martedì 3 marzo 2015

Insalata Meccanica

Eccomi là. Cioè Dado e i miei due soci. Eravamo seduti al Kolejka beer bar, arrovellandoci il meeple, per sapere cosa fare della serata.
.........


Notte.
Loro in tre. Cinquant'anni in tre.
Pochi grammi di carne attaccati alle ossa. Non camminano: ciondolano. Tutti e tre. Non si capisce chi imiti chi. Il Lungo ha le cuffie, quelle fighe, bianche, che costano un botto. Il Mezzano sta scrivendo un romanzo sul cellulare. Quello con i lineamenti da asiatico beve sorsi di birra da una bottiglia di Moretti e poi sputa sui parabrezza delle macchine parcheggiate. Salomonicamente: su tutte. Non mi hanno visto: comprensibile: sono quasi sdraiato a terra, altezza parafango, coperto dal muso di una macchina. Con Vasco de Gama di Paolo Mori. L'intenzione: fotografare la scatola del gioco a pelo di strada, con la prospettiva lunga dell'asfalto. Per un post del blog che andrete a leggere.
Il lama non demorde: sputa con metodo.
Piombo fuori dal buio, davanti a loro, brandendo Vasco de Gama sopra la testa, urlando come un invasato: "CHECCCAZZOFAICONQUELLABIRRAALLAMIAMACCHINAAA"
Muoiono. Di infarto. O quasi. Li vedo saltare all'indietro, e intendo proprio saltare!, i piedi che si staccano da terra di qualche centimetro, il busto che si piega come se qualcuno lo tirasse da dietro per la cintura, le mani che si incrociano davanti alla faccia per parare il colpo. Fuggono via. Terrorizzati dall'Uomo Pelato Con La Scatola. Per un secondo credo anche che l'asiatico si stia pisciando sotto, poi capisco che sta solo correndo con la Moretti aperta (e ci rimango un po' male).

A quel punto l'imputato aggrediva A.L. di anni 17, L.M. di anni 17 e D.M. di anni 16 brandendo sopra la testa una scatola del Monopoly...

La serata per il ritorno del Vikingo viene imbastita nel giro di un pomeriggio di messaggi su whatsapp. RedBairon prima dà forfait all'evento giustificandosi che c'è stata una gran moria delle vacche, notizia alla quale seguono allusioni su Red e tutta una serie di ortaggi oblunghi. Poi segue un serrato ballottaggio dei migliori titoli da due, che si conclude con "Andre stasera porta il sacco a pelo che tiriamo le 4.00 su Twilight Struggle".
Neanche tempo di capire se i babà sotto spirito nella burnia d'accompagnamento alla serata, sono al rum al limoncello (alla fine saranno al limoncello), che Red rientra in gioco e cala un "Ci sono e si gioca a Feld". La mia reazione è  tiepida e compassata, tipo Jimmy il Fenomeno.

