lunedì 25 marzo 2019

Uomini normali che fanno cose straordinarie

Mi trovavo quindi, un giorno come gli altri sul calendario, faccia a faccia con Shelob, o con una sua immonda emanazione, che nel mio bagno, nel siberiano inverno di Torino, ero certo non avrebbe portato guadagno. Impavido, non ero armato da eroe, non brandivo spada nè scudo, e neanche un pugnale corto, che sarebbe stato il minimo sindacale, ma stringevo nel pugno destro un vecchio numero di Speak-Up arrotolato, e nel sinistro il coperchio di un barattolo di crema mani idratante da supermercato.
Moglie e figlia riparavano alle mie spalle, mentre il ragno cercava la fuga vigliacca dietro il bidet, con una zoppia da quasimodo, dovuta alle 7 zampe invece che 8, che avrebbe fatto accapponare la pelle al più coraggioso dei leoni.
"State indietro" dissi alle femmine del mio branco "cercherò di prenderlo vivo. Ma se le cose dovessero mettersi male, date fuoco all'intero appartamento, e scappate in strada".
In quel frattempo, pochi chilometri più a nord, il Vikingo, di fronte al bagagliaio aperto della sua macchina, di ritorno dal supermercato, si stava caricando attorno ai polsi non meno di 12 sacchetti della spesa riempiti fino all'orlo, contenenti, tra l'altro, pesanti bottiglie di salsa di pomodoro Mutti, due latte di olio Sasso, fagioli, ceci e lenticchie in scatola, oltre che un numero imprecisato di cartoni di latte e succo skipper, e a nulla servivano le parole della moglie: "Ma non puoi fare due giri?".
In quel mentre Redbairon, il più spavaldo del gruppo, sprezzante della fronte che gli scottava a 37.1, si trovava a quasi 3 metri di altezza, senza imbracatura nè caschetto, per cambiare la lampadina del pianerottolo di pertinenza, su segnalazione della signora Marisa del secondo piano.
Coraggio, quindi, resistenza fisica oltre il limite, e disprezzo del pericolo. In misura disumana.
Appena catturato il ragno e liberato fra le piante del balcone, scrissi ai miei soci.
Era giovedì. Ci saremmo ritrovati la sera.

A cena moglie e figlia mi coprirono ancora di complimenti [e intercettai negli occhi di Francy lo stesso sguardo languo di Lois Lane per Superman dopo l'incidente dell'elicottero], ma io minimizzai e ripetei che avevo fatto soltanto il mio dovere.

Uscii di casa alle 21.30. Torino era ancora lì fuori, in carne viva, umiliata dalle serrande abbassate dei negozi andati in fallimento, avvilita dagli attori della televisione che prestavano i loro volti sui cartelloni per pubblicizzare prestiti e finanziamenti in giornata, mortificata da un'amministrazione che sognava la Tav e intanto non riusciva a risolvere la rotonda di via Baldissera.

"Questo è un giro di ronda?" volle sapere Viking salendo in macchina
"No, stasera no, stiamo solo andando a prenderci una birra" risposi.
Ma sapevamo tutti e tre che non ci saremmo sottratti ad un'emergenza o a una situazione di pericolo, se si fosse presentata.

Si presentò. In prossimità dell'incrocio trovammo una transenna, che segnalava una buca sul manto stradale, rovesciata dal vento.
Redbairon scese dalla macchina e la tirò su. Poi riannodò il nastro bianco e rosso che la legava al semaforo, e che si era strappato nella caduta.
Nessuno ci disse grazie.
Ci eravamo abituati.
Entrammo nel birrificio e prendemmo tre stout nere come la Torino di Dario Argento raccontata in Profondo Rosso.
Poi tornammo a casa a giocare.
KICK-ASS
Picchiaduro cooperativo ad alto contenuto di dadi e gengive sanguinanti, ambientato nel mondo di Kick-Ass [Mark Millar - John Romita Jr], per 1-4 giocatori, dei mangiaspaghetti Hjalmar Hack, Maurizio Vergendo e Roberto Pestrin, per 60-90 minuti di durata secondo quanto riportato sulla scatola, più realisticamente: fra i 90 e i 120 [poi come risaputo noi non scendiamo mai sotto i 180 per contratto], edito da CMON e Asmodee.
Come da buona tradizione Cool Mini, la scatola contiene 45 miniature ben cesellate e ispirate al fumetto e ai due film [se non conoscete nulla del mondo di Kick-Ass guardate almeno il trailer https://www.youtube.com/watch?v=ay8DgkJt8YY&t=5s].
Protagonisti del gioco: antieroi per definizione, adolescenti e perdenti d'eccellenza, che combattono il crimine con la calzamaglia 30 denari della nonna ottuagenaria [perchè bisogna sapersi adattare, come spiega Enrico Luciolli nel suo video di autodifesa: Padella contro Coltello].

