venerdì 19 dicembre 2014

Alle Porter di Loyang

Orbi di Viking causa lavoro e infiammati nel tunnel carpale (io) per una questione di taglio caldarroste albepavo, io e Red mettiamo sul tavolo Alle porte di Loyang, opera controversa di Uwe Rosemberg, acquistata usata a 25 euro e ancora al sicuro nella placenta del cellophane.
Red, per non saper nè leggere nè scrivere, si presenta sulla porta di casa con una bottiglia di Porter Chocolate nera dorata, della Fabbrica della Birra di Perugia, già sedotta nel freddo e abbandonata fra le mie braccia, pronta da baciare sul collo.
Mi piacciono le birre "complesse", introverse, e le serate board games si prestano alla lenta degustazione, agli azzardi sensoriali, ai luppoli che danzano fra gola e naso mentre gli occhi se ne stanno chiusi.
Spezzetto un po' di cioccolato 99%. Addento. Lascio che il cioccolato amaro si sciolga, in attesa della porter.
Puoi ridurre il sesso a mero incastro, a un processo di frizione e attrito fra le carni, a pochi centimetri di pelle interessati nella penetrazione, e movimenti pelvici ripetitivi.
Puoi farlo, naturalmente. Se vuoi perderti il meglio.

Sedersi dalla parte del torto
Non si può parlare di flop per Alle porte di Loyang , ma il titolo non fa rottura di stock nelle vendite, non colleziona coccarde, e raccoglie invece pareri discordanti fra i giocatori e sui forum.
Soprattutto sembra esserci un divario incolmabile fra Loyang e i suoi fratelli, dove Le Havre e Agricola sono frutto dei lombi di sangue blu, mentre Loyang sembra il fratellastro bastardo e illegittimo frutto di una scopata del padrone di casa con la cameriera Consuelo.
Purtroppo Rosenberg paga il dazio del proprio curriculum, incastrato dalle aspettative generate dai suoi stessi blockbuster.
Un po' come Spyrium dopo Caylus.
Ma torniamo al focolare critico.
Obiettivo della serata: dare una possibilità al perdente venuto dalla strada, dargli la sua occasione, farlo parlare, concedergli la partita della vita. Lui naturalmente sa cosa rischia, e sa anche che ci sono tanti livelli intermedi fra la posizione eretta e il tappeto, ma decide lo stesso di mettersi in gioco, di sdraiarsi sul nostro tavolo, di giocarsi il piatto in un'unica mano.
Mi avvantaggio su Red apparecchiando tre quarti del gioco, così che appena arriva, tempo di baciare Francy e la piccola che vanno a letto, e buttar giù un caffè (il Kaazar, che io chiamo anche "Caffè da Rosenberg", perchè è la bumba che ci spariamo in vena quando il cinghiale di turno si avvicina alla soglia psicologica delle tre ore) e cominciamo.

Loyang è un gestionale di cucurbitacee & affini, per 2-4 giocatori (meglio se 2) della durata di 120-150 minuti.
Scopo del gioco: guadagnare monete per avanzare il più possibile sul Sentiero del prestigio tracciato dal maestro Miyagi.
Ogni giocatore dispone di un proprio campo, di un magazzino in cui stipare le merci e di una serie di ortaggi da piantare. Ogni ortaggio piantato in un campo (con le dovute restrizioni) produrrà un "frutto" per ogni slot del campo, e un nuovo frutto utilizzabile a ogni turno, che potrà poi essere venduto o ripiantato.
Il gioco ruota attorno all'ottimizzazione dei campi per la produzione, e alla gestione dei clienti abitudinali e occasionali, per convertire da ortaggi a monete (le monete verranno poi spese per avanzare sul Sentiero)
I clienti abitudinali richiedono le stesse combinazioni di verdura per più turni (con un guadagno sempre maggiore, però se la attaccano al dito se manchi una consegna), mentre gli occasionali possono essere accontentati in un'unica soluzione (ma rendono meno).
Ad accompagnarci nella spietata wall street del borlotto e del sedano rapa, gli aiutanti, che forniranno azioni extra e fluidificheranno le transazioni, e i banchi del mercato per cambiare le verdure-valuta con indici di cambio 1:1 e 1:2.

