sabato 15 maggio 2021

Una lettera, un mazzo di carte, un libro anzi due, una canzone e un cartone della pizza

Questa storia comincia i primi di Aprile.

Mi arriva una lettera di Gianfranco Fioretta, accompagnata da un mazzo di carte.
Oltre ad essere l'editore di Oliphante, Gianfranco è un'icona e un pezzo di storia nel panorama ludico italiano. Considero la sua amicizia un privilegio, e ogni volta che lo incontro cerco di farmi raccontare qualcosa del suo passato, quando il mondo dei giochi da tavolo era proprio: due cuori e una capanna.
I suoi racconti dovrebbero essere salvati nell'azoto liquido a imperitura memoria.

Mi scrive una bella lettera [a penna, come si faceva una volta] per farmi gli auguri per il 25 Aprile, anniversario della Liberazione d'Italia.
Allegato con la lettera: un mazzo di carte.
Si tratta delle carte di EnnEnne che vedete nella foto accanto. Nel pieghevole le biografie di personaggi che hanno rappresentato il concetto di "rivoluzionario": Karl Marx, Che Guevara, Ho Chi-Minh, Mao Tse-Tung, Emma Goldman, Mary Jones....
Le leggo tutte.
Fra le molte, rimango colpito da quella di Toro Seduto.
"...nel 1863 assistette al massacro dei Santee di Piccolo Corvo: decise che sarebbe morto pur di non perdere la libertà"
1863. Non è passato così tanto tempo.

Decido di approfondire e il 16 Aprile scrivo a Danilo Sabia.
Oltre a essere l'autore del gioco Wendake [e di ottimi prototipi che mi piacerebbe veder pubblicati] Danilo è un gran conoscitore della cultura dei nativi d'america.
Gli scrivo per avere informazioni su Toro Seduto e sulla storia dei nativi, e lui mi consiglia il libro SEPPELLITE IL MIO CUORE A WOUNDED KNEE.
Nota: me ne consiglia anche altri.


Ci va un po' per essere ricontattato dalla biblioteca: a causa delle restrizioni del covid tocca scrivere un'email con il libro che interessa prendere in prestito, ed attendere istruzioni.
Alla ricezione della mail con data e ora dell'appuntamento, il libro viene lasciato in una cassetta all'ingresso della biblioteca per il recupero da parte del lettore.

Il libro comincia così:
"Questo non è un libro divertente, ma la storia ha un suo modo di imporsi sul presente, e forse quelli che lo leggeranno avranno una più chiara comprensione di ciò che è l'indiano americano, venendo a sapere ciò che era [...] e se i lettori di questo libro dovessero, per caso, vedere la povertà, la disperazione e lo squallore di una moderna riserva indiana, essi avrebbero la possibilità di comprenderne veramente le ragioni".
Il libro scorre una pagina dopo l'altra.

Questo il capitolo sul massacro di Sand Creek.
Vi invito a ingrandire le pagine e leggere.

Pagina 109.
Pagina 110.




 

 

 

 

 

 

 

 

Il massacro è completamente folle, unilaterale, gratuito, brutale.
Cerco altre informazioni in rete.
Trovo la pagina di Wikipedia che ne parla, e la linko a un po' di amici su whatsapp.

Un amico mi risponde con il link a un altro massacro, quello del Rwanda, così prenoto in biblioteca anche il libro: RWANDA. ISTRUZIONI PER UN GENOCIDIO.

https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Sand_Creek

 Foto di Wikipedia


Sulla pagina di Wikipedia scopro che esiste una canzone di Fabrizio De Andrè, sul massacro dei nativi a Sand Creek, dal titolo: Fiume Sand Creek

https://www.youtube.com/watch?v=YSSRD40upac


Fra i commenti: "Il 29 novembre 1864 sul Sand Creek, non una battaglia, ma un massacro indiscriminato di donne vecchi e bambini. L'inizio dell'olocausto "indiano". Una delle pagine più vergognose della millenaria civiltà occidentale. Questa magnifica canzone mi fa piangere ogni volta che la sento"

Mentre ascolto la canzone mi cade l'occhio sui "mi piace" sotto il video.

939 persone hanno dato il "non mi piace".
Cosa non vi piace? vorrei chieder loro.



Insomma, Gianfranco, quella tua lettera con gli auguri per il 25 Aprile mi sta portando lontano. Mi ha portato a conoscere un po' di più la storia dei nativi d'America e a riflettere su come la storia la scrivano sempre i vincitori.
Ho prenotato in biblioteca un libro sul genocidio del Rwanda, e ho scoperto una canzone di De Andrè che non conoscevo.
Ma soprattutto, ancora una volta, ho riflettuto su quanto poco conosciamo il prossimo, le persone che abbiamo attorno, e come è facile dare dei giudizi affrettati.


Giorni fa, in pausa pranzo a lavoro, sono andato a mangiar fuori.
A causa delle restrizioni del covid, non potendo consumare all'interno del locale, ho preso una pizza da asporto e l'ho mangiata seduto su una panchina del parco di fronte alla pizzeria.
Mentre mangiavo mi sono accorto che, poco distante, c'erano dei cartoni di pizza per terra, accanto a un palo col cestino dell'immondizia appeso.
Ho pensato: "Ma che idioti, hanno mangiato la pizza e neanche si sono sforzati di gettare i cartoni dentro il cestino che era a un metro di distanza. Sarà stato qualche ragazzo giovane, quando sono in gruppo fanno i cretini".
Poco dopo un "ragazzo giovane" , uno dei tanti che bazzicavano il parco, probabilmente uscito da scuola, è andato a buttare un cartone di pizza da asporto nel bidone appeso al palo.
Appena se n'è andato, una cornacchia è planata sul bidone, e ha cominciato a beccare il cartone.
L'ha beccato fino a farlo saltare fuori, per terra, ed è riuscita a raggiungere i bordi di pizza avanzati.

Questo intendo.

Trovate mazzi di carte e giochi da tavolo
su MagicMerchant.it
che sostiene questo blog

5 commenti:

  1. Che onore aver consigliato una lettura ad un grande scrittore ��

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  2. Bravo Andrea, stavolta te lo meriti proprio! :)

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  3. La pratica dello scotennamento è stata portata in America dai bianchi e posso garantirti che una sciabolata non ti rompe un braccio.
    La pulizia etnica ha origini antichissime
    Non conoscevi "Fiume Sand Creek"? Una delle più belle canzoni di Faber.
    Se vuoi rimanere più vicino ai nostri tempi, ti consiglio: https://www.ibs.it/memoria-rimozione-crimini-di-guerra-ebook-vari/e/9788883347085
    e qualcosa (non so se esista in italiano) sulla strage di Mi Lai (16-3-1968).
    Temo che la violenza e la crudeltà, siano proprio nel nostro DNA, e gli accadimenti di questi giorni ne sono l'ennesima prova...

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  4. A volte i testi sono chiavi che ti aprono una porta, e poi un'altra, e un'altra ancora...
    Elena (Infinite Jest)

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  5. Su Netflix c'è un documentario sul personaggio che ha fomentato il Rwanda.

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