“Bene, fallo entrare”
“Lo faccio entrare subito pocanzi?”
“E no, offrigli prima un cicarone di caffè. Fallo entrare subito, l’ho mandato a chiamare tre ore fa!”
“Subitissimo commissario”
L’uomo che s’appresentò alla porta, pelle abbruscata dal sole e catenuzza d’oro impiccata al collo, sguazzava in una camicia da dottori firmata due taglie più grandi di lui, e rigata sulle maniche da scivoli di sudore.
“E’ il commissario?”
“Io, sono. S’accomodi”.
L’uomo s’accasciò sulla seggia innanzi la scrivania, spostandola un poco per trovare l’aria frisca del ventilatore al soffitto.
“Minchia che suduri” commentò asciucandosi la fronte su la manica.
Il commissario smazzò il faldone di fogli che teneva impilato davanti, si liccò l'indice e sfogliò fino a trovare quello giusto.
“Dunque vediamo...Antonio Sarno, 47 anni, originario di Massana Marina” lesse
“A disposizione, commissario. A cosa devo la sua gentile convocazione?”
“Uscito dal carcere tre giorni fa, dove si trovava per scontare una pena di anni otto per omicidio” continuò a leggere
“Uso impropio di cavatappi”
“Ma bene, Sarno, vedo che il carcere non le ha tolto il buon umore, una settimana d'aria e li è tornato il senso dell'ironia”
“Veramente è lei che non legge priciso, commissario, col massimo rispetto. Mi hanno condannato a otto anni per eccesso di legittima difesa. Secondo il giudice il coltello da cucina che Carmine mi spizzava dinnanzi non costituiva un vero pericolo per la mia vita. Io lo valutai un pericolo, e feci quel che andava fatto”
“Ossia ucciderlo”
“Salvarmi la vita, la vedo io. Punti di vista, e mi scusasse se mi tengo il mio, e che sono ancora qua a contarglielo".
Il telefono babbiò. Il commissario sollevò la cornetta e la precipitò giù con forza.
“Cosa voleva savere, commissario, per cosa mi ha fatto chiamare?”
“Io, sono. S’accomodi”.
L’uomo s’accasciò sulla seggia innanzi la scrivania, spostandola un poco per trovare l’aria frisca del ventilatore al soffitto.
“Minchia che suduri” commentò asciucandosi la fronte su la manica.
Il commissario smazzò il faldone di fogli che teneva impilato davanti, si liccò l'indice e sfogliò fino a trovare quello giusto.
“Dunque vediamo...Antonio Sarno, 47 anni, originario di Massana Marina” lesse
“A disposizione, commissario. A cosa devo la sua gentile convocazione?”
“Uscito dal carcere tre giorni fa, dove si trovava per scontare una pena di anni otto per omicidio” continuò a leggere
“Uso impropio di cavatappi”
“Ma bene, Sarno, vedo che il carcere non le ha tolto il buon umore, una settimana d'aria e li è tornato il senso dell'ironia”
“Veramente è lei che non legge priciso, commissario, col massimo rispetto. Mi hanno condannato a otto anni per eccesso di legittima difesa. Secondo il giudice il coltello da cucina che Carmine mi spizzava dinnanzi non costituiva un vero pericolo per la mia vita. Io lo valutai un pericolo, e feci quel che andava fatto”
“Ossia ucciderlo”
“Salvarmi la vita, la vedo io. Punti di vista, e mi scusasse se mi tengo il mio, e che sono ancora qua a contarglielo".
Il telefono babbiò. Il commissario sollevò la cornetta e la precipitò giù con forza.
“Cosa voleva savere, commissario, per cosa mi ha fatto chiamare?”
“Lei è sicuro al corrente della morte di Pasquale Morra, lo scorso venerdì”
“Più che al corrente, commissario, eravamo cugini, io Pasquale. Sono stato proprio ieri a San Nicola, per il suo funerale. Una tragedia inspiegabbile, la moglie era un torrente di moccoli”
“Il Morra testimoniò a suo favore al processo di otto anni fa, disse che si era solo difeso. Ed è morto venerdì scorso, lo stesso giorno esatto che lei è uscito dal carcere. Non lo trova strano che sia morto proprio lo stesso giorno?".
