Viaggio leggero, solo quello che può contenere la tracolla: un mazzo di chiavi, un portafoglio delle dimensioni di big-mac, un blister di analgesici, occhiali da sole, Coloretto e un pacchetto di cracker. Pessima idea i cracker nel taschino davanti, a prendere colpi. Nell'ultima tasca un cacciavite cercafase, un mammut con due fili penzolanti, blocknotes, penne e libri.
La nuova stazione di Porta Susa sembra la carcassa di una balena sdraiata su un fianco, una balena androide uscita da un libro di Gibson. I torinesi stentano a riconoscere il cetaceo dall'ampia gabbia toracica tubolare di vetro e acciaio, con quella forma lì da mammifero sintetico alcuni non sono neanche sicuri che sia finita. "Ma...e la lasciano così?". Fra le nuove linee ferroviarie e i raccordi della metropolitana, i lavori sono durati così tanto (20 anni, quanto hanno impiegato gli egizi per costruire la piramide di Cheope) che alcuni sono pronti a scommettere che non sarà mai funzionante.
La scala mobile mi porta nel ventre del mostro.
Tecnotossici. Evoluzione dei batti-moneta della vecchia stazione. Ma
più giovani e trasandati giusti, alla moda. Si avvicinano con sigarette
elettroniche e cellulari cibernetici. Chiedono spiccioli scrivendo su
whatsapp, senza attirare troppo l'attenzione. La polizia del pensiero fa
la ronda fra i binari roteando sfollagenti in grado di resettare nuche.
Arriva il treno, un Frecciarossa laccato come una Sperlari. Salgo.
I treni della mia vita sono stati dei regionali, mia figlia crescerà con i Frecciarossa. I miei erano dei forni crematori su rotaia, senza aria condizionata, con i sedili di gomma che si arroventavano d'estate, i finestrini col deflettore che si apriva solo di pochi centimetri nella parte alta, con il sedile pieghevole nel corridoio a forma di mezzo pavesino, il gabinetto che quando schiacciavi il pedale vedevi le traversine in legno che scorrevano sotto. Ci andavo al mare, da adolescente, 2 settimane in campeggio con il futuro strizzacervelli, a cercare di piantarlo in qualche buco, a cercare di procrastinare la vita che sarebbe venuta, e che avevamo già annusato dai nostri genitori.
In quegli anni si giocava di ruolo. Cioè: ci si provava, con pessimi risultati.
Il
copione era sempre il medesimo: la prima sera ci si trovava tutti e 8,
tutta la compagnia al gran completo, carichi e motivati, e si spendeva
l'intera serata per la costruzione delle schede personaggio.
A notte fonda ci si separava: "Oh, fra una settimana esatta, eh, non mancate!!!"
La settimana successiva di quegli 8 se ne presentavano solo 6, di cui 5 della volta prima e uno nuovo: "Lui è Mauro, mio cugino, gli ho raccontato della partita e vorrebbe provare anche lui. Può giocare col personaggio di Marco che non c'è, così non stiamo a perdere tempo".
Si cominciava, una banda di antieroi caricatura di Dragonlance sulla quale non avrebbe scommesso un goblin ubriaco. L'avventura di solito iniziava in una locanda (nella quale si scatenava una rissa - grazie alla quale si formava il nostro gruppo), oppure in un bosco.
La
terza sera il gruppo di gioco era completamente sfasciato fra gente nuova e
vecchia, e schede personaggio prestate a muzzo e vergate da almeno 3
calligrafie diverse, e nessuno aveva capito un cazzobadile della storia
(che tra l'altro non era mai uno scenario introduttivo e lineare ma
SEMPRE un'avventura - complicatissima e piena di buchi - scritta dal
Master pescando e mescolando Silmarillion, Cthulhu e Dyland Dog).
Si giocava in birreria, al CortoMaltese di Nichelino, prima che chiudesse i battenti, su tavoloni pieni di bicchieri e autoradio-mattone che puntualmente cadevano a terra per una gomitata (anche questo si risparmierà mia figlia, le autoradio estraibili che pesavano una tonnellata e non sapevi mai dove ficcarti).
A cavallo di quegli anni scoprii Lupo Solitario: I Signori delle Tenebre.
Ne fui folgorato. Il librogame univa due cose che mi piacevano, i libri e i giochi, e non era un semplice romanzo d'avventura, era qualcosa di dinamico, tridimensionale, vivo.
Ricordo che la mia prima avventura fu un disastro. Scelsi le abilità con molta poca lungimiranza, per esempio snobbai CACCIA, che mi avrebbe permesso di procurarmi cibo velocemente, e scelsi PSICOLASER e TELECINESI, che sembravano molto ganze.
Naturalmente morii di fame e di stenti, sotto un albero, senza esser mai riuscito a usare i superpoteri, l'ingloriosa fine di un aspirante Giucas Casella.
Ricominciai con CACCIA e feci un bel pezzo. Crepai di nuovo ("La tua missione finisce qui").
Mi passai la lingua sulle labbra. Il libro si torceva fra le mie mani come un serpente in un barattolo.
Lo finii in un paio di settimane, giocando corretto, senza mai barare.
