Per gli uomini puntavamo ai borselli, alle Nazionali pendule dall'angolo della bocca, al bicchiere di bianco ordinato al bar alle 10 del mattino, agli occhiali tartarugati aggiustati con lo scotch, ai bastoni per camminare. Simboli. Oggetti.
Col tempo le suddivisioni si sono fatte meno nitide e ci siamo dovuti inventare "terre di mezzo", veri e propri limbi del dubbio, per collocare adulti molto adulti ma non ancora vecchi e giovani imbolsiti.
E parallelamente gli oggetti-simbolo non hanno resistito al tempo, al progresso, alle molte mode, e sono spariti, hanno cambiato colore, sono diventati neutri inodore incolore insapore come l'acqua.
Un solo simbolo è sopravvissuto al massacro, e resta tutt'oggi l'ultimo indicatore per capire se quell'uomo è ancora un uomo o già un vecchio: la scatoletta porta pillole.
Perchè quei peli bianchi sul petto di tuo padre dove ieri c'era una foresta nera così ruvida che ci potevi grattare il parmigiano, non vogliono dire un beneamato cazzo. E neanche il fatto che adesso si addormenti sul divano guardando la tv già alle 9 di sera, o che non voglia più prendere la macchina: "Massì che stiamo ad andare fino al supermercato, andiamo al negozio qui dietro...".
Ma è la prima volta che vedi la scatoletta portapillole in mano a tuo padre che realizzi che il tempo è passato anche per il tuo vecchio orso.
Ed è così anche per te.
Mi sono sposato, e allora? Siamo sposini, giovani, tostissimi, vado a correre due sere la settimana con l'ipod e stasera la mogliettina si tira gnocchissima e andiamo a farci apericena e caipiroska in piazzetta.... Sono padre, e allora? Sono un giovane padre, anzi un padre giovanile, un superfigo, mi faccio modellare la barba da un barbiere gay che ha studiato a Londra, e vedessi che manze di mamme che ci sono quando vado a prendere la bimba all'asilo...! Che altro dici? La stempiatura? Mi raso come Bruce Willis. La pancia? Vuol dire che mi godo la vita!
Ma prima o poi arriva anche per te il momento del porta pillole.
Si comincia sempre monodose, non so: una bustina di paracetamolo da prendere in ufficio, una borocillina allungata da tua moglie perchè hai tossito tutta la notte, un'aspirina che ti faccia stringere i denti e superare la giornata lavorativa.... blister in tasca e via! Fin quando lo prendi perchè stai male in quel preciso momento non vuol dire gran che. Ma poi cominci a essere preventivo. In questo momento okay, sto bene, ma con tutto 'sto polline metti che comincio a gonfiarmi e a boccheggiare come un pesce rosso saltato fuori dalla boccia, mentre sono in ufficio? Così ti procuri una scatoletta di caramelle vuota, di quelle che compri al supermercato e che di solito si trovano vicino alle casse. Che è una scatoletta così grande che quasi quasi ci ficcherei dentro anche l'effervescene contro il mal di testa, il paracetamolo perchè questo mese se la sono già presa due colleghi, e prudentemente anche l'anti squaraus: metti che mi piglia un attacco di diarrea a spruzzo mentre c'è il meeting coi tedeschi? Prevenire è meglio che spruzzare.
Finchè un giorno realizzi che quello che hai nel marsupio non è un portacaramelle, anche se sul coperchio c'è scritto Menta EXTRASTRONG . Hai un cazzo portapillole nel marsupio. Anche tu.
Sei vecchio.
Esco dall'ufficio dopo un'ottima giornata. Per uno scarabeo stercoraro.
La tangenziale è scorrevole, ma nervosa, le macchine fanno la saponetta sorpassando sulla destra, cercando di guadagnare metri, sembra che tutti abbiano una fretta del diavolo di tornare a casa.
A casa tutto liscio. La bimba è di buon umore e disegna. Francy mi aggiorna sulle prossime serate con amici, compresa una coppia di amici con figli di cui proprio non mi ricordo. Mi racconta del suo lavoro, io le racconto del mio, e della riunione-fiume della mattina, col service coordinator e l'account manager che per la customer satisfaction stanno facendo massive people recruiting all'interno dalla business unit.
Francy: "Eh?"
