Quella che vedete nella foto è la scatola del prototipo di Archean, uno dei prossimi titoli AlbePavo. Me l'ha portata Jocularis qualche settimana fa, in cambio di una teglia di lasagne e di un paio di birre.
L'amicizia con Jocularis, della quale avrete già intuito leggendo i post su Archean, è nata sul blog: io avevo scritto un paio di post su Carnival Zombie, lui è capitato sul blog, ha cominciato a seguirlo, abbiamo preso a scriverci in privato, ci siamo scambiati i cellulari, e da qui in poi è seguito un lungo carteggio di foto oscene su whatsapp e telefonate molto lubriche nelle pause pranzo.
Finchè un giorno mi ha proposto "Andre: ti andrebbe di provare il prototipo del nostro nuovo gioco? Però ti avverto: è un prototipo"
Ricordo di avergli risposto "E' come se una donna mi avesse proposto: vuoi infilarmi la mano nella scollatura? Però ti avverto: non è proprio una quarta, più una terza abbondante".
Quando sei un giocatore come lo sono io, gli autori di giochi ti sembrano persone un po' astratte, non proprio come te, "diverse", distanti dalla tua realtà di tangenziale, lavoro, figlia da andare a prendere dai nonni che l'hanno a loro volta presa dall'asilo, e un'unica serata infrasettimanale in cui cercar di condensare tutti i titoli dei quali hai letto sui forum...gli autori ti sembrano persone un po' ...come dire... non del tutto in carne e ossa.
Conoscerli di persona, passare qualche ora con loro, è una strana sensazione, come scoprire il trucco di un prestigiatore, o vedere la propria casa in costruzione e scoprire che sotto i pavimenti passano un sacco di fili e tubi.
Un mesetto fa mi sono trovato al tavolo con Andrea Chiarvesio per una partita serale a World of Warcraft, e a inizio serata ricordo di aver pensato: "Cacchio, sono al tavolo con l'autore di Kingsburg, lui ha inventato Kingsburg, io ci ho giocato a Kingsburg, e siamo allo stesso tavolo...". E a serata finita, mentre tornavamo alle rispettive macchine, ci siamo fermati mezzora a chiacchierare di giochi e meccaniche fichissime e titoli da provare assolutamente, col rischio che qualche signora del primo piano ci rovesciasse sulla testa una bacinella d'acqua, vista l'ora tarda...
Ma anche noi giocatori siamo bestie strane. Se da un lato guardiamo certi autori con occhi al limite del fanboy, dall'altro siamo spesso prodighi di giudizi e stroncature contro i titoli che non ci piacciono anche a fronte di molte poche partite e di prime impressioni (io per primo non sono esente da questo difetto).
Ricordo che agli Asterion Gaming Days, durante la demo di Hyperborea, un giocatore aveva commentato qualcosa del tipo "Eh, però l'abilità della razza X è molto più forte dell'abilità della razza Y", e il commento di un molto navigato e sereno Chiarvesio era stato "Noi abbiamo giocato a Hyperborea più di 200 partite... prova a giocare 200 partite e poi mi dici".
(nota: ricordo di aver visto su youtube un filmato datato novembre 2012 in cui Chiarvesio era già in demo\playtest con Hyperborea).
Ho whatsappato a Jocularis: "Quando arrivi sotto da me chiamami che scendo e ti faccio parcheggiare, che qui il parcheggio è un casino".
Mi ha risposto "Secondo il navigatore sono a cinque minuti". Sono sceso ad aspettarlo. E lui è arrivato.
Macchina familiare. In sandali.
Cazzo se è alto.
Quando è sceso dalla macchina ho fatto per stringergli mano, e lui mi tirato a sè e abbracciato "Grande Dado, ahahahah".
Al posto di una bottiglia di vino per innaffiare le lasagne mi ha portato una copia dei giochi
Albepavo da provare. Me li ha portati come io porterei gli habanero delle mie
piante a un amico, fiero dei miei frutti urticanti, scegliendo i più grossi e i
più belli e tagliandoli nella parte alta per mostrare anche il picciolo.
Abbiamo
attaccato la teglia di lasagne. Ne ha spazzolati due piatti, mentre mi raccontava
tutti i retroscena di Munera, il loro primo gioco come Albepavo. I suoi occhi scintillavano rivivendo i loro primi passi come autori, e aveva un aneddoto per ogni singolo elemento di gioco che gli capitava in mano pescando dalla scatola aperta: "Questa carta fa riferimento a un gladiatore che, guarda, questa te la devo proprio raccontare Dado, praticamente questo gladiatore...."
Mi ha colpito molto l'importanza che aveva per Jocularis la fedeltà storica di Munera. Quando mi ha parlato del Comprobatio, che io conoscevo come pollice alto o pollice verso, a decidere le sorti del gladiatore, gli ho chiesto perchè il cartoncino raffigurasse invece un pugno chiuso e una mano aperta.
"Quello del pollice è un falso storico" mi ha spiegato Jocularis "I due segni del comprobatio erano: mano aperta, pollice teso, fallico, simbolo di virilità e del gladio estratto dal fodero, oppure pugno chiuso, pollice piegato all'interno del pugno, gladio riposto nel fodero".