Ne comprai un secondo, di un'altra serie (non ricordo quale, aveva un gufo come logo) e un altro ancora.
Li cominciai ma non li finii mai. Le cose a volte vanno così. Ma non scordai mai il Lupo.
20 anni dopo (il tempo di tirar su una stazione o una piramide), durante un giovedì in notturna, sento Viking e Redbairon parlare di librogame.
Cavalieri.
"Ma tu sei riuscito a finirlo?"
"No, sono fermo all'enigma XYZ"
"Cazzarola, tostissima quella parte"
Il mio cervello registra e mette via.
Qualche mese dopo a PLAY Modena, davanti allo stand della Cranio, Vik e Red aprono il portafogli per Cavalieri n°2 e Pirati n°2.
Li sfoglio.
Ah, sono illustrati. Lupo Solitario era tutto testo. Pensa te.
La sera della partenza del vichingo, i libri e il passato tornano a tormentarmi.
"Cavalieri n°2 me lo sparo in aereo" commenta il brasiliano.
E qui scatta la scintilla. Sulle foglie secche. Accanto a una tanica di benzina.
Una nuova generazione di librigame, molto "game" e libri soltanto nella forma, molto ben illustrati e ricchi di dettagli. L'avventura comincia con la costruzione del personaggio, tramite alcuni profili standard (guerriero, apprendista mago, arciere, personaggio intermedio che io non prenderei mai, ...) e la modifica di alcuni valori sulla propria scheda (forza, agilità, intelligenza, attacco, resistenza). Motore e generatore di eventi, un disco, ritagliabile dall'ultima pagina del libro, che assegna i colpito, colpito stordente, mancato e colpo critico, che io mi sono disegnato a penna su foglio a quadretti, e poi sostituito con due dadi.
Dungeon crawling con risoluzione di enigmi, indovinelli, sciarade, problemi di logica e colpo d'occhio.
A inizio partita il proprio personaggio le busca proprio da tutti, pure cornacchie e pantegane riescono a metterlo in difficoltà. Man mano che si livella e si raccolgono oggetti droppati dai mob e si comprano equipaggiamenti e pozioni (spendete SEMPRE!, ogni volta che entrate in un negozio, non tenetevi le monete in tasca...datemi retta), le cose migliorano, e non ci si strizza le palle ad ogni brigante armato di randello sul proprio sentiero.
Certi enigmi sono davvero tosti da risolvere, ve lo dico subito, e certi comunque NON li risolverete: vi toccherà prendere la strada lunga e rinunciare alle ricompense. Ma in questo il libro non bara, gioca corretto, e anche sbagliare vi aiuterà a capire come funzionano il gioco e le quest (parafrasando ErProsciuttaro: "Non è il personaggio che livella, ma il lettore"). Da accompagnare col libro, oltre i dadi che straconsiglio, anche una matita, una penna per ripassare, e un block notes a quadretti che vi servirà sia per prendere appunti che per risolvere certi enigmi.
In attesa di recuperare il primo capitolo e aspettado il terzo, mi sono preso Pirati n°2, da giocarmi sotto l'ombrellone.
Nota sulla longevità: il libro ha un inizio e una fine, ma le strade per arrivare da A a B sono davvero molte, così come sono molti i bivi, e poi certi rompicapo vi terranno occupati un bel po', quindi non temete: non lo risolverete tutto in un paio d'ore (io avevo questo timore).
Il treno si ferma dall'altra parte del mondo.
Scendo. La stazione è uno struscio di trolley.
Altri tecnotossici. Tampinano le ragazze con la valigia. Le valigie inevitabilmente rallentano. Come i cuccioli il branco.
I lupi si fanno sotto.
Arriva la polizia del pensiero. Fende l'aria coi manganelli. I lupi si allontanano. Un po'.
Beccano me. Faccia sospetta. Ipertricosi da Lupo.
"Buongiorno. Mi favorisce i suoi documenti di viaggio?"
Intanto gli agnelli si dileguano.
Purtroppo, per quanto la comunità di giocatori da tavolo stà continuando a recuperare tecnotonici, non sapremo mai se vinceremo questa battaglia.
RispondiEliminaBellissimi questi nuovi librogame, hanno un sapore molto diverso dai vecchi, forse perchè in quelli ci immaginavamo praticamente tutto, dalle battaglie al sudore del nostro alter-ego,fino al tanfo delle grotte e alla morte del povero mostro.
Da provare, ho un viaggio impegnativo che mi attende, ne prenderò qualche copia anche io
Questa nuova generazione di librigame spinge molto più sulla risoluzione degli enigmi, che sui combattimenti duri e puri (che continuano a esserci, comunque).
EliminaA me piace questa nuova linea.
Quanti bei ricordi, Andre... Qualche libro di Lupo Solitario ce l'ho sempre qui, cercavo di trasmetterne le sensazioni ai miei figli... Forse ci riesco con questi illustrati...
RispondiEliminaSplendido post, come al solito! 😍
I Lupi hanno lasciato un segno, in quegli anni.
EliminaMi fa sempre piacere vederti, Ida.
"In grado di resettare nuche". Ma come ti vengono.
