale piantato fra il primo e il secondo tempo, resistendo al sonno come quando c'era il Costanzo Show ed eravamo tutti nottambuli. E il mattino dopo, in ufficio, siete andati a cercarvi informazioni sul film su wikipedia, sul regista, sul cast, sulla tizia bionda che moriva sparata sul marciapiede, sul ragazzo timido e balbuziente, perché quel film era, citando la Nannini, una finta sul ring e un gelato al veleno.
A me succede spesso. Che si tratti di un gioco, di un libro o di un film, appena comincia a girare sulla bocca di tutti come l'herpes, mi fa quell'identico effetto: cerco di non prendermelo, di non farmi contagiare dal mainstream, dal tormentone, e poi un minuto dopo bellamente me lo dimentico. Finché lo riscopro due anni dopo, e penso: "Ma davvero mi sono perso questa cosa per tutto questo tempo?".

Potrei citare tanti esempi a riguardo, ma il più illuminante riguarda il videogioco Dark Soul. Comprato per PS3 su consiglio di ErProsciuttaro e provato freneticamente tre sere consecutive fino a notte fonda, l'ho rivenduto da Gamestop [leggasi: svenduto] gridando alla stronzatona videoludica buona solo per hikikomori. Me lo sono ricomprato alcuni mesi dopo, per dargli un'altra possibilità, perché sul web i gamers continuavano a tesserne le lodi e perché oramai ErProsciuttaro voleva farsi tatuare il Demone Capra sul glande. Giocato a fondo, me ne sono innamorato perso, e così l'ho nuovamente rivenduto da Gamestop [leggasi: svenduto] per comprarmi la Collector Edition GrandCazzi con l'artwork e la soundtrack.
Sì, fra tutto mi è costato una fucilata.

IMHOTEP
Peso medio-leggero ambientato nell'antico Egitto per 2-4 giocatori, della durata di 40 minuti circa, di Phil Walker Harding, uscito nel 2016 ed edito in Italia da Giochi Uniti. Ogni giocatore assume il ruolo di un probo architetto egizio intento a emulare le gesta del grande Imhotep, estraendo pietre dalla cava e trasportandole con le barche di bambù e papiro, per costruire monumenti sacri destinati all'eternità.
Ogni architetto si metterà in mostra per dimostrare di essere il miglior costruttore in terra sacra, guadagnando così il favore del faraone e il diritto a partecipare all'orgia del giovedì sera dedicata ad Anuqet (sorella di Satet).
Il gioco, dall'animo german pur in un contesto di mummie, scarabei e sarcofaghi, si articola in 6 strettissimi turni, durante i quali gli architetti probiviri potranno:
-prendere pietre dalla cava
-caricare le pietre sulle 4 barche
-muovere le barche verso uno dei 5 luoghi di costruzione
-giocare una carta Mercato

Le pietre sono rappresentate da cubetti in dimensione magnum, di questo taglio perché per la costruzione di quasi tutti gli edifici sacri occorrerà impilarli uno sull'altro.

Il gioco è dipendente dalla lingua, c'è qualche riga di testo sulle carte e sulle tessere costruzione, poca roba per la verità, ma ve lo sconsiglio in sanscrito o in una lingua che non padroneggiate.

Gli architetti potranno visitare il Mercato [per prendere carte, nelle 4 tipologie diverse] e portare le proprie pietre nei siti di costruzione per erigere una Piramide [che dà punti immediati], un Tempio [che dà punti ad ogni fine round], una Tomba [punti a fine partita] e gli Obelischi [punti a fine partita].

Ogni luogo di costruzione è fronte retro, lato A e lato B, con due differenti combinazioni di effetti e di punti, mescolabili fra loro per dare un po' di freschezza dopo un po' di partite.

Imhotep è un gioco splendido, strettissimo, spietato com'era Equitalia ai tempi d'oro, con materiali curati, con pochissime regole, che stringe alla gola i giocatori nella garrota del Meglio l'uovo oggi o la gallina domani.
E' un gioco uscito con le ossa rotta dallo SDJ e dal Gioco dell'Anno italiano, probabilmente in anni difficili, con grossi nomi, ma che meriterebbe più attenzione e maggior visibilità, e magari la menzione in qualche premio minore, sia pur esso un Nardini Geek Gamers o un Sambuca Queer Otaku.
Imhotep paga caro il dazio di un prezzo, 44€, che non pare adeguato al contenuto della scatola, e parlo di mera componentistica, questione irrisolta e nervo scoperto di noi gamers affetti dal demone dell'abbondanza felliniana, che vogliamo affondare la faccia fra mammelle pantagrueliche e sacchi di token e tessere da saziare il terzo mondo ludico.
Per quanto mi riguarda, mi sono innamorato di questo introduttivo, per nuovi giocatori e gamers navigati, che entra di prepotenza nella cerchia dei miei preferiti, nella sua categoria. 

Cammina con me
Forse sei tu ad essere veramente bravo, autore sconosciuto a centinaia di chilotri di distanza, o forse sono io, giocatore della strada, che a distanza di molti titoli, e pecora nera in un panorama di recensori e opinionisti annoiati e delusi che gridano agli editori di produrre meno titoli, riesco ancora a vedere la bellezza, dentro alcune scatole.
La mattina mi vesto davanti alla mia libreria di giochi, che ho le camicie proprio lì accanto, e guardando le scatole penso a certi colori, sento gli odori della schiuma della birra nei bicchieri e del caffè nelle tazzine, sento il rumore delle risate, e so che quei giochi sono compagni, amici, quelle scatole stanno camminando con me, che tu, autore che non conoscerò mai, stai camminando con me.

Sento di doverti qualcosa, qualunque sia il tuo nome, Chiarvesio, Phil Walker o Jimmi Snuka.
Cammina con me.

"Non bisogna credere a quelli che ti dicono che, per apprezzare le cose della vita, bisogna farsi il culo. Non è vero. Ti vogliono fottere. Il piacere è una religione e il corpo è il suo tempio"
Niccolò Ammaniti - Ti prendo e ti porto via





Imhotep e scatole da compagnia su Magic Merchant

5 commenti:

  1. "Non bisogna credere a quelli che ti dicono che, per apprezzare le cose della vita, bisogna farsi il culo. Non è vero. Ti vogliono fottere. Il piacere è una religione e il corpo è il suo tempio" quanto è vero, amico mio. Un abbraccio (sempre meraviglioso leggerti)

    RispondiElimina
  2. Grande Dado! Possiedo Imhotep (in italiano per altro) acquistato online approfittando di una super offerta e anche per me è un gran gioco. Anche per me, nella sua categoria, non ha rivali e tutti quelli a cui l'ho proposto, non si sono alzati del tavolo prima di 3/4 partite.

    RispondiElimina
  3. Ho visto cosa c'è nella scatola nella mia AL. Sarà anche un bel gioco come dite ma a quel prezzo se lo tengano. Lo prenderò quando ci metteranno un orogolio d'oro nella scatola.

    RispondiElimina
  4. Il tatuaggio glandico del Demone Capra mi ha leggermente destabilizzato :) ma lode al Grande Imhotep! Anch'io l'ho preso in offerta assurda l'anno scorso e lo trovo affascinante... leggerino se vogliamo, ma meno di quanto sembri. Non amo molto le carte Mercato, unica cosa che non mi convince tanto. Prezzo 45 euro in ogni caso folle (anche se i cubetti sono ENORMI, questo forse a qualcuno sfugge).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quante storie per un Baphomet del, anzi nel... :-O :-)

      Elimina