Gli eroi vincono se.
Se si coordinano bene sul tabellone, negli 8 quartieri della città di New York, se usano bene le abilità dei luoghi Porto, Ospedale, Polizia, Municipio, Biblioteca ... se contengono gli sgherri che arrivano a sciami tipo locuste, se i boss di fine livello sono sbronzi o hanno mal di pancia, che è un modo gentile per dire che il gioco è parecchio difficile, se livellano sulla propria scheda personaggio, prendendo più dadi attacco e difesa, crescendo di popolarità, recuperando punti ferita, se fanno un deckbuilding intelligente con le Carte Attivazione, se si equipaggiano con armi e oggetti, perchè a inizio partita son nudi e implumi, se di notte son svegli, e se, naturalmente, il dado arride agli audaci ma ancor più ai disperati.
Kick-Ass richiede una coordinazione da moschettieri, per coprire i quartieri caldi di New York e attivare l'abilità X proprio nel momento Y: un singolo cane sciolto, il classico ghe-pensi-mi, un solo cazzaro da bar, può mandare alle ortiche l'intera partita, come se non bastassero già le orde di sgherri [e pure l'innegabile alea, che è cugina della legge di murphy].
Gli scenari sono 5, ma occorrerà qualche tentativo e alcune bestemmie da marinaio ligure che abbia appena perso le reti in mare, per portarli tutti al termine. Nonostante la componentistica importante e tracimante [vedi foto sotto] fatta da un numero imprecisato di carte, token, segnalini, ninnoli in cartoncino, dadi, plance e plancette, il regolamento è piuttosto lineare, coerente e intuitivo, la giocata è sciolta, le incertezze poche se non di carattere tattico.
Kick-Ass ha il sapore di un picchiaduro a scorrimento vecchia maniera, con ondate di nemici che si infrangono su altre ondate, in una tempesta americana perfetta e mortale. Si mena per primi per menare due volte, ci si muove sulla mappa, si bonifica la zona e si picchia ancora, perchè la regola aurea del gioco: nel dubbio: mena! Se mi siete coetanei ricorderete quando da ragazzini andavate a spendervi le 200 nei cabinet dei bar a Double Dragon, e uscivate col palmo della mano rosso, per quanto avevate pestato sul pulsante pugno.

Per fortuna ho degli amici da chiamare.
La partita durò poco meno di 200 minuti 2 caffè nespresso e 2 grappe sibona, e io sonnecchiai anche un poco, mentre Vik e Red discutevano su come chiudere i conti con Vic Gigante e la Skull Gang.
Dossier alla mano, Vic Gigante non era un babaluco qualunque, ma un poliziotto corrotto che faceva il bello e il cattivo tempo nel ghetto, e che armava i suoi uomini con ferro pesante.
Il mio polso era ancora una volta sotto accusa alla sbarra, con i miei soci come pubblici ministeri.
"Dado: non ho mai visto rollate di dadi più penose e merdose delle tue, neppure quando giocavamo al tavolo con 'Okay', quel barbone amico di Malvaldi, al quale mancavano 4 dita della mano perchè aveva raccolto un ordigno inesploso"
disse Viking.
"Dado se al prossimo turno non riesci a rollare 2 successi con 6 dadi e 2 reroll, possiamo far che chiudere baracca e burattini, e intavolare un Fantascatti legacy" disse Redbairon.
"Ce la metto tutta, raga" promisi.
Vincemmo. 
Nell'anonimato del mio appartamento. Invisibili come quando alle medie si andava alle feste e si stava a fare la carta da parati, mentre gli altri ballavano e limonavano le compagne.

Uscimmo. Anch'io. Che stavo già a casa.

Torino era stanca e pure noi lo eravamo.
Provavamo a cambiare le cose, nel nostro piccolo, ma contrariamente a quanto scrivevano nei Baci Perugina e alle 934948 citazioni tutte attribuite per praticità a Eistein, Gandhi e Bertrand Russel, le briciole restavano briciole, e non avevano la forza di cambiare il mondo.
Non imparavamo nulla neppure dai fatti di sangue, anzi la cronaca veniva resa ancor più tragica dai leoni da tastiera sui social network il mattino seguente, la vita ci prendeva a schiaffi e noi pontificavamo fiumi di banalità copia incolla su facebook.
Gli opinionisti erano il nuovo tumore, il silenzio, soltanto quello, era la chemio.

Che facciamo, andiamo a casa?
Tornai alla base. Avevo imparato a muovermi nel buio. Mi lavai i denti sperando di azzeccare il dentifricio e non la pasta fissan.
Feci i conti di quanto mi restava da dormire. Tre ore. Erano abbastanza.

Entrai in cameretta.
La piccola dormiva abbracciata al peluche. Avvolgeva sempre Tambi, il coniglietto trudi, con un tovagliolo,  perchè secondo lei era un freddoloso.