RispondiEliminaQuesti post li adoro: il tuffo nei ricordi che mi fai fare.... I librigame... Ahhh quanti ne ho letti, ultimamente mia moglie-doraemon in versione sindrome-del-nido me li voleva buttare.... Ho iniziato lo sciopero della lavastoviglie... Ha desistito subito.... Come segno di vittoria ho comprato pirati I. Not bad.
Stupendo il modo in cui apri e chiudi le storie. MAESTRO! :-)
PS i tecnotossici mi ricordano "pump thr jam" ahahuuuuu
EliminaPirati 2 già nella mia valigia del mare.
EliminaStupendi i libri game, il mio primo fu di una serie investigativa con protagonisti dei ragazzini, molto carino! Poi li provai quasi tutti, tra i miei preferiti "Alla corte di re Artù" in cui si impersonava un avventuriero sfigato (era anche molto ironico, ma di non semplice soluzione) e la serie sortilegio (quella del gufo) erano un totale di 4 volumi, uno più difficile dell'altro. Se si sceglieva di interpretare lo stregone si doveva studiare, prima di iniziare a giocare, il libro degli incantesimi (ogni incantesimo era codificato da tre lettere, durante l'avventura ne venivano proposti 5 o 6 all'occasione, ovviamente solo 1 andava bene. l'altro ti faceva solo perdere punti "magici", nel migliore dei casi...). Ultimamente ne hanno fatto una app per android, riprende molto il libro game. Ce n'è anche una su lupo solitario ma non l'ho provata.
RispondiEliminaGabriele
Sì, quello del gufo (era proprio sortilegio!) era davvero bizantino e di difficile risoluzione.
EliminaCiao Dado, come và. Sono Roberto da Pescara, ci eravamo sentiti qualche tempo fa.
RispondiEliminaNon ho mai letto\giocato ai Librogame, pensa che quello che mostri nelle foto lo preso ad Ale per la promozione, ma già bramo affinchè me lo passi per leggerlo\giocarlo anche io.
Martinsicuro?
Roberto
ciao Roberto. Scrivimi via mail, magari ci si riesce a beccare per una rostella.
EliminaHo acquistato Pirati appena uscito, speravo di rivivere le magiche atmosfere dei libri game "vecchia maniera", quelli che mi tenevano sveglio da ragazzo... ma a dirla tutta mi ha un po' deluso. Sarà per il poco testo, che nei libro game invece era preponderante e dava ampio spazio alla fantasia, sarà che non riesco ad immedesimarmi con questi personaggi preconfezionati (i profili standard sono pochi e scarsi), sarà che il finale (parlo del primo Pirati) non è un vero finale ma ti lascia con l'amaro in bocca in attesa del secondo volume... boh, proverò a dare una chance a Cavalieri, magari con un'ambientazione a me più congeniale riuscirò a rivalutare questi libretti.
RispondiEliminaE cmq, gran bel pezzo dado, come sempre :)
Grazie boss.
EliminaHo letto il tuo pezzo bomba sul tuo http://ideeludiche.blogspot.it/
Quando ho letto la terza, non volevo crederci
^_^
Dado è uscito dal film inseption......
RispondiEliminaOgni sogno nel sogno il mondo rallenta...
EliminaCiao,
RispondiEliminami unisco al codazzo degli estimatori di questo post meraviglioso. La nostra nostalgia per un mondo low-tech a dimensione di dita è qualcosa di difficilmente comunicabile alle generazioni successivi e, come la musica a 33 giri, avrà una fine. Potremo dire, si però il 33 aveva un fascino diverso e c’erano le tracce fantasma, ma per chi verrà dopo rimarranno immagini da fissati. E il fascino delle cose che passano, degli anni che stingono di cui si porta il testimone.
Le emozioni, ad una certa età, sono immagini indelebili, rimangono fisse lì e tu hai saputo descriverle a meraviglia. Grazie.
Ogni volta che passo per il tuo Blog mi si risvegliano passioni accantonate ... I libri Game!!!! Avevo quelli della serie Ninja e ovviamente anche Lupo Solitario!!
RispondiEliminaLibri Game! Scoperti al supermarket mentre mamma faceva coda alla cassa. Affascinato ne afferro 3 (TRE) e torno al carrello con l'occhio alla "gattino Pucci pucci". Sono libri e quindi mamma dice sì!
RispondiEliminaA Natale poi mi fu regalato il secondo volume della serie di Oberon il giovane mago. Ma che bello! Per me la serie più bella con mostri fantastici... Il Pesce Occhio, i Quoku (anfibi volanti dalla pelle velenosa) subito convertiti in creature per d&d scatola rossa. Ripensandoci mi sento bene e mi commuovo. Grazie Dado!
ci sono 4 libri game di Lupo Solitario sulla mia mensola. Sono li' perchè proprio non ci riesco a metterli via.
RispondiEliminaO forse sono li' perchè è finalmente arrivato il momento di farli provare ai miei figli.
Sono passati parecchi anni. Una piramide e una stazione potrebbero pure essere state costruite nel frattempo, fortunatamente le piramide, le stazioni e i libri game sono senza tempo!