Gli ho chiesto il perchè di questa scelta, e se non fosse stato più saggio (commercialmente) scegliere due simboli più facilmente riconoscibili dai giocatori.
"Volevamo che fosse più fedele possibile" mi ha spiegato.
Il pomeriggio è stato Archean, o almeno: il suo prototipo, provato sul mio tavolo della cucina, insieme a Viking che ha fatto un salto da me, per non esser da meno.
Provarlo con Jocularis che raccontava tutti i dettagli dei pezzi è stato come essere sul set di un film e vedere gli attori dal vivo, senza trucco, senza tagli scenici, senza effetti speciali e computer grafica.
Me l'ha lasciato, da provare un po' di partite e mandargli un feedback...
La sera abbiamo cenato in un buon ristorante, parlato di mogli e di figli, e giocato a Love Letter (casualmente ce l'avevo nel marsupio) davanti a un piatto di gnocchi di castagne al castelmagno e a una caraffetta di vino fresco.
Abbiamo preso anche del pesce, specialità non proprio piemontese, ma lì lo fanno buonissimo.
Ci siamo salutati a notte inoltrata, rammaricati per un sacco di giochi irrisolti di cui non avevamo parlato.
Quando se n'è andato mi sembrava molto più giocatore e molto meno "autore" , molto meno astratto di come me l'ero immaginato.
E' stata una giornata memorabile, grazie per l'ospitalità (oh, buone le lasagne!)...
RispondiEliminaAnche io ero curioso e non sapevo chi aspettarmi, ma alla macchina ho capito subito di che pasta eravamo. Grazie ancora per la cena, sono in debito con un ristorantino dalle mie parti.
E' bello dare un volto alle persone che stimi. La compagnia del tuo blog, la sera, con mia moglie sul divano della soffitta, beh... impagabile. Direi uno dei piaceri della vita: come un buon bicchiere di Sangiovese mentre giochi a Twilight Struggle...
Unico rammarico: abitiamo troppo distanti. Però una volta ogni due mesi conto di organizzare qualcosa con annessa dormita da me...
Nota post dolente: mah... Love Letter mi ha lasciato un pò basito... mah...
Ancora bravo e ancora un bello spaccato di vita da gamer. Bravo Andrea. Anche io ad oggi, dopo aver incontrato tanti autorei ed editori, ho sempre una adolescenziale timidezza quando mi rapporto con loro ... quando scopri, quasi con sorpresa e spesso con grande piacere, che sono prima di tutto belle persone che condividono le tue stesse passioni che autori di giochi ... come quando scoprii che Cathala amava come me il rugby e parlammo di nazionali e 6 nations ... anche io sono davvero molto curioso ed interessato ad Archean di cui ho sempre in sospeso una preview ... magari dopo l'estate ...
RispondiEliminabella Liga! come stai? è dai tempi della lego che non ci becchiamo.
EliminaOgni buona cosa!
mica male gli habanero!
RispondiEliminaQuesta sorta di timore reverenziale la si ha anche per i blogger.. conserviamo ancora il tuo primo messaggio in cui mi chiedevi di incontrarci.. momento emozionantissimo
RispondiEliminaSe un autore non è prima di tutto un giocatore (dei giochi degli altri, non dei propri)... beh secondo me è un cialtrone, non un autore.
RispondiEliminaInsomma, giocare sempre e solo ai propri giochi è, con un'ardita metafora, una forma prolungata di masturbazione... un po' va bene, poi si diventa ciechi. E soprattutto ci si dimentica cosa vuol dire confrontarsi con gli altri :)
In questo momento a Reiner Knizia fischiano le orecchie. :-D
EliminaEh, parole sante, Andrea! (oh ma quanti Andrea ci sono?)
EliminaIl problema quando fai giochi è ritagliarti il tempo per testare altro! Diavoli, con un playtest a settimana dei ns giochi rimane pochissimo tempo per giocare ad altro... e ciò mi fa soffrire. :D
La soluzione che uso io è ... fare pochi giochi miei: mai più di 1-2 all'anno (se poi arrivano tutti insieme a pubblicazione, non è colpa mia!)
EliminaAh, come le racconta il Dado, nessuno mai gli si avvicina!
RispondiEliminaTra l'altro frequentare il tuo blog è un po' come entrare nel salotto di Vespa, visto il calibro degli ospiti che si possono trovare nei post e nei commenti! ;)
Il che mi fa pensare come sia straordinario che in meno di un anno tu ti sia elevato a un livello qualitativo tale da attrarre così tanta bella gente.
EliminaDopotutto, la classe non è acqua ;)
Stai attento. Qualcuno durante le tue vacanze potrebbe dirti 'Ti andrebbe di provare i prototipi degli ultimi miei 3 giochi?'. Tranquillo, non succederà ;)
RispondiEliminaIn Bocca al lupo DaDo !!!....Jocularis è una persona squisita..a lucca fiondarsi al suo tavolo per i playtest è una tappa obbligata !!!!
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