venerdì 16 settembre 2016

Intervista a Rossano Piccioni [THE CANNIBAL FAMILY]

Non riesco a dormire. Neanche in vacanza. E' la sveglia mentale dell'ufficio puntata sugli altri 350 giorni dell'anno, un orologio nucleare ad atomi di itterbio che non perde un secondo in quindici miliardi di anni.
Mi sveglio alle 06.00 pure al mare, e vado a leggere al bar, ecco come faccio a far fuori cinque romanzi in quindici giorni.
Una mattina che sono lì al bar con "The curious incident of the dog in the night-time", scopro che la Edizioni Inkiostro, che pubblica THE CANNIBAL FAMILY, il controverso fumetto splatter che "mangiane ancora Sam", sta a pochi isolati. Pago il cappuccino ed esco.
La sede della Edizioni Inkiostro non sta sul lungomare e neanche sulla via principale.
Defilata.
Devi trovarla. Se credi.
Il negozio accanto vende accessori per la pesca. In vetrina due grossi ami formano un cuore, per tirar su pescecani, o uomini per la pelle, come ne L'uomo chiamato cavallo.

Edizioni Inkiostro non ha insegne. Due vetrine di basso profilo, anonime, protette da tendine veneziane da ufficio.
Ci sbircio attraverso. Grossi tavoli da disegno coperti di tavole abbozzate, colori, matite, carboncini, pennelli. Ai muri scaffali con decine di fumetti. L'altro locale è il magazzino: scatoloni di The Cannibal Family e La Iena impilati uno sull'altro.
Quello stesso pomeriggio scrivo a Rossano Piccioni, coautore del fumetto e fondatore della Editrice Inkiostro.
Gli scrivo in veste di lettore di The Cannibal Family in vacanza da quelle parte e proponendomi di offrirgli un caffè. Ne viene fuori una chiacchierata che ho pensato di riportare qui sotto forma di intervista grezza, anche se l'argomento sono i fumetti e non i giochi da tavolo come al solito.
Consideratela un'integrazione al mio report estivo SE SON ROSENBERG.

Dado: Un fumetto su una famiglia di cannibali. Strano. Ancor più strano che nel giro di 10 numeri il fumetto sia passato dalle 800 copie del numero 0, alle 4000 del numero 10. Come spieghi questo successo? C'era davvero questo bisogno di morsi e lembi di carne strappati dalle guance?

Rossano: negli anni '80 c'erano riviste come Splatters e Mostri. Erano dei contenitori di incubi, raccoglievano brevi storie sconnesse fra loro. Ho provato a creare un contenitore simile, DENTI, che raccontava storie diverse, horror, western. Ma realizzandolo ho capito che ci voleva qualcosa di diverso, un prodotto nuovo, che portasse continuità e al quale il pubblico potesse - in qualche maniera - affezionarsi.
The Cannibal Family è un'evoluzione di quelle riviste anni '80, figlio di quell'horror, ma ha un approccio più moderno.
Una mattina ero con Stefano Fantelli [ndr: l'altro autore di TCF], seduti qui sugli scalini di fronte. Chiacchieravamo di realizzare un fumetto, disegnare insieme anche se io preferivo più l'idea di fare l'editore, ma ci voleva un'idea nuova, dirompente. Non avrei aperto una casa editrice mia senza una grossa idea.
Abbiamo cominciato a parlare di cannibalismo e di come il tema non fosse ancora stato trattato, intendo farci proprio un fumetto attorno. Bonelli non l'aveva mai fatto. In Star Comics avevano raccontato di una famiglia di serial killer, la famiglia Varano.
Da questi due concetti "cannibalismo" e "famiglia", è venuto fuori The Cannibal Family.


Dado: il fumetto TCF è un prodotto indubbiamente estremo e non risparmia niente. La copertina del secondo numero mostra una madre che imbocca il proprio bambino col cucchiaino, pescando da una scatola cranica aperta appoggiata sul seggiolone.
Rossano: nel numero 1 avevamo messo un pene in copertina. Ma la svolta è arrivata con la seconda copertina. Abbiamo mostrato al nostro pubblico che potevamo spostare la stanghetta ogni volta un po' più in alto. Volevamo poter raccontare una storia completamente senza tagli o censure. Naturalmente qualche critica è arrivata, qualche genitore che ci ha scritto per romperci i coglioni c'è stato. Anche Facebook ci ha oscurato alcune immagini, tra l'altro facendoci un botto di pubblicità.
Complessivamente, comunque, gli scandalizzati sono stati pochi. In Italia siamo piuttosto aperti e questo è un bene.
The Cannibal Family è un prodotto, è un fumetto, non è violenza, è rappresentazione della violenza.

