domenica 14 dicembre 2014

Non sarò mai un principe azzurro

a S.
"Neanch'io dimentico"


Avevo 19 anni e la festività di Halloween aveva appena cominciato a prendere piede qui da noi. Si andava mascherati nei locali, che per l'occasione addobbavano gli angoli con bare ricavate da scatoloni d'imballaggio e tristi ragni di plastica penzolanti dal soffitto. Ci si disegnava la goccia di sangue all'angolo della bocca, si bucavano Bloody Mary e Bloody Mary Light con lo sciroppo di fragola sulle drink card al bancone del bar, e in pista si ballava tutti rigidi Thriller di Michael Jackson. Non amavo le discoteche, nè i locali nè chi li frequentava, ma mi piaceva l'idea di travestirmi in chiave dark. Quel Halloween mi vestii da "Due Facce" di Batman, tagliando la gamba di un paio di vecchi pantaloni, unendo bottoni e asole di due camicie, una nera e una bianca, e truccandomi di rosso bruciato metà del viso.
Io e il mio amico Leatherface (maschera da discount del terzo mondo, realizzata con una busta del pane con i buchi per gli occhi e dello scotch marrone) passammo a prendere le ragazze di altri nostri amici, che abitavano a pochi isolati da casa nostra. L'idea era trovarsi poi tutti davanti alla discoteca.
La ragazza del mio amico (vampiro con marlboro) scese di casa su tacchi altissimi. Mini-minigonna. Calze a rete nere. Scollatissima con pizzo del reggiseno a vista. Però aveva un cappello nero in testa!
"Non ho capito il tuo travestimento" chiesi
"Streghetta sexy" fece lei
Salimmo tutti sulla mia Fiat 127 color mattone e partimmo.
Per arrivare alla discoteca costeggiammo il fiume (ndr: Corso Unità d'Italia). C'erano le prostitute che battevano sul marciapiede. 
Notai che erano vestite allo stesso modo.
"Ammazza quante streghette sexy stasera!" mi scappò (e Leatherface rise molto).
Scoppiò un casino. La ragazza non digerì per niente la battuta e anche il suo ragazzo, una volta arrivati nel locale, mi disse che quelle lungo il fiume somigliavano a mia sorella e mia madre.
Per un po' non li vidi e pensai dovessero solo sbollire. Ma passarono le settimane e loro non tornavano. Così feci l'unica cosa che potevo fare per non perderli: mi scusai della battuta. Non ci credevo ma mi scusai.
"Lei mi disse Okay, Andre, ti perdono solo perchè hai capito il tuo errore"
Me la fece cadere dall'alto. Molto dall'alto.
La odiai. E odiai me stesso per essermi scusato.
Per un po' funzionò.
Poi qualche mese dopo dissi di nuovo qualcosa di sbagliato, e questa volta si che le cose andarono veramente a puttane.


A 20 anni vinsi un concorso letterario riservato agli autori esordienti e mi invitarono in Francia: viaggio, hotel, tutto spesato. Ero molto giovane, impacciato, in mezzo a gente vera, che scriveva sul serio, e non mi sentivo all'altezza della situazione.
Di più: non riuscivo a trovare un appiglio in nessun discorso con gli scrittori e gli editori, e quando aprivo bocca mi sembrava che la mia inesperienza sgorgasse fuori in piena come un tubo del cesso rotto.
La sera prima del ritorno, al ristorante con gli altri, non so come finimmo a parlare di droghe. Droghe leggere: hashish e marijuana. L'avevano provate tutti: scrittori, editori, addetti ai lavori, tutti tranne me: io non le avevo provate. Vivevo in una delle zone più degradate di Torino, ero circondato dalla droga a scuola, ma me n'ero sempre tenuto lontano.
Ma quella sera raccontai che le avevo provate anch'io. Per darmi un tono. Anzi inventai che le conoscevo più che bene: che ne abusavo proprio.
Esagerai così tanto che alla fine mi fecero la paternale.
Soprattutto un giornalista col quale ero diventato abbastanza amico in quel weekend: mi fece promettere di darmi una regolata.
Tornai in hotel odiandomi.
Ma odiandomi davvero.

Non ho mai più finto di essere qualcosa di diverso. Neanche mezza volta.
Smusso gli angoli, come tutti, ma non mento.
Mai.