Arriviamo dal Vichingo con Nell'anno del Dragone di Feld sono un braccio, e Florenza the Card Game di Stefano Groppi, sotto l'altro. Vik ci accoglie con i babà in una mano e il figlio nell'altra.
"Fra poco dovrebbe crollare, sta cascando dal sonno" ci rassicura Vik, mentre il futuro erede dell'impero del pistacchio di Bronte, tira fuori le miniature di Dungeon Quest e fa capriole sul tavolo.
Pillow si immola per la causa e porta a nanna l'erede.
Caffè, birra e primo babà. Si comincia.
Countdown della serata: il tempo verrà scandito a colpi di babà grondanti limoni di Sorrento macerati nell'alcol 90°, nella misura di cadauno all'ora.
Si comincia con la regina madre di tutti i Feld: Nell'anno del Dragone. Titolo da 2-4 giocatori, d'ambientazione liso cantonese, edito Ravensburger, degli stessi anni di Notre Dame, noto nei peggiori bar di Caracas per essere uno giochi più punitivi di Feld.
La partita si svolge nel corso di 12 turni, paragonabili a 12 tagli con la carta fra le dita dei piedi, che recitano tutti più o meno "Alla fine del turno ogni giocatore dovrà produrre QUESTO e QUELLO, e se non ne è in grado: sciagura a lui!!"
Il pane da strapparsi di bocca sono i soliti punti vittoria, cavati come se non ce ne fossero per tutti e ottenuti invece sempre lasciando qualcos'altro sul tavolo. 
Stretto e soffocante come l'Ikea al sabato, essenziale e funzionale, un piazzamento tessere caratterizzato dal contatore primo giocatore che pesa tantissimo nell'economia delle (poche) tessere, e
che lascia ai giocatori quell'ansia da non riuscirò mai in tempo a fare tutto.
Il tabellone è brutto, uno dei più scarni che abbia mai visto ("Io di tabelloni ne ho visti tanti...fidati di uno che li ha provati tutti"), e soprattutto non è "parlante", manca tutta la simbologia delle tessere che di solito, invece, non manca mai nei titoli di Feld. Ma a parte questi piccoli difetti, il gioco gira proprio bene: è elegante, ha una bella meccanica e un'elevata longevità, e a fine partita lascia la bocca unta dei turni appena trascorsi.
Partiamo affamati come Alex e i suoi drughi, cazzeggiando pochissimo, quasi mancando l'appuntamento dei 60 minuti col babà partenopeo. Viking the Dulsao Meravigliao sembra il favorito, ma io e Red restiamo in scia, di misura, strategicamente a distanza, sembriamo la Pellegrini in quarta posizione dopo la prima vasca.
Vik continua a mettere una bracciata dopo l'altra, rischiando una fuga forse prematura.
Red insegue bene, forte di un motore di tessere libri che ci costringe a giocare in difesa per tutta la partita, io non gioco male, ma a metà mi esibisco nella solita cazzata serale del Dado: butto alle ortiche un turno per produrre più di quanto mi serva (e di quanto riesca poi a recuperare), e mi tocca il cappellino con su scritto "fanalino di coda".
In apnea di ossigeno, chiude e porta a casa il Vichingo, dal Brasile con furore, Red due punti indietro e il sottoscritto con una gamba di legno.
Sesto titolo di Feld, sul mio tavolo, sesta insalata di punti, e io probabilmente devo essere un bruco, perchè trovo queste foglie verdi davvero deliziose.

Florenza The Card Game.
Si scende di un livello, nella burnia dei babà, verso quelli sul fondo, quelli più intrisi, fradici, gocciolanti, che si spappolano a tirarli fuori con la forchetta.
E si passa a Florenza the Card Game, di Stefano Groppi (doppio stefano, stasera!).
Nonostante i soci della Galliatese, e TeoOh e Mario Sacchi mi abbiano consigliato a più riprese il Florenza cinghiale, più adatto agli stomaci di cuoio del trio dell'insalata meccanica, ho fatto di testa mia e preso la versione "card".
Mi piacciono i card game (quando son fatti bene) e apprezzo sempre la capacità di riuscire a condensare tabellone, risorse e pedine in un mazzo di carte.
Tedesco, questo Florenza cartaceo, di gestione delle risorse, per 2-4 giocatori, della durata di una sessantina di minuti (un babà a inizio e uno a fine partita).
Scopo del gioco: realizzare, nei 5 turni a disposizione, più punti vittoria dei propri avversari, costruendo edifici, monumenti, negozi, botteghe e assoldando gli artisti più famosi del rinascimento bene.
Partita concreta e senza colpi di testa da parte di nessuno. Vik sembra star dietro per tre dei cinque turni, poi all'ultimo cala il mondo, col rischio di balzare in testa. Red gioca un po' sottotono, forse provato dai babà, forse ancora perso nei calcoli di ItYotD. Io vado come una lippa, poche carte ma quelle giuste, artisti ingaggiati con contratto CoCoCo e abusivismo edilizio che ci ho un cognato assessore.
A spuntarla il solito noiosissimo Red, oramai il più odiato da tutti i lettori del blog.
Titolo molto interessante,
Florenza TCG, aperto e generoso: c'è tanta roba e tutta roba buona che non vorresti lasciare agli altri. Le carte che aggiungono azioni nel turno mi sembrano giocate obbligate, come quelle che creano piccole rendite in risorse, essenziali per costruire più velocemente, e anche i vari moltiplicatori di punti per edifici costruiti, essenziali perchè si vince di punti, mica di simpatia. Ma naturalmente non puoi fare tutto. Gioco snello (nonostante il tavolo ben imbandito), difficile inchiodarsi se non sull'abbondanza. Florenza TCG prevede una certa dose di alea (come quasi tutti i giochi di carte), legata soprattutto agli artisti che realizzano i monumenti e che danno differenti punti vittoria (nell'ottica che un monumento può venir fuori bene o un po' meno bene). A bocce ferme, a partita finita, ammetto che non mi dispiacerebbe una home rule più tedesca, per stringere un po' il collo al tacchino.
Bei giochi, stasera. Gli stefan non deludono.

