venerdì 18 ottobre 2019

Questo è l'ombelico dell'odio

Il cellulare mi avverte quando qualcuno cambia il suo stato su Whatsapp.
Ed così che lo scopro.
Il New York Times che fa a pezzi il tuo gioco: fatto!
Sul profilo di Remo Conzadori.
Gli scrivo un messaggio.
Che succede?
E' agosto e io sono seduto su una porcellana Pozzi Ginori. Di fronte a me l'oblò della lavatrice che ribalta il sopra col sotto.

Remo mi risponde subito, linkandomi il sito del New York Times. Purtroppo non ho l'account, quindi riesco a leggere solo la preview dell'articolo. Parla della responsabilità sociale dei giochi da tavolo.
Nel frattempo Remo mi manda un secondo link.
Del forum di board game geek.
C'è una discussione chilometrica sul gioco MANITOBA di Remo e Marco Pranzo.
Apro a caso.
[...]I will not even consider buying this game because of their disregard and disrespect for the cultures they are stealing from[...]
[...]The cover box and game themes just show an abundant lack of respect[...]
Aspetta, aspetta, che diavolo è successo?
MANITOBA
Titolo per 2-4 giocatori, ambientato fra i nativi del canada [nota: scopro proprio dalla discussione su bgg che il termine nativi, così come li abbiamo sempre chiamati noi italiani, non è corretto e andrebbero invece chiamati First Nations], nella regione di Manitoba, del 2018, di Remo Conzadori e Marco Pranzo, 60-90 minuti di durata, indipendente dalla lingua, col manuale in inglese, francese e tedesco [no italiano], edito da DLP GAMES.
Si tratta di un german asciutto, punitivo, a basso contenuto d'alea, con una meccanica centrale originale: un "totem" di 5 dischetti in legno di colore diverso; nel turno il giocatore divide il totem in due e lo rovescia al contrario, attivando fino a 2 azioni del dischetto che sta in cima. Come in altri giochi, vedi puerto rico, in ogni turno c'è un giocatore attivo che fa più azioni, e tutti gli altri giocatori passivi, che ne fanno meno.
Le azioni possibili sono:
- mandare i propri lavoratori a raccogliere risorse [di 5 tipi diversi]
- salire sui quattro tracciati Visione
- refillare il numero di propri lavoratori attivi.

Ogni giocatore immagazzina le risorse sulla propria plancia, impilandole in colonne [oppure posizionandole nel Cerimonial Place, per ottenere collane sacre, che danno punti e abilità].
Durante il mutare delle stagioni vi sono gli score su questa o quella risorsa, che svuotano la riserva.
I numerosi score impediscono al giocatore di crescere sulle colonne, e raggiungere le vette più alte e remunerative.
E' possibile essere esonerati da questi score raggiungendo determinate posizioni sui tracciati Visione, così che il gioco diventa una specie di amplesso, nel quale ritardi l'orgasmo il più possibile pensando al tuo gatto morto con le mosche sopra, per un finale bomba.

[...]that's a pretty big cop out for racial insensitivity. If a publisher chooses to use a people's story as the basis for their game I think they should be obligated to treat it fairly and with respect[...]
https://boardgamegeek.com/thread/2053909/cover-art-confusion/page/1
Qualcosa è andato storto. Imprecisioni. Nell'ambientazione del gioco. Negli usi e costumi dei First Nations di Manitoba.
E qualcuno non l'ha presa per niente bene.

Vi è mai capitato di essere odiati da tutti? Di stare sul palco, al centro, con i riflettori puntati addosso?
Nell'ultimo post vi ho raccontato che ho ripreso a giocare a pallavolo.
Era anni che non lo facevo.
Mia figlia era al primo anno di asilo.
Durante una grigliata della domenica, il cognato dello Strizzacervelli, che quel giorno indossava il grembiule d'ordinanza Fabrizio il Re del Barbecue, mi disse che giocava a pallavolo proprio dalle mie parti, una squadra mista uomini e donne, una roba tranquilla.
"Perchè non vieni? Ci troviamo una sera la settimana"

Andai.
La prima sera durante un'azione in partita andai a muro. Saltai a rete. Di fronte a una ragazza che stava schiacciando. Lei atterrò. E io atterrai sul collo del suo piede. L'equivalente, col mio peso sulla sua carte tenera, di un incudine su un bicchiere di plastica.
Ricordo lei che piangeva, seduta per terra al centro della palestra,  massaggiandosi il piede, senza una scarpa, col calzino di spugna simile alla muta di un serpente.
Non la finiva più di singhiozzare, e tutti gli altri stavano in silenzio, intorno, uno col pallone sotto il braccio.
Quando una donna piange il tempo rallenta. Probabilmente passarono 5 minuti, ma a me parvero 30. Ricordo gli altri che le chiedevano "Riesci a muovere le dita?".
Alla fine si mise in piedi. Andò nello spogliatoio a vestirsi. E uscì dalla palestra. Zoppicando.
"Bel esordio" pensai "Adesso mi vorranno tutti bene".
Ma andò peggio.
Perchè c'è una bella differenza fra un fallimento e un fiasco. Un fallimento è la semplice assenza di successo, ma un fiasco è un disastro di proporzioni mitiche [cit. Intro gdr Fiasco]
La ragazza non si presentò più alle partite.
Lasciò la squadra.
Magari la lasciò per altre ragioni. Perchè non aveva più tempo. Perchè si era iscritta a tennis.
Ma tutti pensarono che era colpa mia.

Manitoba non è niente male.
Brusco a levarti risorse e punti, essenziale nell'esecuzione, sgarbiano nell'interazione, per certi versi astratto.
La meccanica del totem è interessante. Forse non geniale. Ma sicuramente ha un suo perchè.
I materiali sono ottimi, le illustrazioni molto belle [nota: a Vik non sono piaciute, a dimostrazione che i gusti son gusti].
A livello di difficoltà siamo sul peso medio.

