giovedì 3 dicembre 2020

Beati monoculi in terre Arziane

L'avrete già notato. Siamo già in quel particolare periodo dell'anno. Sembra solo ieri che ci lamentavamo della sabbia dal costume, con la fedele mascherina a proteggere il gomito, e in un battito di ciglia ci siamo ritrovati a schierarci fra panettone o pandoro. E' la magia del Natale, il primo e ci auguriamo tutti ultimo fra le spire del covid.
E sui gruppi facebook dedicati ai giochi da tavolo, immancabili come i funghi quando piove, spuntano nuovi iscritti.
Il primo messaggio arriva sempre pochi minuti dopo l'ingresso nel gruppo.
 
"Ciao. Sapete consigliarmi un gioco da tavolo per un bambino di 7 anni".

Scrivono tutti più o meno così, con piccole variazioni: peculiarità del bambino ["Mio figlio è molto vivace, ama le ruspe e smontare i giocattoli di sua sorella finchè poi lei piange e si cartellano"], curriculum ludico ["A casa abbiamo le carte napoletane, gli scacchi, la dama e un cubo di rubik che mio marito ha risolto staccando e riattaccando gli adesivi"] e aspettative dei genitori.
Vorrei soffermarmi proprio su queste ultime.
Perchè i nuovi arrivati nei gruppi non cercano, nei giochi da tavolo, soltanto un buon regalo di Natale.
Ma anche, e soprattutto, qualcos'altro.

Qualcosa per migliorare la memoria e le abilità cognitive del bambino, che rafforzi la sua autostima, che accresca la sua capacità di concentrazione, un gioco che insegni il rispetto delle regole, che sia stimolante, formativo, istruttivo, didattico, educativo.

C'è qualcosa che mi sfugge. Non tanto nelle intenzioni, perchè ogni genitore vorrebbe sempre il meglio per il proprio figlio, e parlo da papà di una splendida ragazzina per la quale mi strapperei il cuore dal petto.
Ma sul perchè i giochi da tavolo, e soltanto loro, debbano essere investiti di tale responsabilità.

Nessuno compra una bicicletta al proprio figlio per stimolarne le capacità psicomotorie, per rafforzare il suo tono muscolare, perchè facendo moto si migliora il sistema immunitario e cardiovascolare, per perfezionare il suo senso dell'equilibrio, la sua coordinazione, per innescare la curiosità dell'esplorazione e l'amore per la natura.
Tutti comprano la bicicletta ai figli perchè si divertano all'aria aperta.
E il resto, se c'è, vien da sè.

Non credo che nessuno, lo scorso Natale, si sia interrogato troppo sul valore educativo di uno smartphone, della Fire TV Stick di Amazon, di un Apple Watch, di un paio di Sneakers, quando ha strisciato la carta di credito.

Quello che intendo è: perchè la conditio sine qua non per l'acquisto di un gioco da tavolo è che migliori le prestazioni del proprio figlio ?

E senza dire ovvietà, ma parlando di principio attivo e diluizioni nell'ordine di grandezza dell'omeopatia: siamo sempre così attenti su tutto? Quanto può davvero pesare un gioco da tavolo, quanto può essere significativo nella formazione di un bambino, se [sto estremizzando] in casa la televisione resta accesa su Barbara d'Urso, Grande Fratello e Uomini e donne, se gli stessi genitori che cercano giochi da tavolo che stimolino le abilità psico cognitive poi in casa parlano di affondare i gommoni in alto mare che tanto i migranti avevano solo da pensarci prima di imbarcarsi, o usano ancora parole come negro e frocio ?

ROAM
Gioco da tavolo per 2-4 giocatori, dell'istrionico Ryan Laukat, già autore degli avanguardisti Above & Belove e Near & Far, e dell'introduttivo che rasenta il perfetto 8 Minuti per un Impero, edito in Italia da DvGiochi, nella forma di una scatoletta piccola a un prezzo contenuto [24€ circa].
Titolo per tutti: per la famiglia [dai 10 anni in su], per nuovi giocatori e anche per inquisitori frusta-babbani, della durata di 30-45 minuti.
Più astratto dei precedenti titoli di Laukat, Roam è un gioco con meccaniche di piazzamento e controllo, maggioranze, deck building e, in minima parte, aste.

Scopo del gioco: mandare i propri scout in esplorazione sulla mappa, conquistare la maggioranza dei terreni sui nuovi territori, ingaggiare nuovi personaggi, raccogliere antichi manufatti, per accumulare più punti vittoria degli avversari.