“Più che al corrente, commissario, eravamo cugini, io Pasquale. Sono stato proprio ieri a San Nicola, per il suo funerale. Una tragedia inspiegabbile, la moglie era un torrente di moccoli”
“Il Morra testimoniò a suo favore al processo di otto anni fa, disse che si era solo difeso. Ed è morto venerdì scorso, lo stesso giorno esatto che lei è uscito dal carcere. Non lo trova strano che sia morto proprio lo stesso giorno?".
"Strano? Pirchì strano? Il Padreterno non ci bada ai nostri calendari, il Padreterno fa chillo che gli pare a lui"
"Lo sa com'è morto?"
"Ha dato una sucatina alla pistola" fece Antonio "Scusi, la mancanza di rispetto, ma in carcere si dice accussì. Sucatina al revorbero, quanno si sparano in bocca. Dicono fosse depresso"
"Depressione per cosa?"
"Nun saccio, Pasquale era omo riservato"
"In che rapporti eravate?"
"Ottimi, commissario, e' stata una tragedia non poterlo neanche riabbracciare il giorno della mia scarcerazione. Lui s'è sparato la mattina e io sono uscito al pomeriggio"
"Lei sa di che campava Pasquale Morra?"
"Nonsi. Aveva un circolo. Una luddoteca, la chiamava lui per fare il moderno. Le pirsone ci andavano e giocavano a quei giochi da tavolo, Monopoli, Risiko, altre fetenzie... Faceva pacare una tessera ma campava con i bibite e i panini ca' meusa"
"E' stato proprio nella ludoteca che lei e Carmine Lobianco vi siete tirati con la molletta, otto anni fa. Il locale stava chiudendo ed eravate solo voi tre. E Pasquale testimoniò che Carmine aveva perso il controllo e vi aveva puntato contro il coltello. E che lei lo colpì col cavatappi solo per difendersi"
"Nonsi. Ma il giudice mi diede lo stesso eccesso di legittima difesa, futtendosene della testimonianza"
"Ci andava spesso in ludoteca?"
"No, e che me ne facivo? Ci andavo solo per trovare il cugino, e per i panini ca' meusa"
"Ci andava spesso in ludoteca?"
"No, e che me ne facivo? Ci andavo solo per trovare il cugino, e per i panini ca' meusa"
"E come furono i vostri rapporti con Pasquale Morra, dopo l'incidente"
"Ottimi ma tristi. Pasquale si stupiva della condanna, secondo lui ero da assolvere e basta"
Il commissario annuì.
Il commissario annuì.
"Le voglio far vedere una cosa" disse poi.
Dal cassetto della scrivania cacciò fuori una busta, l'aprì e vi fece rotolare fuori un cilindretto di legno giallo, granne come una nuccida."Mi è arrivata per posta due settimane fa" disse il commissario "Nessun mittente, inviata alla mia cortese attenzione"
"E che sarebbe?"
"Un pezzetto di un gioco da tavolo. Una pedina. Segnalino, lo chiamano, o token, all'ammericana. Aveva quella macchia rossa che vede ancora. Sangue".
"Sangue? E di chi?"
"Di Pasquale Morra. Una settimana prima che si suicidasse"
Pasquale lo taliò manco avesse detto un'ingiuria ai santi.
"Abbiamo controllato la calligrafia sulla busta. E' quella di Pasquale Morra. Lui me la spedì"
"E pirchì ve l'avrebbe mandata?"
Il commissario si susì dalla seggia e fece qualche passo prima di risponnere, come se riavvolgesse un nastro nella sua testa e ne aspettasse la fine.
"Ho ricevuto la busta con la pedina che non sapevo manco che fosse. L'ho scoperto caricando la foto sul internet. Un pezzo di un gioco. L'ho repertato come oggetto anonimo. Ma poi, una settimana dopo, Pasquale Morra si tira con la pistola. E indagando scopro che ha una ludoteca, mi torna in mente la pedina, la faccio analizzare e scopro che il sangue è proprio suo"
"Forse intendeva che siamo tutti pedine" fece spallucce Antonio.
"Il corpo di Pasquale è stato rinvenuto nella ludoteca, seduto per terra e appoggiato colla schiena alla libreria dove stavano tutti i suoi giochi. Allora mi è venuta un'idea strana, di quelle che la nutte ti rosicano il sonno, e sa cos'abbiamo fatto? Ci siamo messi a cercare fra i giochi nella libreria se ce n'era uno che gli mancava la pedina".
