mercoledì 8 novembre 2017

Che picchiò il cane che morse il gatto

Piove. Sempre sul bagnato, e finalmente su Torino, scartavetrata nei polmoni dai pm10 nell'aria, e inchiodata nelle macchine per il blocco dei diesel euro 1-2-3-4-5 liberi tutti di andare a piedi, e liberi pure di andare affandiesel. Nella città dell'automobile puoi ordinare una macchina nuova in pronta consegna dal concessionario, e ritrovartela fuorilegge prima che te la consegnino: è il frutto acerbo del progresso che avanza, il futuro della nuova mobilità cornuti e mazziati.
Su un muro alle porte di Moncalieri qualcuno ha scritto: "Vado a lavorare per pagarmi la macchina che mi serve per andare a lavorare". Sto cercando il vergatore di muri per offrirgli una birra a chilometro zero [trovandomi a piedi].

Quando ho compiuto 18 anni, mio padre mi ha comprato una Fiat 127 color mattone, usata, dai classici due vecchietti di Vinovo. Aveva 20 anni. Praticamente una ragazza. Era nata 2 anni prima di me. Ci ho girato altri 2 anni, con la benedizione della motorizzazione e di mia madre che quando uscivo si raccomandava di andare piano [nessun pericolo: toccava i 100 solo in discesa e col vento a favore]. Adesso quasi non riesco a girare con la mia che ne ha soltanto 3 di anni.
C'è il cielo a pecorelle e a pecorina per i diesel, che forse se erano così letali per gli alveoli non dovevano proprio essere messi in vendita. Piove e piovono imprecazioni. L'imprecazione è il premio di consolazione, per chi non può far altro che ingoiare il rospo, in cerca del bacio delle favole capace di trasformare il batrace in macchina elettrica.
"Un gioco nuovo?" mi chiede mia figlia, vedendomi entrare in casa con una scatola sotto braccio.
"Sì. Frutta Fatata. Lo apriamo?"
"Dopo, ora finisco il capitolo di Geronimo Stilton"

E anche davanti al topo dell'eco del roditore, non posso che mandar giù l'ennesimo rospo. Ma di questo ne riconosco il sapore anfibio, amaro come l'unicum centerbe e come la verità, sincero come un rutto dopo la coca cola, gelido come quella volta che a 13 anni Anna mi disse che per lei ero solo un amico. Sto perdendo colpi e mia figlia sta perdendo il senso della sorpresa per i giochi da tavolo, si sta abituando a questo dentro e fuori di scatole in casa. Non mi corre più incontro avvinghiandomi le gambe, non mi dice più "Apriamolo, dai, papà, apriamolo subito, dai dai dai" strappandomi il cartone del corriere dalle mani. 
Soprattutto ha realizzato che non tutti i giochi sono belli, che i complimenti non sono dovuti a tutto ciò che è carte e dadi, che i giochi non sono belli in automatico per il solo fatto di essere giochi.
Vanno provati e giudicati.
Mia figlia sta diventando selettiva. Assaggia. Spizzica. Pontifica. E boccia senza pietà peggio di Agzaroth quella volta che gli scrissero The Great Unbalanced Zimbawe con lo spray sotto casa.
Faccio fatica a starle dietro, io, Forrest Gump che trova la bellezza dietro ogni angolo, ipnotizzabile come un riccio dai fari della macchina di Feld targata Delphi, come un gatto col puntatore laser, come un cane quando fai finta di tirargli la pallina. Gli animali credono a tutto. E io mi sento un orso che cammina come uno scimmione, anche se il mio animale preferito è sempre stato il coccodrillo.
Da bambino dicevo a mia madre: "Sei bella come un coccodrillo". Mi piaceva anche il bufalo cafro. Ma come ripiego. Al primo posto c'era stabile il finto tronco che galleggiava a pelo d'acqua avvicinandosi alle antilopi che si abbeveravano a riva. Questione di un secondo. E il mostro attaccava alla gola e trascinava sott'acqua.
Litigavo con gli altri ragazzini in cortile che sostenevano l'assoluta supremazia del leone su tutti gli altri animali. Io lasciavo correre. Perché tutti i giorni in africa un leone deve correre. Ma allontanandomi mormoravo: "Tanto anche il leone prima o poi avrà sete..."

Frutta Fatata
Non deve essere semplice, per Friedemann Friese, inventare sempre giochi con la lettera "F" nel titolo, c'è il rischio che prima o poi finiscano gli aggettivi e i sostantivi buoni, e ci si debba accontentare delle seconde scelte.
"Funghi Festaioli" - "Formiche Fobiche" - "Focene Funeste" - "Facoceri e Filantropi a Filadelfia".
La dritta su Frutta Fatata mi arriva un anno fa, attraverso una whatsppata di Francesco Testini appena trasferitosi a Roma, ma il gioco, di taglio family, è solo in inglese e con un bel po' di testo sulle carte.
Aspetto un anno per la versione italiana, per poterci giocare con mia figlia di 8 anni.

