Nelle ultime 24 ore, Torino aveva deragliato da pioggia a sole, e io non ero stato altrettanto veloce a cambiar giacca.
Guidavo col chiodo di pelle piantato sulle spalle.
"Perchè non te lo togli, non hai caldo?" mi aveva chiesto Francy, non aspettandosi davvero una risposta.
Avevo retto stoicamente per un buon numero di semafori, e lei non aveva più commentato. L'orgoglio mi aveva impedito persino di abbassare i finestrini. Finchè all'altezza di corso rosselli l'ultima goccia di sudore aveva fatto traboccare il vaso dilatatore, e al dottor banner si eran fatti gli occhi verdi. Ero sceso spalancando la portiera e facendo il giro della macchina con la rabbia dell'automobilista che ha ricevuto un colpo di clacson di troppo nella giornata sbagliata.
L'uomo alla guida del SUV era lontano un miglio dal clacson e incredibilmente minuto di corporatura, più corto di un tutorial di teooh, il suv snellisce. Stimai che avrebbe frainteso la mia discesa e avrebbe ingranato la retro innescando una serie di tamponamenti a catena. Fortunatamente stava scrivendo al cellulare.
Il mio scatto non era sfuggito all'acrobata al semaforo, al quale però era sfuggita una clavetta. La clavetta aveva rimbalzato sulla strada, e l'uomo nella macchina accanto alla mia aveva applaudito di incoraggiamento.
Aprii il bagagliaio e vi lanciai dentro il chiodo marcio.
Lasciai Francy da sua mamma. La piccola era già lì. Avevo portato anche i giochi per il dopocena. Le avrei raggiunte avanti sera.
Davanti al Lingotto c'era mezza Torino. Il Salone del Libro faceva ancora i suoi numeri, nonostante la coltellata alla schiena di Milano.
Sul marciapiede stava una ragazza carina appesa a un guinzaglio. Al fondo del guinzaglio c'era un cane annusante. Il suo tartufo puntava dritto al mio scroto.
"Vieni Jenga"
disse tirandolo. Tornai indietro per sincerarmi di aver capito bene il
nome. Si chiamava proprio come il gioco dei blocchetti di legno. Ma
scritto diverso.
Il mio gancio arrivò poco dopo all'ingresso della metropolitana, come ci eravamo accordati, con in mano la maglietta che gli avevo chiesto.
L'appuntamento al game cafè Jolly Joker per l'anteprima di Photosyntesis e Sherlook era per le 15.30 e ci sarebbe stata altra gente, ma io me la sarei cavata lo stesso col mio parcheggio segreto.
Scoprii che il mio parcheggio segreto era stato compromesso. Qualcuno aveva cantato. Sospettavo il Giullare.
Gli avevo tolto il giallo al tavolo, e non gli era mai andata giù, e così aveva sbirrato del parcheggio a lisca sulla Tana.
Trovai un buco. Indossai la maglietta, ma con calma studiata, a torso nudo si stava alla grande.
Chi c'era all'anteprima al JJ
I Giullari, TeOoh & Nceski, Chrys, Spartaco Albertarelli, Carlo Emanuele Lanzavecchia, Hjalmar Hach, Tapu, Gianfranco Fioretta, Walter Obert, Gianni Minà, i Righeira, Sotomayor e Ivana Spagna.
Photosyntesis
Stava all'uomo decidere dove piantare gli alberi per prender luce e
toglierla agli altri. In questo la selezione della natura era schietta e crudele: nel bosco ne ferisce più l'ombra che la motosega.
Sul tavolo che raccontava la tragedia, avrebbe fatto più rumore l'uomo che pensa che la foresta che cresce.
Gioco per ombre e punti luce, per 2-4 giocatori, della durata di 60 minuti [a sentir la scatola, io dico anche qualcosina di più] di Hjalmar Hach, edito da Blue Orange \ Oliphante, e in uscita per Essen 2017.
Arrivo tardi, così tardi che dell'anteprima Oliphante e di come funzionano Photosyntesis e Sherlook hanno già scritto gli altri, quindi vi risparmio inutili ripetizioni e vi linko direttamente i loro pezzi, limitandomi a riportarvi le mie impressioni.
CHRYS - Giochi sul nostro tavolo
GIULLARI - Tana dei goblin
Photosyntesis
Il gioco è di un mezzo esordiente, dico mezzo perchè Hjalmar Hach [del quale ho frainteso il nome durante le presentazioni, e che ho pronunciato per tutto l'incontro come la terra di Magic] orbita nel settore da un po', ha lavorato con Yemaya su Hyperborea e lavora come designer interno per Horrible Games. L'illustratrice invece è Sabrina Miramon, la stessa di Costruttori del Medioevo e Quadropolis.
A livello di scelte di design Photosyntesis ha delle trovate
interessanti. Ad esempio negli alberi, che si montano facendo scorrere
le due scanalature dei cartoncini una sull'altra, le scanalature non
sono dritte ma hanno una curva che crea un punto di forza, così da
rendere l'incastro più forte.
