martedì 24 settembre 2024

Il bruscolino degli dei

Fatti di miele e ti mangeranno le mosche! Me lo ripeteva sempre mio padre, al quale la vita aveva spento le sigarette sulla schiena. Io preferivo dar retta a mia madre, che mi diceva «Sei bellissimo» e «Il mondo è la tua ostrica».
Quando la Mattel fece i provini per i Masters of the Universe, io mi presentai per il ruolo del Principe Adam. Ero sicuro che mi avrebbero preso, che avrei avuto il mio volto sulle banconote da cento e che le femmine di Eternia si sarebbero calate così velocemente le mutande Lovable da scheggiare il pavimento. E invece la Mattel scelse un altro, quel tizio col caschetto biondo che somigliava a Nino d'Angelo, che avrebbe potuto cantare 'Nu jeans e 'na spada 'i Greiscull.
Ma non tornai a casa in pullman con gli altri scartati al provino.
Mi presero fra le fila dei cattivi, perché mio padre era iscritto al sindacato e perché la nonna da giovane era stata l'amante di un ministro [uno importante, uno al quale, venne fuori, alcuni imprenditori avevano intestato una villa di duecentocinquanta metri quadri in Costa Rei, a sua totale insaputa].
Mi diedero una nuova pelle e una nuova identità: Whiplash il guerriero barbaro dall'aspetto di rettile, con la coda a frusta.
Il mondo non era la mia ostrica: era una cozza marcia che quando la mordevi ti trasmetteva il tifo.

Non respiro: riesco a squarciare l'oscurità a morsi e a graffi.
Rotolo fuori dal buio, sbatto contro il monolito primordiale.

L'improbabile mammifero cinquantenne, con la barba e il marsupio, più bizzarro dell'ornitorinco, mi ha portato a casa con sé.
Ha pagato per diventare il mio padrone. Non la chiamano più tratta degli schiavi, oggi che non si può più dire niente, lo chiamano Mercatino dell'usato (e puoi pagare anche con Satispay).
Un'ora fa me ne stavo su una bancarella, fra una pista Polistil e il 2° Manuale delle Giovani Marmotte (Mondadori - 1984) e ora sono in una casa, accanto a una reliquia sacra.

Il monolito che torreggia su di me deve rappresentare il Dio Pagano del Barbuto con Marsupio.
Decido immediatamente, come Achille, di fargli vedere che non lo temo rovesciando il suo Dio, distruggendo e oltraggiando il suo Culto.
All'interno del sarcofago trovo le sacre scritture del Culto: vangeli apocrifi i cui concetti del bene e del male sono ribaltati sottosopra, podalici, documenti criptati a 64 bit, con chiave pubblica, pudica e pubica, arcane sciarade che fanno sembrare i geroglifici egizi dei rebus televisivi all'altezza di
LE AMMAZONI:
V_NS_R_ BATTAGL__ GRAZ__
ALLA L_R_ F_GA

Anche la violenza è un linguaggio e sono costretto a comunicare in questo modo, a esercitare l'idioma volgare del calcio e del pugno, contro le sacre scritture Axoiane.

Tuttavia sedendo e mirando e comparando i papiri mi sovvien l'eterno e pure Eternia e le calate di mutande Lovable che mi furono negate dalla Mattel, fanciulle di Eternia delle quali mai più toccherò le sacre bocce.

Ecco che allora il bisogno di comprendere l'origine del bene e del male prende il sopravvento sulla rabbia, e mi ritrovo ad abbeverarmi al calice di AXO.

Trattasi di giuoco antico di astuzia e sagacia, per 2-4 pellegrini peccatori, degli antesignani dello spirito matematico Simona Greco e Marco Rava, già colpevoli di Zefiria, trascritto dai frati minori del convento di Playagame Edizioni. 

Nell'antichità ogni pellegrino giuocava dalla propria mano onanista una carta, riportante una forma geometrica sacra e dichiarava un simbolo. Il pellegrino di turno segnava di fronte a sè tutti i simboli della suddetta forma sulle tre carte. Gli altri, soltanto su una.
Il turno cambiava, perché tutti i giocatori erano uguali davanti al Culto, ossia meschini.
Al completamento di ogni carta si festeggiava il punto ottenuto con una danza tribale. Se venivano completate due carte insieme, con un pranzo e una danza attorno al fuoco. Tre: un'orgia con sex toys.
Il primo che segnava tanti punti quanti sono i comandamenti, era dichiarato sciamano della tribù e gli veniva donato un buono sconto per l'acquisto del Bimby.
Quando guardi nell'abisso, l'abisso guarda in te, che bacia me, che bacia lui. Nietzsche e Annalisa hanno precorso i tempi più di Marty McFly.
Pensavo di distruggere il Culto.
E invece l'ho abbracciato.
Perchè nella vita ci vuole Culto.
E ora mi ritrovo sul ciglio di un burrocacao esistenziale.
Perché la casa del Barbuto con Marsupio è un santuario dedicato al Gioco.
E io devo scegliere se fuggire come schiavo o restare come religioso penitente.

Un guerriero barbaro con l'aspetto da rettile e la coda a frusta non può imboccare due sentieri alla volta.












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