giovedì 26 settembre 2019

La cena dei babbani

Il Vikingo. E' sempre convinto di avere per le mani chissà quale cavallo di razza, e poi si presenta con dei brocchi che non superano neanche l'aperitivo.
"Ti ricordo, Vik, che il tuo ultimo campione del mondo, uno che non doveva aver giocato neanche a nascondino in cortile da bambino, poi a tavola se n'è uscito con Taboo e Trivial"
"Un errore di valutazione, Dado. Ma questa volta è diverso" insiste "Un babbano purosangue, te lo garantisco, uno che non ha mai giocato neanche alla tombola coi fagioli a capodanno. Questa volta a te e a Red vi bevo come due crodini sanpellegrino. A proposito, a che ora è la cena?"
"Alle 20.00. Porta un paio di bottiglie di vino per scaldare i cavalli"

"Il mio non ne ha bisogno, Dado. Ti dico: un caso umano che sembra uscito da Cuore di De Amicis: genitori morti in tenera età. Dai 4 ai 14 anni ha rimbalzato da una famiglia problematica all'altra. A 15 ha cominciato a lavorare per mantenersi. A 18 un carroponte gli ha maciullato un piede. A 25 mentre tornava a casa dal turno di notte, si è addormentato alla guida e ha sfondato un bar travolgendo il barista di 60 anni, che gli ha fatto causa per un sacco di soldi. E' uno che da quando è nato ha solo preso calci in bocca dalla vita, che lavora-dorme-lavora, e il suo unico svago è andare all'ospizio a trovare una sua vecchia zia rincoglionita dall'alzheimer, il suo unico parente in vita. Ho raschiato il fondo del barile, Dado. E' un campione vero, di quelli che nascono ogni cento anni, uno che non sa neanche il significato della parola giocare. E l'ho trovato io"
"Vedremo, vedremo" ridacchio
"E il tuo? Il tuo com'è?"
"Un campione"
Marco Pastasale. 110 e lode di laurea in matematica. Sua madre era l'insegnante più odiata della scuola e più insultata sui muri dei bagni. E' uno che è nato e cresciuto in mezzo ai numeri. I suoi colleghi d'ufficio dicono gran cervello, preciso come un computer, ma gli manca qualcosa. Non ride mai, non fa battute sporche, non pratica sport, non va al cinema, e sembra completamente disinteressato al sesso. Quando al lavoro fra colleghi organizzano la serata bowling, lui sta seduto tutto il tempo a segnare i punti, e a fare proiezioni sui tiri e previsioni sui risultati.
Il mio campione.

La cena dei babbani. La organizzo a casa mia, una volta all'anno, da sette anni, con Vik e Red. Ognuno arriva portandosi dietro un babbano, di quelli io zero giochi. Naturalmente loro non sanno niente, li invitiamo con una scusa. Durante la serata parliamo di giochi da tavolo, ma non direttamente, girandoci intorno. Diventiamo sempre più espliciti, diretti, finchè loro cominciano a riconoscerli per forza, anche solo per averli sentiti nominare una volta o intravisti nelle corsie dei supermercati.
Ecco, l'ultimo che rimane è il babbano peggiore. E vince chi l'ha portato.
Red ha vinto la cena dei babbani 4 volte, Vik 2, io 1.

I convenevoli durano poco.
I bicchieri sembrano asciugare il vino come spugne. I cubetti di formaggio vengono infilzati sulle forchette. Le tartine con l'acciuga si volatilizzano.
"Mi occupo di simulazione" spiega il mio campione "Cosa succede al metallo fuso durante lo stampaggio ad iniezione. La stratificazione del metallo nello stampo durante il riempimento. Progetto software CAE di calcolo e modellazione..."
"Avete sentito che aumenteranno le sigarette" cambio discorso "Sembra ci sarà uno sciopero contro il monopolio, manifesteranno nel quadrilatero fra via Marco Polo, corso Magellano, Largo Colombo e Parco della Vittoria. L'ultima volta la polizia ha messo alcuni manifestanti in prigione senza passare dal via".
Niente, non colgono.
Non riconoscerebbero un gioco da tavolo neanche cadesse loro in testa.
Red mi dà una mano in cucina, a tirar fuori l'arrosto dal forno e a tagliarlo.
"Allora, come ti pare il mio babbano?" gli chiedo
"Ahahaha, Dado, tu e Vik vi presentate sempre con dei freak, dei casi patologici. Il mio è uno normale, un babbano se vogliamo nostrano, di quelli allevati a terra. I vostri sono topi di laboratorio, ogm"

La serata si allunga. I babbani non colgono riferimenti e citazioni ludiche nelle nostre storie.
Io racconto di quel serial killer che praticava tagli fino alle orecchie nelle bocche delle sue vittime: "Lo chiamavano l'Allegro Chirurgo, voi l'avete mai sentito nominare?".
Vik racconta che in economia aziendale il rischio d'impresa si chiama "Risiko d'impresa".
Finchè Red ha un'illuminazione delle sue e chiede "L'avete sentita quella canzone latino americana che danno adesso alla radio, come si chiama... Burraco!", bruciando il campione di Vik che risponde "Ma Burraco come il gioco di carte?".
E viene fuori che quando va all'ospizio, a trovare la zia con l'alzheimer, gioca con lei a carte.
Vik si mangia le mani.