"E l'aviti trovato?"
Il commissario annuì lentamente.
"Istanbul, si chiama"
"Trattasi di gioco da 2 a 5 giocatori, che si dipana per i fetidi marcati di Istanbul e certe botteguzze di malaffare. Un'ora tracimata quanto dura. Ci si muove colle pedine Mercanti fra i rioni del marcato, facendo incetta di stoffe, frutti, gioielli, spizie varie, e ci si balocca scommettendo sui dadi. Si perde una pedina ogni passo che ci si muove, e se non ci stanno più pedine, ci si ritorna alla partenza per ripiglialle. Ci stanno molte caselle personaggio e molti luoghi, e ogni luogo combina una cosa diversa: chi travaglia le merci, chi vende robba, chi t'ingrandisce u carettu. Vince il primo che si catafutte per primi i cinque rubini"
"Commissario lei mi sta babbiando con 'ste cumplicanze da sfinge"
"E' un bel gioco, 'sto Istanbul, me lo sono imparato, ci ho fatto tutta una nuttata a giocarci colla mia fidanzata, che una volta tanto non era in aria di frantumarmi i cabasisi"
"Commissario, ma per parlare di fimmine e gioco dell'oca, mi convocò alle 11.00 del mattino?"
"E adesso le faccio ritornare la curiosità, non si preoccupi, Sarno"
Di sotto la scrivania tirò su una borsa di carta voluminosa. Antonio ci taliò dentro.
C'era la scatola del gioco. ISTANBUL si leggeva sul bordo della scatola che faciva capolino.
"Mancava proprio quella pedina, dalla scatola di Istanbul. E sa a cosa corrispunne quella pedina? Al familiare. Proprio così. Familiare"
Antonio trasalì, ma cercò di non scomporsi.
"Prima mi ha detto che lei e Pasquale eravate rimasti in ottimi rapporti dopo la morte di Lobianco e il processo. Ieri mi sono fatto faxare dal penitenziario la lista delle visite, delle persone che la sono venute a trovare in carcere e non c'era una sola firma di Pasquale Morra. Non è mai venuto a trovarla in carcere, negli otto anni che ha passato. Strano, non le pare, per uno che, citando le sue parole si stupiva della condanna, secondo lui era da assolvere e basta"
"Dove vuole arrivare commissario, sta muovendo delle accuse?"
"No, altrimenti avrebbe bisogno di un avvocato. Solo una chiacchierata come pirsona informata dei fatti"
Antonio Morra cavò un altro bottone dall'asola della camicia. Gli pareva di soffocare.
"Ma buttando giù l'inventario di Istanbul abbiamo scoperto che mancava pure un'altra cosa dalla scatola. Una carta. Una delle carte azione del Caravanserraglio"
Dalla scatola sfilò una bustina trasparente. Dentro stava una carta colorata, malconcia, col segno della piegatura in quattro.
"Sa dove l'abbiamo trovata? Nello stomaco di Pasquale Morra durante l'autopsia. L'ha ingoiata prima di spararsi."
"Commissario non capisco dove..."
"Sa qual è l'azione della carta nel gioco Istanbul? Glielo dico io: riporta il tuo familiare alla stazione di polizia".
Antonio deglutì a forza, con la gola secca.
"Pasquale Morra ha mandato a un commissario di polizia la pedina familiare sporca del suo stesso sangue. Ha ingoiato la carta Riporta il tuo familiare alla stazione di polizia prima di ammazzarsi. E si è ammazzato lo stesso giorno che suo cugino, il cugino per il quale aveva testimoniato, è uscito dal carcere. Cugino che non è mai andato a trovare in carcere, in otto anni. Lei ci vede un qualche significato in tutta questa facenna?"
Antonio si susì. Inserrò le labbra come per dire qualcosa ma si trattenne.
Si spolverò le gambe, con gesti nirbusi.
"Non leggo i pensieri dei morti, commissario" disse poi
"Io invece ci leggo che otto anni fa Pasquale Morra mentì per aiutarla e che il rimorso non l'ha abbandonato per tutti questi anni"
"Ha qualche prova, a parte una carta masticata da un cane?"
"Ci travaglierò su, non si preoccupi, riesaminerò tutto l'incartamento dell'omicidio Lobianco"
Antonio gli tese la mano.