Ogni scout esplora un nuovo territorio posizionandovi sopra dei segnalini [in un certo numero e in una particolare geometria, a seconda del personaggio]. Quando una carta mappa viene completamente esplorata [coperta di segnalini in ogni suo lembo], viene assegnata a chi possiede la maggioranza dei segnalini. In caso di parità si effettua un'asta in monete.
Le monete, raccolte durante l'esplorazione, possono essere anche usate per comprare antichi manufatti che snelliscono le azioni di piazzamento segnalini sulle carte.

Man mano che i personaggi vengono attivati, le carte vengono capovolte.
E' possibile rigirarle gratuitamente una volta usate tutte, o a pagamento in qualsiasi momento.

L'interazione è cattiva, le aste per aggiudicarsi una carta contesa: di quelle che ti fanno dormire sul divano, o accompagnare la moglie all'Ikea il sabato.
Un gioco semplice da intavolare, con un'interazione da Crudelia De Mon, dalla durata perfetta, che paga un po' il dazio di essere "solo" un'opera minore di Laukat, autore più famoso per il suo mondo onirico, che per le sue meccaniche.
Un gioco, infine, che vi invito sicuramente a provare.

Gli educatori restino seduti.
Non intendo, naturalmente, con queste righe, scagliarmi contro educatori e psicologi, contro l'approfondimento scientifico, e contro chi scrive nelle sue recensioni "Questo gioco insegna a".
Si tratta di informazioni senz'altro utili, che completano il quadro.
Ma un gioco da tavolo non è soltanto "qualcosa che educa", come il cibo non è soltanto nutrimento, calorie necessarie per il fabbisogno energetico.
Vi invito quindi per l'ennesima volta a giocare.
Vivendo semplicemente l'attimo.
Senza preoccuparvi troppo delle conseguenze, di cosa passa e cosa resta.
Per citare una frase famosa: non è tanto importante la meta ma il cammino.


Trovate ROAM su Magic Merchant
che sostiene questo blog

23 commenti:

  1. Roam è il mio ultimo acquisto e sottoscrivo ogni parola sul gioco. Ci sarebbe ancora tanto da scrivere anche su quei giochi che, più o meno ruffianamente, citano in copertina valori educativi che arrivano perfino a scomodare la Montessori :-)

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  2. Di Roam non dico, perchè son due mesi che lo attendo, bloccato dal ritardo di Florenza incautamente messo in un unico ordine. Ma per l'intro, che poi solo intro non è, non posso che far profusione di lodi ed applausi tanto è essenziale e ficcante nella sua triste e cruda disamina

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  3. "...in casa la televisione resta accesa su Barbara d'Urso, Grande Fratello e Uomini e donne, se gli stessi genitori che cercano giochi da tavolo che stimolino le abilità psico cognitive poi in casa parlano di affondare i gommoni in alto mare che tanto i migranti avevano solo da pensarci prima di imbarcarsi, o usano ancora parole come negro e frocio?"
    In queste categorie credo si potranno ritrovare almeno un 50% (per stare bassi) degli italiani. Che tristezza...
    Penso di aver capito perfettamente lo spirito della tua critica e condivido al 100%.

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    1. Gigantesche cazzate. La D'urso farà un milione di ascolto a dir molto. Altro che 50% degli italiani. I migranti se poi finiscono in strada a chidedere l'elemosina se va bene o a spacciare se va male, forse sarebbe meglio non accoglierli, anche perchè solo una microscopica parte ha diritto all'asilo. O non si può dire? Chiedetelo ai francesi di Nizza come sono contenti della nostra accoglienza.E il linguaggio? Non scherziamo, dai, ormai se dici la parola con la n o quella con la f come minimo ti mandano gli assistenti sociali. PS Chiudo scommettendo tutta la vostra pallosissima retorica che un genitore che parla di affondare gommoni pieni di neri se ne fotte di chiedere consigli sui giochi che sviluppano capacità cognitive. Se invece l'intento era scrivere una cazzata per giustificare un concetto allora risultato ottenuto.
      PS Comunque Ryan Laukat è bravissimo.
      Saluti. Luca Lauria

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    2. Hai ragione sul fatto che Laukat è bravissimo. Ho apprezzato che ci hai messo la faccia (leggi nome e cognome) nella risposta, dissento però sulla retorica perché anche chi scrive post, come Dado, ci mette la sua di faccia e di pensiero. Puoi non condividere, e ci sta, ma tacciarlo di aver scritto una cazzata anche no. Certo non ha bisogno di essere difeso da me né, tantomeno, credo che utilizzi i gdt (e il suo blog in particolare) per scrivere o giustificare suoi concetti...
      Chiudo dicendo che adoro le cazzate del Dado 😅

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    3. sapevo che sarebbe successo, me lo sentivo, tutti contenti di quanto il gioco si stava diffondendo, ma io non mi sentivo tranquillo, qualcosa mi impensieriva... e mo' ci tocca, pure qui, leggere questo. tipico di questa epoca, in cui gli orchi di mordor e i goblin di moria ci tengono a farti pure i predicozzi!

