"Così festeggiamo anche il mio compleanno", spieghi agli amici, fra paludi di "Ah già che li compivi a gennaio..." (quando poi non ti dicono: "Ah, già che li compivi a gennaio...l'undici... ma pensa! Ho un collega che li compie l'otto").
Ti accorgi dello scorrere del tempo da piccole cose.
Dal fatto che quando vai al bar con tua figlia, lei ti lascia sempre meno croissant. Quand'era piccina ne mangiava un boccone. Ora ti lascia giusto le due estremità del cornetto. Perchè sono secche.
Nello stesso lasso di tempo sono accadute due cose molto diverse: lei è cresciuta e tu sei invecchiato.
E te ne accorgi dalle persone che hai intorno. Come il Gigante e la Ragazza dagli Occhi di Cristallo.
Amici "nuovi". Ci passiamo mezza generazione (10 anni con lui, qualcuno di più con lei). Che sembrano pochi 10 anni.
Ma quando racconto loro di come ho conosciuto Francy e di come in quegli anni la sera si ascoltasse Be Bop a Lula, condotto da Red Ronnie, rimango spiazzato dal loro chiedermi
"Chi? Red Ronnie?!?!?"
Mezzora a ravanare nei cassettini della memoria fra polaroid sbiadite e vaghi ma-non-era-quello-che, finchè lui ci arriva: "Ehi, aspetta aspetta... è per caso un vecchio coi capelli rossi?".
Un vecchio coi capelli rossi. Questo è quello che resta di un vip degli anni 90 mezza generazione dopo: una vaga sensazione di anziano eccentrico e vagamente rincoglionito.
Non dico che Red Ronnie mi fosse particolamente simpatico (non faceva gran che per esserlo, nella sua trasmissione radiofonica nella quale prendeva a schiaffoni gli adolescenti che gli telefonavano per raccontare della cotta per la compagna di banco e per chiedergli il numero di Vasco) ma in quegli anni tutti sapevano chi era Gabriele Ansaloni alias Red Ronnie.
Il Gigante mi manda un sms per invitarci a casa loro per un caffè.
"Così vi faccio provare Labirinto" mi scrive.
Mi piacciono i labirinti. Da bambino ne disegnavo quaderni interi, seguendo le linee dei fogli a quadretti.
Da qualche mese sto circuendo il Gigante e Occhi di Cristallo.
Ho cominciato con Fantascatti, lasciato cadere distrattamente sul tavolo dopo una pizza da me.
"Ma che cos'è? Un gioco?"
"Ma niente, una cosina... che dite, la proviamo?"
Il giorno successivo lui mi ha telefonato direttamente dal centro giochi: "Andre ce ne sono due di Fantascatti. Quale abbiamo giocato ieri sera?".
Poi Dobble, I Tre Piccoli Porcellini, Rock & Balls, Love Letter.
Tutti fillerini leggeri, scatole tirate fuori quasi per caso dalla credenza mentre cercavo le tazzine del caffè. E' incredibile come certe cose capitino sempre in mano.....
Creata la breccia, in attesa di infilare il piede di porco e staccare pezzi di intonaco come scaglie di parmigiano, ho cominciato a sbeccare la falla con la punta di un cacciavite:
Carcassonne Mari del Sud.
Regole semplici, meccanica immediata ma non banale, tokens accattivanti.
Giocato e piaciuto. Mentre posizionavano le tessere e raccoglievano le conchigliette facendo i calcoli con le vele delle barche, i loro occhi scintillavano (quelli di Occhi di Cristallo scintillano di default).
Nel manuale del perfetto spacciatore da marciapiede c'è scritto che agli studenti universitari fuori corso e figli di papà, le prime dosi devi regalarle, che devi premere loro il naso nella polvere bianca e tenerlo giù per qualche secondo, che la dipendenza va costruita una sniffata alla volta. Si chiama business, amico.
Così al momento dei saluti sullo zerbino gli ho piazzato in mano il gioco.
"Provatelo qualche giorno, me lo restituite quando volete, senza fretta".
Nei giorni seguenti mi sono arrivate le whatsappate, un paio di selfie e persino un "Andre dobbiamo chiederti una cosa sul regolamento". Ho immaginato le occhiaie, le narici screpolate, il prurito alle braccia, la fame chimica.
Ma passate un paio di settimane, me l'hanno restituito. Una tegola in piena testa.
Mi sono ritrovato il Gigante davanti alla porta, con Carcassonne in mano.
"Grazie. Poi magari proviamo qualcos'altro".
Ho temuto. Temuto di non aver spinto abbastanza, di esser stato frettoloso, di aver scelto il gioco sbagliato, di aver scoperto il mio poker servito.
Fino all'arrivo del messaggino: "Così vi faccio provare Labirinto"
Labirinto. Classico dei Bellissimi di Rete4 targato Ravensburger, uno di quei titoli che non mancano mai nella corsia dei giochi da supermercato, fra il Memory e Il Laboratorio di Scienze.