Poi la scatola ha degli inserti
pieghevoli, da costruire al primo defustellamento, per poter riporre
comodamente gli alberi dritti, e sui quali incastonare poi il tabellone.
Il sole, che orbita attorno al tabellone esagonale, non è solo appoggiato ma ha piccoli spessori per tenerlo fermo.
Nelle illustrazioni che lo pennellano, Photosyntesis è vestito un po'
bugiardo, perchè sembra quasi un family spensierato e immerso nel verde
dove dorme Totoro di Miyazaki, e invece è un gioco che richiede
attenzione e pianificazione nei turni, e non è privo
di piccoli momenti di paralisi d'analisi nelle fasi finali. In questo il
"+8" sulla scatola mi sembra sottostimato.
C'è un buon senso di crescita e di motore. In Photosyntesis il percorso per arrivare ai punti vittoria è medio-lungo, non è un piazza->fai punti. Non c'è tuttavia nessun accanimento, o sensazione di complicazione gratuita appiccicata sopra.
Per far punti vittoria bisogna piantare gli alberi più vicino possibile al
centro, farli crescere fino all'altezza massima, e poi tagliarli. Come un tronco tagliato, il
tabellone centrale presenta dei cerchi [in realtà sono degli esagoni] concentrici, degli anelli sui
quali piantare gli alberi. Gli anelli più esterni sono quelli che
ricevono più punti luce [che sono il "mana" di Photosyntesis] ma non
danno punti vittoria. Gli anelli più interni invece sono quelli che
danno punti... ma naturalmente tutte le ombre convergono verso il centro
[ivi: no mana].
Ottime prime impressioni.
C'è senso di crescita e di corsa [i punti vittoria sono a consumo: una volta finiti si guadagnano dalla piletta di valore immediatamente inferiore], interazione fra i giocatori, e pianificazione.
Sherlook
Di tutt'altro target Sherlook, che avevo provato in fase prototipale l'anno scorso.
Il gioco è un trova le differenze, taglio party game \ nuovi giocatori, quindi, non originalissimo ma suggestivo nella sua ambientazione SCENA DEL CRIMINE, con i cartellini gialli dei reperti.
Nel turno si rovesciano due carte scena del crimine, secondo diverse modalità suggerite dai gettoni turno, e i giocatori al tavolo cominciano a cercare le differenze fra gli indizi.
Quando pensano di averli trovati, prendono il cartellino corrispondente [il cui numero è unico].
Il gioco è di Silvano Sorrentino, per 2-6 giocatori, di una durata compresa fra i 20 e i 30 minuti, e dovrebbe uscire nelle prossime settimane.
La cosa che trovo interessante, per il tipo di gioco che ha un taglio leggero e non competitivo, è che le proprie prese influenzano quelle degli altri, così che se tre giocatori prendono gli indizi 7-8-9, è molto improbabile che un quarto giocatore più lento che ne ha individuato soltanto uno, vada a prendere l'1.
Questo da un lato crea [inevitabilmente] dei turni un po' alla viva il parroco in cui qualcuno sbaglia [o bluffa di proposito] e si trascina dietro qualche pecorone.
Il momento della rovesciata delle carte e della scoperta degli indizi contaminati, è allegro e colorito nei commenti, si va dal "Ma dai, ce l'avevo sotto il naso" al "Minchia questo manco fra un miliardo di anni lo vedevo".
La maglietta che ho addosso
Approfitto dell'anteprima Oliphante di Photosyntesis e Sherlook per pubblicizzare un progetto sociale.
New Addictions è un progetto manifatturiero della cooperativa Il Margine in collaborazione col laboratorio AreaLab nella città di Torino. Le t-shirt, che rappresentano le nuove dipendenze [porno, gioco d'azzardo, shopping compulsivo, hikikomori, ...], vengono realizzate da persone che vivono una grave condizione di svantaggio sociale [disabilità] per favorire il loro percorso di indipendenza e autonomia.
La t-shirt nera che indosso nelle foto rappresenta la dipendenza dal gioco d'azzardo [ed è anche il logo del progetto].
Credo sia un progetto interessante e socialmente utile.
E la maglietta è bella. Che non guasta.
Contatti
Pagina Facebook New Addictions
Mail newaddictions@yahoo.it
Giochi in arrivo su Magic Merchant
Molto bella la tua maglietta, ma anche quella di TeOoh col Tardis si difende bene!
RispondiEliminaVisti i giochi alberosi posso dirlo, siete due bei fusti!
Ahaha!!
EliminaPeccato la scelta della poker chip come simbolo...
RispondiEliminaPhotosyntesis sembra interessante, me lo segno
RispondiEliminaGrazie della segnalazione Dado, altro gioco da compreare (Photosyntesis), prossimamente, fossi in te, mi aspetterei un pacco esplosivo spedito da mia moglie: ergo respingi tutti i plichi provenienti dalla Romagna :-)
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