lunedì 15 ottobre 2018

Vulnerability Assessment

Il Vulnerability Assessment è un processo di analisi e scansione di un sistema informatico, sia esso una lan casalinga o il centro elaborazione dati di una grande banca, che serve per individuare debolezze e vulnerabilità.
Può essere condotto tramite software specifici e con tecniche manuali di attacco della rete e dei server [penetration test].
Vi sono ditte specializzate che si occupano di questo: le contattate e loro provano a entrarvi in casa dalla finestra degli zero e degli uno.
In cambio di un esiguo compenso, trovano le falle del vostro sistema, e fanno una stima dei danni che tali falle potrebbero procurarvi.
Al termine dell'attacco vi producono un report dettagliato [di solito su una chiavetta usb], e di lì in poi sta a voi andare a chiudere i buchi [patchare i server, aggiornare il firmware delle apparecchiature di rete, chiudere porte logiche non in uso, segregare lan, fissare mac address...]

Anni fa pensavo di inventare qualcosa di simile ma per le persone. Tirar su una società, insieme con lo Strizzacervelli, alla quale rivolgersi per conoscere le proprie vulnerabilità, i propri punti deboli, eventuali falle che dei malintenzionati avrebbero potuto sfruttare per entrare dentro e fare del male.
In cambio di poche banconote, io e Ste avremmo aiutato le persone, spiegando loro: "Occhio che sei debole qui, qui e anche qui, e qualcuno potrebbe approfittarsene".

Ma la verità è che le persone che sfioro tutti i giorni, quelle contro le quali sbatto salendo sull'autobus, con le quali prendo i miei 91342 caffè al giorno in giro per Torino, gli amici e anche i completi sconosciuti, non hanno bisogno che indichi loro alcun che.
Conoscono le proprie falle. Le conoscono a fondo.
Ma non le chiudono. Perchè a volte far entrare qualcuno, è l'unico modo per vederlo ancora una volta, anche a costo di farsi fare del male.

So gestire lo stress. Lo racconto al tizio con la barba allo specchio. Non se la beve. Sono solo convinto di riuscirci, come quelli che fanno i gradassi prima di salire sul toro meccanico, convinti che loro - loro - non cadranno.
La verità è che non ho controllo, sono come quegli uomini che dicono alla compagna: "Stai tranquilla, riesco a toglierlo un secondo prima di" e poi si ritrovano padri all'improvviso. Le persone che sanno gestirlo davvero, lo stress, non accumulano mai, non si tengono tutto dentro, lasciano lenta la valvola affinchè esca un poco alla volta. Soprattutto sanno quando fermarsi. Quando dire di no. Io no. Credo sia la mia superbia a fottermi. Posso sopportare qualunque peso, io, quindi avanti, cala il carico, dai che ho le spalle larghe!
Mi carico tutto sulla schiena, un sacco dopo l'altro, finchè ad un certo punto le mie gambe si spezzano e io finisco faccia a terra.

Ho trattato male una persona.
Mi ha mandato una whatsappata gentile, e io le ho risposto: "Ho la sensazione che tu voglia aiutarmi. Lo apprezzo. Ma ho tanti di quei demoni in testa che tu neanche neanche ti immagini".
Poi mi sono scusato. Quelli come me imparano velocemente a scusarsi, per sopravvivere. Sono un maestro del cancellino: cancello e riscrivo sopra. Ma la correzione si vede sempre.
Resta il segno dell'errore.
Lo vedo io e lo vede lei, anche se cerca di minimizzare: "Tranquillo, non sei stato maleducato..."
Sì, lo sono stato, F.
E me ne dispiace.


Scrivo un messaggio ad Ilenia e Andrea.
Li ho conosciuti lo scorso giugno, al Torneo di Wendake al Circolo ARCI Play Musiné. Era presente anche l'autore del gioco, Danilo Sabia
Nel report del torneo scrivo: "Mi intrufolo senza dir niente. Ad un certo punto mi si avvicina una ragazza. "Ciao...Tu sei Andrea?".
Mostro di che pasta son fatto non abbassando lo sguardo di fronte alla sua quinta su maglia traforata. "Lui è il mio ragazzo" mi dice indicando un punto imprecisato alle mie spalle. Mi volto. Minchia se è grosso, penso. Meno male che non ho abbassato lo sguardo. "Ciao Dado, complimenti" mi dice. Per
icolo scampato. A volte un blog ti salva da un cazzotto."  
Qualcuno potrebbe non gradire le confidenze che spesso mi prendo, soprattutto quando scrivo, nonostante i molti complimenti che mi arrivano, scrivere questo blog mi ha causato parecchie incomprensioni.
Ma i ragazzi, Ilenia e Andrea, stanno allo scherzo, sono simpatici, e danno anche il like al post.
Finisce che ci scriviamo. Lei fa l'infermiera, come mia madre, come le sorelle di mia madre.
"La prossima volta giochiamo qualcosa insieme" rimaniamo.
Ci manchiamo per un soffio ad Aosta e a ToPlay.
Finchè propongo loro: "Giovedì vengo da voi".

