Qualche settimana fa ho litigato con un'amica. Non sto a spiegarvi i dettagli: semplicemente nella vita capita di litigare, a volte anche malamente, e di tirar fuori parole dure come cazzotti.
Ieri sera ci siamo rivisti. Abbiamo mangiato una pizza. Le ho portato un manga [Beastars] e dei peperoncini del mio balcone.
E poi mi sono scusato.
C'è voluto un po' di tempo. Certe volte hai bisogno di sbollire e io ho sempre bisogno di riflettere a lungo, di soppesare ogni singola parola, chi ha detto cosa.
Quando sono tornato a casa lei mi ha mandato un messaggio per dirmi che era contenta che ci eravamo chiariti.
"Per la verità c'era ben poco da chiarire" le ho risposto "tu non avevi detto niente che mi riguardasse direttamente, era giusto che mi scusassi".
E lei mi ha risposto: "Ti ringrazio di avermi chiesto scusa. Non è da tutti".
Rapido gioco di destrezza per 1-4 giocatori, di Paula e Robert Henning, del 2018, della durata di 10-15 minuti, edito in Italia da Oliphante.
Si spiega in 2 minuti: ogni giocatore dispone di un certo numero di magneti. A turno i magneti vengono posizionati uno alla volta all'interno di un recinto costituito da una cordicella. Se due o più magneti si attaccano: chi ha generato il "kluster" se li prende tutti e li mette nella propria riserva. Vince il primo giocatore che rimane senza magneti.
Durante il piazzamento dei magneti è consentito:
1- tirare, piegare, deformare, muovere la cordicella-recinto
2- utilizzare i magneti della propria riserva per spingere \ attirare i magneti che sono già nel recinto [e in questo sta il bello del gioco: vedi video sotto].
Il manualetto, di pochissime righe, suggerisce di giocare su una superficie piana, ma io l'ho giocato anche su piani aspri e irregolari: è più divertente.
Le calamite hanno una carica molto forte e riuscire a infilarle tutte nel recinto senza innescare nemmeno un kluster è piuttosto raro.
Da menzionare sicuramente, come antenato di questo gioco, il celebre Rattle Snake di Roberto Di Meglio [2007] che si vede ancora spesso alle fiere di settore.
Fra i titoli moderni che usano i magneti: Faceless di Martino Chiacchiera e Guido Albini.
Più divertente giocarlo cercando virtuosismi e colpi epici, Kluster è il classico titolo che si spiega in 3 minuti e fa giocare tutti ma proprio tutti.
Cara amica, calamita e calamità
Le persone sono come le calamite: si attraggono forte, ma basta davvero un niente, una minima inclinazione sul piano, per far che si respingano l'un l'altra, e che si dicano le peggio cose. Da calamita a calamità è un attimo, un accento. Ci riflettevo, andando a letto, pensando a come si è parlato di magnetismo in questi ultimi mesi, ai no-vax e alle loro foto di cucchiaini appesi alle spalle dei vaccinati: "Magneto degli X men si fa i clisteri con l'Astrazeneca"
Che spesso la ragione sta a metà. E che questa cosa noi ce la ripetiamo così spesso che tendiamo a trincerarcisi dietro anche quando abbiamo torto marcio, giustificandoci: "Okay, va bene, io avrò anche sbagliato questo e quell'altro, MA ANCHE TU....".
Ma non è statisticamente possibile avere sempre ragione. E anche: non è statisticamente possibile non sbagliare mai.
Quindi io e voi che stai leggendo queste righe dobbiamo farcene una ragione: qualche volta, nella nostra vita, quando litigheremo con qualcuno, sarà al 100% colpa nostra.
E così mentre il sonno nuotava verso il largo ho pensato alle volte che avevo sbagliato e chiesto scusa, perchè io sono critico con me stesso almeno quanto lo sono con gli altri, e supero un errore soltanto se dopo ci metto una pezza [o almeno se ci provo]. Anni fa ho inseguito una persona del mio passato come uno stalker, solo per poter rimediare a un vecchio torto [magari ne scriverò sul blog].
Poi ho pensato alle parole della mia amica.
"Ti ringrazio di avermi chiesto scusa. Non è da tutti".
E' vero. Non è da tutti. E non lo dico per bullarmi o perchè mi senta chissà chi.
La verità è che il più delle volte non ci si scusa, noi sempre barricati dalla parte della ragione o "della colpa che sta sempre a metà", scegliamo di non cedere di un centimetro mai, anche a costo di perdere gli amici che abbiamo intorno e che conosciamo da anni.
Andiamo dritti come treni, ma treni vuoti, senza passeggeri, ognuno sui propri binari.
Ma andrebbe meglio, molto meglio, se ogni tanto ammettessimo: okay, ho detto una minchiata delle dimensioni di una megattera.
Bellissimo post Dado…
RispondiEliminaQuanto hai ragione… 😉
Bellissimo post, e non per il gioco!
RispondiEliminaLa perfezione non esiste, ma io sono ciò che più vi si avvicina... ;-)
Bravo come sempre!
RispondiEliminaTullaris
Dado bravo come sempre.
RispondiEliminaAlessia
V E R O.
RispondiEliminaTanto più nel tempo diviso che stiamo vivendo.