Il bicchiere mezzo pieno, nel polverone mediatico sollevato dalle imprecisioni di Manitoba [con comprensibili esagerazioni e roghi di streghe, come succede spesso in questi casi], è che ai giochi da tavolo viene sempre più riconosciuto un ruolo chiave nella società, e che le scatole da 50€ sulle nostre mensole non sono più soltanto percepite come intrattenimento o qualcosa da fare quando piove, ma anche come momento di cultura, divulgazione, informazione. 
Ho pensato di integrare questo post con qualche domanda a Remo Conzadori sulla questione.

1Dado: Remo senza crocifiggere nessuno ma vuoi raccontare in due parole che cos’è andato storto con l’ambientazione di Manitoba?
1Remo: In breve, è stata sottostimata l’importanza dell’aderenza alla realtà del setting di questo gioco. Quando abbiamo proposto il prototipo all’editore gli abbiamo fornito tre possibili ambientazioni; ne ha selezionata una ma senza approfondire in alcun modo i dettagli e lanciandosi a caso nella scelta di un frammento di questa ambientazione, Manitoba e i Cree.

2Dado: Come spesso succede in questi casi i toni si sono accesi e sono fioccate accuse anche molto pesanti sul forum di bgg. Come avete affrontato, tu e Marco, questa sassaiola?
Un autore di giochi pensa sempre che il proprio titolo finirà sul tavolo di qualcuno e che lo farà divertire, sorridere, magari gli farà passare una bella serata con gli amici dopo il lavoro.
Come l’avete vissuta?

2Remo: Ho provato a replicare nella discussione principale con un punto di vista a mio parere equilibrato. La shitstorm che ne è seguita mi ha confermato che Marco, scegliendo di non esporsi, ha fatto la scelta migliore. A me hanno stupito soprattutto l’insistenza della radio nazionale canadese nel cercare di intervistarmi (sono stato ripetutamente contattato su tutti gli account social, anche lavorativi, che possiedo) e alcuni commenti violenti da parte di alcuni utenti.

3Dado: Volendo cercare il bicchiere mezzo pieno: è stata anche un’importante occasione di approfondimento sulla cultura dei First Nations di Manitoba, probabilmente un caso eccezionale su un forum dedicato ai giochi da tavolo. 
3Remo: Purtroppo, da quanto ho visto, questo tipo di discussioni è assolutamente abituale su BGG, quindi nessun caso eccezionale, e non credo nemmeno che la maggioranza di chi ha partecipato o letto quella discussione abbia approfondito la cultura Cree. Come tutte le community di grandi dimensioni è impensabile riuscire a scansare questi comportamenti nocivi.

4Dado: Ci sarà una seconda edizione del gioco? Se sì, cosa cambierete?
4Remo: Non so se Manitoba avrà una seconda edizione; per quanto abbia venduto bene non credo verrà ristampato e men che meno avrà una nuova edizione corretta di tutti gli errori. Con l’editore però si è parlato di un nuovo gioco che utilizzi il totem come elemento centrale, ma declinato in una dinamica diversa e per un target più sul family.

Intervista all’editore
https://www.cbc.ca/news/canada/manitoba/manitoba-board-game-controversy-1.4816975

Video sulle meccaniche di Manitoba de Il Gioconauta.
https://www.youtube.com/watch?v=sDVR5VFNGAo
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9 commenti:

  1. Come disse un mio amico disegnatore ad una convention al tipo che gli aveva fatto notare che la pistola e l'orologio del personaggio erano disegnati sbagliati (più recenti rispetto all'ambientazione); la saggia risposta fu: " Ma tu, trombare mai?" Con ilare esplosione di tutta la sala.
    Il gioco ti piace, bene; non ti piace lo lasci dov'è o lo rivendi.
    Lo studio e la divulgazione, leho sempre incontrate sui libri.
    Ogni cosa al posto giusto

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    1. Dimenticavo, suggerirei a Remo la risposta da dare sul forum; non so come si dice in ingelse... FANCULIZZATEVI!!!

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  2. Wow, questa cosa me l'ero completamente persa! La gente ha bisogno di parlare di meno e giocare di più...

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  3. Essendo la comunità di giocatori rappresentativa della popolazione è chiaro che gli idioti abbondano.

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  4. All'epoca avevo seguito le fasi iniziali della polemica su BGG, poi ho lasciato perdere perchè era andata completamente alla deriva...
    Purtroppo l'errore c'è stato, ma non è degli autori bensì dell'editore, come ricordato da Conzadori. Sarebbe probabilmente bastato non andare così in dettaglio con la scelta della "Nation" (tribù, per come le ho sempre chiamate da piccolo) e della regione e non sarebbe successo nulla.
    Sfiga ha voluto che al centro del gioco ci fosse il totem, che non fa parte della cultura Cree - da lì sono partite le prime polemicucce (inizialmente molto blande) e in seguito alcune risposte non centratissime hanno scatenato il flame.
    Una sequenza di "unfortunate events".
    Detto questo a me il gioco è piaciuto, l'ho provato all'ultima Play.. mi spiace per gli autori.

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  5. Mamma mia quanta gente "coi problemi" ci sta in Canadà (con l'accento sulla "a"). Mi vengono in mente le grandi interpretazioni dell'Iliade in "Troy" .. cosa avrebbero dovuto dire i greci agli americani? Roba da matti!

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  6. Mi viene in mente Pandemic Iberia, ambientato nel 1848, che ha in copertina una crocerossina, figura non ancora nemmeno ideata prima di qualche decennio. Però nessuno ci ha fatto una crociata sopra.

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