Io: "Annuisci e fingi di prendere appunti. Io faccio così"
Dopo cena mi preparo per uscire. Un po' di stanchezza fra spalle e cervicale, ma niente di che.E' la mia serata, è la serata del reboot settimanale, voglio affondare i denti nella polpa, godermela, spaccare tutto, vivere pericolosamente. Quindi lo faccio: prima di uscire di casa botta di vita: tolgo dal marsupio la scatoletta porta pillole. Eccomi, senza il paracadute delle supposte di buscopan.
Sono un fottuto spirito ribelle!
Birrificio artigianale, tavolo della volta scorsa.
Compagni di merende: TassoRosso e Viking.
Coloretto
Avevo in mente FINCA, che in tre gira che è una lippa, poi mi è venuta in mente 'sta serata tematica solo giochi di carte per testare i giochi più ergonomici da giocare sul tavolino di una birreria, ed eccoci lì a smazzare e smezzare.
Viking mi ha contattato tramite il blog, ci siamo presi un caffè di alibi tanto per annusarci, e nel momento in cui vi scrivo queste righe ci siamo già fatti due belle serate insieme (della seconda vi parlerò la prossima volta, vi anticipo solo: KEYFLOWER!!!!).
Ordiniamo i soliti "sample", ossia 4 birre piccole a testa, più per assaggiare che per bere, e le celebri patate al forno (in dialetto mi sembra si chiamino "patane arraganate", per via dell'origano spammato come se non ci fosse un domani).
Coloretto scorre giù bene e risulta godibilissimo sul contenuto spazio dei due tavolini ravvicinati della birreria. Conoscendo il gioco centellino il raccolto, mentre i compari raccolgono tanto, troppo, per i severi slot a disposizione in Coloretto. Alla fine il gioco prudente paga, becco pochi malus e finisco primo.
Gioco promosso da TassoRosso, senza infamia senza lode per Viking.
Biblios
Tempo di far rientrare i camaleonti nel terrario, che siamo già a spartirci i tomi proibiti di Biblios.
Anche questa volta sono l'unico che conosce il gioco, e l'esperienza si farà naturalmente sentire. Concentro i miei sforzi puntando a due dadi su cinque e gioco rischiando poco. TassoRosso si sbilancia in avanti comprando troppo oro e infatti chiuderà senza riuscire a capitalizzarlo tutto. Viking prova ad assaggiare da ogni piatto, disperdendo gli sforzi. Alla fine delle due fasi di gioco (obolo e asta), io riesco a portarmi a casa due dadi, TassoRosso uno, Viking uno. Il dado verde rimane invenduto: nessuno ha puntato su di lui. Quindi vinco ancora e mi guadagno l'arroganza di finire le ultime patate arraganate dal vassoio.
Il gioco colpisce Viking, appassionato di giochi di aste, mentre lascia più tiepido TassoRosso che commenta "Meglio i camaleonti" affogando i dispiaceri nella porter oggettivamente buona
Händler der Karibik
E' il momento del gioco di Viking.
Il gioco è costituito unicamente da un mazzo di carte, di ambientazione piratesca, indipendente dalla lingua.
Le carte, riportanti tutte sul dorso una moneta possono essere di tre tipi: nave, pirata, obiettivo.
Al proprio turno il giocatore comincia a girare carte dal mazzo decidendo quando fermarsi. Le navi possono essere convertite in monete e possono far "sballare" il turno in corso (se ne escono due dello stesso colore). I pirati sono il motore del gioco e se acquistati, oltre a valere punti vittoria e offrire protezione contro le navi, innescano delle piccole combo per pescare altre carte e guadagnare monete. Le carte obiettivo sono le missioni: ogni giocatore deve completarne almeno una per vincere (e deve avere almeno 10 punti vittoria in saccoccia).
Non conoscevo Händler der Karibik ma mi è piaciuto tantissimo. Nella partita sono riuscito a metter su un discreto motore macina monete, sacrificando però troppi turni e non riuscendo a completare per tempo la missione. Viking ha giocato molto sulla milizia (i pirati che difendono dalle navi e permettono azzardi ben remunerati) e si è visto soffiare la vittoria di un solo punto in zona cesarini proprio dal baldo TassoRosso, che ha imbroccato tutto nei tempi giusti manco giocasse a Karibik dai tempi di Portobello.
