venerdì 27 marzo 2020

Ho deciso di uccidere Giulia

Ho deciso di uccidere Giulia. Non fate caso all'immagine qui accanto, non userò un coltello, mica sono un mostro. Non sono neanche un santo, ma con quello ci faccio i conti tutti i giorni, quando sento mia moglie e mia figlia al telefono. Sono solo uno che pensava di spassarsela nel weekend con una donna conosciuta su Facebook.

Non sto cercando giustificazioni, racconto solo quello che è successo.
Non era la prima volta, con Giulia abbiamo provato diversi letti, di solito lei prenotava un appartamento e io inventavo una scusa di lavoro per star fuori.
Giulia ha le accortezze classiche dell'amante: è sempre truccata e vestita in modo perfetto, indossa le autoreggenti, e manda sul telefono quel genere di messaggini che piacciono a noi uomini. E mia moglie è la classica donna dopo 15 anni di matrimonio, 20 di lavoro e una figlia da tirar su: stanca di svegliarsi tutte le mattine alle 6.00, che si trucca e si veste bene solo per andare a lavoro, e in casa si lega i capelli col mollettone e sta con la tuta.
Ripeto: non sto cercando attenuanti, voglio solo che capiate com'è andata.

lunedì 23 marzo 2020

Sugli indiscutibili vantaggi del giocare da solo

Finalmente gli amici si sono tolti dalle scatole, lasciando 3 sedie vuote attorno al mio tavolo da 4, e posso godermi i giochi come dio comanda, insieme alle molte e indiscutibili gioie della modalità solitario, gioie che vi andrò qui tosto ad elencare:

Anzitutto un po' di biologia. Sin dai suoi primi mesi di vita nell'utero della mamma, il bambino impara a giocare con se stesso prima che con gli altri, e da adolescente impara a trovare il piacere col proprio corpo da solo, molti anni prima di provarlo con qualcun altro. E da adulto, uomo fatto e finito, marito e padre, non rinuncia a saltuari piaceri solitari, specie quando è a casa in mutua, con la moglie al lavoro e i figli a scuola.

giovedì 19 marzo 2020

Quando il gran casino sarà finito

L'ho già scritto: non sono uno che lascia perdere. Che dimentica. No, io proprio mai.
Per questo sto segnando tutto sin nei minimi particolari, in una maniera che voi, comuni mortali, potreste definire maniacale. Perchè quando il gran casino sarà finito, e credetemi: finirà, oh se finirà, io inforcherò gli occhiali, prenderò il mio bel quadernetto con tutte le annotazioni e le note a piè pagina, e partendo dalla prima riga a scendere,  comincerò a recuperare tutto.
Tutto fino all'ultima goccia, credetemi.
A partire da mia madre.

Il fatto che colui-che-non-voglio-neanche-nominare-per-non-dargli-soddisfazione mi abbia tolto per settimane i baci di mia madre, a me che in 46 anni non l'ho mai vista una sola volta senza averla abbracciata, respirata, amata, baciata, strizzata, e che mi abbia costretto a vederla solo in videochiamata su whatsapp, è la prova inconfutabile che egli - esso - è soltanto tutti i molti sinonimi di materiale fecale, ad eccezione di popò e pupù perchè troppo gentili.
Comincerò con mia madre. Recupererò tutto con lei. E le darò così tanti baci e abbracci che dopo ci vorrà un chirurgo plastico per le guance e un ortopedico per le ossa.

sabato 14 marzo 2020

L'ultima partita prima della quarantena

Lavorando nei servizi per il settore produttivo oggi è il mio primo giorno ufficiale di quarantena, insieme a Francy, al suo terzo giorno di smartworking, e a mia figlia Luna, a casa da scuola da tre settimane. Stamattina, dopo colazione, abbiamo allungato il tavolo e ci siamo messi al computer, ognuno il suo.

Di solito, quando scrivo al computer, tengo accanto a me due tazze, con tè al limone e caffè. PepeRino e PachiDario.

La tecnologia sta dando una grossa mano a tutti in questo periodo difficile. Mia figlia riesce a seguire le lezioni insieme con i suoi compagni, Francy a far quadrare la contabilità della sua azienda, e io a fare il mio lavoro.

sabato 7 marzo 2020

Sopravvivere a Harry Potter (da Alla ricerca di Nemo in poi)

Il primo a figliare nella mia cerchia degli amici stretti fu Gianni. Fu rapido e preciso: nel giro di tre anni ne sfornò due, un numero spaventoso per noi altri che neanche eravamo sposati, uscivamo sei sere la settimana e non tornavamo mai a casa prima delle tre. Una domenica mattina del duemila e qualcosa andammo a trovarlo. La moglie era nel cucinino con una padella e un cucchiaio di soffritto, Gianni al tavolo, in boxer e maglietta, che beveva un caffè, e i bambini in cucina, seduti per terra davanti alla televisione, sulla quale andava il dvd di Alla ricerca di Nemo.
"Ah, Alla ricerca di Nemo" dissi riconoscendo il pesce pagliaccio "Bello!".
Gianni mollò la tazzina e mi fissò (e sua moglie si sporse fuori dal cucinino per fissarmi) e mi disse una frase fondamentale: "Dici così perchè non hai figli".

domenica 1 marzo 2020

Esempi di mazzi da 40 carte che fanno il loro dovere

Sono uno che gioca sempre a carte scoperte. Tranne nei giochi di carte. Mentire al prossimo sarebbe abbastanza semplice, ma costruire un inganno e portarlo avanti nel tempo, richiede attenzione costante e memoria, che non sono fra le mie doti migliori. Così rivolgo le mie carte agli altri, e rimango osservarne il dorso come in Hanabi.

Il due di picche non è un'invenzione dell'uomo. E' un'invenzione della donna. Se ne hai presi abbastanza nella vita puoi farne un mazzo Svengali e usarlo proprio per stupire una donna, per portarla a cena fuori e tentare di sedurla.
"Hai un mazzo di carte in tasca o sei solo contento di vedermi?".
I mazzi da 110 carte possono essere buoni come imbottitura, ma si rivelano presto un'arma a doppio taglio, nel senso della mescolata, e sortiscono l'effetto opposto: "Quindi alla fine tutto questo Libiding Card Game era solo un Love Letter???".