Dark Tales Gioco di carte 2-4 giocatori, della durata di una trentina di minuti, quasi 60 buttandoci dentro anche l'espansione e prendendosi qualche secondo per commentare le illustrazioni (comunque io e Red si va notoriamente sul lungo), appena uscito dalle rotative della dVGiochi.
Pochissime le regole e una meccanica ETB (enter the battelfield) di immediata comprensione che strizza l'occhio all'illustratore Dany Orizio, vecchio pennello di Magic The Gathering.
Punto di forza del titolo l'ambientazione, che passa attraverso la rivisitazione in chiave dark delle favole, con fate sensuali e torbide, creature della notte e antieroi palestrati (noterete che non c'è UN solo personaggio completamente positivo, rappresentato sulle carte, persino il Principe ha un sorriso da uno che scrive di nascosto su facebook alla collega d'ufficio "Lo sai che hai due occhi verdi che sembrano due smeraldi?", mentre la moglie addormenta il bambino in cameretta).
Apparecchiamo Dark Tales a fine serata, dopo una sessione di refill compulsivi di zucche e porri su Alle Porte di Loyang, di Rosenberg.
"Ci hai già giocato?" mi chiede Red rigirandosi la scatola fra le mani.
Red non ama i filler, nella sua collezione privata il titolo più riempitivo per il fine serata è Galaxy Trucker.
"Prima volta per te, prima volta per me" gli rispondo.
Partiamo.
Primi turni di studio del terreno, durante i quali consultiamo più volte le carte Ambientazione e ripassiamo le zone di attivazione, poi cominciamo a mettere le bracciate una dietro l'altra e prendiamo velocemente il largo. Le minicombo etb entrano lisce e non c'è un grammo di paralisi d'analisi, eccezion fatta, come dicevo, per alcuni interrogativi di vitale importanza sul design dell'Alleata Segreta. Collezioniamo monete, puntando al bonus, e Red si becca entrambi gli oggetti unici (pettine e mela). Nonostante le rimozioni di Red sotto forma di Orchi e Draghi, capitalizzo secco spammando Nani, e giocando nell'ultimo turno disponibile la Casa dei Nani armati di ascia.
La partita si chiude con una tonnellata di punti e pochissimo scarto (qualcosa del tipo 208 a 204 per me).
Il gioco convince me, e colpo di scena convince pure Red, che è sempre stitico di complimenti per i filler, e che invece si lascia andare addirittura a un "Beh, dai, carino, si fa giocare, 'sto Dark Tales".
Non il gioco della vita, naturalmente, ma un filler che fa il suo dovere, immediato, gradevole, da giocare chiacchierando a fine serata, da portarsi nel marsupio o da giocare sul balcone al mare, da incuriosire i novizi e da scherzarci su. 
Nota: mentre scrivo queste righe ho appena avuto modo di provare Bruges di Feld, comprato la scorsa settimana dallo stesso RedBairon che aveva giurato e spergiurato "Basta giochi per il 2014", sempre targato dVGiochi.
Bellissimo Bruges, davvero un gran bel Feld punitivo (credo lo riproveremo molto a breve per il ritorno del Vikingo, e credo anche che gli scatti della serata finiranno sul blog)
Devo riconoscere che dopo un periodo di sostanziale immobilità in fatto di novità, dVGiochi se ne sta venendo fuori con molti titoli interessanti e alcuni da avere assolutamente (Bruges!)
Complimenti quindi a dVGiochi.


Nani che si fingono Principi
E' importante resistere alla tentazione di spacciarsi per Principi quando si è Nani, o per Streghette Sexy quando si è zoccole.
Essere se stessi per se stessi, mica per gli altri, perchè poi la notte non ci dormi.

Per quanto mi riguarda non ho mai finto di essere un principe azzurro.
Io sono un orco. Un orco buono, ma sempre un orco. Si vede anche, dai. Guarda la stazza, i movimenti sgraziati, quello che esce quando apro bocca.
Cerco di rendere l'orco più presentabile, ma davvero: non invitarmi a casa tua aspettandoti un principe, o pensando di cambiarmi in qualche modo, perchè le cose non andranno come speri.
E io ti deluderò, puntualmente, semplicemente essendo me stesso, appena aprirò bocca.
Perchè tu appartieni alla categoria peggiore, quella delle persone che cambiano se stesse e che vorrebbero cambiare pure gli altri, con l'idea che li "miglioreranno".
Una volta mi hai detto che tu hai la memoria lunga.
Beh, anche gli orchi non dimenticano.

12 commenti:

  1. Cavoli Dado.. Da brividi..

    per fortuna che sei come sei.. Uno splendido Shrek!
    vale

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  2. Parole sante Dado. Non è sempre facile essere se stessi, ma è comunque la cosa migliore! ;)
    Ti stimo! :D

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  3. +1
    Aspettiamo un pezzo dei tuoi su Hyperborea!
    Matteo

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  4. O sono come sono
    E sono cazzi miei
    Io dico quel che dico
    E sono cazzi miei
    Io vivo come vivo
    E sono cazzi miei
    Cazzi miei

    Inizio del pezzo Bon Voyage dei 99 Posse

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  5. Ah quello di sopra è il mio commento!
    redbairon

    Che pezzo quello dei 99 posse

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  6. Avresti dovuto scusarti con le prostitute... ^^

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    1. ci dovrebbe essere il tasto MI PIACE su blogger proprio per commenti come questo! ahahah

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  7. Come al solito.....pezzo introduttivo al Top.... Mi hai fatto rivivere i miei 19 anni e l'antipatia per le discoteche e i sudici divanetti sempre pronti ad ospitare coppie che non sapevano neanche come si chiamavano....Vabbeh: io ero Metallaro fino all'OSSO!!!
    Sul Essere se stessi.....che vuoi che ti dica??? Forse che ho sempre scelto persone che sono quello che sono pur vivendo in una società dove la Maschera non è qualcosa di teatrale ma un Finto Scudo da indossare ogni giorno!
    Fiero di piacere o no per quello che sono e forse...... sono ankio un Orko....un Orko Metallaro!!!
    Grande DADO!!!

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  8. L'ho provato anche io qualche settimana fa, senza espansione però. Devo concordare: un bel fillerino che fa il suo dovere. Quasi si gioca da solo, senza che tu debba fare nulla.. ecco forse questo non mi ha fatto scattare la scintilla.
    Non dico che sia brutto però se non fosse esistito non ne avrei sentito la mancanza.

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