Mi infilai nel letto.
Nel buio Francy mi chiese: "Tutto bene?"
Si addormentò prima che potessi risponderle che no, non andava bene per niente, che il mondo stava andando a rotoli, e gli eroi non avevano la forza di cambiare un beneamato.
Le poggiai una mano sul fianco.
Il contatto mi tranquillizzò.
Calcolai quanto mi restava ancora da dormire.
Due ore e cinquantuno.
Abbastanza, dissi.
E chiusi gli occhi.


"Non basta guardare quelli bravi, per diventare bravi anche noi, a nostra volta, altrimenti saremmo già tutti stalloni del sesso"
cit. Yotobi



Trovate Kick-Ass su Magic Merchant

26 commenti:

  1. L'ambientazione è stuzzicante, la componentistica anche, ma non gliela fo, i cooperativi puri mi irritano. Quantomeno qui però c'è da tirare qualche dado, quello il Dominant Player non può farlo per te... rimane un MEH.
    Massima ammirazione per 2 h e 51 min, comunque :)

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    1. Credo che il record spetti a Patchistory.
      http://dadocritico.blogspot.com/2015/09/quando-gli-elefanti-combattono.html
      La partita finì alle 04.02.
      Poi 10 minuti per ritirare tutto e andare a letto.
      Sveglia puntata alle 6.00.

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    2. Eroe. 20 anni fa potevo farlo. Ora sverrei al massimo entro le 10 :)
      ...cmq ho letto l'articolo, epico...e altri tempi! Ho anche scoperto così l'esistenza di MARIA (???). Ne è passata di acqua...

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  2. Grande Dado "Maschio Alfa" che libera l'aracnide sui vasi di fiori, a casa mia, per la felicità di Carla, grazie a mia moglie, non si fanno prigionieri, è ammessa solo l'atomizzazione!
    Bella la storia, mi sento il buio e la nebbia e le buche di Torino addosso...
    Beh, sul gioco non mi pronuncio neanche: cooperativo puro, il mio peggior incubo, 3 ore poi, non lo auguro neppure al mio peggior nemico

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    1. ormai pensavo di essere l'unico a pensarla così, vedo solo nuove incarnazioni di Pandemic ovunque, osannate dai fanboy x-o

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    2. Ahahaha
      No, guarda, a me i cooperativi non dispiacciono.
      Certo: meglio i coop con traditore.

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    3. Con traditore cambia tutto. Su quello concordo!!

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  3. Gioco di cui fino ad oggi ignoravo l'esistenza e che ora mi interessa assai...
    Francesco

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    1. A te.
      Mi ha ricordato quando avete salvato il mondo con X-Com, gioco che adoro.
      Al netto delle evidenti differenze (leggi: app e tempo reale), quanto sono assimilabili le due esperienze?
      Grazie!
      Francesco

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    2. Direi abbastanza differenti:
      In xcom ognuno ha il suo ruolo distinto....è a tempo....con l’app!
      In kickass alla fine siam tutti la che facciamo le stesse cose più o meno (pomparci, picchiare, attivare le azioni di città) inoltre non c’è Timer. Una cosa bella di kickass è che alle volte per farcela bisogna andare a picchiare in gruppo.

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  4. Sempre GRANDI post per lo zio barba-drugo!
    Kick Ass veramente un bel gioco, picchiaduro a scorrimento come dici tu, alla vecchia maniera. Rollare, menare, collaborare, ghignare, gufare.
    Ieri sera con mio figlio abbiamo fatto fuori per la seconda volta Don Genovese e ora resta quel pezzo di fango di MotherFucker.... se non ci rivediamo è stato bello conoscerti Dado.
    Hasta luego!

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  5. Poche certezze, tu sei una di queste, grazie Andrea.

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  6. "Gli opinionisti erano il nuovo tumore, il silenzio, soltanto quello, era la chemio."

    Grazie Dado.
    Nicola

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    1. Sempre puntuale, Nicola.
      Meglio "Nicola" che "N.", comunque.
      ^_^

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  7. "Gli opinionisti erano il nuovo tumore, il silenzio, soltanto quello, era la chemio."
    Standing ovation

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  8. Super come sempre.
    Spero di incontrarti a PLAY vicinissima!!!
    Ma è vero che non scrivi più sulla rivista IoGioco? Si può sapere il perchè?

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    1. Vero, già da qualche mese.
      La rubrica è stata sospesa dalla rivista IoGioco perchè non in linea con il nuovo taglio che stava prendendo la rivista, ovvero solo recensioni e articoli, io come noto scrivo in un'altra maniera.
      Ciao
      Ci vediamo a PLAY.

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    2. Più che altro tu scrivi. Un buon 70-80% dei pezzi su IoGioco, con tutto il rispetto, sembrano scritti da adolescenti. Ma vabbè. Ce stanno le figure

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    3. ...hai proprio ragione, della rubrica leggevo praticamente solo il suo pezzo. Che amarezza quando l’han cancellata.

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