Perfettamente in linea con la crisi che stiamo attraversando chi più chi meno, imbastiamo l'ossatura della partita puntando sul "meglio poco ma a ogni turno", tenendo bassi i costi e attaccando lo scarto.
Facciamo cassa con i clienti occasionali, di poche pretese e cash immediato, e ricorriamo agli abituali con parsimonia, e solo una volta messi in gioco altri campi fertili e altre verdure.
Di lì in avanti Loyang prende virtualmente velocità (e dico virtualmente perchè si, è vero, aumentano i soldi e le possibilità di investimento, ma si allungano anche i tempi di refill dei 10.000 token, delle azioni disponibili, e la paralisi da analisi viene a sedersi con noi al tavolo con una ciambella in mano e Donna Moderna).
La partita si chiude a notte fonda e io e Red stacchiamo, più bolliti che crudi.

Titolo imperfetto, ma interessante, senza macro difetti, ma che lascia una persistente sensazione di "Potevano farlo meno macchinoso".
Loyang funziona e si risolve bene, ma per quanto trasudi cellule del padre ad ogni respiro, sembra manchi un po' di lubrificante in alcuni passaggi.
I tempi morti durante il turno dell'avversario possono dilatarsi tantissimo e fiaccare l'entusiasmo, col risultato finale di una percezione di gioco molto più "heavy" di quello che è realmente.
Parlando delle cose che invece funzionano, Loyang è un gioco vivace, piacevole da giocare, stretto (nella pianificazione delle molte azioni a turno) e gratificante. Gradevole e curata la componentistica (badilata di token vegetables e trilione di carte ben ambientate), e un design di gioco aderente con le meccaniche.
Per tirare le somme:
Se il titolo viene giudicato in base agli altri di Rosenberg, Loyang è geneticamente inferiore, e lo dico da fan di Rosenberg.
Se preso come titolo a sè, è indubbiamente interessante, però pane al pane: non ci giocherei tutte le sere.
Proprio come la porter, che è un tipo di birra che mi piace e che bevo volentieri, ma devo metterci in mezzo qualche altro luppolo prima della prossima.

Nota: a fine partita e fine serata, Alle porte di Loyang rimarrà a Red, collezionista di Rosenberg e molto più entusiasta di me del gestionale di cucurbitacee, anche a risarcimento parziale di tutti i manuali studiati al posto mio per le nostre serate board.

Bentornato Viking

6 commenti:

  1. Grazie Dado! In Brasile ho cmq tenuto l'allenamento con Carontissimo.

    Cmq adesso bando alle ciance, abbiamo una partita a Starcraft in sospeso. Vi ricordo che mi avevate promesso di completarne una entro fine anno.....il tempo stringe :-\

    Viking

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  2. No ma dai... malore al polso per delle caldarroste che hai dimenticato sul tavolo??? :)
    BuonNatale. A te a moglie e alla piccola. Di cuore.

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    1. Rosemberg ha un difetto: in tutti i giochi si scorda del tempo buttato a ri-setuppare tutti i cubetti. Ogni turno.

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    2. Ne avevo presi tipo 3kg. Dimenticate sul tavolo.
      Al ritorno mi sono detto "Le faccio, va, prima che vadano a male"
      E le ho tagliate tutte.

      Auguri Jocularis e un abbraccio a tutti...

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    3. tutte? ma le devi tagliare quando le cuoci!

      cmq come son venute? :D

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  3. due anni fa, credo per un luglio o un agosto un po' piovoso, ce lo siamo mangiato vivo questo gioco. se ci fai un po' di partite una in fila all'altra, 1vs1, penso potresti riconoscere questo figlio bastardo.

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