"Credo che la prossima volta che mi convocherà, commissario, se vorrà ancora ricamare fantasie su pedine e cartine masticate, verrò col mio avvocato"
"E se non potrà permettersene uno, gliene forniremo uno d'ufficio" sorrise il commissario.
ndr: il post “Ammazzatina in ludoteca” è chiaramente un tributo ad Andrea Camilleri, che questa settimana ha compiuto 89 anni (e che ha ancora la tempra e la volontà per riuscire a scrivere 3 ore al giorno).
RispondiEliminaGrazie Maestro.
Bravissimo Dado, un omaggio fantastico, sono certo che il Maestro sarebbe orgoglioso dell'allievo :)
RispondiEliminaVisionario altro che Cthulhu......
RispondiEliminaAmmazza se sei bravo Dado..
RispondiEliminaApplausi.
RispondiEliminaLe vorrei tutte così le recensioni dei giochi!!! Complimenti, hai stoffa da vendere!
RispondiEliminaSpettacolare!
RispondiEliminaEccezionale, complimenti.
RispondiEliminaUn giorno raccogli le migliori recensioni e facci un libro!
RispondiElimina... e spediscimi una copia come ringraziamento per l'idea che ti ho dato ;)
Mi dispiace per te ma non sei stato il primo :P
EliminaBravissimo... l'ho anche condiviso sulla pagina FB del mio blog (post programmato per le 14) veramente un ottimo lavoro! ^__^
RispondiEliminaGeniale e bellissimo! Grande Andrea!
RispondiEliminaDa siciliana non posso che complimentarmi con la tua padronanza della terminologia del dialetto siciliano.
RispondiEliminaIncredibile.
...Un paninu ca meusa per Rat!
Micenea
baciamo le mani!
RispondiEliminaMi sono molto divertito nel leggere il post :)
RispondiEliminaGrazie davvero a tutti: amici, commentatori, lettori silenziosi, condivisori di link, spingitori di cavalieri….
RispondiEliminaIl post mi ha richiesto un po’ di tempo (ed ho anche schizzato con il rosso una maglietta per realizzare la foto), quindi sono contento sia piaciuto.
Gratz
L'importante è che tu non abbia sporcato le scatole dei giochi.....tutto il resto si può buttare! :D
EliminaUn esercizio di stile :), impressionante, ma sei siciliano di origini?
EliminaIo voglio rientrare tra gli spingitori di cavalieri.. mi raccomando. Oppure anche spingitore di spingitori di cavalieri mi va bene.
EliminaOra ci manca solo un commento da parte di Andrea Camilleri :)
RispondiEliminaCi ho pensato tanto su come commentare un post del genere... ogni aggettivo sarebbe riduttivo, l'unica cosa che mi riesce di scrivere è: FANNE UN ALTRO!
RispondiEliminaSei un vulcano di idee, e tutte ben riuscite!
Si può dire di tutto riguardo al Dado... tranne che non sappia scrivere...
Grande Dado, post spettacolare! Complimenti!
RispondiEliminapillow
Wow! Che bello!
RispondiEliminafantastico !!
RispondiEliminaWow.
RispondiEliminaimpressionante!
Dado te lo dico, hai sbagliato lavoro! (a meno che tu non faccia già lo scrittore di mestiere...)
Bravissimo Dado!!
RispondiEliminaLa differenza fra quelli molto bravi e un genio.
Gianludo
STANDING OVATION X DADO!
RispondiEliminaCon questo post sei passato al livello-successivo, ora ti confronti con i "mostri-di-fine-livello"... ma visto che la stoffa c'è, di sicuro darai filo da torcerei ai maestri-di-penna-jedi usando la forza!
Inoltro il post ad un mio amico siculo, amante del maestro Camilleri e vicino ai GDT... DAJE DADO!
Eccezzionerrimo. Andrea. Eccezzionerrimo.
RispondiEliminaLetto solo oggi, per il tuo link dall'ultimo post.
RispondiEliminaUno dei migliori, concordo. Ma ce ne sono così tanti, di post tuoi belli eben s ritti, che non vorrei mai doved stilare una classifica...
Ciao Andrea, ho letto solo ora l'articolo perché me lo ero perso... Che dire, mi hai fatto "vedere" quello che hai scritto. Complimenti davvero.
RispondiEliminaSampy (Fabio)