Dado: Edizioni Inkiostro: nuovi prodotti e distribuzione. Attualmente Edizioni Inchiostro distribuisce solo nelle fumetterie. A quando l'edicola all'angolo?
Rossano: Per le edicole c'è un progetto, ma bisogna ragionare sui numeri, perchè è un passo importante ed è facile farsi male, conosco molti editori ai quali è costato caro. Per il momento meglio accontentarsi di essere piccoli artigiani del fumetto horror italiano, ritagliarci la nostra fettina di ciccia, e non cercare di fare il passo più lungo della gamba.
Non escludo di arrivare comunque nelle edicole, magari più avanti.
Per quanto riguarda gli altri fumetti abbiamo dato il via a LA IENA, un poliziesco a tinte molto forti, scritto e disegnato da me [è ideato da me e ho scritto il n 1, poi dal 2 in poi è stato scritto da Luca Blengino], che sta avendo un ottimo riscontro dal pubblico.
E a Lucca presenteremo la nostra prima protagonista femminile: VENEREA, personaggio creato graficamente da Adriano De Vincentis, avrà le copertine di Emanuele Taglietti, storico copertinista di SUKIA, macabro pornohorror degli anni '70.
VENERA sarà scritto e disegnato da me insieme ad Alessandro Scacchia e Adriano DeVincentis, e sarà un erotico horror, e racconterà le storie di questa donna che rifiuta la vita ed ha un'attrazione sessuale deviata per la morte, una sorta di necron.... beh, non posso spoilerare altro.
Infine stiamo anche pensando e sviluppando una linea per ragazzi di 14-15 anni, fumetti horror per questa fascia di età, che attualmente è sguarnita in Italia.
L'horror attira sempre i ragazzi sin dalla tenera età, pensa ai romanzi di Stine della serie Piccoli Brividi.


Dado: trovo LA IENA addirittura più maturo di The Cannibal Family: il protagonista è un cattivo vero, spietato, uno che spara ai propri compagni dopo la rapina per non dividere il bottino, un tossicodipendente, violento con le donne. Non credo che siano previste svolte in "meglio" per Bacardi, come si dice: "Può solo peggiorare" (?)
Rossano: ho creato la iena  dopo cannibal. tom bacardi è il cattivo tenente per eccellenza. è un viaggio allucinato dell'avidità personale, nel soprusoo del prossimo. è un cannibale anche lui. divora non la carne ma la vita degli altri. approfitta di ogni situazione per giovarne personalmente. è un dannato viscido pezzo di merda. usa la sua posizione, per compiere le peggiori nefandezze. spaccia, si droga, gioca d'azzardo è pieno di debiti. se in cannibal c'è un messaggio positivo e c'è una luce sul fondo, qui questa luce è assente. tom, cioè la iena, rappresenta un concentrato di tutti i peggiori istinti dell'essere umano. ma anche qui, tra cannibal e la iena c'è un filo conduttore, cioè l'orrore del reale. sono storie intrise di paura, morbosità e molto altro. tecnicamente, la novità de la iena è che è scritta su due filoni narrativi che viaggiano a ses tanti. cioè ogni numero ha un doppione diverso. quindi escono due iena n 2, 2 iena n 3 e cosi via. questi due filoni, hanno qualcosa in comune o sono a se stanti? i nostri lettori lo scopriranno presto. devo ammettere che la iena, sta piacendo molto ai nostri lettori. è innovativo e scritto davvero bene da luca blengino.

8 commenti:

  1. Non do nel genere Horror, ma devo dire che "La Iena" mi incuriosisce proprio.
    Grazie della segnalazione.

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  2. Ma la sveglia è puntata alle 06:00 anche il sabato e la domenica?
    Così ... per sapere.

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  3. Saró all'antica e magari bigotto e già il genere horror mi piace poco, Ma tutta questa violenza e splatterismo gratuiti davvero non li sopporto. Non nascondo che la copertina di cannibal family mi ha dato anche fastidio. Cmq grazie per la segnalazione, semmai dovessi cominciare a seguire fumetti so già a cosa stare alla larga.

    Un saluto
    Davide Nippo

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    1. Ps. Meno male che posso rileggere il fumetto di Dado per riprendere il buonumore :)

      Davide nippo

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  4. giudicare una lettura senza leggerla è da ignoranti. complimenti alla sua voglia di cecità. rimanga nel suo limbo.

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    1. Il fumetto non è solo testo, ma anche immagini.
      Il signor Nippo ci ha messo nome e cognome, non ha giudicato il fumetto, si è limitato a scrivere che non gli piace l'horror: De gustibus. Anch'io mica devo leggere "Chi" o "Novella 2000" per starne alla larga.

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  5. Anche questo è un pregiudizio: posso ritenere moralmente non accettabile un prodotto o una situazione anche senza provarlo in prima persona.
    F

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    1. "ignorante", "voglia di cecità" e "rimanga nel suo limbo" non mi paiono proprio le espressioni da usare. C'erano sicuramente altri modi per illustrare le ragioni culturali, da cui proviene il fenomeno "horror" e "splatter". Magari incuriosendo chi il genere lo conosce solo dalle copertine e qualche mal scritto articolo di giornale.

      Paolo

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