Gioco di carte per 2-5 giocatori, di Friedemann Friese, quello di Alta Tensione e Venerdì, per intenderci, per 20-30 minuti di partita rilassata, edito in Italia da Giochi Uniti.
Frutta Fatata è un gioco strano, quasi un introduttivo didattico, con un set di regole che si amplia di partita in partita, e che educa al cambiamento e alla flessibilità.
La prima volta si gioca con i 6 mazzetti animali base, ai quali corrispondono 6 azioni prenotabili [ad esempio: Pesca 2 carte frutto]. Le azioni permettono di accumulare risorse [frutti] , scambiarli, creare dei set, e poi spenderli per comprare le carte animali in gioco [sul retro è raffigurata una bottiglia di succo di frutta magico].
Ogni volta che si compra una carta, si fa un punto vittoria, e si mette in gioco una nuova carta animale dal mazzo, che aggiunge una nuova regola.

L'interazione è il vero sale del gioco. I giocatori commerciano e scambiano carte, le convertono, se le rubano, refillano, collezionano, riforniscono, regalano, raddoppiano, mettono in cassaforte.
Le partite sono molto dinamiche e con una buona variabilità, anche partendo dalle stesse carte e dalle stesse regole. Passata la fase di tutorial, con un paio di giri di tavolo, i nuovi giocatori - e i figli al tavolo - assimilano velocemente le nuove regole, che entrano diluite una per volta.
Il gioco permette di salvare la partita in corso, e di riprenderla già col nuovo set la volta successiva [rimangono sempre 24 carte in gioco, divise in mazzetti diversi], creando una sorta di mini-campagna legacy [nota: si è fatto un gran parlare sull'uso della parola legacy per questo titolo. Di fatto qui non si distrugge materiale, e il gioco alla fine risulterà assolutamente rigiocabile e non one-shot. Frutta Fatata ha un motore che crea e distrugge solo le regole, e che si evolve con le scelte dei giocatori].

Una cosa interessante è che le combo fra gli animali sono consumabili [con l'acquisto delle carte], il che forza i giocatori a giocare un po' su tutte le carte invece che fossilizzarsi su poche sinergie.
I disegni, invece e purtroppo, penalizzano un poco Frutta Fatata, appiccicandogli addosso l'etichetta di "puro family" adatto solo ai bambini, mentre la meccanica di introduzione progressiva delle regole [e l'allenamento alla pianificazione delle azioni e alla flessibilità in partita] risulterebbe ottimale anche per nuovi giocatori con un po' di pelo sul mento, e per gli assoluti novizi scettici et vicini di pianerottolo con cheesecake.
Facile prevedere futuri saccheggi della meccanica e nuove versioni [raccogli simboli maledetti e scritture blasfeme per evocare i Grandi Antichi?]
Frutta Fatata comunque convince in casa.
Col cerino in mano quando piove.
"E' il destino di Torino essere il principio di tutto, e non esserne la fine" [cit.Federico Faenza].
Piovono cattive notizie.
Dopo il forfait all'ultimo minuto della X Edizione della manifestazione Giocatorino al Lingotto \ 8 Gallery [vedi 2014, 2015, 2016], a due mesi dall'evento, Torino perde anche la sua storica IdeaG [vedi 2014, 2015, 2016, 2017], giunta alla sua XIV edizione. L'ho scritto ieri su facebook che a Torino stiamo perdendo tutti gli eventi ludici più importanti. E siamo finiti a parlare dello gnocco fritto.
Sotto la Mole piovono le contraddizioni. Siamo la città dell'automobile. E quella con più blocchi della circolazione per le macchine. Siamo probabilmente la città col maggior numero di autori di giochi e giocatori. E stiamo diventando quella col minor numero di eventi ludici.
Non beneficiamo neanche del melbrooksiano "Potrebbe andare peggio: potrebbe piovere!".
Piove già.
Ma noi torinesi siamo comunque ottimisti.
Ci rimane ancora un po' di spazio per i tavoli con le demo, fra il banco del ramen e quello delle katane, al Torino Comics.
E dovessimo perdere pure quello: pazienza. Ci rimane sempre lo gnocco fritto.


 Frutta Fatata e temporali euclidei su Magic Merchant

4 commenti:

  1. Nooo ma mitica IdeaG! Cmq mi pare più grave l'annullamento di GiocaTorino...visto che IdeaG si è solo trasferita a Parma. FAI QUALCOSA! :)
    ...riguardo Fabled Fruits... mi affascina abbastanza anche perchè il concetto di LEGACY NON mi piace affatto, mentre quello di CAMPAGNA sì e parecchio. Spero abbia successo come approccio.
    Cmq esiste già una implementazione alternativa di Fabled Fruit, in uscita: Power Grid Fabled Expansion.
    E altre in uscita (Fast Forward Flee ad esempio). Long live Friedemann!

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  2. Dado sempre un piacere leggerti
    GEA

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  3. grazie per la citazione, fai i complimenti a tua figlia. Non potevo perdonare.
    Agz

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