Me n'ero sempre tenuto lontano, per pregiudizio e per minimo di spocchia che abbiamo tutti noi giocatori, per quanto onnivori e di buona porchetta.
Ammetto che l'ho provato e... non mi è dispiaciuto. Pensavo peggio, considerato che è un gioco a larga distribuzione e per fascia bassa (e che la prima edizione è del 1986).
Concept: i personaggi si muovono su un labirinto e devono recuperare gli oggetti che hanno nelle loro carte obiettivo. Il primo che riesce a completare tutti gli obiettivi vince.
Il labirinto ha delle tessere fisse, incollate al tabellone. A inizio partita le tessere “mobili” vengono posizionate a caso sulla griglia di quelle fisse. Ne rimane fuori UNA. Al proprio turno il giocatore inserisce la terra "orfana" spingendo tutta una fila e spostando oggetti e personaggi, e stravolgendo i percorsi. Dopo aver inserito la tessera muove il personaggio.
Giocato in quattro adulti e una bambina di cinque anni (Papà sono quasi sei!) che cercava di sbirciare tutte le carte obiettivo, è durato una mezzoretta morbida (con una birra Mastri Birrai Umbri rovesciata fra tavolo e lavandino....beh, comunque non mi era parsa un gran che).
Il gioco (in 4) è molto difficilmente controllabile, e più che pianificare sulle lunghe distanze si lavora sempre sulla configurazione presente nel proprio turno, cercando di prendere il meglio.
Comunque un gioco che funziona, un discreto family game.
Hanno riesumato Labirinto da una cantina. Ci giocava Occhi di Cristallo da ragazza.
Quindi non ho fallito. Il seme è piantato e sta mettendo la radichetta.
Bene. Molto bene. Ho già pronti gli altri giochi.
Sarà una buona annata, me lo sento.....
Postilla sull'età
Il tempo passa, ma forse siamo noi con qualche primavera in più sulle spalle a ricamarci troppo sopra.
Quando ho fatto notare al Gigante che ci passavamo 10 anni lui mi ha risposto che non c'era nessun problema, davvero, che lui e Occhi di Cristallo hanno molti amici "come noi" (vecchi).
Non me la sono presa, naturalmente, io sono uno sportivo.
Comunque quella cosa della "L" che si dice dei ragazzi molto alti.... è vera.
Ditelo a tutti i vostri amici e spargete voce.
Pure tra noi passerà una decina d'anni.. Ma Red Ronnie lo conosco benissimo.. ma soprattutto.. com'è che non avevi mai giocato al labirinto magico?
RispondiEliminaConfermo che non è un gran che. Non fa schifo ma niente di speciale. La birra intendo...
RispondiEliminaDopo aver visto nelle foto del blog signore birre, io sarei molto più drastico. Secondo me ha trovato il luogo che le era più congeniale. (il lavandino)
EliminaDomozimurgo
Per quanto sia datato, labirinto magico resta il mio gioco d'apertura dell'estate. Prima di iniziare la lunga stagione delle giocate bisogna decidere chi è il re del labirinto magico. Puoi vincere a tutti i giochi che vuoi ma se vinci a labirinto magico hai sempre un posto d'onore al tavolo.
RispondiEliminaUmilissimamente consiglio di fargli provare Fluch der Mumie (sempre Ravensburger) e sarannpo in tuo potere! :-)
RispondiEliminaEh, lo so. Mi mancano i grandi classici...
RispondiEliminaFluch der Mumie? Non lo conosco.... vado a spulciare.
@all
Scrivo i post di sera, alla luce fioca di una piccola lampada, con una tazza di caffè accucciata accanto al portatile come un cagnolino.
Li rileggo più volte prima di metterli online, ma probabilmente per via della stanchezza e per quel meccanismo automatico di ricostruzione della frase che abbiamo nel cervello, inevitabilmente, mi scappa sempre qualche errore di battitura.
E così il giorno dopo rileggo e trovo "Studendi" invece di "Studenti" e "Intonato" invece di "Intonaco".
Cacchio!
Labirinto piace un sacco alle bambine (quasi 5 e quasi 7 anni) alle quali faccio babysitter... anzi è sempre piaciuto tantissimo a tutti i bambini più o meno grandi che l'hanno provato. però lo gioco usando un d6 per determinare il numero di mosse possibili, il che lo rende un altro gioco, lo so... me lo hanno insegnato così quando avevo circa 9 anni io e sono nostalgica, prima o poi lo dovrò giocare come è davvero!
RispondiEliminae comunque... grande Dado, scrivi anche bene (e se te lo dico io che sono una prof ci puoi credere ;) )
Grazie :)
Eliminanota: ho trovato Labirinto usato a 5 euro... che colpo!
Bravo Dado. Io sono un metro e sessantatre e ce l'ho grosso. Meditate gente medtate.
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