Rimaniamo io e Red.
50% di possibilità di vittoria.
Devo forzare la mano.

"Avete sentito cos'hanno organizzato in Giappone, per l'anniversario della provincia di Kanagawa?" chiedo.
Mi alzo e prendo dalla mensola una grossa busta. E comincio a tirar fuori i pezzi del gioco da tavolo Kanagawa.

"Queste carte commemorative, riprodotte dalla Mancalamaro Litografie, sono rappresentazioni delle pitture del Maestro Hukosai, del 1840. Aveva una scuola a Kanagawa, insieme al suo senpai Bruno Cathala. Seguiva pochi fedeli discepoli per volta, da 1 a 4. Queste pedine in legno rappresentano i pennelli che si usavano in quegli anni.
Man mano che gli allievi acquisivano conoscenze, componevano quadri, che potevano rappresentare animali come cervi, farfalle, cinghiali, ma anche edifici tradizionali giapponesi, oppure alberi, uomini e donne intenti a lavorare.
Di sottofondo, nelle pitture, il mutare delle stagioni.
I discepoli ottenevano dei diplomi in base a quello che rappresentavano"
"Cosa sono quei numeri?" chiede il campione di Red, indicando i punti vittoria sui diplomi in cartoncino.
"Crediti formativi" rispondo "Il Maestro Hukosai aveva un sistema di crediti, un po' come dei punti vittoria, da assegnare ai suoi allievi più meritevoli"
"Assegnava più punti in base all'armonia del quadro. Se le stagioni formavano una sequenza sulla tela..."
"Sembrano quasi..." mi interrompe il campione di Red, facendoci restare col fiato sospeso "...mi fanno venire in mente quei film dove fanno arti marziali, tipo il dojo del Cobra Kai di Karate Kid".
"A me questa tovaglietta in bambù fa molto ristorante japponese all you can eat" commenta il mio campione
"La tovaglietta, ma chiamiamola anche plancia, serve per disporre le carte commemorative di Kanagawa" spiego "Ecco, potremmo prenderne una a testa, e cercare di riprodurre quei quadri con tutti quei soggetti: animali, piante, edifici... oppure girarle immaginando di acquisire le conoscenze necessarie per dipingere. Proviamo a simulare come i discepoli ottenevano i diplomi? E chi fa più punti vince"
"Una specie di gioco da tavolo" osserva il mio. Decretando una sconfitta più dolorosa delle emorroidi.

Tutto bene, quindi. No, per niente.
Perchè alla fine della serata il mio campione sbaglia stanza, e invece di trovare il bagno trova la stanza dei giochi da tavolo, con le scatole fino al soffitto. E i tre capiscono tutto, perchè forse non conoscono i giochi da tavolo ma non sono stupidi. Il campione di Vik scoppia a piangere, racconta che lui ha anche un problema al cuore, che prende le pastiglie e noi tre siamo delle merde.
Ci scusiamo. Proviamo a giocarci la solita "Ridevamo con voi, non di voi", ma non la bevono.
Prima di uscire il campione di Red pianta un pugno contro lo specchio nell'ingresso, mandandolo in frantumi e lasciando una chiazza di sangue.
Poi se ne vanno.
E noi tre ci sentiamo vuoti.


Trovate Kanagawa su Magic Merchant
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7 commenti:

  1. Cambio d’umore finale degno del miglior ciclo mestruale. Sei sempre uno spasso da leggere!

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  2. Secondo me il Trio di buontemponi fa anche le serate per gamers, grognard et similia. Sfidandosi nelle più inimmaginabili categorie. Sicuri di non essere finiti nella loro rete?

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  3. Sempre mirabolanti i ruoi racconti, Dado!
    Elena P

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  4. Per simpatia, venivo nottetempo all'uscio di casa con una tanica di benza!
    Ci si faceva quattro risate riparatorie... :-)
    Il gioco è molto bello visivamente e non è neanche malvagio.

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  5. Voglio organizzare anche io una serata babbani ����

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  6. Comunque la storia non regge .. in 6 giocatori non puoi intavolare kanagawa .. è massimo da 4 ..

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