Gioco stra-promosso sia da me che dal TassoRosso, che meditiamo repentino acquisto a breve.
Love Letter
Limoncello a fine pasto il solito Love Letter, che ha dalla sua almeno la velocità. Per tutta la partita ho sfottuto Viking dicendogli che il gioco della lettera a lady Godiva era l'ultimissima occasione per non tornare a casa proprio con le pive nel famoso sacco, visto che io avevo vinto a due giochi e TassoRosso a uno.
La partita è stata veloce ma gradevole e si è conclusa al golden gol, con l'ultima mano nella quale eravamo tutti e tre a due cuoricini a testa (e si vinceva con tre). Finale tesissimo (per modo di dire, visto che parliamo sempre di Love Letter) con poderoso colpo di natiche del vichingo, che ha chiuso all'ultima carta proprio con la Principessa, conquistando il punto della bandiera.
Sono tornato a casa verso l'una, stanco ma di quella stanchezza buona, come quando ti fanno male i muscoli delle gambe dopo un weekend in montagna, fra lunghe camminate nel verde, ruscelli d'argento, profumo d'aghi di pino e di resina, carne sul fuoco scoppiettante e notte in tenda.
Il portapastiglie era ancora sulla scrivania, accanto al computer portatile dal quale sto finendo questo post. L'ho rimesso nel marsupio.
Domani mattina è vicino.
Si torna nel gran casino.
sullo "spirito ribelle" ho dovuto nascondere la faccia nelle mani per non farmi sgamare che ridevo come un cretino... bon, hai risollevato il mio lunedì mattina di lavoro!
RispondiEliminaEheheheh il lunedì mattina è sempre traumatico ^_^
EliminaPensiamo a giocare, va.
mitico Andrea Dado oramai sei una lettura obbligta :))))
RispondiEliminaHai notato a quanti blog è venuta la dadocritichite? Ti copiano!
continua così e facci vedere com'è fatta la mitica Melonia.
Zimo
Ciao Zimo
EliminaCopiare mi sembra un po' eccessivo, forse qualcuno ha preso spunto.
Per quanto riguarda una foto di Melonia...diciamo che ci sto lavorando, ma la ragazza è diffidente. Vediamo quello che riesco a spuntare.
^_^
Bella lettura come al solito.
RispondiEliminaPs. noto che la tensione sull'ultimo gioco era tangibile... (quella che si vede vicino al bicchiere di birra nella foro di love letter è una mini mazza da basball per scoraggiare gli avversari dal provare ad indovinare la tua mano??)
Ehehehe, no, è solo il manico del porta-birre.
EliminaQuando ti portano gli assaggi di birra artigianale al tavolo te le "spiegano", e te le mettono in ordine di degustazione (un po' come la ruota dei formaggi, dal più leggero al più saporito... se cominci subito con l'uber-gorgonzola super muffosa poi non senti più il delicato primosale).
Il manico, oltre che per facilitare il trasporto, funge da punto di riferimento, quindi ti dicono "Si comincia dal manico andando a scendere" .
Comunque si, potrebbe anche funzionare come dissuasore nelle aste di Biblios.
Eheheh
Grandioso post come al solito! Devo fare solo una precisazione doverosa sull'ultimo gioco: non é stato un colpo di fortuna...si é trattato di una strategia minuziosa e spietata alla Ocean Eleven....:)
RispondiEliminacmq voglio la rivincita a biblios.
Viking
Eheheheh
EliminaCome dice il proverbio: Marzo pazzerello, esci col Biblios, torni con Burgundy. Comincia a oliare gli esagonini !
Voi guardate i giochi e io guardo granseole... la domanda: che c'entrano il granchio e munchin morde? :)
RispondiEliminaCiao boss
EliminaQuello nella foto è un bel granciporro da 6 etti.
E' già un paio di volte che faccio i tajarin al granciporro
http://img.overpic.net/images/u/h/n/xuhnablvda1jwe04kc7u2.jpg
http://img.overpic.net/images/7/m/1/x7m1cx7g8vb14ymgqn5a.jpg
Non centra gran che col tema, ma visto che l'ho mangiato a cena ed era un bel mostro ho pensato di immortalarlo.
^_^