Abitano a 15 minuti di macchina. Fissiamo per un giovedì sera che tira un vento ruvido come la cartavetro.
Parcheggio. Prendo la birra dal bagagliaio. Salgo.

Hanno un cane. Un cane enorme.
Mi abbaia con la rabbia di chi vorrebbe farmi a pezzi senza perdere tempo. Lo distraggono con un osso da un chilo e mezzo.
"Caffè?"
"Caffè".


"Vi va di provare un'anteprima?
The Long Road. Me l'ha spedito l'autrice, la Niccolini, a Genova abbiamo chiacchierato un sacco"


THE LONG ROAD
Gioco di carte d'ambientazione Per un pugno di dollari per 2-4 giocatori, della durata di una quarantina di minuti circa, della coppia di nome e di fatto Niccolini - Canetta, già nota al grande pubblico per i teutonici Zhanguo e Railroad Revolution, dipendente dalla lingua ed edito in Italia da Uplay.it.
Rispetto ai titoli precedenti, soprattutto Zhanguo, causa di ben due casi di peritonite accertata da regolamento nel Molisano, ci troviamo di fronte a un gioco indubbiamente più amabile e rotondo, come l'Amaretto di Saronno rispetto al Latte di Suocera.
Scopo del gioco: ottenere più punti vittoria dei mandriani avversari, alla fine dei 4 viaggi fra tepee, cactus e gran canyon, attraverso una migliore gestione delle carte.
Nel proprio turno è possibile: cambiare parte delle carte nella propria mano, giocare 1 Carta Carovana, giocare 1 Carta Personaggio, utilizzare il bonus della Carovana, comprare un'arma [coltello, pistola, fucile], armare i propri Personaggi e refillare la propria mano.
Cuore del gioco: le 30 carte Personaggio, tutte uniche, che presentano differenti valori di iniziativa [per riscattare le Carovane] e differenti effetti bonus.
L'imprinting german dei due autori, pur in un setup con mani di carte iniziali asimmetriche, si vede in ogni singolo filamento di dna. The Long Road è un carillon che suona per tutti, che cerca un suo equilibrio e una sua armonia, che fa suo il senso di giustizia della trilogia del dollaro: "Ciò che giochi contro di me oggi, potrò raccogliere e giocare io contro di te domani".
Ha un'ambientazione, il Vecchio West, che a parte Clint Eastwood con la piastra di metallo sotto il poncho, potrebbe non esser gradita da tutti, e poi, a mio avviso, le due tessere di fine partita fronte retro [quindi con 4 bonus diversi] sono un po' pochine, io ne avrei apprezzate almeno 4 fronte retro. Ma è un gioco meno aleatorio di quanto si pensi [per essere un gioco di carte], ha una durata contenuta e perfetta per il tipo di gioco, un regolamento semplice, materiali molto buoni, e richiede tempestività, memoria e una certa dose di azzardo
Andrea e Ilenia.
Lui mi offre una grappa secca.
Lei una torta senza uova e senza zucchero.
Il cane continua a sbriciolare l'osso fra i denti, senza togliermi gli occhi di dosso.
Il Vecchio West non fa sconti.

Andrea chiude la partita.
Facciamo il conto dei punti.
Sono terzo.
Come da copione.

Li ringrazio.
"Ma grazie a te, Dado"
"No, grazie a voi, ve lo assicuro"
Torno alla macchina.
Rimango fermo qualche minuto prima di partire. Le macchine sfrecciano su Corso Francia.
Mi sento meglio. Sto meglio.

Vulnerability Assessment
Il rientro a casa è lento.
Al semaforo di Via Pianezza una prostituta si apre il vestito, poi indica se stessa e me. Sorride. Ammicca. Praticamente unboxing + invito a giocare insieme.
Ecco quello che penso. Che io non ho un aspetto molto rassicurante. Sono grosso, vesto di nero, col chiodo, gli anellazzi, ed una barba nera e folta che fa piangere i bambini. Ogni tanto qualcuno cambia marciapiede, e non lo biasimo.
Questo penso. Che ci vuole coraggio e incoscienza, per una ragazza di 50 chili, da sola all'una di notte, su un marciapiede, a voler salire in macchina con uno come me. Col mio aspetto.
Ma le persone che non hanno controllo dicono sempre "Ho tutto sotto controllo". E quando temono le conseguenze: "Mi so fare i miei conti"
Declino l'invito mostrandole la scatola di The Long Road sul sedile del passeggero, e indicando prima me e poi la scatola. Ammicco.
La ragazza punta ad un'altra macchina.

The Long Road in uscita a novembre su Magic Merchant


2 commenti:

  1. Provato tempo fa in versione praticamente definitiva: carino, carino davvero e, detto da uno a cui i giochi di carte fanno schifo...
    Per me la tipa era una serial killer che uccide i soggetti cattivi e pericolosi; gli hai fatto vedere il gioco ed ha perso qualsiasi interesse su di te. Ti è andata di lusso! Se non fosse stata una serial killer e ti fossi fatto abbindolare, a casa c'era di molto peggio di una seria killer! :-) ;-)

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  2. Non sempre funziona nascondersi dietro il proprio look alternativo, prima o poi le persone trovano il modo di raggiungere quello che si vuole occultare :)

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