lunedì 13 dicembre 2021

Si è fatta una certa

"Papà ho scoperto che c'è un mercatino dell'usato in via Lanzo!".
Il messaggio whatsapp è di mia figlia Luna. Nell'ultimo anno si è appassionata alla musica. Nei suoi auricolari collegati a Spotify girano in successione: Queen, Beatles, Kiss, Elton John, Nirvana, AC/DC, Green Day, Offspring. A settembre si è iscritta a un corso di chitarra e per il compleanno ha voluto un giradischi.
E visto che i vecchi vinili costano un rene, e parlo del Gronchi Rosa dei reni al mercato degli organi, quello di un diciottenne vegano astemio crudista, io e mia figlia battiamo tutti i mercatini dell'usato come cercatori di tesori [lei per i vinili, io per i giochi da tavolo].

Quando ho aperto questo blog Luna aveva 5 anni e quando usciva dall'asilo mi teneva la mano e mi raccontava delle amichette con le quali aveva giocato, dei loro cerchietti per capelli con i brillantini, e che lei da grande avrebbe voluto fare la sarta per animali [cucire vestiti per gatti, conigli, volpi...].
Oggi ha 13 anni, si sceglie i vestiti da sola [quasi tutti neri], il prossimo anno andrà al liceo linguistico, e mi ha già detto che non vede l'ora di farsi un mese all'estero.

Pranziamo con i cognati.
Tagliatelle con ragù di merluzzo
Per secondo seppie al forno.
Io porto RIVER DRAGONS, comprato usato proprio in un mercatino a 18€.


RIVER DRAGONS

Gioco competitivo di Roberto Fraga del lontano 2000, l'anno del millenium bug, giusto per tornare indietro con la memoria, per 2-6 giocatori, della durata di 30 minuti circa, edito in Italia da Asmodee.

Scopo del gioco: posizionare sul fiume pietre e assi di legno al fine di creare un passaggio, percorrerlo velocemente con la propria pedina, e raggiungere la sponda opposta prima che gli avversari facciano altrettanto.
Le azioni vengono organizzate tramite una programmazione di 5 carte, scelte e posizionate coperte di fronte a sè.

Ogni giocatore dispone del medesimo pool di carte azione: posizionare pietre sul fiume (1 o 2), posizionare assi di legno sul fiume (1 o 2), rimuovere una pietra o un asse di legno, camminare, correre, saltare un personaggio avversario, ...e azione Drago [vedi sotto].
I giocatori programmano la sequenza delle proprie azioni mettendo in ordine le carte coperte.
Poi a partire dal primo giocatore si risolvono una a testa: prima tutti la carta 1, poi tutti la carta 2, poi tutti la 3...
Le carte Drago, nei colori dei giocatori al tavolo, inibiscono l'azione dei giocatori. Ad esempio il Drago Giallo, giocato e posizionato come seconda carta, annulla la risoluzione della seconda carta del giocatore giallo.
L'interazione è altissima e molto divertente, in un gioco che fa della programmazione delle azioni il suo punto di forza. Portare il caos nella risoluzione delle sequenze altrui è una vera goduria: spesso le pedine si ostacolano a vicenda, si rubano i percorsi e le assi di legno, sono costrette a tornare indietro o prendere altre strade, o semplicemente: cascano in acqua.
Ma il gioco è ben studiato e boicottare a oltranza non vi porterà lontano, sia perchè è possibile giocare soltanto UN drago a turno, sia perchè quando giocate un Drago [di fatto un "salta il turno"] state rinunciando a un'azione anche voi.

20 anni e non sentirli. River Dragons è un gioco invecchiato benissimo.
In partita costringe i giocatori a programmare e a cercare di indovinare le intenzioni avversarie. L'interazione come detto è altissima e molto divertente. I colpi di scena e i finali sul filo del rasoio, soprattutto quando ci sono 2 avversari a un asse di distanza dalla sponda di arrivo, si susseguono strappando risate al tavolo e insulti da scaricatori di porto.
Tra l'altro scala fino a 6 ed è giocabile anche dai bambini, quindi consigliato per il capodanno dietro l'angolo.

47 anni e sentirli tutti fino all'ultimo
Rientrando a casa mia figlia mi chiede se abbiamo programmi per la serata.
"Vengono degli amici da noi per una pizza" le dico sorpassando un tir.
Lei dai sedili posteriori risponde: "Uh, addirittura una pizza, noi sempre cose originalissime, eh?!".
Dottor Jekill e Mr Hide.
L'adolescente è di nuovo fuori, con il suo fucile caricato al sarcasmo.
La bambina che voleva cucire i vestiti alle volpi sembra lontana nella mia memoria come il cartone animato di Heidi.

Due euro di mancia al fattorino delle pizze. Dopo la pizza preparo i caffè con la nuova macchinetta Lavazza A Modo Mio [ho fuso la vecchia Nespresso e dopo la seconda dose di vaccino all'Hub Nuvola Lavazza si è risvegliato il mio orgoglio torinese].
Tiro fuori un paio di giochi da tavolo.
Ancora River Dragons. E Fiesta de los Muertos.
Dopo la seconda partita il mio amico sbadiglia: "Andre sai che c'è? C'è che si è fatta una certa e domani si lavora, e mi alzo alle 6.00".
E così se ne va.
Alle 22.30.