Notte fonda. Una poltiglia di babà nella pancia.
Si ritorna a casa, drughi.
Domani si lavora.
Right, right, right.

10 commenti:

  1. Ed eccomi di ritorno sul blog dopo mesi di assenza piu` o meno forzata e cosa trovo? Dopo tante volte che consiglio il VERO Florenza, uno dei gestionali piu` bastardi, ti trovo con il gioco di carte? E vuoi pure una home rule piu` tedesca? Non so che dire Dado, L'ambasciatore dei gestionali spinti che fa questa fine.
    Mi limito a dire questo: se vuoi una home rule che renda il gioco "piu` tedesco", invece di 30 euro sul card game con 10 euro in piu` ti portavi a casa il vero gestionale. Dai c'e` ancora speranza!!! :)

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    1. Oramai ho preso una brutta china, Freddy, non ho più il fisico, me l'hanno anche detto all'Avis, le ultime analisi: "Dado deve riguardarsi, non può più strapazzarsi come un tempo, oramai ha 41 anni, deve ridurre il sale, i caffè e i gestionali spinti".
      Quindi non ho preso Florenza Cinghiale, perchè se l'avessi in casa ci giocherei, e ciò non farebbe bene al mio colesterolo, ma conto di giocarci al più presto, anche i soci galliatesi (Nylo capocurva) stanno spingendo in questa direzione.
      Tranquillo, appena l'avrò assaggiato RESPONSABILMENTE, posterò il report.
      Nel frattempo... valido anche il card game, davvero!

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    2. Florenza the original si definisce semplicemente MASTERPIECE. A mio avviso, anche se la durata cresce e non di poco, se si gioca in tanti (5 per esempio) e' ancora più tattico. Comunque Dado ti invidio: è come chiedere a qualcuno: "Ma non l'hai mai visto???", quando si sta parlando di uno dei tuoi film preferiti, e vorresti farti lobotomizzare per ricordarti di averlo visto per poterlo vedere per la prima volta.

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  2. Ciao Dado, scrivo solo per dirti che le carte che danno azioni in più possono sembrare scelte obbligate, ma ho visto un sacco di gente vincere con 4 azioni a turno dall'inizio alla fine, anche contro avversari che ne facevano 5 o 6. Di fatto succede perché se non giochi le Abitazioni... Beh, giochi altre carte che ti fanno fare punti in altri modi :)

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  3. Articolo spassosissimo, come al solito e forse anche più del solito.
    In quel Feld è consigliatissima l'espansione "Muraglia cinese" che oltre ad essere super tematica, aggiunge una tessera azione "trasversale" che apre il gioco a moltissime più strategie, approcci, e oltre ad essere meravigliosamente tematica, trasforma il gioco da bellissimo ad un capolavoro a 360°.
    e a proposito di capolavori, florenza the card game, anche se concordo che gli artisti possono fare la differenza tra primo e secondo posto, a conti fatti, è proprio un buon gioco! ;-)
    (e io lo preferisco nettamente alla versione setolosa).

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    1. Adesso va tanto di moda dargli addosso, a me Feld non delude mai.


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  4. La prima foto fa tanto Eyes Wide Shut!
    Post molto bello, come sempre :)

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  5. E noi stasrra abbiamo giocato a florenza.. quando passi da qua a provare i Feld che ti mancano?

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  6. Oh... brandire una scatola di Monopoly può essere davvero letale.
    Specie se è l'edizione deluxe con le pedine di metallo... :)

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  7. Oh... brandire una scatola di Monopoly può essere davvero letale.
    Specie se è l'edizione deluxe con le pedine di metallo... :)

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