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    4. "Gigantesche cazzate" 
      "tutta la vostra pallosissima retorica" 
      "Se invece l'intento era scrivere una cazzata"

      Sto cercando di capire cosa ti ha fatto arrabbiare di questo post.Non credo quello che ho scritto a proposito della pretesa educativa soltanto nei giochi da tavolo e non sul resto, credo sia abbastanza assodato, o invece a te è capitato di sentir chiedere in un negozio di vestiti Colmar "Ma questo giubbetto blu navi è educativo?". Oppure durante l'acquisto di un paio di auricolari bluetooth o di una smart box vacanze relax 3 giorni 2 notti ?

      Non credo neanche quanto ho scritto sui programmi televisivi citati. Oppure sei davvero convinto che gli italiani guardino solo programmi di approfondimento scientifico, o la sera al gossip di Barbara D'Urso preferiscano un buon libro?

      Credo che la "retorica" che ti ha infastidito sia quella sull'immigrazione.
      Ecco. Si tratta di un discorso complesso. Ma se vuoi la mia opinione in due parole: credo che l'immigrazione vada gestita. Organizzata. A livello europeo. E con fermezza. Che il "porte aperte a chiunque sempre e comunque" sia sbagliato. Ma che affondare i gommoni lo sia molto di più, in una società che si ritiene civile [quella di cui parlavamo poco sopra].
      Te la spiego con un altro esempio: credo che un ladro debba essere processato e finire in prigione. Ma credo anche che una società che taglia le mani ai ladri, sia sbagliata.
      PS Comunque Ryan Laukat, sì, è bravo.
      Andrea Dado

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    5. I gommoni Andrea vanno affondati dopo aver ovviamente provveduto a trasbordare la gente, poi li riporti da dove sono partiti.
      Il vero problema è che di questi, non frega un cazzo a nessuno; sono solo giri di soldi e pressioni politiche :-( IMO

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    6. Come sempre non posso che concordare totalmente e incondizionatamente con Dado.
      Tullaris

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    7. Questo post di Dado, con alcuni interventi colmi di violenza verbale, sta generando l’effetto delle cene natalizie che costringono ad avere al proprio tavolo parenti che non si vedono da anni. Può così capitare in questi casi di trovarsi accanto la vecchia zia un po’ rimbecillita che usa ancora il termine “ terroni”, con i nipotini che la guardano straniati perché non sanno a cosa si riferisca. Oppure il cugino che sentenzia di strategie commerciali mondiali e di come si debba risolvere il problema della povera Italia con l’autarchia ( compriamo telefonini italiani, fatti da ingegneri italiani nelle valli italiane). Avere questi parenti al tavolo e’ un prezzo che si deve pagare .... nella speranza che il pranzo duri poco.

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    8. Meno male che poi c'è gente erudita come voi a spiegare chi sono i buoni e chi i cattivi.
      Umiltà gente, umiltà, fatecivi un bagno.
      LR.

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  4. Maledetto Dado, ero quasi riuscito a tenere a bada la scimmia e non prendermi Roma e te ne esci con questa recensione 😅
    Adoro Laukat e Near and Far è l'unico gioco che non tira fuori il competitivo che è in me.

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    1. Provalo. Non è fuori dagli schemi come Above e Near ma è molto piacevole.
      Andrea

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  5. *Roam, maledetto correttore automatico 😓

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  6. Concordo su tutto. Per i miei figli, a chi mi chiede cosa regalare, rispondo: un gioco che gli piaccia e li faccia divertire.
    Tullaris

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    1. Ciao Tullaris
      Ti vedo qui spesso ^:^
      Andrea

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    2. Dal primo post che hai pubblicato non ne ho mai saltato uno, anche se non sempre commento.
      Per quello che fai sei comunque un punto di riferimento.
      Tullaris

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  7. Nell'ultimo colloquio una mamma mi ha detto "Il difetto più grosso di mia figlia è che non ama leggere. Non ha trovato niente che le piacesse finora. È una cosa che mi dispiace molto. Legge solo se deve farlo per la scuola, ma non perché le piace. Come me"

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  8. Troppe aspettative per una cosa nata principalmente per divertire.
    Luca Lauria, temo tu abbia ragione, seduti sulla riva del fiume, vedremo passare i cadaveri... arriveranno i giorni delle lacrime

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