"Andiamo a leggere un po' sul letto?" propongo a mia figlia.
Lei guarda l'orologio ostentando incredulità.
"A letto a quest'ora?!? Ma sempre più presto?!?".
La verità è un boccone di carne grassa di montone grande quanto un pugno: difficile da mandare giù.
Mia figlia non è più la bambina che si meravigliava dei cerchietti coi brillantini. Mia figlia è un adolescente che ascolta Highway to Hell degli AC/DC e che disegna le corna del rock&roll.
E io per lei sono un vecchio.
Uno che sì: ogni tanto ha anche degli sprazzi di vita, come quando ascoltiamo insieme musica in macchina a tutto volume, o quando giriamo i mercatini in cerca di un vinile.
Ma pur sempre un vecchio, un dinosauro prossimo all'estinzione, uno che ha il fiatone e non regge i ritmi della vita, che la sera si guarda le serie tv dal divano con la moglie addormentata contro la spalla, e che quando fa qualcosa di proprio speciale: si ritrova con gli amici in casa per una pizza da asporto.

Vorrei essere come River Dragons, un gioco capace di invecchiare bene, di essere ancora divertente 22 anni dopo. Vorrei che qualcuno mi trovasse in un mercatino dell'usato ma usato sicuro, seppellito da centinaia di scatole, e tirandomi fuori esclamasse: "River Dado!!! Cacchio che colpo di fortuna, questa è una vera perla, una rarità, meglio di un Heroquest incellofanato, meglio di un Black Lotus foil!!!"
Ma una figlia adolescente in casa ti fa sentire come Il Gioco dell'Oca.
Come una cartella del bingo in mano a una vecchia con un grosso pennarello blu.
Come la tombola con i fagioli che giocavi con gli zii a capodanno quand'eri bambino [con lo zio che al primo numero gridava: "Ambo!" ed erano scroscianti risate del parentado].


Questo blog di giochi da tavolo
e meste riflessioni
è supportato da MagicMerchant.it

13 commenti:

  1. La mia ne ha compiuti 15 ieri. Hai tutta la mia comprensione. Vorrei poterti dire che poi migliora, ma mentirei spudoratamente. L'unico modo per cercare di prolungare la vicinanza è condividere gli interessi, ma con discrezione e spontaneità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho già cominciato a cercare su google "Quanto dura l'adolescenza".
      Brutto segno.
      andrea

      Elimina
  2. È esattamente così.. anche la mia 14enne, linguistico e anno all estero come obiettivo.. anche peggio, in fissa con 1D e non con AC/DC... E infatti a primavera visto che a Natale ha chiesto il biglietto per il concerto di Tomlinson si condivide così.. nel frattempo mi illudo che abbia voglia di giocare con me ma so benissimo che sono solo mie illusioni.. è l adolescenza. Neanch'io a 14 anni pensavo troppo ai miei genitori anche se loro non erano certamente disponibili come lo siamo noi. Passerà. Poi vedremo questa generazione se ci vedrà meno dinosauri in estinzione o cosa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche a me ha ventilato l'anno all'estero. Le ho risposto che ci vanno solo le persone ricche e noi siamo poveri, molto poveri.
      Andrea
      ps: Un anno? Dovrebbe essere vietato per legge!

      Elimina
  3. Adesso ho capito perchè son servite due settimane per il nuovo post. Hai la mia comprensione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, comincio a incassare i colpi, amico mio.
      Forse sono davvero un cacchio di stegosauro.
      Andrea

      Elimina
  4. L altro ieri 10 anni...e già comincio a tremare che non sarà più la mia principessa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 10 anni.
      Probabilmente ti spettano ancora un paio di biglietti "Il miglior papà del mondo" sotto il cuscino, per la festa del papà.
      Poi un giorno ti ritroverai a discutere con lei in macchina.
      E lei sbufferà e ti dirà: "Uffa allora devo proprio farmi fare una maglietta con scritto SARCASMO NON PERVENUTO, eh, papà!"
      Andrea

      Elimina
  5. Le mie gemelle, primo anno di università, crescono in fretta, troppo in fretta, ma ci sono ancora sprazzi, e non pochi, di condivisione (giochi da tavolo e partite di basket da commentare e vedere insieme anche a distanza). Esperienze all'estero? SI, senza dubbio, anche solo qualche mese. Fortunatamente ci sono programmi e strutture scolastiche che consentono questo a cifre umane. Le mie quando sono tornate dalla Germania, oltre a portare con se l'amicizia e l'affetto duraturo delle famiglie ospitanti ... sono diventate vegetariane convinte ... :-)

    RispondiElimina
  6. Leggendo il tuo articolo rimpiango il fatto che non potrò mai...provare le tue sensazioni.
    Complimenti sempre per come scrivi: ormai sono un assiduo lettore.

    RispondiElimina
  7. Passare da eroe a peggior nemico del proprio figlio è un attimo...

    RispondiElimina
  8. Bello come sempre e maliconico...
    Tullaris

    RispondiElimina
  9. Tempus Fugit!
    Aspetta di arrivare a 60 anni (nel 2020) ed i figli ti fanno si uno splendido regalo, ma con la dedica: "L'ultima fiammata"...
    Comunque, per i miei "pargoli" di 35 e 30 anni, è un pezzo che sono vecchio, ma almeno posso dirgli "Bambini.. una volta" :-)
    Però dai, quando capita l'occasione, giocano ancora voletieri coi genitori ad un bel boardgame!

    RispondiElimina